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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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LETTERE DI SANTA CATERINA DA SIENA AI POLITICI (una attualità sorprendente)

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2011 18:25
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14/03/2011 16:52
 
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Lettera di santa Caterina da Siena CCVII (207 ) - A signori di Firenze

Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

   A voi, dilettissimi e carissimi fratelli in Cristo dolce Gesù. Io Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, risovvenendomi della parola che disse il nostro Salvatore a' Discepoli suoi, quando disse: «Con desiderio io ho desiderato di fare la Pasqua con voi, prima ch'io muoia». Lungo tempo aveva pasquato il nostro Salvatore con loro: dunque di che Pasqua dice? Diceva dell'ultima Pasqua, la quale fece comunicando sé medesimo a loro. Ben mostra che faccia come innamorato della salute nostra. Onde non dice: Io desidero; ma dice: Con desiderio io ho desiderato; quasi dica: «lo ho, lungo tempo desiderato di compire la vostra redenzione, e di darmivi in cibo, e dare a me la morte per rendervi la vita». Or questa dunque è la Pasqua desiderata da lui: e però ha letizia e gode e fa festain sé, cioè perché si deve adempire 'l suo desiderio, il quale tanto aveva desiderato; ed in segno che ne sente letizia, dice Pasqua. E poi lascia a loro la pace e l'unione, e che si debbano amare insieme; e questo lascia per testamento e per segno; cioè, che a questo segno sono cognosciuti i figliuoli e i veri discepoli di Cristo.

Dico che questo vero padre cel dà per testamento. Noi dunque, figliuoli, non dobbiamo renunziare al testamento del padre; perocché chi renunzia, non debbe avere l'eredità. E però dunque io desidero con grandissimo desiderio di vedervi figliuoli veri e non ribelli al Padre vostro, e non renunziatori al testamento della pace, ma adempitori d'essa pace, legati, ed uniti nel legame e nello amore dell'ardentissima carità. E, stando in questa dilezione, egli vi darà sé medesimo in cibo; e riceverete il frutto del sangue del figliuolo di Dio; per lo cui mezzo riceviamo l'eredità di vita eterna. Perocché, innanzi che il sangue fosse sparto, vita eterna era serrata; e niuno poteva andare al fine suo, il quale fine è Dio. E però era creato l'uomo. Ma perché l'uomo non era stato al giogo dell'obedienzia, ma fu inobediente, e ribello al comandamento suo: però venne la morte nell'uomo. Mosso Dio dunque dal fuoco della sua divina carità, donocci il Verbo dell'unigenito suo Figliuolo; il quale per l'obedienza del Padre suo ci diè 'l sangue con tanto fuoco d'amore; in tanto che ogni cuore superbo e ignorante si dovrebbe vergognare non ricognoscendo tanto smisurato beneficio. Il sangue dunque ci è fatto bagno a lavare le nostre infermitadi, e gli chiovi ci sono fatti chiave, perocché hanno disserrata la porta del cielo. Dunque, figliuoli e fratelli miei, io non voglio che siate ingrati nescognoscenti a tanto ineffabile amore quanto Dio vi mostra; perocché voi sapete bene che la ingratitudine fa seccare la fonte della pietà. E però questa è la pasqua che desidera di fare con voi; cioè, che voi siate figliuolipacifici, e non siate ribelli al capo vostro, ma sudditi e obedienti infino alla morte.

   Voi sapete bene, che Cristo lasciò il vicario suo, e questo lasciò per rimedio dell'anime nostre; perché in altro non possiamo avere salute, che nel corpo mistico della santa Chiesa, il cui capo è Cristo, e noi siamo le membra. E chi sarà inobediente a Cristo in terra, il quale è in vece di Cristo in cielo, non partecipa il frutto delFigliuolo di Dio; perocché Dio ha posto che per le sue mani ci sia communicato e dato questo sangue e tutti li sacramenti della santa Chiesa, li quali ricevono vita da esso sangue. E non possiamo andare per altra via, né entrare per alta porta; però che disse la prima Verità: «Io sono Via, Verità, e Vita». Chi tiene dunque per questa via, va per la verità, e non per la menzogna. E questa è, una via d'odio del peccato, e non d'amor proprio di sé medesimo; il quale amore è cagione d'ogni male. Questa via ci dà amore delle virtù, le quali danno vita all'anima;onde essa riceve un'unione e dilezione col prossimo suo; ché innanzi elegge la morte che offendere il prossimo suo. E bene vede che, se egli offende la creatura, egli offende il Creatore. Adunque bene è via di verità. Parmi ancora, che sia porta onde ci conviene entrare poiché abbiamo fatta la via. Così disse egli: «Niuno può andare al Padre, se non per me».

   Adunque vedete, figliuoli miei dolcissimi, che colui che ribella come membro putrido alla santa Chiesa, e al padre nostro Cristo in terra, è caduto nel bando della morte; perocché quello che facciamo a lui, facciamo a Cristo in cielo, o riverenzia, o vituperio che noi facciamo. Vedete bene che per la disobedienzia e per la persecuzione che avete fatta (credetemi, fratelli miei, che con dolore e pianto di cuore vel dico) voi sete caduti nella morte, e in odio e in dispiacere di Dio; e peggio non potete avere, che esser privati della Grazia sua. Poco ci varrebbe la potenzia umana se non ci fussi la divina. Oimé, che in vano s'affadiga colui che guarda la città, se Dio non la guarda. Se Dio dunque ha fatta guerra con voi per la ingiuria che avete fatta al padre nostro e vicario suo; sete, dico, indebiliti perdendo l'adiutorio suo. Poniamoché molti sono quelli che non si credono per questo offendere Dio, ma pare a loro fare sacrificio a lui, perseguitando la Chiesa e i pastori suoi, e difendendosi dicendo: «E' sono cattivi; e fanno ogni male». E io vi dico che Dio vuole, e ha comandato così. che eziandio se e' paslori, e Cristo in terra, fussero dimoni incarnati, non tanto che buono e benigno padre, e' ci conviene esser sudditi e obedienti a lui, non per loro in quanto loro,ma per la obedienzia di Dio, come vicario di Cristo; perocché vuole che facciamo così.

