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Cosa significa "Consacrazione alla Madonna" e come portarla avanti oggi ?

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2018 21:45
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L’Ordine delle Vergini: una realtà antica e nuova

L’antico Ordo Virginum, che si era perduto lungo i secoli, è stato ripristinato dal Vaticano II e sta affermandosi sempre di più: non sono suore, non vivono in comunità e dipendono dal vescovo. Sono chiamate a svolgere un ruolo importante nella pastorale delle diocesi e delle parrocchie.

di ADRIANA BOTTINO 

L'Ordo Virginum (Ordine delle Vergini) è una forma di vita consacrata che risale ai tempi della Chiesa primitiva in cui le donne "chiamate" al servizio di Cristo e della Chiesa avevano tre forme di "ordini" che costituivano la struttura sociale e liturgica della Chiesa: Vergini, Vedove, Diaconesse, i cui membri occupavano posti definiti nell'assemblea liturgica. Gli "ordini" maschili (Episcopi, Presbiteri e Diaconi) si sono conservati fino ad oggi e sussistono tuttora, mentre gli "ordini" femminili sono andati scomparendo nel corso della storia.
   

Vergini, vedove e diaconesse nella Chiesa antica

Già nell'età apostolica è attestata la presenza di alcune vergini nelle prime comunità apostoliche (lCor 7,17-8,25; At 21,9). Fino al Concilio di Nicea (a. 325) le vergini vivono nelle case, costituiscono l'Ordo Virginum, sono dedite al culto divino, considerate nella comunità «porzione eletta». Fino alla metà del VI sec. aumenta il numero delle vergini e si approfondisce la riflessione sulla verginità sia in Oriente sia in Occidente per merito dei Padri della Chiesa, che hanno dato alla vergine consacrata lo stesso titolo di sposa di Cristo, che è proprio della Chiesa. Progressivamente le vergini si riuniscono nei monasteri, con la Professione monastica e in seguito nei movimenti di vita evangelica senza consacrazione pubblica e solenne. Dal Concilio di Trento al Concilio Vaticano II la consacrazione a Dio si esprime all'interno delle varie famiglie religiose o in forma privata. Il Concilio Vaticano II, caratterizzato dalla ricerca delle sorgenti della Chiesa, ha ripristinato per gli uomini il diaconato permanente (LG 29) e per le donne l'Ordine delle Vergini, riconoscendo così ufficialmente il carisma di una vita consacrata.

Maria, modello delle vergini consacrate.

Il 31 maggio 1970, festa della Visitazione della Vergine Maria, la Sacra Congregazione per il Culto Divino, in applicazione alla Costituzione sulla Liturgia (SC 80), per mandato speciale di Paolo VI, ha promulgato il rito della Consacrazione delle vergini inserito nel Pontificale Romano, rinnovando e rivalutando il bellissimo e suggestivo rito, in cui è inserita l'antica preghiera consacratoria attribuita a S. Leone Magno (+ 461). Questa consacrazione è riservata, oltre che ai grandi Ordini monastici femminili, anche alle donne laiche. La vergine consacrata nel mondo perciò condivide con le sue sorelle monache il privilegio di una consacrazione liturgica, pubblica e solenne, che la costituisce segno trascendentale dell'amore della Chiesa per il Cristo suo sposo. A dieci anni da questa data fa seguito la versione italiana con il titolo «Consacrazione delle Vergini».

Il nuovo Diritto Canonico riconosce l'Ordine delle vergini, «le quali, emettendo il sacro proposito di seguire Cristo più da vicino, dal Vescovo diocesano sono consacrate a Dio secondo il rito liturgico approvato e, unite in mistiche nozze a Cristo Figlio di Dio, si dedicano al servizio della Chiesa» (C.I.C. can. 604).
  

Fondamenti della consacrazione verginale nell'AT

Nell'AT è presente la consacrazione di persone per un servizio particolare mediante l'imposizione delle mani o l'unzione. L'imposizione delle mani indica che Dio separa, mette da parte una persona che si è scelta, ne prende possesso, gli conferisce autorità e capacità di esercitare una funzione. Nella concezione semitica imporre le mani a qualcuno significa comunicargli qualcosa di se stesso (Lv 9,22; 24,50). E attestata l'imposizione delle mani ai Leviti (Nm 8,10); a Giosuè (Nm 27,15-23:Dt 34,9). Un altro segno di consacrazione è l'unzione. I re di Giuda erano consacrati nel Tempio e unti da un sacerdote (lRe 1,39; 2Re 11,2). Troviamo descritta la consacrazione di Saul (lSam 10,1), di Davide (lSam 16,3), di Jehu (2Re 9,6). Anche i sacerdoti erano consacrati con l'unzione (Es 29,7; Lv 8,12). I profeti non erano unti con l'olio; l'unzione è soltanto metaforica e indica la loro investitura (lRe 19,16.19; 2Re 2,9-15; Is 61,1).

