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Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2011 e qui Meditazioni e Preghiera per questo Tempo Liturgico

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2011 00:48
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09/03/2011 18:55
 
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SANTA MESSA DELLE CENERI 9.3.2011

OMELIA DEL SANTO PADRE


Cari fratelli e sorelle,

iniziamo oggi il tempo liturgico della Quaresima con il suggestivo rito dell’imposizione delle ceneri, attraverso il quale vogliamo assumere l'impegno di convertire il nostro cuore verso gli orizzonti della Grazia.

In genere, nell’opinione comune, questo tempo rischia di essere connotato dalla tristezza, dal grigiore della vita. Invece essa è dono prezioso di Dio, è tempo forte e denso di significati nel cammino della Chiesa, è l’itinerario verso la Pasqua del Signore. Le Letture bibliche dell’odierna celebrazione ci offrono indicazioni per vivere in pienezza questa esperienza spirituale.

«Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12).

Nella prima Lettura, tratta dal libro del profeta Gioele, abbiamo ascoltato queste parole con cui Dio invita il popolo ebraico ad un pentimento sincero e non apparente. Non si tratta di una conversione superficiale e transitoria, bensì di un itinerario spirituale che riguarda in profondità gli atteggiamenti della coscienza e suppone un sincero proposito di ravvedimento. Il profeta prende spunto dalla piaga dell’invasione delle cavallette che si era abbattuta sul popolo distruggendo i raccolti, per invitare ad una penitenza interiore, a lacerarsi il cuore e non le vesti (cfr 2,13). Si tratta, cioè, di porre in atto un atteggiamento di conversione autentica a Dio - ritornare a Lui -, riconoscendo la sua santità, la sua potenza, la sua maestà. E questa conversione è possibile perché Dio è ricco di misericordia e grande nell’amore. La sua è una misericordia rigeneratrice, che crea in noi un cuore puro, rinnova nell'intimo uno spirito fermo, restituendoci la gioia della salvezza (cfr Sal 50,14).

Dio, infatti, non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva (cfr Ez 33,11). Così il profeta Gioele ordina, a nome del Signore, che si crei un propizio ambiente penitenziale: bisogna suonare la tromba, convocare l'adunanza, risvegliare le coscienze.

Il periodo quaresimale ci propone questo ambito liturgico e penitenziale: un cammino di quaranta giorni dove sperimentare in modo efficace l'amore misericordioso di Dio. Oggi risuona per noi l’appello «Ritornate a me con tutto il cuore»; oggi siamo noi ad essere chiamati a convertire il nostro cuore a Dio, consapevoli sempre di non poter realizzare la nostra conversione da soli, con le nostre sole forze, perché è Dio che ci converte. Egli ci offre ancora il suo perdono, invitandoci a tornare a Lui per donarci un cuore nuovo, purificato dal male che lo opprime, per farci prendere parte alla sua gioia. Il nostro mondo ha bisogno di essere convertito da Dio, ha bisogno del suo perdono, del suo amore, ha bisogno di un cuore nuovo.

«Lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20). Nella seconda Lettura san Paolo ci offre un altro elemento nel cammino della conversione. L’Apostolo invita a distogliere lo sguardo su di lui e a rivolgere invece l’attenzione su chi l’ha inviato e sul contenuto del messaggio che porta: «In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (ibid.).

Un ambasciatore ripete quello che ha sentito pronunciare dal suo Signore e parla con l’autorità e dentro i limiti che ha ricevuto. Chi svolge l’ufficio di ambasciatore non deve attirare l’interesse su se stesso, ma deve mettersi al servizio del messaggio da trasmettere e di chi l’ha mandato. Così agisce san Paolo nell’assolvere il suo ministero di predicatore della Parola di Dio e di Apostolo di Gesù Cristo.

Egli non si tira indietro di fronte al compito ricevuto, ma lo assolve con totale dedizione, invitando ad aprirsi alla Grazia, a lasciare che Dio ci converta: «Poiché siamo suoi collaboratori, - scrive - vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio» (2Cor 6,1). «L'appello di Cristo alla conversione - ci dice il Catechismo della Chiesa Cattolica - continua a risuonare nella vita dei cristiani. […] è un impegno continuo per tutta la Chiesa che "comprende nel suo seno i peccatori" e che, "santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento". Questo sforzo di conversione non è soltanto un'opera umana. È il dinamismo del "cuore contrito" (Sal 51,19), attratto e mosso dalla grazia a rispondere all'amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo» (n. 1428). San Paolo parla ai cristiani di Corinto, ma attraverso di loro intende rivolgersi a tutti gli uomini. Tutti infatti hanno bisogno della grazia di Dio, che illumini la mente e il cuore. E l’Apostolo incalza: «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 6,2).

