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Notizie dalla Chiesa in ASIA: Giappone, Cina, India....Sri Lanka e il neo cardinale Malcom Ranjit

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2013 19:50
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12/03/2011 09:45
 
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Preghiamo per i nostri fratelli del Giappone !


Il Professore Marco Nioi, che abita da anni a Tokio con la sua Famiglia, condivide puntualmente su Facebook tutti i nostri argomenti " pro traditione", essendo un fedelissimo frequentatore della Santa Messa Tridentina.
Dopo aver appreso del terribile terremoto che sta sconvolgendo il Giappone in molti abbiamo tentato di metterci in contatto con lui tramite Facebook.
Finalmente 10 ore fa nella sua "bacheca" abbiamo letto poche frasi che "postiamo" con la ritrovata serenità di avere avuto notizie rassicuranti su di lui e sulla sua Famiglia ma soprattutto con l'intento di aumentare le nostre preghiere per i Defunti di questo terribile sisma e per tutte le famiglie che stanno vivendo questo momento drammatico.
Sant'Emidio , prega per noi e per i nostri fratelli del Giappone !

Marco Nioi : "Adesso a Tokyo,tutto bene,ma per diverse ore i miei figli erano praticamente irraggiungibili,dato che i cellulari non funzionavano piu'. Siamo ,mia moglie e io, dovuti andare a cercarli: i treno erani ,e sono ancora, tutti fermi. Per fortuna li abbiamo trovati nei pressi della loro scuola. Ma sono stati brutti momenti;e siamo appena arrivati a casa. Grazie per le vostre premure.
10 ore fa

Nel Nord del Giappone,invece e' un vero disastro,e ci sono immagini di grandi distruzioni.

Grazie Vito. Spero di non passare piu' questi momenti,ma in Giappone sara' difficile...
Non ci si abituera' mai a certe cose,ma d'altronde ,non c'e' niente da fare.

Grazie,Maura. Fortunatamente,noi stiamo bene.Ma i danni sono ingenti.
Vito,non puoi immaginare i danni arrecati da questo terremoto.
Le immagini alla televisione sono orripilanti.
 Il terremoto dell'Aquila,in confronto, e' come un raffreddore al cospetto di un tumore terminale.La situazione e' gravissima,Vito.
A Tokyo,non vi sono stati enormi danni,ma al nord e' un incubo.
Il maremoto e' stato immane. Ha distrutto tutto nel suo cammino".


A.C.

Embarassed  Quando ci fu la manifestazione, politica, delle donne e vedemmo DELLE SUORE rivendicare questo femminismo sessantottino....proprio a tavola si discusse fra di noi sulla urgente riscoperta delle AUTENTICHE PROCESSIONI del passato le quali si facevano per IMPLORARE DA DIO la fine della peste e di tutti i mali, DELLE INONDAZIONI.....degli incendi...  IL SOCCORSO CONTRO I TERREMOTI....e si citava proprio il flebile tentativo di riesumare l'antica tradizione di sant'Emidio CONTRO I TERREMOTI, quando avvenne all'Aquila.... flebile tentativo perchè NESSUN VESCOVO si premunì di mettersi a capo di qualche CORTEO DEVOTO e i fedeli vennero lasciati da soli ad invocare il santo....  
....una mia conoscente che un mese dopo i fatti dell'Aquila partorì un maschietto, lo chiamò EMIDIO proprio per ringraziare il Santo e lo scampato pericolo....  
 
cari Sacerdoti, cari Vescovi, cari Catechisti e Diaconi....riscopriamo il VALORE DELLA SUPPLICA E DEI VERI CORTEI.... imploriamo Dio affinchè dica alle onde delle tempeste di placarsi, rivendichiamo IL SUO PATROCINIO SU DI NOI.... ritorniamo a CREDERE ed imploriamo Misericordia per il Giappone e i suoi abitanti, alle tante Famiglie in lutto, a chi salvando la vita ha perso tutto ed è preda dello sconforto.... La Vergine Maria, Regina del Giappone, abbia compassione di questi Figli e li sostenga in questa prova!  


Che la Regina del Giappone: la Salus Populi Romani portata dai primi gesuiti soccorra e conforti questo popolo generoso e valoroso!



