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Approfondimento e aggiornamenti dei Dialoghi della FSSPX con la Santa Sede (2)

Ultimo Aggiornamento: 05/02/2012 11:18
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14/09/2011 17:17
 
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[SM=g1740733] ATTENZIONE..... DAL

Bollettino ufficiale dell'incontro Roma-FSSPX



Il 14 settembre 2011 si sono incontrati nella sede della Congregazione per la Dottrina della Fede Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale William Levada, Prefetto della medesima Congregazione e Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, Sua Eccellenza Mons. Luis Ladaria, S.I., Segretario della medesima Congregazione, Monsignore Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, con Sua Eccellenza Mons. Bernard Fellay, Superiore generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, ed i Reverendi Niklaus Pfluger e Alain-Marc Nély, rispettivamente primo e secondo Assistente generale della medesima.

In seguito alla supplica indirizzata dal Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale san Pio X il 15 dicembre 2008 a Sua Santità Papa Benedetto XVI, il Santo Padre aveva deciso di rimettere la scomunica ai quattro Vescovi consacrati dall’Arcivescovo Lefebvre, e, nel medesimo tempo, di aprire dei colloqui dottrinali con detta Fraternità, al fine di chiarire i problemi di ordine dottrinale e giungere al superamento della frattura esistente.

In ottemperanza alle disposizioni del Santo Padre, una commissione mista di studio, composta da esperti della Fraternità Sacerdotale San Pio X e da esperti della Congregazione per la Dottrina della Fede, si è riunita in otto incontri, che si sono svolti a Roma tra il mese di ottobre 2009 e il mese di aprile 2011. Questi colloqui, che avevano l’obiettivo di esporre e approfondire le difficoltà dottrinali essenziali sui temi controversi, hanno raggiunto lo scopo di chiarire le rispettive posizioni e relative motivazioni.

Anche tenendo conto delle preoccupazioni e delle istanze presentate dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X in ordine alla custodia dell’integrità della fede cattolica di fronte all’ermeneutica della rottura del Concilio Vaticano II rispetto alla Tradizione, di cui ha fatto menzione Papa Benedetto XVI nel Discorso alla Curia Romana (22-XII-2005), la Congregazione per la Dottrina della Fede ritiene come base fondamentale per il conseguimento della piena riconciliazione con la Sede Apostolica l’accettazione del testo del Preambolo Dottrinale che è stato consegnato durante l’incontro del 14 settembre 2011.

Tale Preambolo enuncia alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il "sentire cum Ecclesia", lasciando nel medesimo tempo alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo.
Nella stessa riunione, sono stati proposti alcuni elementi di una soluzione canonica per la Fraternità sacerdotale San Pio X, a seguito dell’eventuale e auspicata riconciliazione.

*************

Attendiamo ora con impazienza di leggere questo Preambolo Dottrinale.


[SM=g1740722]


P. Lombardi: nessun ultimatum alla FSSPX, ma risposta attesa entro qualche mese

Padre Lombardi, nel commentare il comunicato vaticano inerente l'odierno incontro tra il card. Levada, il Segretario della Congregazione Ladaria e mons. Pozzo da un lato, e mons. Fellay con i suoi due assistenti dall'altro, riferisce, secondo Salvatore Izzo, di un colloquio "cordiale e corretto". Ma non solo: ha aggiunto due interessanti novità.

La prima è che non è stata prevista una data precisa per la risposta della FSSPX, ma che tuttavia le parti hanno convenuto, come ci si aspettava, per un termine di pochi mesi. A distanza di sicurezza, insomma, dal temuto incontro di Assisi (e con la speranza che l'evento non sarà così indigeribile per la FSSPX come si teme).

Il secondo punto, secondo Lombardi, è che la soluzione canonica non sarà quella di un ordinariato come invece anticipato, bensì una prelatura personale.

A dire il vero, quest'ultimo punto ci lascia perplessi. La prelatura personale (il cui unico esempio ora esistente è l'Opus Dei) garantisce sì la massima autonomia ai chierici in esso incardinati (presbiteri e diaconi), nonché ai seminaristi; ma per tutte le opere "pastorali o missionarie" e, quindi, per tutto l'apostolato verso i laici, il canone 297 c.j.c. richiede il "previo consenso del vescovo diocesano". Che Dio ne scampi e liberi!

Insomma: se prelatura personale dovrà essere, è chiaro che dovrà trattarsi di una prelatura personale sui iuris, ossia con una bella deroga a quel canone 297 c.j.c. Il che è ben possibile: il Papa essendo legibus solutus, la cosa non pone ostacoli. A quel punto, tanto per essere pignoli, tanto valeva parlare di Amministrazione apostolica personale, che è equiparata ad una diocesi; come Campos insomma, però con portata territoriale universale.