Tutti possono aprirsi all’azione di Dio, al suo amore; con la nostra testimonianza evangelica, noi cristiani dobbiamo essere un messaggio vivente, anzi, in molti casi siamo l’unico Vangelo che gli uomini di oggi leggono ancora. Ecco la nostra responsabilità sulle orme di san Paolo, ecco un motivo in più per vivere bene la Quaresima: offrire la testimonianza della fede vissuta ad un mondo in difficoltà che ha bisogno di ritornare a Dio, che ha bisogno di conversione.

«Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro» (Mt 6,1). Gesù, nel Vangelo di oggi, rilegge le tre opere fondamentali di pietà previste dalla legge mosaica. L’elemosina, la preghiera e il digiuno caratterizzano l’ebreo osservante della legge.

Nel corso del tempo, queste prescrizioni erano state intaccate dalla ruggine del formalismo esteriore, o addirittura si erano mutate in un segno di superiorità. Gesù mette in evidenza in queste tre opere di pietà una tentazione comune. Quando si compie qualcosa di buono, quasi istintivamente nasce il desiderio di essere stimati e ammirati per la buona azione, di avere cioè una soddisfazione.

E questo, da una parte rinchiude in se stessi, dall’altra porta fuori da se stessi, perché si vive proiettati verso quello che gli altri pensano di noi e ammirano in noi. Nel riproporre queste prescrizioni, il Signore Gesù non chiede un rispetto formale ad una legge estranea all'uomo, imposta da un legislatore severo come fardello pesante, ma invita a riscoprire queste tre opere di pietà vivendole in modo più profondo, non per amore proprio, ma per amore di Dio, come mezzi nel cammino di conversione a Lui.

Elemosina, preghiera e digiuno: è il tracciato della pedagogia divina che ci accompagna, non solo in Quaresima, verso l’incontro con il Signore Risorto; un tracciato da percorrere senza ostentazione, nella certezza che il Padre celeste sa leggere e vedere anche nel segreto del nostro cuore.

Cari fratelli e sorelle, iniziamo fiduciosi e gioiosi l’itinerario quaresimale. Quaranta giorni ci separano dalla Pasqua; questo tempo «forte» dell’anno liturgico è un tempo propizio che ci è donato per attendere, con maggiore impegno, alla nostra conversione, per intensificare l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e la penitenza, aprendo il cuore alla docile accoglienza della volontà divina, per una pratica più generosa della mortificazione, grazie alla quale andare più largamente in aiuto del prossimo bisognoso: un itinerario spirituale che ci prepara a rivivere il Mistero Pasquale.

Maria, nostra guida nel cammino quaresimale, ci conduca ad una conoscenza sempre più profonda di Cristo, morto e risorto, ci aiuti nel combattimento spirituale contro il peccato, ci sostenga nell’invocare con forza: «Converte nos, Deus salutaris noster» – «Convertici a Te, o Dio, nostra salvezza».
Amen!




      Pope Benedict XVI walks in a procession from Sant'Anselmo basilica to Santa Sabina basilica before leading the Ash Wednesday service on March 9, 2011 in Rome. Ash Wednesday opens the liturgical 40 day period of Lent.ROME, ITALY - MARCH 9: Pope Benedict XVI leads the Ash Wednesday service at the Santa Sabina Basilica on March 9, 2011 in Rome, Italy. Ash Wednesday opens the liturgical 40-day period of Lent, a period of prayer, fasting, penitence and alms giving leading up to Easter.


Esercizi spirituali in Vaticano: Giovanni Paolo II e la teologia dei santi


Dal 13 al 19 marzo, le meditazioni saranno di padre François-Marie Léthel


ROMA, martedì, 8 marzo 2011 (ZENIT.org).- Da domenica 13 fino a sabato 19 marzo, si terranno in Vaticano, gli Esercizi spirituali alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI e della Curia romana. Le meditazioni saranno proposte dal Padre François-Marie Léthel, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, professore alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, Prelato Segretario della Pontificia Accademia di Teologia, sul tema: “La luce di Cristo nel cuore della Chiesa – Giovanni Paolo II e la Teologia dei Santi”. 

Gli Esercizi iniziano alle ore 18.00 nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico, con la Celebrazione dei Vespri, la meditazione introduttiva, l’Adorazione e la Benedizione Eucaristica.

