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Ultimo Aggiornamento: 23/09/2010 22:28
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23/09/2010 22:28
 
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Da: Soprannome MSNgrtresara1 Inviato: 24/02/2004 11.47
Ciao adriana , scusami ma ci sarebbe sempre la grande folla , che poi non si sappia chi siano o quanti siano è altra cosa
 
Rino

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Consiglia Elimina    Messaggio 21 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 24/02/2004 23.02

riporto qui di seguito qualche commento, cattolico ed evangelico. Penso che possano contribuire all’approfondimento, trattandosi di interpretazioni condivisibili.

Da Apoc.cap 14

Alcuni interpreti ritengono che i centoquarantaquattromila siano coloro che hanno abbracciato lo stato di verginità (interpretazione letterale), quelli che fin dall'inizio della Chiesa sono vissuti in tale stato di vita. Sono i salvati, primizia di tutto il popolo di Dio.

Altri studiosi invece (interpretazione più valida), risalendo ai testi profetici che parlano dell'idolatria usando il termine prostituzione (vedere Osea), sostengono che ci troviamo di fronte al simbolo dell'idolatria. Quindi le donne indicate nel brano sono da intendere come prostitute, come simboli degli idoli.

Di conseguenza i centoquarantaquattromila sarebbero coloro che si sono mantenuti fedeli al Signore, che non hanno macchiato le loro vesti prostituendosi alle divinità, che non sono menzogneri - in senso biblico -. E' il caso di ricordare che essere menzogneri vuol dire l'opposto di essere puri di cuore, sinceri. E pura di cuore è la persona che ha accolto in sè il Signore e lo mostra all'esterno; sulla sua bocca non compare menzogna perché le parole pronunciate corrispondono alle idee, ai sentimenti. I puri di cuore sono coerenti. I farisei invece rappresentano l'ideale dell'ipocrisia e, quindi, della menzogna.

Il discepolo ideale resta fedele sempre al Signore, è puro e coerente, segue il suo Signore ovunque vada senza mai macchiare i suoi abiti.

Allora i centoquarantaquattromila sono gli unici che possono capire il cantico nuovo, ossia il cantico di lode all'Agnello vittorioso, quindi il cantico della resurrezione.

Da Apoc.7,4

E udii il numero dei segnati: centoquarantaquattro mila segnati di tutte le tribù dei figliuoli d'Israele: della tribù di Giuda dodicimila segnati, della tribù di Ruben dodicimila, ...della tribù di Beniamino dodicimila segnati.

