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Approfondimento e aggiornamenti dei Dialoghi della FSSPX con la Santa Sede (2)

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2012 11:18
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10/06/2011 19:25
 
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Il momento decisivo per la FSSPX è imminente: intenzione di preghiera per l'Ottava di Pentecoste

Lo Spirito Santo (immagine da Muniat intrantes)

Pentecoste 2011: sulla base delle informazioni che abbiamo potuto raccogliere, tutto indica che siamo arrivati, in questo mese di giugno 2011, al momento più cruciale dei rapporti tra la Fraternità S. Pio X e Roma fin dall’inizio del pontificato di Benedetto XVI.

Pentecoste 2011: la procedura che aveva indicato mons. Fellay, superiore della FSSPX, giunge alla sua conclusione:

a) Il motu proprio del 7 luglio 2007, confermato dall’Istruzione applicativa del 30 maggio 2011, riconosce ad ogni prete cattolico di rito romano il diritto di celebrare la Messa secondo l’antico uso: si trattava della prima condizione preliminare posta da mons. Fellay per un'eventuale riconciliazione.

b) Il decreto del 21 gennaio 2009 revoca le scomuniche dei quattro vescovi della Fraternità: si avvera così la seconda condizione preliminare, sempre posta da mons. Fellay.

c) Una commissione teologica della Fraternità è invitata a Roma, per affrontare colloqui dottrinali presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, ad un tavolo di discussione che vede impegnati tre teologi della FSSPX e tre teologi romani: come espressamente richiesto dalla Fraternità al fine di poter verificare le ipotesi di ricucire la rottura tra Roma e gli eredi di mons. Lefebvre.

Pentecoste 2011: nella sua ultima intervista rilasciata in Gabon, e pubblicata sul sito della Fraternità DICI, si può constatare che mons. Fellay si pone due domande sugli eventi che potrebbero avvenire. Queste, precisamente, le sue parole nell'intervista:

- Permettetemi di concludere, eccellenza, con due domande. La prima riguarda il rapporto tra la Fraternità e Roma. A che punto siete nei vostri contatti? Domanda complementare : possiamo aspettarci a medio termine una normalizzazione di questi rapporti ?
Fellay: I contatti continuano. Arriviamo probabilmente alla fine di una fase di discussioni. La cosa non è ancora completamente chiara. Che cosa accadrà? Quale sarà l’esito di questa fase? Questo risponde alla seconda domanda. Che cosa prevede ora Roma per noi? Non dobbiamo illuderci: siamo nel bel mezzo della crisi della Chiesa; non è certamente terminata. Qual è il nostro destino in questa crisi? Penso che in qualche modo il buon Dio ci ha legato a questa crisi, perché lavoriamo alla restaurazione della Chiesa, ma essa potrebbe ancora durare un decennio, forse due. Si deve avere grande coraggio e perseveranza. Tutto può risolversi domani, oppure dopodomani. Tutto è nelle mani del buon Dio. Restiamo semplicemente fedeli.
La prima domanda concerne il seguito da dare ai colloqui dottrinali: essi sono ormai conclusi. Si può pensare che le sintesi degli stessi saranno ora esaminate, come previsto, dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Appariranno allora chiaramente sia le convergenze che le divergenze sul Concilio Vaticano II e sulla nuova liturgia. Dopo una lunghissima maturazione, sicuramente provvidenziale, all’attivo ci sarà senza dubbio una maggiore chiarezza ed insieme la grazia, insperata da entrambe le parti ancora fino a pochi anni fa, di aver potuto affrontare una discussione sulla sostanza dei problemi. Tuttavia la constatazione finale (sul sussistere di divergenze che solo l’avvenire potrà appianare), non sarà radicalmente diversa da quella che aveva fatto nel 1988 il cardinale Ratzinger, quando aveva deciso egualmente di firmare con mons. Lefebvre un accordo canonico (accordo poi naufragato sulla questione della nomina di vescovi richiesta dal presule francese).