Ogni giornata verrà scandita dalla celebrazione delle lodi alle 9, seguita da una meditazione; alle 10.15 ci sarò la celebrazione dell’ora media e una seconda meditazione; alle 17 una terza meditazione, seguita alle 17.45 dalla recita dei Vespri, dall’adorazione e dalla benedizione eucaristica. Nell’ultima giornata, che coincide con la solennità di san Giuseppe, alle 9 verranno celebrate le lodi, seguite dalla meditazione conclusiva.

Durante la settimana saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì 16 marzo.

In un libretto pubblicato dalla Prefettura della Casa Pontificia - che riporta il calendario dettagliato delle giornate e una cronologia dei predicatori degli esercizi spirituali in Vaticano (dai gesuiti Giovanni Oldrà e Alessio Magni, nel 1925, al salesiano Enrico dal Covolo, lo scorso anno) - padre Léthel spiega il tema scelto quest’anno e sottolinea che si tratta di una ideale preparazione, nello spirito di conversione quaresimale, alla beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo 1° maggio.

Il religioso – secondo quanto riferito da “L'Osservatore Romano” - ricorda che Papa Wojtyła “è stato inseparabilmente un pastore, un missionario, un mistico, un pensatore e un poeta. Formato alla scuola dei santi (specialmente san Luigi Maria di Montfort, san Giovanni della Croce e san Tommaso), ha dato nel suo Pontificato un nuovo posto ai santi, considerati non solo come esempi di perfezione cristiana, ma come i migliori teologi, cioè conoscitori di Dio, anche se non avevano studiato la teologia accademica”.

Léthel cita in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica e, soprattutto, la proclamazione di santa Teresa di Lisieux a dottore della Chiesa “come esperta della scientia amoris”. Proprio in quella occasione Giovanni Paolo II — ricorda il predicatore — ha accostato santa Teresa a un’altra donna dottore della Chiesa, santa Caterina da Siena, definita “rappresentante eminente della teologia vissuta dei santi” e “considerata accanto all’indagine teologica, cioè alla teologia pensata di cui parlava l’Enciclica Fides et Ratio citando l’esempio di due altri grandi dottori della Chiesa: sant’Anselmo e san Tommaso, maestri della scientia fidei, della fides quaerens intellectum”.

Dopo Giovanni Paolo II, nota il religioso, Benedetto XVI “non ha smesso di sviluppare questa teologia dei santi in modo continuo nelle sue catechesi al Popolo di Dio, ma anche proponendola ai teologi (1° dicembre 2009) e ai sacerdoti (10 giugno 2010). È evidentemente una delle linee fondamentali del suo Magistero. I Santi infatti ci aiutano a riscoprire inseparabilmente la 'grande ragione' e il 'grande amore', a non soccombere alla tentazione del relativismo, caratterizzato invece dalla 'piccola ragione', dal 'pensiero debole' e anche dall’amore debole”.

Durante gli esercizi, spiega ancora Léthel, i santi saranno il punto di riferimento a cui guardare e la voce da ascoltare, con particolare attenzione rivolta alle donne. Un’immagine, a suo giudizio, rende bene l’idea di questo guardare ai santi: quella del Giudizio universale del Beato Angelico, che si trova nel museo di San Marco di Firenze — riprodotto è anche sulla copertina della pubblicazione della Prefettura della Casa Pontificia — dove i santi “si danno la mano e ci danno la mano, facendoci entrare in questo meraviglioso 'girotondo'”.

Tra le figure che verranno prese in considerazione, ci saranno due santi particolarmente cari a Giovanni Paolo II: Luigi Maria Grignion de Montfort, ispiratore del suo motto Totus tuus, e Teresa di Lisieux, che sarà la voce dominante degli esercizi: “Dottore della scientia amoris - spiega Léthel - la piccola Teresa dà la mano ai due grandi dottori della scientia fidei, sant’Anselmo, il teologo della Croce, e san Tommaso, il teologo della luce di Cristo”.

Altre due figure di santità al femminile saranno oggetto di riflessione: Caterina da Siena, “nel suo impegno per la riforma della Chiesa, profondamente ferita dal peccato delle sue membra”, e Giovanna d’Arco, “nella sua passione e morte per colpa di sacerdoti e teologi”. Alla figura di quest’ultima si è ispirato Charles Péguy per il Mistero della sua carità, vera e propria “teologia poetica della comunione dei santi e della speranza”.

Dopo tre consacrate nella verginità, padre Léthel propone una sposa e madre di famiglia, Concepción Cabrebra de Armida, grande mistica del XX secolo, dichiarata venerabile da Giovanni Paolo II nel 1999: donna che “ci offre un’altissima dottrina riguardo alla maternità con la sua duplice esperienza di maternità naturale e di maternità spirituale”.