Nell'AT si trova pure una forma particolare di consacrazione: il Nazireato (Nm 6,1-21). Si tratta di un voto speciale, temporaneo. In questo periodo il nazireo deve astenersi da bevande inebrianti e dall'uva, non si deve avvicinare a cadaveri, perché il contatto con un cadavere costituiva un'impurità cultuale; non doveva radersi il capo. Un esempio di Nazireato è quello di Sansone, consacrato fin dal seno della madre (Gdc 13,2-7). Anche Samuele, secondo il voto della madre (lSam 1,11) è consacrato al Signore fin da bambino e rimane al servizio del santuario (lSam 1,27-28).

  Ingresso della candidata con la lampada accesa. Prostrazione prima della consacrazione.
Momenti di una celebrazione di consacrazione: 1) Ingresso della candidata con la lampada accesa. 2) Prostrazione prima della consacrazione.

Vergini consacrate: solo nel Nuovo Testamento

Tutte le forme di consacrazione presenti nell'AT sono compatibili con il matrimonio. Possiamo quindi affermare che il significato religioso della verginità è una prerogativa della rivelazione cristiana: fedeltà in un amore esclusivo per Dio.

Nelle religioni antiche erano chiamate vergini alcune dee (Anat, Artemide, Atena) per mettere in rilievo la loro giovinezza eterna. Nell'AT la verginità era stimata prima del matrimonio, non perché considerata un valore, ma per la preoccupazione di purità rituale (Lv 12,15). Anche nella comunità degli Esseni l'astensione dagli atti sessuali era dovuta a preoccupazione di purità legale. La verginità perpetua equivaleva alla sterilità ed era un'umiliazione, un obbrobrio (Gn 30,23; Gdc 11,37; lSam 1,11; Lc 1,25). A Geremia Dio ordina di non prendere moglie come annuncio dell'imminente castigo (Ger 16,2).

Alle soglie del NT ci è presentata la figura di Giovanni Battista che con la sua vita di asceta prepara la venuta del Messia e si chiama amico dello Sposo (Gv 3,29).

Gesù vive la sua vita terrena come dono totale, nella dedicazione completa alla volontà del Padre e alla salvezza dell'umanità e indica la scelta della verginità per il Regno (Mt 19,12). Non si tratta di un precetto (lCor 7,25), ma di una chiamata personale di Dio, di un carisma (lCor 7,7), in quanto questo stato di vita consente una maggiore dedizione al Signore (lCor 7,32-35). L'accento non è messo sullo stato fisico, biologico, ma sulla dedizione totale della persona a Cristo e sul servizio per il Regno.

La consacrazione verginale contiene anche una dimensione escatologica (1Cor 7,26.29.31): è testimonianza della non appartenenza dei cristiani a questo mondo, segno della tensione della Chiesa verso la meta finale, anticipazione dello stato di risurrezione (Lc 20,34ss e par.). Nella Gerusalemme celeste tutti gli eletti sono chiamati vergini (Ap 14,4), in quanto non si sono contaminati con gli idoli: appartengono alla città celeste, la sposa dell'Agnello.

Preghiera consacratoria.
Momenti di una celebrazione di consacrazione:

3) Preghiera consacratoria.

Maria, la Vergine per eccellenza

Maria è la prima che intuisce il valore della verginità per il Regno e realizza nella sua vita la congiunzione della verginità e della maternità.

I racconti dell'infanzia in Matteo e in Luca presentano il concepimento verginale di Maria, concepimento unico in tutta la storia biblica, anche se vi è una certa analogia con alcune donne sterili che hanno concepito per uno speciale intervento di Dio che ha superato una situazione di sterilità, in nessun luogo però si parla di concepimento verginale.

Già in Mt 1,17 il cambiamento della formula genealogica «Giacobbe generò Giuseppe, sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo» insinua il concepimento verginale. Più chiara ancora è la pericope di Mt 1,18-25: la nascita di Gesù non è opera umana, ma avviene per la potenza dello Spirito creatore. In Lc 1,26-38 è affermato chiaramente il concepimento verginale. Maria è presentata insistentemente come vergine. Sia per Matteo sia per Luca la verginità di Maria non ha un semplice significato biologico: è la verginità per il Regno (Mt 19,12), assoluta novità del Vangelo che Maria per prima ha compreso. La risposta-domanda di Maria in Lc 1,34: «Come sarà questo, poiché non conosco uomo?», (vale a dire «sono vergine»), che non va interpretata anacronisticamente come un voto di verginità, esprime la disponibilità, l'ascolto della Parola di Dio da parte di Maria. La spiegazione rileva il modo del concepimento attraverso l'azione dello Spirito (Lc 1,35), Spirito creatore, fecondatore, che fa concepire Maria. La conclusione della risposta a Maria: «Nessuna parola sarà impossibile per Dio» significa che Dio non lascia cadere invano la sua parola: nessuna Parola di Dio va perduta, perché è feconda, si attua (cf Is 55,10-11). La verginità di Maria è dunque in prospettiva della sua missione di concepire il Santo, il Figlio di Dio, figura della Chiesa, vergine e sposa.

