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Festa Liturgica di CRISTO RE (preghiera e studio), 21 Novembre Presentazione di Maria Bambina

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2015 13:57
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17/11/2011 09:33
 
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  Omelia I di san Gregorio Magno, Papa, tenuta al popolo nella Basilica di san Pietro, nella seconda Domenica di Avvento

(nell'Omelia che segue san Gregorio Magno spiega per come può il mistero della Parusia di nostro Signore, ma più che parlare della Parusia in quanto tale, si sofferma a consigliare i fedeli del perchè non dobbiamo amare il mondo che è destinato alla corruzione e ad avere la sua fine e di come, l'amicia vera dell'uomo, deve fondarsi su Cristo per essere veramente felice.
Nel descrivere poi gli eventi drammatici del suo tempo, sia naturali quanto umani, spiega come con il sacro timor di Dio, noi possiamo affrontarli in modo sereno....
Non si usi, pertanto, questo testo, per tentare di spiegare la Parusia, quanto piuttosto per confermare la dottrina della Chiesa già conosciuta: chi ama questo mondo, non riuscirà mai ad amare Dio, chi mette radici in questo mondo, non comprenderà mai che la sua Patria è il Cielo....tutto il male che commettiamo ha in Cristo il nostro Avvocato e Colui che PERDONA, ma perchè il perdono abbia effetto, occorre CONVERTIRSI, ACCOGLIERE CRISTO, diversamente il male necessita di soddisfazione e ciò che la Bibbia chiama CASTIGHI DI DIO sono le legittime e PUNIZIONI di Dio attraverso le quali ci viene offerta la conversione e non per paura, ma per giustizia!

Per favore...citare la fonte se vorrete portare in giro nella rete queste Omelie di san Gregorio Magno .... e che tutto si faccia per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime....
Grazie!
)


Lezione del Santo Vangelo, secondo Luca 21, 25-33


[25] Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei  flutti, [26] mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. [27] Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.[28] Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina".[29] E disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; [30] quando già germogliano, guardandoli capite da voi  stessi che ormai l'estate è vicina.
[31] Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. [32] In verità vi dico: non  passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. [33] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

25 Et erunt signa in sole et luna et stellis, et super terram pressura gentium prae confusione sonitus maris et fluctuum,
26 arescentibus hominibus prae timore et exspectatione eorum, quae supervenient orbi, nam virtutes caelorum movebuntur.
27 Et tunc videbunt Filium hominis venientem in nube cum potestate et gloria magna.
28 His autem fieri incipientibus, respicite et levate capita vestra, quoniam appropinquat redemptio vestra ”.
29 Et dixit illis similitudinem: “ Videte ficulneam et omnes arbores:
30 cum iam germinaverint, videntes vosmetipsi scitis quia iam prope est aestas.
31 Ita et vos, cum videritis haec fieri, scitote quoniam prope est regnum Dei.
32 Amen dico vobis: Non praeteribit generatio haec, donec omnia fiant.
33 Caelum et terra transibunt, verba autem mea non transibunt.

