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Per Ferragosto ricordiamo che è la Festa di Maria Assunta in Cielo

Ultimo Aggiornamento: 15/08/2015 15:10
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15/08/2011 09:19
 
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Pio XII - I frutti della definizione del dogma dell'Assunzione

Discorso di Pio XII "Commossi per la proclamazione", ai Cardinali, Vescovi e fedeli, riuniti in Piazza San Pietro - 1 novembre 1950, con Preghiera a Maria SS. Assunta, dello stesso Pontefice....

Pio XII proclama il dogma dell’Assunzione al cielo in anima e corpo di Maria santissima, il 1° novembre 1950

Venerabili Fratelli e diletti figli e figlie, accorsi alla Nostra presenza, e voi tutti che Ci ascoltate in questa Roma santa e in ogni regione del mondo cattolico!

Commossi per la proclamazione, come dogma dì fede, dell'assunzione della Beatissima Vergine in anima e in corpo al cielo; esultanti per il gaudio che inonda il cuore di tutti i credenti, appagati nei fervidi loro desideri; proviamo irresistibile il bisogno di elevare insieme con voi un inno di ringraziamento all'amabile provvidenza di Dio, che ha voluto riservare a voi la letizia di questo giorno e a Noi il conforto di cingere la fronte della Madre di Gesù e Madre nostra, Maria, col fulgido diadema, che ne corona le singolari prerogative.

Per imperscrutabile disegno divino, sugli uomini della presente generazione, così travagliata e dolorante, smarrita e delusa, ma anche salutarmente inquieta nella ricerca di un gran bene perduto, si apre un lembo luminoso di cielo, sfavillante di candore, di speranza, di vita beata, ove siede Regina e Madre, accanto al Sole della giustizia, Maria.

Un giorno memorabile

Da lungo tempo invocato, questo giorno è finalmente Nostro; è finalmente vostro. Voce di secoli — anzi, diremmo, voce della eternità — è la Nostra, che, con l'assistenza dello Spirito Santo, ha solennemente definito l'insigne privilegio della Madre celeste. E grido di secoli è il vostro, che oggi prorompe nella vastità di questo venerando luogo, già sacro alle glorie cristiane, approdo spirituale di tutte le genti, ed ora fatto altare e tempio per la vostra traboccante pietà.

Come scosse dai palpiti dei vostri cuori e dalla commozione delle vostre labbra, vibrano le pietre stesse di questa Patriarcale Basilica, e insieme con esse pare che esultino con arcani fremiti gl'innumerevoli e vetusti templi, innalzati per ogni dove in onore del l'Assunta, monumenti di un'unica fede e piedistalli terrestri del trono celeste di gloria della Regina dell'universo.

In questo giorno di letizia, da questo squarcio di cielo, insieme con l'onda dell'angelica esultanza, che si accorda con quella di tutta la Chiesa militante, non può non discendere sulle anime un torrente di grazie e d'insegnamenti, suscitatori fecondi di rinnovata santità.

Perciò a così eccelsa creatura Noi eleviamo fidenti gli occhi da questa terra, in questo nostro tempo, tra questa nostra generazione, e a tutti gridiamo: in alto i cuori!

Gli insegnamenti di questa giornata

Alle tante anime inquiete ed angosciate, triste retaggio di una età sconvolta e turbolenta, anime oppresse ma non rassegnate, che non credono più alla bontà della vita e solo ne accettano, quasi costrette, l'istante, l'umile ed ignorata fanciulla di Nazareth, ora gloriosa nei cieli, aprirà visioni più alte, e le conforterà a contemplare a quale destino e a quali opere fu sublimata Colei, che, eletta da Dio ad essere Madre del Verbo incarnato, accolse docile la parola del Signore.