Consegna dell’anello. Consegna della Bibbia.
Momenti di una celebrazione di consacrazione:
4) Consegna dell’anello. 5) Consegna della Bibbia.

Le caratteristiche dell’Ordo Virginum

Non è un ordine religioso, neppure un Istituto Secolare, ma una "categoria" di donne vergini che si riconoscono nella medesima scelta e sono consacrate con lo stesso rito predisposto per la Chiesa universale. Non comporta obblighi di vita comunitaria, non ha una struttura gerarchica con superiore, non vi è alcun obbligo di regola di vita individuale, non si pronunciano dei voti, ma si emette nelle mani del Vescovo il proposito della perfetta verginità e della sequela di Cristo, che implica i consigli evangelici, ed ha valore di voti pubblici e solenni. Lo specifico della Verginità Consacrata, che ha il suo fondamento nei sacramenti del Battesimo e della Confermazione, è la sponsalità con Cristo: la vergine consacrata polarizza in modo più intenso ed esclusivo la propria esistenza in Cristo, per seguirlo ed amarlo con cuore indiviso, diventando così segno vivente dell'amore sponsale della Chiesa a Cristo. La consacrazione delle vergini si pone essenzialmente sul piano dell'essere e non su quello del fare.

«Il dono della Verginità profetica ed escatologica, acquista il valore di un ministero al servizio del popolo di Dio e inserisce le persone consacrate nel cuore della Chiesa e del mondo» (Premesse al Rito n.2). Il ministero della vergine consacrata è soprattutto un «ministero contemplativo», «ministero dell'orante in ascolto della Parola e ministero dell'amore». La vergine consacrata può svolgere dei servizi e ricevere dalla Chiesa una missione apostolica, ma a titolo personale e non in forza della sua consacrazione. Le vergini che vivono nel mondo sono segno e testimonianza profetica all'interno del popolo di Dio. Esse nutrono la loro vita con il Corpo di Cristo, l'alimentano con la meditazione della Parola e con l'assidua preghiera.

Il Vescovo procede alla consacrazione liturgica, secondo il Rito solenne del Pontificale Romano, con la consegna del velo (facoltativa), dell'anello sponsale e del Libro della Liturgia delle Ore, affinché la preghiera della Chiesa risuoni nel loro cuore e sulle loro labbra come lode perenne al Padre e viva intercessione per la salvezza del mondo (cf Rito di consacrazione, n.42). Questa consacrazione liturgica pone la vergine in un rapporto d'ordine spirituale con il vescovo diocesano, in quanto, attraverso il vescovo, segno sacramentale di Cristo – Capo, è garantita l'autenticità ecclesiale della sua consacrazione.

     

S. Ambrogio alle vergini

Tu che sei una di quelle vergini che fanno risplendere d'una luce spirituale la bellezza stessa del loro corpo; tu che giustamente sei paragonata alla Chiesa, tu, dico, che vegli durante la notte nella tua stanza: pensa sempre a Cristo e spera a ogni istante la sua venuta. Cristo entra a porte chiuse e non può mancare 1298md18.jpg (15601 byte)di venire perché l'ha promesso. Abbraccia dunque colui che hai cercato; avvicinati e ne sarai illuminata. Trattienilo. Pregalo di non partire subito, di non allontanarsi. La parola di Dio se ne va rapida; non si lascia prendere dai sonnolenti, né ritenere dai negligenti. La tua anima le vada incontro. Segui le tracce della parola divina poiché passa via rapidamente. [...] Colei che cerca così Cristo, può dire: Lo abbracciai e non lo lascerò più finché non lo introdurrò alla casa di mia madre, nella stanza di colei che mi ha generata (Ct 3,4). La casa di tua madre o la sua stanza è l'intimità più segreta del tuo cuore. Conoscila questa casa e tienila pulita. Quando sarà pulita e la tua coscienza sarà pura da ogni macchia, questa casa spirituale si innalzerà poggiata sulla pietra angolare e lo Spirito Santo abiterà in lei. Chi cerca così Cristo e lo prega, non è abbandonata, ma, al contrario, viene spesso da lui visitata.

(da Ambrogio, La verginità, 12-13)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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