Di fatto, le tre soluzioni (ordinariato, amministrazione apostolica universale e prelatura personale con deroga al can. 297) si equivalgono. E sono in grado di garantire il massimo campo d'azione alla FSSPX.

Enrico da Messainlatino


[SM=g1740733]



[SM=g1740733] INTERESSANTE INTERVISTA DI MONS. FELLAY DOPO L'INCONTRO E IL COMMENTO IN ROSSO DI MESSAINLATINO

La risposta di mons. Fellay

E' apparsa  sul sito ufficiale della Fraternità un'intervista a mons. Fellay rilasciata dopo l'incontro con le autorità romane. La riportiamo per intero nella traduzione apparsa su Unavox, con alcuni nostri commenti in rosso.

Come si è svolto quest’incontro?
 
Il colloquio è stato di una grande cortesia e di un’altrettanto grande franchezza, poiché per lealtà la Fraternità San Pio X si rifiuta di eludere i problemi che rimangono. D’altronde, è in questo spirito che si sono svolti i colloqui teologici tenutisi in questi ultimi due anni.
Quando, il 15 agosto scorso, ho detto che noi siamo d’accordo sul fatto che non siamo d’accordo sul Concilio Vaticano II, ho anche tenuto a precisare che quando si tratta di dogmi, come quello della SS. Trinità, siamo evidentemente d’accordo allorché lo troviamo richiamato nel Vaticano II. Una frase non dev’essere mai isolata dal suo contesto [Qui Fellay polemizza con quegli articoli di giornale che si erano effettivamente fermati ad una lettura parziale ed incompleta delle sue parole]. I nostri colloqui teologici hanno avuto il gran merito di approfondire seriamente e di chiarire tutti questi problemi dottrinali.

Il comunicato ufficiale comune del Vaticano e della Fraternità [dunque è un comunicato comune, non solo di parte vaticana come invece appare] annuncia che Le è stato consegnato un documento dottrinale e che Le è stata proposta una soluzione canonica. Può darci qualche precisazione?
 
Questo documento si intitola Preambolo Dottrinale è ci è stato consegnato per uno studio approfondito. Per questo è confidenziale e Lei comprende che non posso dire di più. Tuttavia il termine “preambolo” indica bene che la sua accettazione costituisce una condizione previa rispetto a qualunque riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X da parte della Santa Sede .

A proposito di questo Preambolo Dottrinale, senza toccare ciò che ha carattere confidenziale, può confermarci se, come annunciato dalla stampa, in esso è presente una distinzione tra ciò che è la Fede – alla quale la Fraternità aderisce pienamente -  e ciò che, derivando da un Concilio pastorale, come ha voluto essere lo stesso Vaticano II, potrà essere sottoposto ad una critica, senza rimettere in questione la Fede?
 
Questa nuova distinzione non è stata annunciata solo dalla stampa, io l’ho personalmente ascoltata da fonti diverse. Già nel 2005, il Card. Castrillon Hoyos, dopo che gli avevo esposto per cinque ore tutte le obiezioni che la Fraternità formulava contro il Vaticano II, mi diceva: «Non posso dire che sono d’accordo con tutto ciò che Lei ha detto, ma ciò che ha detto fa sì che voi non siete fuori dalla Chiesa. Scriva dunque al Papa perché vi tolga la scomunica».
Oggi, per dovere di obiettività, devo riconoscere che nel Preambolo Dottrinale non si trova una distinzione netta fra il dominio dogmatico intangibile e il dominio pastorale soggetto a discussione [ossia, a quanto pare di capire da queste parole, non sono elencati nel Preambolo singoli punti ritenuti imprescindibili: sicché diviene opinabile, del Concilio, perfino che cosa sia discutibile e che cosa non lo sia. Un'apertura radicale che, se confermata, rende ancora più agevole per la FSSPX la riconciliazione, potendo essa mantenere liberamente tutte le sue riserve sul Concilio]. La sola cosa che posso dichiarare, perché figura nel comunicato stampa, è che questo Preambolo contiene «alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il “sentire cum Ecclesia[quest'ultimo punto significa probabilmente che nel Preambolo vi sono pressanti considerazioni circa la necessità di usare toni inutilmente polemici ed irrispettosi verso il Papa ed i vescovi], lasciando nel medesimo tempo alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo». Niente di più, niente di meno.