Rassicurazioni del Governo sulle conseguenze delle esplosioni
nella centrale atomica di Fukushima danneggiata dal terremoto

Il Giappone reagisce al cataclisma


Benedetto XVI esprime cordoglio per le vittime e solidarietà con i soccorritori

TOKYO, 12. All'indomani del peggiore terremoto della storia del Giappone, il Paese cerca di reagire al cataclisma che lo ha colpito. Ma oggi l'attenzione internazionale si è tutta spostata sull'emergenza nucleare. Il sisma di ieri ha infatti pesantemente danneggiato quattro centrali atomiche, facendo ripiombare il Paese nell'incubo della contaminazione da radiazioni. Stamane, è stata infatti udita una forte esplosione nell'impianto numero 1 della centrale nucleare di Fukushima, quella più colpita. Lo ha riferito l'agenzia di stampa nipponica Jiji, precisando che si sarebbe polverizzata la gabbia esterna di contenimento di uno dei reattori. Quattro operai sarebbero rimasti feriti dal crollo del tetto dell'edificio, ma nessuno di loro - informa l'agenzia Kyodo - è in pericolo di vita.

Il Governo giapponese ha tuttavia reso noto che l'esplosione non ha riguardato il reattore e che il livello di radiazioni dopo la deflagrazione è sceso. Lo ha detto il portavoce, Yukio Edano, sottolineando che l'esplosione non causerà una fuga di sostanze radioattive. In particolare Edano ha spiegato che la deflagrazione è avvenuta nella struttura esterna alla camera di contenimento - che non ha subito danni - ed è stata causata da una reazione chimica tra l'idrogeno e l'ossigeno. Il portavoce del Governo ha poi spiegato che operazioni di evacuazione non sono state ordinate per un pericolo reale ma solo a titolo precauzionale.

La televisione di Stato Nhk ha mostrato le immagini del fumo bianco che si levava dalla centrale. Ancora tutta da chiarire la dinamica degli eventi, ma esperti del settore non hanno escluso l'opzione di esplosione intenzionale per raffreddare il reattore principale. L'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) ha chiesto precise informazioni sull'accaduto.
La commissione per la Sicurezza nucleare del Giappone ha accertato una fuga di cesio radioattivo attorno alla centrale. Proprio per questo, il Governo - che si è riunito oggi a Tokyo in seduta straordinaria per fare il punto della situazione - ha ordinato lo sgombero dei residenti in un raggio di venti chilometri attorno alla centrale. Nell'estremo oriente della Russia, vasta area prospiciente il Giappone, i livelli di radioattività sono comunque ancora normali. Lo hanno confermato fonti del Servizio di monitoraggio idrometeorologico russo.

Dopo le notizie sull'incidente a Fukushima, gli abitanti di Tokyo stanno facendo incetta di beni di prima necessità nei negozi, mentre lunghe code si segnalano davanti alle pompe di benzina. Molti residenti si starebbero preparando a lasciare la capitale e i pochi treni in funzione sono stracarichi di passeggeri.
E mentre la terra continua incessantemente a tremare (nelle ultime ore sono state registrate più di 100 forti scosse di assestamento), peggiorano con il passare delle ore le conseguenze del movimento tellurico di magnitudo 8,9 sulla scala Richter e del successivo tsunami, che ieri hanno devastato il nord est del Giappone. Un telegramma, a firma del segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, è stato inviato dal Papa a monsignor Leo Jun Ikenaga, arcivescovo di Osaka e presidente della Conferenza episcopale giapponese.

Nel messaggio, Benedetto XVI esprime il proprio cordoglio per le vittime del cataclisma e per le loro famiglie e si dice vicino ai soccorritori.
Finora, i morti accertati sono 1.400, ma il mare che si sta ritirando continua inesorabilmente a restituire cadaveri senza nome. Il bilancio sembra quindi destinato ad aggravarsi. Se da un lato il terremoto ha tutto sommato provocato poche vittime - in un Paese abituato a convivere con gli eventi sismici - è stato proprio lo tsunami a uccidere il maggiore numero di persone. Un autentico muro di acqua alto 10 metri si è infatti abbattuto con inaudita violenza sulla prefettura di Fukushima, dove almeno 1.800 case sono state letteralmente spazzate via. Devastate anche le città di Miyagi, capoluogo del Sendai, e di Ofunato. Tutto il mondo ha potuto seguire in diretta televisiva l'impetuoso avanzamento del maremoto.