****

http://www.artcurel.it/ARTCUREL/RUBRICHEAUTORI/FrancescoCuccaro/parusia01art.jpg


1. - Il Signore e Redentore nostro, o fratelli carissimi, desiderando trovarci preparati, ci svela i mali che avverranno alla  fine del mondo che invecchia, per distoglierci dall'amore di esso. Ci fa conoscere quanti flagelli precederanno la sua prossima fine, affinchè,se non vogliamo temere Iddio finchè siamo nella tranquillità, temiamo almeno, colpiti dal pensiero di tali  flagelli, annuncio di Lui,  e del di Lui vicino giudizio.
Al brano santo del Vangelo che abbiamo appena udito, o fratelli, non vi pensate che siano parole di spauracchio, chi ben  conosce la Parola di Dio, e la mette in pratica, non vi ha nulla da temere dai fatti che verranno. Il Signore li ha premessi con  queste parole chiarissime che precedono il brano appena ascoltato: " Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e  regno contro regno,  e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo" (vv.10-11 Tunc dicebat illis: “ Surget gens contra gentem, et regnum adversus regnum; 11 et terrae motus  magni et per loca fames et pestilentiae erunt, terroresque et de caelo signa magna erunt.), e dopo altre frasi, arriviamo al  versetto 25 appena udito.
Ora noi constatiamo senza dubbio che parte di queste cose si sono già avverate, e parte dobbiamo temere che possano essere  prossime a verificarsi (1).
Ciò che vediamo ai nostri giorni: delle genti cioè insorgere contro altre genti, e la loro sventura dilagare sulla terra, è già  superiore a quello che noi leggiamo nei Libri Sacri. Sapete con quanta frequenza si sente dire che il terremoto, in altre parti  del mondo, sconvolge innumerevoli città. Noi poi siamo travagliati continuamente da pestilenze. E' vero che non vediamo  ancora chiari segni straordinari nel sole, nella luna e nelle stelle, ma possiamo però arguire, dalla stessa alterazione  atmosferica, che tali segni non tarderanno a venire.
Ancor prima che l'Italia fosse consegnata alla spada dei Gentili per essere dilaniata, abbiamo veduto in cielo schiere di  fuoco, e rosseggiarvi quel sangue del genere umano che poi è stato versato. Non è ancora riapparsa l'agitazione dei mari e dei flutti, ma, dato che molte delle calamità preannunziate si sono già verificate, senza dubbio dovranno seguire anche le altre: la realtà dei fatti già avvenuti è garanzia delle cose che, rivelate, dovranno seguire, anche se non sappiamo bene come, il dove e  quando.

2. - Questo noi diciamo, o fratelli carissimi, perchè le vostre menti vigilino con oculata cautela, onde non s'intorbidiscano per la sicurezza, nè languiscano per l'ignoranza, ma il sacro timore le solleciti sempre, e la continua sollecitudine le confermi nel  bene di operare, meditando ciò che viene soggiunto dalla voce del nostro Redentore: " mentre gli uomini moriranno per la  paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte." (v.26   arescentibus hominibus prae timore et exspectatione eorum, quae supervenient orbi, nam virtutes caelorum movebuntur).
Che cosa, infatti, ha voluto qui indicare il Signore sotto il nome di "potenze dei cieli", se non gli Angeli, gli Arcangeli, i Troni, le Denominazioni, i Principati e le Potestà? Questi, nella venuta del Giudice inesorabile, appariranno visibilmente agli occhi  nostri, per chiederci stretto conto della pazienza che ora il Creatore invisibile usa a nostro riguardo. E si soggiunge: "Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande " (v.27 Et tunc videbunt Filium hominis venientem in nube cum potestate et gloria magna), è come se si dicesse apertamente: Gli uomini vedranno nella sua potenza e maestà  Colui che non vollero ascoltare nella sua umiltà, affinchè sentano tanto più severamente allora la Sua potenza, quanto più ora  ricusano di piegare la durezza del cuore alla Sua sconfinata pazienza.