E questo risponde alla seconda domanda di mons. Fellay: «Che cosa prevede ora Roma per noi?». Il Papa sta per proporre a mons. Fellay la costituzione di un Ordinariato, per regolarizzare la situazione della FSSPX e delle sue comunità alleate, lasciandogli la piena (e indispensabile, visti certi epìscopi in circolazione) autonomia nei confronti dei vescovi diocesani. Alcuni membri di una comunità Ecclesia Dei hanno potuto precisare che questa proposta canonica sarà fatta nel corso del presente mese di giugno a mons. Fellay.

Pentecoste 2011: l’attuale pontificato ha effettuato aperture immense e generose per portare alla pacificazione: il discorso del Papa alla Curia sull’interpretazione del Vaticano II, nel 2005; il Motu Proprio Summorum Pontificum per la liberalizzazione della celebrazione della liturgia tradizionale, nel 2007; il gesto, il cui prezzo è stato purtroppo molto alto per il Santo Padre, della revoca delle scomuniche dei quattro vescovi della FSSPX, nel 2009. Il momento sembra ora giunto di arrivare a varcare un’altra tappa: che la Fraternità passi dall’irregolare statuto di ‘illegittimità’ ad uno statuto canonico di ‘riconoscimento’. E’ una soluzione win-win, in cui tutti avrebbero moltissimo da guadagnare: da un lato Roma ricucirebbe una dolorosa rottura e troverebbe truppe fresche e determinate per condurre la battaglia del recupero di quanto gli ultimi decenni hanno dissipato; dall'altro la FSSPX si laverebbe dello stigma di ribellione e di ‘scisma’, potendo così svolgere un apostolato ben più efficace e senza subire i mille pregiudizi che l’accompagnano nella mente del cattolico medio, pur conservando appieno l’attuale libertà di movimento e di azione.

Una grande speranza ci anima. Ma ci arrovella anche il timore che un’occasione decisiva, e probabilmente unica, possa essere mancata. Tutti i cattolici (tranne quelli che amano il Vaticano II – o meglio una certa idea del Vaticano II - più della Chiesa) non possono che auspicarlo.

Ecco perché, per amore della Chiesa, per affezione al Santo Padre, e a pro del miglior uso possibile della «missione» della FSSPX, Messainlatino si prende la libertà di supplicare tutti di unirsi alla preghiera durante tutta l’ottava di Pentecoste, invocando l'Onnipotente

Affinché la Fraternità San Pio X possa ritrovare uno statuto ufficiale nella Chiesa

Per questa intenzione, su consiglio e con l’approvazione di sacerdoti che a questo sito collaborano, dalla domenica di Pentecoste fino a  quella della Trinità, chiediamo a tutti di recitare questa preghiera:


V/.Veni, Sancte Spiritus,
R/. Reple tuorum corda fidelium, et tui amoris in eis ignem accende.
V./ Emitte Spiritum tuum et creabuntur;
R./ Et renovabis faciem terrae.

Oremus
Deus, qui corda fidelium Sancti Spiritus illustratione docuisti, da nobis in eodem Spiritu recta sapere, et de eius semper consolatione gaudere. Per Christum Dominus nostrum. Amen.

[Vieni, o Santo Spirito. Riempi il cuore dei tuoi fedeli, accendi in essi il fuoco del tuo amore. Manda il tuo Spirito, sarà una nuova creazione. E rinnoverai la faccia della terra.
Preghiamo
O Dio, che con la luce dello Spirito Santo istruisci i fedeli, donaci di gustare, per quello stesso Spirito, la vera sapienza e di godere sempre del Suo conforto. Per Cristo nostro Signore. Amen.]


E di offrire quindi a quell’intenzione il rosario quotidiano.

Ai sacerdoti, porgiamo l’invito di aggiungere questa intenzione al memento personale della loro Messa. 

Enrico
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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