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Il Santuario di Pompei e la Devozione alla MADONNA DEL ROSARIO

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2012 16:48
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08/06/2010 21:49
 
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Pompei, dove la Madonna appare ai cuori

di Padre Antonio Rungi


Ogni santuario mariano ha una sua importanza, storia, suscita interesse e devozione, movimenta pellegrini e penitenti. E’ così, ad esempio, per Lourdes, Fatima, e, particolarmente per noi italiani, Pompei. Questo santuario è dedicato alla Madonna del Rosario. Quindi un “santuario” per molti aspetti più importante degli altri, dove la Madonna non è apparsa, ma è stata collocata, portata qui, in questo luogo, per diventare faro di riferimento spirituale, umano, religioso e sociale per tutti.

Non un santuario di serie B, perché qui Maria non è apparsa, ma un santuario di serie A, per la molteplice funzione che esercita nella Chiesa campana e nazionale e a livello mondiale. Pompei è un marchio ed un nome importante non solo perché gli scavi richiamano turisti da ogni parte d’Italia e del mondo, ma perché Maria richiama nella sua cittadella milioni di pellegrini per fare ascoltare loro la voce di Cristo e riprendere un cammino di vita cristiana o potenziarlo se è stato intrapreso. Il santuario di Pompei, già molto valorizzato, va certamente riscoperto per noi campani, per gli italiani e per quanti giungono in Italia per motivi di turismo religioso. Negli itinerari di fede e di devozione mariana, Pompei non può assolutamente mancare, perchè è da Pompei che si riparte con l’animo rinnovato.

La celebre supplica scritta dal Beato Bartolo Longo in onore della Madonna del Rosario e che recitiamo l’8 maggio e la prima domenica di ottobre ci dà l’esatta misura del senso di questa devozione e dell’importanza che questa devozione assume per tutti i credenti del mondo.

L’inizio di questa bellissima preghiera ci aiuta ad immergerci in quel clima che diventa anche gratitudine al Signore e alla Madonna per quello che operano in questo luogo benedetto:

“O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi (…) effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie. Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, su le nostre famiglie, su l'Italia, su l'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono. O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono”.

E la parte conclusiva della preghiera: “Benedici, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario. 0 Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza, negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia, a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti. Sii ovunque, benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Amen”.

Sono qui i fondamenti di una devozione che spazia nel mondo e che riguarda i vari aspetti della vita cristiana. Perché il Santuario di Pompei non è solo luogo mariano di preghiera e di conversione, di formazione cristiana, ma è anche luogo della carità, della pace, della cultura, della sensibilità verso gli ultimi e gli emarginati. Non a caso la devozione alla Madonna di Pompei viene quasi inoculata nel sangue di tutti i campani fin dai primi anni della vita. Non parlo degli anni passati, parlo di oggi.

Ancora oggi, da ogni parte della Regione ed oltre i confini, sia a piedi che in auto, pullman, moto, e con ogni mezzo di trasporto, si giunge ai piedi della Vergine del Rosario per manifestare la propria fede e la propria devozione. E non sono solo gli anziani, ma sono i bambini, i ragazzi, i giovani. Pompei è un forte richiamo alla fede e alla devozione vera alla Vergine Santa. I chilometri macinati a piedi sotto il sole cocente per recarsi a Pompei a conclusione del mese di Maggio ne è il segno eloquente di come questo Santuario mantenga il suo fascino per noi campani, ma necessita di un rilancio a livello nazionale e mondiale. Maria parla qui, forse più che altrove.

Qui indica la strada della riconciliazione e della pace. Qui rinnova l’invito a porsi alla sequela di Cristo: “Fate quello che vi dirà”. Il 13 novembre 1875, arrivò a Pompei la prodigiosa immagine della Vergine del Rosario. Quest’icona fu data a Bartolo Longo da Suor Maria Concetta De Litala, del Convento del Rosariello a Porta Medina di Napoli. La religiosa l’aveva avuta in custodia da padre Alberto Radente, confessore del Beato. Per trasportarlo a Pompei, il Longo l’affidò al carrettiere Angelo Tortora che, avvoltala in un lenzuolo, l’appoggiò su di un carro di letame. L’icona della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei (alta cm 120 e larga cm 100) presenta l’immagine della Madonna in trono con Gesù in braccio; ai suoi piedi, San Domenico e Santa Caterina da Siena. La Vergine reca nella mano sinistra la corona del Rosario che porge a Santa Caterina, mentre Gesù, poggiato sulla sua gamba destra, la porge a San Domenico.