Circa lo statuto canonico che sarebbe stato proposto alla Fraternità San Pio X, a condizione che aderisca al Preambolo Dottrinale, è esatto che si è parlato di prelatura invece che di ordinariato?
Come Lei giustamente ricorda, questo statuto è condizionato, la sua modalità esatta può essere considerata solo in seguito e rimane ancora oggetto di discussione [Rinviamo a quanto scritto ieri circa l'inaccettabilità di una soluzione tipo Prelatura, a meno che non contenga espressa deroga al can. 297 c.j.c., che assoggetta ogni apostolato pubblico al placet del vescovo diocesano. Ma se quella deroga ci fosse, e non potrà non esserci pena il rifiuto della FSSPX, in tal caso pienamente giustificato, si tratterebbe di fatto di un'amministrazione apostolica personale o di un ordinariato. Perché usare allora la parola 'prelatura' se il contenuto è un altro? Forse per depistare e così tranquillizzare, in questo cruciale periodo di riflessione, gli episcopati di tutto il mondo, che vedono di pessimo occhio la riconciliazione coi lefebvriani e ancor più l'idea che possano essere regolarizzati in piena esenzione dalle loro ingerenze]
Quando pensa di poter dare la vostra risposta alla proposta del Preambolo Dottrinale?
Il tempo necessario per studiare questo documento e consultare i principali responsabili della Fraternità San Pio X, perché su questa materia così importante mi sono impegnato con i miei confratelli di non prendere alcuna decisione senza prima averli consultati.
Ma posso assicurare che la nostra decisione sarà presa per il bene della Chiesa e delle anime. La nostra crociata del Rosario, che proseguirà ancora per diversi mesi, deve intensificarsi, per permetterci di ottenere, per intercessione di Maria, Madre della Chiesa, le grazie di luce e di forza di cui abbiamo bisogno più che mai



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Riflessioni dal Blog:


Carlo Bollani
Consiglierei di evitare speculazioni sui contenuti del Preambolo. Bene hanno fatto a mantenere la confidenzialita': piu' parole "ufficiali" escono da Roma in questa fase delicata, piu' si da' ai nemici della riconciliazione con l'FSSPX materia a cui appigliarsi per criticare il Papa.    
   
Allo stesso tempo, il succo e' chiaro: si propone un accordo SUL METODO, che e' la cosa piu' facile da accettare restando fuori dal perimetro della Chiesa (in senso stretto). Per quanto riguarda i CONTENUTI, speriamo che la stessa FSSPX, ab intra, cio' una volta riconciliata formalmente con la Chiesa, sia in grado di aiutare la Chiesa stessa a riconciliarsi in se', spianando la strada al documento di magistero che metta ordine nelle interpretazioni del Vat II.



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Concordo pienamente....anche se la mia opinione non conta davvero nulla! Embarassed  
Sto seguendo la vicenda letteralmente con il ROSARIO e attraverso di esso perchè ci sono, a mio parere due punti fondamentali che solo il Signore solo potrà risolvere:  
 
1) l'ha segnalato la Redazione in rosso: gli episcopati di tutto il mondo - tranne grazie a Dio le eccezioni che ci sono sempre - contrari proprio AI GRUPPI TRADIZIONALI e di conseguenza che vedono nella FSSPX l'artefice e la radice della LORO RESISTENZA nei confronti di una interpretazione del Concilio, fallata, che però a loro andava bene... da qui la stessa disobbedienza al Pontefice nel riportare la comunione in ginocchio e il Crocefisso sull'altare, la stessa ostruzione all'applicazione del SP.... Questi episcopati sanno bene che una volta riuscita la riconciliazione con la FSSPX la quale NON celebra il rito moderno, il suo clero triplicherebbe entrando CON DIRITTO NELLE DIOCESI, obbligando i vescovi a doversi relazionare con loro NELLE PARROCCHIE.... le quali, non dimentichiamolo, sono in preda ad una anarchia liturgica associata anche ai gruppi e movimenti, che tuttavia si fanno portavoci delle PASTORALI DEI VESCOVI spesso digiune della TRADIZIONE AUTENTICA....  
faccio un esempio... Embarassed  ci sono al momento molte iniziative PASTORALI DIOCESANI.... basta che andate sui siti diocesani e molte di queste le trovate, leggetele, la pastorale principale posta come MODELLO di lavoro annuale ha solo TRE PUNTI di lavoro:  
a - evangelizzazione attraverso ATTIVITA' di strada, di testimonianze, di sollecitazioni ( ? )  
b - INCONTRI DI PREGHIERA  
c - CARITAS.....  
 