3. - Ma dopo che furono dette queste cose contro i reprobi, subito il discorso si volge a conforto degli eletti, degli umili, di  quanti sono fedeli al Signore. Si soggiunge infatti: "Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo,  perché la vostra liberazione è vicina" (v.28 His autem fieri incipientibus, respicite et levate capita vestra, quoniam  appropinquat redemptio vestra). E' come se apertamente la Verità ammonisse i suoi eletti dicendo: Quando le piaghe del  mondo si moltiplicano, quando il terrore del giudizio si mostra mediante lo sconvolgimento delle potenze, sollevate allora con  fiducia le vostre teste, cioè gioite nei vostri cuori perchè, mentre finisce questo mondo di cui voi non siete amici, si avvicina  piuttosto quella redenzione che avete cercata.
Nella Sacra Scrittura, spesso col nome di "capo" si intende la mente, perchè come il capo dirige tutte le membra, così la  mente ordina i pensieri. Perciò "sollevare il capo" significa sollevare i nostri pensieri ai gaudi della Patria Celeste. A coloro,  dunque, che amano Iddio viene comandato di godere e rallegrarsi per la fine del mondo, perchè mentre passa questo mondo da  essi non amato, trovano tosto Colui che è stato e sempre sarà l'oggetto del loro Amore. Non sia mai, pertanto, che un fedele,  che desidera di vedere Iddio, pianga o persino si disperi sui flagelli che colpiscono il mondo, perchè egli deve sapere che è  sotto tali flagelli che il mondo avrà termine e che potremmo vedere Gesù Signore ritornare glorioso e vittorioso, sta scritto  infatti: "Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende  nemico di Dio. " (Giacomo 4,4  Adulteri, nescitis quia amicitia huius mundi inimica est Dei? Quicumque ergo voluerit amicus  esse saeculi huius, inimicus Dei constituitur.). Non si tratta tanto di avere piacere delle sofferenze del mondo, quanto  piuttosto di ben sapere che chi non gode dell'avvicinarsi della sua fine dimostra con ciò, di esserne suo amico e di  conseguenza si proclama nemico di Dio perchè non ha alcun desiderio di volerLo vedere trionfare sul mondo. Ma vi supplico!  questo sia lontano dai vostri cuori, sia lontano da tutti coloro i quali, per fede, credono che vi sia un'altra Vita e vi aspirano a conquistarla con le buone opere.
Piangere sulla fine del mondo, e sugli eventi drammatici che verranno per purificare gli uomini, è tipico di coloro che lo amano e vi hanno messo le proprie radici del cuore e non cercano altro, non aspirano alla Vita futura, non si aspettano, oppure  rifiutano che questa Vita esista per davvero. Ma noi che abbiamo conosciuto i gaudi eterni della Celeste Patria, dobbiamo  anelare di giungere ad essa, e dobbiamo incoraggiare il prossimo su questa via.
Da quali mali non è oppresso il mondo? Quale tristezza, quale avversità non ci addolora? Che cosa è la vita presente se non un viaggio? Considerate dunque, o miei fratelli, quale contraddizione sarebbe essere affaticati dal viaggio, colpiti dalle  avversità e dai dolori e desiderare che questo mondo non abbia termine!
Il nostro Redentore ci insegna come dobbiamo calpestare l'amore del mondo mediante un'opportuna similitudine, aggiungendo  subito: "E disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; [30] quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino."  
(vv. 29-31  Et dixit illis similitudinem: “ Videte ficulneam et omnes arbores; cum iam germinaverint, videntes vosmetipsi scitis quia iam prope est aestas.), è come se apertamente dicesse: Come dai frutti degli alberi si conosce l'avvicinarsi dell'estate,  così dalla rovina del mondo, si conosce l'approssimarsi del regno di Dio. Da queste parole appare chiaramente che il frutto  del mondo è la rovina; esso cresce per cadere, e germoglia per consumare nella rovina tutto ciò che avrà prodotto contro Dio  e senza Dio. Il regno di Dio è così opportunamente paragonato all'estate, perchè allora si dilegueranno le nubi del nostro  dolore, l'inverno, ed i giorni della vita cominceranno a rifulgere nella luce del Sole Eterno.

4. - Tutte queste asserzioni vengono con forza riconfermate e ribadite dalla sentenza seguente che dice: "In verità vi dico:  non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno." (vv. 32-33 Amen dico vobis: Non praeteribit generatio haec, donec omnia fiant. Caelum et terra transibunt, verba autem mea non transibunt.) Nell'ordine naturale non vi è nulla di più duraturo del cielo e della terra, e nulla, nello stesso ordine  naturale, passa più velocemente della parola!
Le parole invero, finchè non si pronunziano possono ancora dirsi parole; ma quando poi sono state pronunziate non hanno già  più suono, perchè esse non possono completarsi se non passando.
Ciò posto, quando il Signore dice: "cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" è come se dicesse: Tutto ciò  che presso di voi è duraturo, non è però immutabile, in eterno e, viceversa, tutto ciò che presso di Me sembra essere  passeggero non muta e non passa, perchè la mia parola che passa, esprime sentenze che rimangono fisse, in ogni tempo, senza  mutazione.