E voi, più particolarmente vicini al Nostro cuore, ansia tormentosa dei Nostri giorni e delle Nostre notti, sollecitudine angosciosa d'ogni Nostra ora, voi, poveri, malati, profughi, prigionieri, perseguitati, braccia senza lavoro e membra senza tetto, sofferenti di ogni genere e di ogni paese; voi a cui il soggiorno terreno sembra dar solo lacrime e privazioni, per quanti sforzi si facciano e si debbano fare, affine di venirvi in aiuto, - innalzate lo sguardo verso Colei, che prima di voi percorse le vie della povertà, del disprezzo, dell'esilio, del dolore, la cui anima stessa fu trafitta da una spada ai piedi della Croce, ed ora fissa non titubante l'occhio nell'eterno lume.

A questo mondo senza pace, martoriato dalle reciproche diffidenze, dalle divisioni, dai contrasti, dagli odi, perché in esso è affievolita la fede e quasi spento il senso dell'amore e della fraternità in Cristo, mentre supplichiamo con tutto l'ardore che l'Assunta segni il ritorno del calore d'affetto e di vita nei cuori umani, non Ci stanchiamo di rammentare che nulla mai deve prevalere sul fatto e sulla consapevolezza di essere tutti figli di una medesima Madre, Maria, che vive nei cieli, vincolo di unione per il Corpo mistico di Cristo, quale novella Eva, e nuova madre dei viventi, che tutti gli uomini vuol condurre alla verità e alla grazia del suo Figlio divino.

Ed ora prostrati devotamente preghiamo!


Preghiera a Maria SS. Assunta

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,

1. — Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.

2. — Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell'anima vostra nel contemplare faccia a faccia l'adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo, fin da quaggiù, a gustare Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature.

3. — Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio;

e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale (Gv 19, 26. 27).

4. — Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli; e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra patria.

5. — Noi crediamo infine che nella gloria, ove voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle (Ap 12, 1), voi siete, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

 

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"Assumpta est María in coelum: gaudet exércitus Angelórum". La liturgia per l'Assunta nel corso dei secoli.

Oggi si celebra la solennità dell'Assunzione in cielo di Maria.
Andando alla S. Messa per la solennità dell'Assunta, il cattolico non solo assolve al precetto della santificazione delle feste non solo rende atto di venerazione alla Madonna, nostra Avvocata presso la Santissima Trinità, ma ripete un antichissimo gesto devozionale che ha radici antichissime.
Qui di seguito ripercorriamo pur rapidamente la "storia" delle celebrazioni liturgiche in onore di Maria Santissima dormiente e, poi, Assunta in cielo.



Roberto



Nei Vangeli "canonici", Maria compare per l'ultima volta negli scritti del Nuovo Testamento nel primo capitolo degli Atti: “Ella è in mezzo agli apostoli, in orazione nel cenacolo, in attesa della discesa dello Spirito Santo.” Poi non si sa più nulla.
La Tradizione, invece, racconta il compiersi della vita terrena di Maria, Madre di Gesù il Nazzareno, utilizzando l'antichissimo e tradizionale termine "koìmesis" (che in greco significa "sonno", "adagiarsi a letto", "coricarsi per dormire".).
Assistita dagli Apostoli, in Gerusalemme, infatti, Maria si “addormentò”, sfinita per il troppo amore di Dio, pronta per spirare. Commossi, gli Apostoli, volendo vegliare al suo capezzale, e la adagiarono in un letto, in una casa nel Getsemani. Ma il Figlio volle esonerare sua madre dalla legge universale della Morte. Tre giorni dopo, infatti, San Tommaso, andò per vegliare la Madonna, ma non la trovò più, e un soace profumo si sprigionava nel posto.
Da subito quindi gli Apostoli e i primi Cristiani hanno saputo che il prezioso corpo di Maria, preservato dalla corruzione della morte, fosse stato onorato in cielo, in un sprigionarsi di soave profumo (così come racconta S. Giovanni Damasceno, Oratio 2 de Dormitione Deiparae, Lezione del II Notturno del 18 agosto).
Iniziò così a celebrarsi il sonno della Madonna (il "Koìmesis", nella Chiesa d'Oriente -foto-, e la "dormitio" nella Chieas d'Occidente), sublimato poi nell'Assunzione (della Chiesa Cattolica).
Questa celebrazione, come visto, è antissima e per prima si trova nel calendario gerosolimitano nel 464.
Si consolidò nel VI sec. nella basilica della Valle del Getsemani, in cui, come detto, la tradizione, vuole che la Madonna si fosse addormetata (lì si trova il sepolcro de quo dicunt sanctam Mariam ad coelos fuisse sublatam. (come testimonia un pellegrino, Antonino di Piacenza).