Sapete che il figliuolo non ha mai ragione contra del padre, sia cattivo, e riceva ingiuria da lui quanta si vuole; perocché è tanto grande il beneficio dell'essere ch'egli ha avuto dal padre che, per niuna cosa gli può rendere tanto debito. Or così pensate che egli è tanto l'essere e il beneficio della graziache traiamo del corpo mistico della santa Chiesa, che niuna riverenzia o operazione che noi facciamo, o facessimo, potrebbe esser sufficiente a rendere questo debito. Oimé, oimé, figliuoli miei, piangendo vel dico, e ve ne prego e costringo da parte di Cristo crocifisso, che vi riconciliate e facciate pace con lui.

   Oh non state più in guerra, e non aspettate che l'ira di Dio venga sopra di voi. Perocché io vi dico che questa ingiuria egli la reputa fatta a sé. E così vogliate dunque ricoverare sotto l'ale dell'amore e del timore di Dio, umiliandovi e volendo cercare la pace e l'unione col padre vostro. Aprite, aprite l'occhio del cognoscimento, e non andate in tanta cecità. Perocché noi non siamo Giudei né Saraceni, ma siamo Cristiani battezzati, e ricomperati del sangue di Cristo. Non dobbiamo dunque andare contra al capo nostro per neuna ingiuria ricevuta; né l'uno cristiano contra all'altro; ma dobbiamo fare questo contra agl'Infedeli. Perocché ci fanno ingiuria; però che possedono quello che non è loro; anco, è nostro.

   Or non più dormite (per l'amore di Dio!) in tanta ignoranzia e ostinazione. Levatevi su, e correte alle braccia del padre nostro, che vi riceverà benignamente. Se 'l farete, averete pace e riposo spiritualmente e temporalmente, voi e tutta la Toscana: e tutta la guerra che, è di qua, anderà sopra gl'Infedeli, rizzandosi il gonfalone della santissima croce. E se non facesse di recarvi a buona pace, arete il peggiore tempo, voi e tutta la Toscana che avessino mai e' nostri an-. tichi. Non pensate che Dio dorma sopra l'ingiurie che sono fatte alla Sposa sua, ma veglia. E non ci paia altrimenti perché vediamo andare la prosperità innanzi; perocché sotto la prosperità è nascosta la disciplina della potente mano di Dio.

   Poiché Dio è disposto a porgerci la misericordia sua, non state fratelli miei, più indurati; ma umiliatevi ora, mentreché avete il tempo. perocché l'anima che s'umilia, sarà sempre esaltata (così disse Cristo); e chi si esalta,sarà umiliato con la disciplina e co' flagelli e con battiture di Dio.

   Andate dunque con pace e unione. E questa è la Pasqua che io ho desiderio di fare con voi: considerando che in altra corte non possiamo fare questa Pasqua, che nel corpo della santa Chiesa, perché quivi è il bagno del sangue del Figliuolo di Dio, dove si lavano i fracidumi de' peccati nostri. Ine si truova il cibo dove l'anima si sazia e si notrica; e trovianvi il vestimento nuziale, il quale, ci conviene avere, se vogliamo entrare alle nozze di vita eterna, alle quali siamo invitati dall'Agnello svenato e derelitto in croce per noi. Questo è 'l vestimento della pace, che pacifica 'l cuore, e ricuopre la vergogna della nostra nudità, cioè di molte miserie e difetti e divisioni,le quali noi abbiamo l'uno con l'altro, le quali sono cagione e strumento di tôrci il vestimento della Grazia. Poi, dunque, che la benignità dolce di Dio ci rende il vestimento, non siate negligenti ad andare per esso con sollicitudine virilmente al capo nostro, acciò che la morte non vi trovi nudi. Perocché noi dobbiamo morire, e non sappiamo morire, e non sappiamo quando. Non aspettate 'l tempo, perocché 'l tempo non aspetta voi. Grande simplicità sarebbe d'aspettare, e fidarmi di quello che io non ne son sicuro e non ho davvero.

   Non dico più. Perdonate alla mia presunzione, e incolpatene l'amore ch'io ho alla salute vostra, e dell'anima e del corpo; e il dolore ch'io ho del danno che voi ricevete spiritualmente e temporalmente. E pensate che più tosto vel direi a bocca che per lettera. Se per me si può adoperare alcuna che sia onore di Dio, e unione di voi e della santa Chiesa; sono apparecchiata a dare la vita, s'el bisogna. Permanete nella santa e dolce dilezione, del nostro signor Gesù Cristo. Gesù dolce, Gesù amore.




Dunque.... cliccate anche qui sotto:

Come dobbiamo e possiamo festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia?


QUESTO è IL MODO CON IL QUALE VOGLIAMO UNIRCI AI FESTEGGIAMENTI PER L'UNITA' D'ITALIA : CON QUELLA UNITA' CHE TANTO APPASSIONO' SANTA CATERINA DA SIENA NOSTRA PATRONA.....
che non significa uno Stato confessionale giacchè MAI E POI MAI la Chiesa intese questo, ma COLLABORAZIONE FRA STATO E CHIESA come è sempre stato tentato di fare....


[Modificato da Caterina63 14/03/2011 17:32]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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