In questo quadro si possono riconoscere tre grandi spazi. Lo spazio in alto, nel quale l’umile ma solenne figura di Maria in trono invita la Chiesa a portarsi verso il mistero della Trinità. Lo spazio in basso è quello della Chiesa, il corpo mistico, la famiglia che ha in Gesù il suo capo, nello Spirito il suo vincolo, in Maria il suo membro eminente e la sua Madre. Lo spazio laterale, rappresentato dagli archi, porta al mondo, alla storia, verso cui la Chiesa ha il debito di essere “sacramento”, offrendo il servizio dell’annuncio evangelico per la costruzione di una degna città dell’uomo. La via che unisce questi spazi è il Rosario, sintesi orante della scrittura, posto quasi come fondamento ai piedi del trono, e consegnato dal Figlio e dalla Madre come via di meditazione e assimilazione del Mistero. Una volta collocata l’immagine, inizia la grande devozione mariana alla Madonna del Rosario di Pompei, che si diffuse ed è diffusa in tutto il mondo.

Da Napoli, prima, e poi, pian piano, da ogni parte del mondo, cominciarono a giungere offerte per la costruzione della nuova Chiesa, la cui prima pietra fu posta l’8 maggio 1876. Nel 1877 il Longo scrisse e divulgò la pia pratica dei Quindici Sabati, due anni dopo, guarì lui stesso da una grave malattia grazie alla recita della Novena, da lui composta e della quale ci furono, immediatamente, novecento edizioni, in ventidue lingue. Il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, riuniti a Pompei, recitarono, per la prima volta, la Supplica alla Vergine del Rosario, sgorgata dal cuore di Bartolo Longo, in risposta all’Enciclica ‘Supremi apostolatus officio’ (1° settembre 1883) con la quale Leone XIII, di fronte ai mali della società, additava come rimedio la recita del Rosario.

Nel 1884 fondò il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei”. Intanto, grazie a lui, intorno al cantiere della Chiesa, sorgeva una vera e propria città con le case per gli operai, primo esempio di edilizia sociale che preannunciava la ‘Rerum Novarum’, il telegrafo, la stazione ferroviaria, un piccolo ospedale, l’osservatorio meteorologico e quello geodinamico. Nel 1887 fondò l’Orfanotrofio Femminile, la prima delle sue Opere di Carità a favore dei minori. Qualche anno più tardi, nel 1891, il Cardinale Raffaele Monaco La Valletta consacrò il nuovo Tempio. Il Santuario di Pompei era conosciuto sempre più e fedeli di ogni specie chiedevano le più disparate grazie.

All’avvocato Longo si rivolsero anche dei condannati per esortarlo a prendersi cura dei propri figli. Fu in questo periodo che il Beato maturò quella che ancora oggi è considerata la sua intuizione più originale e cioè: non solo credere nella possibilità del recupero dei figli dei carcerati, ma scommettere sul fatto che essi, a loro volta, avrebbero potuto salvare i loro genitori dalla disperazione. Nel 1892 veniva collocata la prima pietra dell’Ospizio per i figli dei carcerati, retto, a partire dal 1907, dai Fratelli delle Scuole Cristiane di San Giovanni Battista de La Salle. Dopo appena sei anni gli allievi erano oltre cento. Il primo ragazzo accolto, un calabrese, divenne, poi, sacerdote. In seguito accolse anche le figlie dei carcerati che affidò alla cura delle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, da lui fondate nel 1897.

Il 5 maggio 1901 fu inaugurata la facciata della Basilica, eretta con il contributo di fedeli di ogni parte del mondo e dedicata alla Pace Universale. Bartolo Longo morì, a ottantacinque anni, il 5 ottobre del 1926. Due anni dopo, grazie all’interessamento di Fratel Adriano di Maria, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, che continuò l’opera dell’avvocato, Pompei fu riconosciuta come comune autonomo. L’opera del Longo ha avuto il suo solenne riconoscimento con la Beatificazione da parte di Giovanni Paolo II, avvenuta il 26 ottobre 1980. Il resto è cronaca dei nostri giorni.

Una cronaca segnata da tanti eventi significativi per il santuario e per i suoi moltissimi devoti, sparsi in tutto il mondo. Santi, Papi, Vescovi, religiosi, fedeli laici, scettici, scienziati: chi non è venuto a Pompei anche per una semplice curiosità? Penso che siano pochissimi coloro che tra i veri cristiani almeno una volta non siano arrivati a Pompei e si siano inginocchiati davanti alla Madonna del Rosario, che ha un suo fascino spirituale che solo questo luogo può assicurare non solo per l’oggi della Chiesa e del mondo, ma anche per il suo immediato e lungo futuro. Ripartire da Pompei è ripartire da Maria per incontrare Cristo nel volto dei poveri sofferenti, ma soprattutto nella profondità della propria vita spirituale, che è confessione, Eucaristia, preghiera continua, moralità senza compromessi di alcun genere. E’ li che si celebra la conversione vera e l’incontro dell’uomo con Dio. La Madonna di Pompei dia luce a quanti sono nelle tenebre dell’errore, del peccato e della miseria morale.




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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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