5. - Ecco, fratelli miei, che già vediamo avverato quello che abbiamo udito! Il mondo è oppresso quotidianamente da nuovi mali che aumentano di giorno in giorno. Eravate numerosi; osservate ora quanto  pochi siete sopravvissuti! E, come se ciò non bastasse, nuovi flagelli ci affliggono, repentini infortuni ci piombano addosso,  nuove ed improvvise calamità ci colpiscono.
Nella giovinezza il corpo è vigoroso, il petto si mantiene forte e sano, eretto il busto, ed ampio il torace; nella vecchiaia  invece la statura si curva, il collo inaridito si ripiega, il petto diventa ansimante, la forza vien meno e l'affanno tronca le  parole di chi parla, e se anche non si è propriamente malati, da vecchi la salute stessa è spesso già una malattia. Similmente il  mondo nei primi suoi tempi ebbe un vigore come di giovinezza; fu robusto accogliendo il genere umano, verdeggiò di salute  corporale e fu opulento per l'abbondanza d'ogni cosa; ora invece  comincia a dare segnali di depressione, è segnato dalle  molestie che crescono. Non vogliate dunque, o fratelli, amare questo mondo che non è eterno. Richiamate alla mente il  
precetto apostolico con cui veniamo ammoniti: "Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del  Padre non è in lui;" (1Gv.2,15 Nolite diligere mundum neque ea, quae in mundo sunt. Si quis diligit mundum, non est caritas  Patris in eo;).
Solo l'altro giorno, o fratelli, avete appreso che, per un improvviso turbine, alberi secolari sono stati sradicati, case  distrutte, e chiese schiantate dalle fondamenta! Quanti erano che alla sera, sani ed incolumi, pensavano a quello che  avrebbero fatto il giorno seguente, ed invece in quella stessa notte sono deceduti improvvisamente, travolti nel vortice della  rovina?

6. - Dobbiamo pure considerare, o dilettissimi che, per compiere queste cose, il Giudice invisibile agitò il soffio di un vento  leggerissimo, eccitò la tempesta di una sola nuvola, e tuttavia ciò bastò a sconvolgere la terra ed a scuotere dalle fondamenta tanti edifici. Che cosa sarà dunque, quando questo Giudice verrà personalmente e la Sua ira divamperà per giudicare i  peccatori recidivi, se non possiamo già più sostenere ora che ci castiga per mezzo di una tenuissima nube? Quale mortale  potrà resistere, alla presenza dell'ira di Colui che, col solo agitare il vento, ha sconvolto la terra, ha turbato l'atmosfera e  divelti tanti edifici?
Paolo, considerando il rigore del Giudice venturo, ha scritto: "È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!" (Ebrei 10,31  Horrendum est incidere in manus Dei viventis.).
La stessa cosa esprime il Salmista dicendo: " Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;davanti a lui un fuoco divorante, intorno  a lui si scatena la tempesta. Convoca il cielo dall'alto e la terra al giudizio del suo popolo " (Salmo 50, 3-4 3 Deus noster  veniet et non silebit: ignis consumens est in conspectu eius, et in circuitu eius tempestas valida. Advocabit caelum desursumet terram discernere populum suum:), il fuoco e la tempesta accompagnano il rigore di sì grande Giustizia, perchè la tempesta  colpisce ciò che il fuoco brucia.