Per consenso di quasi tutti gli espositori, il numero dei segnati col sigillo divino, non ha da prendersi alla lettera come se si trattasse di statistica; è un numero simbolico che racchiude due idee: Dio conosce tutti quelli che sono suoi, senza eccettuarne neppur uno: e tutti senza eccezione sono da lui custoditi e condotti a salvezza. Una parte degli interpreti vede, nei centoquarantaquattromila segnati, dei membri del popolo d'Israele, inteso in senso materiale, come distinto dagli altri popoli; rappresenterebbero gli Israeliti credenti nel Cristo, i Giudeo-cristiani, per opposizione ai cristiani etnici. Si fa valere il fatto che il testo dice esplicitamente: di tutte le tribù dei figli d'Israele ed enumera nominativamente le dodici tribù. Inoltre si osserva che sembra esserci un contrasto voluto tra i segnati d'Israele che son numerati e la 'gran folla che nessuno poteva contare di tutte le nazioni e tribù...', folla che Giovanni vede, nella scena seguente Apocalisse 7:9-17, davanti a Dio nella gloria. Si tratta, però, di due visioni diverse e ci pare preponderante il peso degli argomenti in favore dell'opinione secondo la quale i centoquarantaquattromila segnati formano l'Israele spirituale, ch'è quanto dire la Chiesa di Cristo senza distinzione di nazionalità. Se si prende in senso letterale la designazione 'figliuoli d'Israele', si dovrà per coerenza prendere anche in senso letterale la cifra totale dei segnati e la ripartizione di essa in dodici parti esattamente uguali fra le dodici tribù; ma con questo si va incontro a difficoltà insormontabili. Di fronte alla promessa della futura conversione del popolo d'Israele, come limitare a centoquarantaquattromila il numero dei suoi segnati? Di fronte al fatto palese della quasi completa sparizione di una parte delle tribù, come spiegare la cifra uguale di segnati attribuita a ciascuna? Perchè mai sarebbero soltanto i Giudeo-cristiani ad esser suggellati per essere preservati dall'apostasia, mentre il numero dei credenti di altra origine è di gran lunga superiore e in Cristo non c'è più nè Giudeo nè greco? Si aggiunga che nell'Apocalisse i veri Giudei sono i membri dell'Israele spirituale Apocalisse 2:9; 3:9 mentre i Giudei increduli sono 'una sinagoga di Satana'. La città celeste ch'è la dimora di tutti i redenti è chiamata, 'la nuova Gerusalemme che scende dal cielo...' 'la santa città' con dodici porte sulle quali sono scritti i nomi delle dodici tribù d'Israele, mentre sui fondamenti si leggono i nomi dei dodici apostoli dell'Agnello Apocalisse 21. Parimente vi si parla di tabernacolo, di tempio, di cortili, di altare, di profumo, di arca del patto, di sette lampade, di sacerdoti ecc., ma tutto questo va inteso spiritualmente, non in senso materiale. Il concetto che il popolo dei credenti sotto il nuovo patto è l'erede spirituale dell'antico popolo di Dio si trova espresso in più luoghi del Nuovo Testamento. Gesù promette ai suoi apostoli che nella 'nuova creazione' essi sederanno su dodici troni a giudicar 'le dodici tribù d'Israele' Matteo 19:28 <JavaScrtpt:popup('Matteo 19:28');>. Paolo chiama il popolo dei rigenerati 'l'Israele di Dio' e dice esplicitamente ai cristiani della Galazia: 'Se siete di Cristo, siete dunque progenie d'Abramo, eredi secondo la promessa' (Galati 3:29; 6:16>; Cfr. Giovanni 8:30 e segg.; Romani 2:29; 4:1-25; Filippesi 3:3 I profeti antichi avevano annunziato che nei tempi messianici, i credenti di tutte le nazioni formerebbero un unico popolo con i credenti israeliti (Isaia 2; 56:6-7; 60:1-22);>; ecc.). D'altronde, i centoquarantaquattromila segnati son designati in Apocalisse 7:3 col termine generico di 'servitori di Dio' e sono rappresentati come sparsi per tutta la terra giacchè i venti trattenuti per cagion loro son quelli che vengon dai quattro canti della terra; il flagello delle locuste da cui son preservati Apocalisse 9:4 è scatenato 'sulla terra' e colpisce gli uomini in genere. Tutto questo induce a credere che la visione di Apocalisse 7:1-8 ;> è destinata a infonder coraggio all'intero popolo di Dio col dargli la certezza che il Signore non l'abbandona in balia dell'odio del mondo e degli assalti di Satana, ma ne conosce e ne protegge ogni membro, moltiplicandogli le grazie necessarie a misura che crescon gli sforzi nemici. Nessuna creatura per quanto potente, nessun evento per quanto avverso, li 'potrà separare dall'amor di Dio in Cristo Gesù' Romani 8:38-39

5 L'ordine in cui sono enumerate le tribù non pare dettato da un criterio speciale relativo sia all'età rispettiva dei figli di Giacobbe, sia alle madri da cui erano nati. Giuda è nominato il primo perchè era la tribù regale, la tribù del Messia, la più numerosa ai tempi apostolici; Ruben viene dopo come primogenito; Giuseppe e Beniamino sono insieme come figli di Rachele. Giuseppe occupa il posto di Efraim, mentre Manasse, l'altro suo figlio, è mentovato a parte. Levi è posto accanto agli altri perchè, abolita la legge rituale, egli non ha più alcun privilegio. Dan non figura, forse perchè la tribù si riteneva dagli Ebrei estinta, salvo una sola famiglia, ovvero perchè impeciata d'idolatria più di altre. Non c'è ragione di dare importanza a una tradizione giudaica secondo la quale da quella tribù dovrebbe nascere l'anticristo, tradizione fondata su Genesi 49:17 ove Dan è paragonata ad un serpente sul sentiero. I dodici nomi, colla cifra rispettiva dei loro segnati, servono a dare forma scultoria a due verità: cioè che il popolo di Dio è formato dai credenti d'ogni tribù e d'ogni popolo, e che ogni nazione sotto il cielo darà ad esso il suo contributo, giacchè l'evangelo ha da essere annunziato ad ogni creatura. L'essere il popolo dei credenti chiamato 'Israele' fino alla fine dei tempi, è atto a ricordare ai credenti la parte gloriosa che l'antico popolo eletto è destinato ad avere ancora, secondo Romani 11 nello stabilimento del regno di Dio. Convertito al Messia, sarà ancora luce alle genti.

Con affetto

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