Nella liturgia bizantina viene ripetutamente collegata l'assunzione corporea di Maria non solo con la sua dignità di Madre di Dio, ma anche con altri suoi privilegi, specialmente con la sua maternità verginale, prestabilita da un disegno singolare della Provvidenza divina: «A te Dio, re dell'universo, concesse cose che sono al disopra della natura; poiché come nel parto ti conservò vergine, così nel sepolcro conservò incorrotto il tuo corpo, e con la divina traslazione lo conglorificò». [...] (Lo stretto legame tra l'Immacolata Concezione e l'Assunzione di Maria sarà ripreso, e confermato anche da Pio XII nella bolla di defizione del dogma).
Nel VII sec. la celebrazione della "Sonno della della Madonna " (koìmesis") venne decretata per l'Oriente con un decreto dell'imperatore bizantino Maurizio, e fissata al 15 Agosto.
Nello stesso secolo la festa viene introdotta anche a Roma (col termine di Dormizione) da un papa orientale, s. Sergio I, (687-701), che, prescrivendo la letania (o processione stazionale) per le quattro feste mariane, enumera insieme la Natività, l'Annunciazione, la Purificazione e la Dormizione di Maria.
Ma trascorse un altro secolo prima che, nel VIII sec., il termine "dormizione" cedesse il posto a quello più esplicito e sublimato di "Assunzione” (nel Sacramentario Gelasiano diventa infatti la festa “in Assumptione Sanctae Mariae”).
Nell’IX secolo, inoltre, dati il grande splendore e il favore popolare cui la celebrazione assurse, Papa
s. Leone IV (847-855) volle decorare di maggiore solennità la festa, che già si celebrava sotto il titolo dell'Assunzione della beata Genitrice di Dio, prescrivendone la vigilia e l'ottava.
Così la festa dell'Assunzione dal posto onorevole che ebbe fin dall'inizio tra le altre celebrazioni mariane, fu portata in seguito fra le più solenni di tutto il ciclo liturgico.
Inoltre il fatto che già anticamente questa festa fosse preceduta dall'obbligo del digiuno rende chiaro da ciò che attesta il Nostro predecessore s. Niccolò I (858-867) ove parla dei principali digiuni «che la santa chiesa romana ricevette dall'antichità ed osserva tuttora».
Sempre Papa Nicolò I, nell’863, la elevava in Solennità, equiparata alle 3 Maggiori feste del Signore (Natale, Pasqua e Pentecoste).
Pio V, con la riforma del Messale, le diede dignità di “Doppio, di I classe, con Ottava Comune”.
Pio XII con la proclamazione del dogma diede una nuova messa propria alla festa e in parte un nuovo Ufficio. (qui)
Il relativo decreto S.R.C. 31 ottobre 1950, oltre a dare testi propri alla festa, ha aggiunto alle litanie Lauretane il titolo di “Regina in caelum assumpta dopo l’invocazione Regina sine labe originali concepta.

Fonte: Pio XII, Bolla Munificentissimus Dei, 1950;
R. LESAGE, Dizionario pratico di Liturgia Romana, ed. Studium, Roma 1956.



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Affido a Maria Santissima i Miei Cari che di recente hanno raggiunto la vita Eterna .....

Vi chiedo Preghiere e Suffragi per tutti i Defunti



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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