Tenete presente, dunque, o fratelli carissimi, quel giorno, e troverete leggero, al suo confronto, tutto quello che ora vi  sembra grave. Di tale giorno parla così il Profeta: "14. È vicino il gran giorno del Signore, è vicino e avanza a grandi passi. Una voce: Amaro è il giorno del Signore! anche un prode lo grida. 15. Giorno d'ira quel giorno, giorno di angoscia e di  afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità, 16. giorno di squilli di  tromba e d'allarme sulle fortezze e sulle torri d'angolo. 17. Metterò gli uomini in angoscia e cammineranno come ciechi,  perchè han peccato contro il Signore; il loro sangue sarà sparso come polvere e le loro viscere come escrementi. [18] 18.  Neppure il loro argento, neppure il loro oro potranno salvarli". Nel giorno dell'ira del Signore e al fuoco della sua gelosia  tutta la terra sarà consumata, poiché farà improvvisa distruzione di tutti gli abitanti della terra.  " (Sofonia 1, 14-18 14  Iuxta est dies Domini magnus, iuxta et velox nimis; vox diei Domini amara, tribulabitur ibi fortis. 15 Dies irae dies illa, dies  tribulationis et angustiae, dies vastitatis et desolationis, dies tenebrarum et caliginis, dies nebulae et turbinis, 16 dies tubae  et clangoris super civitates munitas et super angulos excelsos. 17 Et tribulabo homines, et ambulabunt ut caeci, quia Domino  peccaverunt; et effundetur sanguis eorum sicut humus, et viscera eorum sicut stercora. 18 Sed et argentum eorum et aurum  eorum non poterit liberare eos in die irae Domini; in igne zeli eius devorabitur omnis terra, quia consummationem cum  festinatione faciet cunctis habitantibus terram.), e di questo ancora il Signore ci ammonisce per mezzo di un altro Profeta:" Dice infatti il Signore degli eserciti: Ancora un pò di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. [7]  Scuoterò tutte le nazioni e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il  Signore degli eserciti. " (Aggeo 2, 6-7 6 Quia haec dicit Dominus exercituum: Adhuc unum modicum est, et ego commovebo  caelum et terram et mare et aridam. 7 Et movebo omnes gentes, et venient thesauri cunctarum gentium, et implebo domum  istam gloria, dicit Dominus exercituum.), ecco che come abbiamo appena spiegato fin'anzi, Egli smuove l'aria e la terra non  
resiste ai Suoi comandi; chi reggerà dunque, quando muoverà anche il Cielo e ritornerà glorioso sulle sue nubi? Come chiameremo noi i terrori che vediamo e che tanto dolore ci provocano se non "segni annunziatori dell'ira ventura"? Ma  è anche necessario riflettere che le tribolazioni presenti sono dissimili e un  nulla dall'ultima, quanto la persona è inferiore a  quella del possente Giudice.

Meditate attentamente allora, o fratelli carissimi, a quel giorno; correggete fin da ora la vostra condotta, cambiate i vostri  costumi, superate le passioni che vi tentano ed espiate fin da oggi colle lacrime i mali commessi; ritornate fin da oggi al Dio  ricco di misericordia che tutto ancora vi può perdonare, finchè siete in tempo. Un giorno vedrete la venuta dell'Eterno  Giudice con tanta maggior sicurezza e gioia nel cuore, quanto più ora ne scongiurate la severità operando per il bene e nel  salutare Suo timore.
Così sia!

Note
(1) Qui è da considerare che l'epoca di san Gregorio Magno fu afflitta da molte calamità e da molti mali che spinsero il Santo Pontefice ad esprimersi spesso con toni apocalittici credendo, egli stesso, ormai prossima la fine del mondo.
Ciò che va tenuto in considerazione nel proprio tempo, non deve tuttavia far venire meno il senso profondo di questo genere  di Omelie atte sempre, in ogni tempo, a sollecitare le anime alla conversione, come infatti spiegherà, il Santo Pontefice, nel  resto di questa splendida Omelia.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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