L'esercito giapponese ha trovato oggi 400 cadaveri nella città di Rikuzentakata, nella prefettura di Iwate. Sotto la pressione dell'onda anomala ha ceduto la diga di Funjinuma, le cui acque si sono poi riversate a valle cancellando dalle carte geografiche la cittadina di Sukugawa, fatta precedentemente sgomberare. Quattro convogli ferroviari con a bordo centinaia di persone sono però stati inghiottiti dal fango e dai detriti. Solo molte ore dopo è stata invece ritrovata una nave con 100 passeggeri data per dispersa. Le persone sono tutte salve. Gli esperti hanno confermato che la violenza del sisma ha spostato l'asse terrestre di 10 centimetri.

Da una sponda all'altra del Pacifico si è intanto allentato l'allarme tsunami. Sulle coste di molte Nazioni si è infatti registrato solo un moderato aumento del livello del mare e numerosi Governi hanno ormai ritirato l'allerta. L'allarme tsunami era stato lanciato nelle Hawaii, ma anche nelle Filippine, a Taiwan, in Russia, in Indonesia, in molte isole del Pacifico, sulle coste sudamericane e in Messico. In California un'onda di due metri ha investito il porto di Crescent, trascinando in mare 4 persone. Tre sono state tratte subito in salvo, della quarta non si hanno ancora notizie.

La comunità internazionale si è subito stretta attorno al Giappone, dove la macchina dei soccorsi è già in moto. Secondo quanto riferisce la Bbc, circa 300 velivoli dell'aeronautica nipponica e una quarantina di navi della marina saranno impiegati in quella che si preannuncia come una operazione senza precedenti. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha parlato di un disastro potenzialmente catastrofico, ha deciso di inviare due portaerei per aiutare la popolazione, mentre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha osservato un minuto di silenzio. Su richiesta del Giappone, la Commissione europea ha subito attivato il meccanismo di protezione civile per fornire assistenza attraverso l'invio di squadre di soccorritori e di cani specializzati nelle ricerche delle vittime sotto le macerie.



(©L'Osservatore Romano 13 marzo 2011)


Solidarietà delle comunità cristiane con le popolazioni colpite dal sisma

Il Giappone non è solo



TOKYO, 14. Dopo lo choc per una tragedia dalle dimensioni inimmaginabili, si è messa in moto la macchina della solidarietà per prestare soccorso e conforto alla popolazione giapponese. In prima linea la piccola comunità cattolica del Sol levante - appena lo 0,4 per cento del Paese - che ieri, tramite Caritas Giappone, ha lanciato in tutte le chiese un raccolta di fondi da destinare agli sfollati. L'iniziativa, che si è aggiunta alla preghiera per le vittime, coinvolge anche scuole, associazioni e istituzioni cattoliche. Per padre Daisuke Narui, direttore esecutivo della Caritas giapponese, "il nostro compito è mostrare amore e solidarietà. Lavoreremo insieme con organizzazioni non governative di altra estrazione. In questo momento siamo chiamati a dare testimonianza di unità e a essere vicini a ogni essere umano sofferente. Sappiamo già che la risposta dei fedeli al nostro appello sarà molto generosa". La Caritas, ha sottolineato, si è messa in moto immediatamente: "Subito dopo il terremoto e lo tsunami, abbiamo organizzato un incontro di emergenza in teleconferenza".
Tra le diocesi più colpite quella di Saitama. Il vescovo, Marcellino Daiji Tani, ha assicurato che "la Chiesa giapponese risponderà alla tragedia del terremoto e dello tsunami con la preghiera e la solidarietà". Per il presule, "questo evento doloroso ci ricorda che la vita è nelle mani di Dio e che è un dono di Dio. Inoltre, sarà per tutti noi una sfida a mettere in pratica e testimoniare il comandamento dell'amore e della carità fraterna".
Sostegno alla popolazione giapponese è stato assicurato dalla rete di Caritas Internationalis e dalle caritas nazionali, tra cui quella italiana, non appena la Caritas nipponica sarà in grado di mettere a punto un piano di primo intervento. Nel frattempo, la Caritas diocesana di Roma ha lanciato una colletta di solidarietà. Mentre particolare vicinanza arriva dall'Asia. Jinde Charities, la Caritas cinese, ha inviato una cifra iniziale di 10.000 dollari. Altri 50.000 dollari sono stati offerti dall'arcidiocesi di Seoul.
Solidarietà anche dai cattolici tedeschi. Il presidente dell'episcopato, l'arcivescovo di Freiburg im Breisgau, Robert Zollitsch, ha scritto ai confratelli nipponici. "Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi i sopravvissuti avranno bisogno urgentemente del nostro aiuto generoso e fraterno. Chiedo ai fedeli del nostro Paese di sostenere la vostra Chiesa e le persone colpite dalla catastrofe con le preghiere ma anche con mezzi finanziari, cercando, per quanto possibile, di mitigare lo stato di necessità dopo il disastro".
Sentimenti di profondo cordoglio con il popolo giapponese sono stati espressi anche dal segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Olav Fykse Tveit, che ha invitato i cristiani di ogni confessione a unirsi nella preghiera e nell'aiuto alle popolazioni colpite. "Confidiamo che le Chiese di tutto il mondo sapranno dimostrare la loro solidarietà". Parole di conforto e di vicinanza spirituale anche dal Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, che nell'occasione ha anche diffuso un appello agli Stati perché rivedano la loro politica in favore dell'energia nucleare. "Purtroppo, l'esplosione della centrale nucleare di Fukoshima è sopraggiunta come altra conseguenza tragica del terremoto, rendendo più terribile ancora l'incubo del Giappone. E le sue orribili conseguenze si faranno sentire su scala ancora più ampia".



