| | | OFFLINE | Post: 39.989 | Sesso: Femminile | |
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14/12/2010 19:21 | |
Verbum supérnum, pródiens E Patris ætérni sinu, Qui natus orbi súbvenis, Labénte cursu témporis: | O Verbo divino, procedente dal seno del Padre eterno, Tu che, nascendo, vieni in aiuto al mondo allo scadere del corso del tempo (=al tempo stabilito).
| Illúmina nunc péctora, Tuóque amóre cóncrema; Ut cor cadúca déserens Cæli volúptas ímpleat. | Ora illumina i cuori e del tuo amore accendil[li]; di modo che il diletto del cielo [cæli volúptas], lasciando perdere le cose caduche [cadúca déserens] riempia il cuore [cor ... impleat].
| Ut, cum tribúnal Júdicis Damnábit igni nóxios, Et vox amíca débitum Vocábit ad cælum pios;
| Cosicché, quando tribunale del Giudice condannerà al fuoco i colpevoli, e una voce favorevole chiamerà i pii al cielo meritato [debitum]; | Non esca flammárum nigros Volvámur inter túrbines, Vultu Dei sed cómpotes Cæli fruámur gáudiis.
| [Allora] non siamo - alimento delle fiamme - sballottati (volvamur) tra neri turbini, ma, compartecipi del volto di Dio usufruiamo dei gaudi del cielo | Patri, simulque Fílio, Tibíque, Sancte Spíritus, Sicut fuit, sit júgiter Sæclum per omne glória. Amen | Al Padre, e al pari al Figlio e a Te, o Santo Spirito, come fu [per il passato], sia sempre per tutti i secoli gloria. Amen |
È interessante confrontare la IV strofa con la visione dell'inferno avuta dai veggenti di Fátima:
«Dicendo queste ultime parole - racconta suor Lucia - aprì di nuovo le mani come nei due mesi passati. Il riflesso [di luce che esse emettevano] parve penetrare la terra e vedemmo come un grande mare di fuoco e immersi in questo fuoco i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate di forma umana, che ondeggiavano nell'incendio sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo cadendo da tutte le parti -simili al cadere delle scintille nei grandi incendi - senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione che terrorizzavano e facevano tremare di paura. I demoni si distinguevano per la forma orribile e ributtante di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni di bracia» La maggioranza dei critici attribuisce questo inno ad autore incerto, contemporaneo però a San Gregorio Magno (Antonio Mirra, 1947)
Gli inni dell'Avvento
II - A Mattutino
Verbum supérnum, pródiens
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |
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