Per ricordare il posto che i laici e, in particolare, i giovani avevano nel cuore di Papa Wojtyła, verrà poi presentata una giovane laica, la beata Chiara Luce Badano, che è morta nel 1990, ad appena 18 anni, offrendo le sue sofferenze per il Papa, i giovani e tutto il mondo. Infine, il predicatore chiuderà gli esercizi con le figure di san Giuseppe, Redemptoris custos, e del venerabile Giuseppe Quadrio, sacerdote e teologo salesiano, morto nel 1963 dopo una vita trascorsa al servizio degli studi e dell’insegnamento.



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Un percorso iniziato nel 1925

Nel 1983 li guidò Ratzinger

L’ istituzione degli esercizi spirituali in Vaticano per il Papa e i suoi più stretti collaboratori risale al 1925 con Pio XI, che poi nel 1929, con l’enciclica Mens nostra, stabilisce si svolgano puntualmente ogni anno. Si tratta di un appuntamento inizialmente fissato nel periodo dell’Avvento ma che, dal 1964, viene spostato nella prima settimana di Quaresima. I predicatori chiamati a guidarli con Pio XI sono soprattutto gesuiti, ma anche oblati di Rho, cappuccini e redentoristi.

Pio XII sceglie di nominare solo padri gesuiti con l’eccezione del 1941.
Giovanni XXIII sceglie un gesuita, il vescovo Angrisani, il parroco romano Scavizzi e il predicatore apostolico padre Ilarino.
Paolo VI inaugura le sue scelte – nel 1964 – con il redentorista tedesco Häring, rompendo così la consuetudine che aveva visto finora nell’elenco solo ecclesiastici italiani.
Il primo cardinale chiamato a predicare gli esercizi è stato Karol Wojtyla nel 1976, due anni prima di diventare Giovanni Paolo II. Non pochi hanno ricevuto la porpora dopo aver predicato (ricordando solo i viventi: Martini, Cottier, Tonini, Medina Estevez, Schoenborn, Comastri).
 
Benedetto XVI nei primi anni di pontificato ha scelto cardinali, per così dire, a «fine carriera» (Cè, Biffi, Vanhoye e Arinze). Lo scorso anno, in occasione dell’Anno Sacerdotale, è stato nominato un prete, il salesiano don Enrico dal Covolo, che nel frattempo è diventato vescovo dopo essere nominato rettore della Pontificia Università Lateranense.
Quest’anno è toccato al carmelitano scalzo Francois-Marie Lethel.

Una curiosità riguardante l’attuale Pontefice. In una intervista concessa al mensile 30 Giorni da cardinale ha rivelato che alcuni anni prima della sua nomina ad arcivescovo di Monaco del 1977, «forse nel 1975», Paolo VI lo «aveva invitato a predicare gli esercizi spirituali in Vaticano».
«Ma – aggiunge Ratzinger – non mi sentivo sufficientemente sicuro né del mio italiano né del mio francese per preparare e osare una tale avventura e così avevo detto di no». Ma fu un «no» provvisorio. Nel 1983 dopo essere stato chiamato a Roma da Giovanni Paolo II il cardinale Ratzinger viene chiamato a predicare gli esercizi. E accetta. 

Avvenire, 12 marzo 2011

SI LEGGA ANCHE:

Mens Nostra Lettera Enciclica di Pio XI sull'importanza degli ESERCIZI SPIRITUALI


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 In questo Tempo, approfittiamo anche noi per IMPARARE E SCORPRIRE O RISCOPRIRE IL VALORE DEL SILENZIO.... un silenzio non di mutismo, ma di quel SILENZIO SACRO E LITURGICO che offre alla mente ed al cuore di PENSARE ALLE COSE DI DIO....un silenzio attraverso il quale SI IMPARA a conoscere Dio e ad entrare davvero in colloquio con Lui....

Spengiamo il televisore, facciamo il fioretto di accantonare le riviste mondane.... proponiamoci per dire qualche parola in meno e fare meno discussioni e di imparare ad ASCOLTARE....
VISITIAMO PIU' SPESSO IL SANTISSIMO SACRAMENTO, restiamo in silenzio e in adorazione, impariamo AD ASCOLTARLO....
proponiamoci di leggere qualche vita dei SANTI.... magari di leggere anche il Catechismo....

Il forum stesso vi offre molte pagine per questo scopo
....




[Modificato da Caterina63 12/03/2011 12:47]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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