(©L'Osservatore Romano 14-15 marzo 2011)



Vescovi giapponesi: “La nostra missione è tener viva la speranza”


Chiedono le preghiere dei cristiani di tutto il mondo


ROMA, lunedì, 14 marzo 2011 (ZENIT.org).- Dopo il terribile terremoto e lo tsunami che hanno devastato il Giappone, tutti, a cominciare dalla Chiesa cattolica, si stanno dando da fare per portare aiuto alle vittime della tragedia.

In questo contesto, i Vescovi nipponici vogliono essere in prima linea per “tenere viva la fiamma della speranza”, ha affermato all'agenzia vaticana
Fides monsignor Martin Tetsuo Hiraga, Vescovo di Sendai, la Diocesi più colpita.

“La situazione è molto difficile. Non ancora siamo in grado di comprendere l’entità del disastro”, ha confessato. “Le notizie sono frammentarie. La mia Diocesi è molto grande e copre quattro Prefetture civili, per circa 500 km di costa, nel Nord dell’isola di Honshu, la più grande dell’arcipelago nipponico. Lo tsunami ha colpito oltre 300 km di costa”.

“Non sappiamo ancora quante persone sono morte, quanti sono i dispersi e gli sfollati. Non sappiamo se fra questi vi sono fedeli cattolici”, ha riconosciuto il presule.

Vista l’incertezza, “è ancora difficile dire cosa si può fare, come aiutare”. “La gente è stremata e disorientata. L’impatto materiale ed emotivo sulla società è stato molto forte”.

“Stanno arrivando aiuti e volontari da tutto il Giappone. Occorre l’unità e la buona volontà di tutti”, ha aggiunto.

“Noi cattolici nella Diocesi di Sendai siamo poco più di 10mila, un piccolo gregge. Ma continuiamo a pregare per le vittime e faremo il possibile per portare sollievo, per testimoniare, in questo momento di sofferenza, il messaggio d’amore di Cristo”.

I Vescovi giapponesi, ha spiegato monsignor Hiraga, si incontreranno questo mercoledì a Sendai per decidere le strategie da adottare.

“Dovremo consigliarci su come agire. Intanto confidiamo in Dio e chiediamo la preghiera di tutti i cristiani del mondo”.

“Abbiamo ricevuto il messaggio del Santo Padre e lo ringraziamo per le sue parole che ci infondono coraggio e speranza. Oggi questa è la nostra missione specifica: aiutare la Nazione a rialzare gli occhi al Cielo, e a tenere viva la fiamma della speranza”.

La Diocesi di Sendai ha ufficialmente 10.944 battezzati, che rappresentano lo 0,15% della popolazione (oltre 7,2 milioni) del territorio.

Ha 53 parrocchie e 13 stazioni missionarie, servite da 27 sacerdoti diocesani e 19 sacerdoti religiosi, 5 religiosi non sacerdoti e 262 suore.



[Modificato da Caterina63 15/03/2011 14:36]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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