bene! i tre punti non mi dispiacciono, ma.... IL CATECHISMO E LA DOTTRINA DOVE STANNO?  
il problema è che per certa euforia ancora post-conciliare le attività sono diventate il catechismo-CATECHESI APPLICATA... ma ciò che manca è IL CATECHISMO COME STUDIO DI APPRENDIMENTO.... non solo i fedeli, ma anche molti catechisti NON conoscono le risposte più fondamentali della nostra fede.... Embarassed  a mala pena sanno dire che i Sacramenti sono 7... quanto ai DONI dello Spirito Santo, non sto scherzando, in un cartellone della Diocesi, due anni fa, NE MANCAVA UNO, QUELLO DEL "SACRO TIMOR DI DIO"  - coincidenza ? - e nessuno se ne era accorto, salvo poi, una volta scoperto, GIUSTIFICARNE L'ASSENZA con sorrisetti beoti o come una "lieve dimenticanza"...  
 
2) la FSSPX DEVE FARE UNO SFORZO a comprendere - e lo ha compreso - che Benedetto XVI ha riportato la Tradizione nell'interesse principale della Chiesa... il Papa HA RICONOSCIUTO GLI ERRORI di certo post-concilio e sta cercando di non buttare il bambino con l'acqua sporca.... Wink  la FSSPX deve inserirsi in questo contesto aiutando se stessa principalmente, e da qui la Chiesa a nuotare in quest'acqua cercando di ripulirla senza gettare ciò che di BUONO c'è in essa....  
deve dunque AIUTARE SE STESSA principalmente,  cercando OGGI più che mai una intesa con Roma, per poter essere davvero d'aiuto agli altri.... Roma sta cercando il METODO migliore, spetta ora alla FSSPX avere anche il coraggio di SPORCARSI LE MANI E BUTTARSI NELLA MISCHIA SOPPORTANDO I DISAGI E LE DIFFICOLTA' perchè.... un conto è sopportare la persecuzione degli episcopati che non ti vogliono restando  CANONICAMENTE "fuori della Chiesa", altra cosa è essere perseguitati stando CANONICAMENTE DENTRO LA CHIESA... Wink


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Dal quotidiano La Stampa di oggi  
 
"ALBERTO MATTIOLI" Per capire perché Roma vuol fare la pace con gli scismatici basta fare un salto alla messa delle 18.30 nella chiesa di Saint-Nicolas de Chardonnet, il feudo lefebvriano a Parigi. Ieri, mercoledì, c’erano almeno duecento persone, più di quante se ne vedono la domenica mattina alle messe di osservanza «romana». E con tanti giovani. Ma l’effetto è curioso, da macchina del tempo eucaristica. Si risente l’odore d’incenso, si rivedono le donne con il velo in testa come le nostre nonne e all’altar maggiore l’officiante prega rivolto a Dio e non al suo gregge, e in latino. Nella navata di sinistra, una targa (in francese) ricorda quel giorno del 1977 in cui monsignor François Ducaud Bouget «restituì il santuario al culto tradizionale della Santa Chiesa Romana»; in quella di destra, un busto di monsignor Marcel Lefebvre.  
 
Grande partecipazione e anche molta attività sociale. Una bacheca annuncia la presenza settimanale in sagrestia, per consigli giuridici gratuiti, di un avvocato e un notaio «cattolici». In un’altra, offerte e domande di lavoro e d’alloggio. Il parroco dev’essere un tipo spiritoso perché, in un volantino intitolato «Saldi», raccomanda alle ragazze di approfittare degli sconti per acquistare dei vestiti «compatibili con la loro età adulta. In altri termini, le tenute da majorettes non sono le benvenute a Saint-Nicolas». Nell’omelia, monsignor Varin de la Boulognière (questi lefebvriani hanno dei nomi fantastici) non fa accenno alle trattative di Roma e si limita a parlare della Festa dell’esaltazione della Croce. Però il bollettino Le croisé , «Il crociato», chiede come «intenzione del mese» delle preghiere perché «le nostre discussioni portino frutto per tutta la Chiesa». E spiega che i lefebvriani sono come Santa Caterina da Siena, che riportò il Papa da Avignone a Roma...


[SM=g1740722]




SUGGERISCO INFINE IL COMMENTO DI DON ALFREDO MORSELLI DA MESSAINLATINO....CLICCATE QUI

e qui

Il contenuto del 'preambolo dottrinale' presentato alla FSSPX



[SM=g1740733]









[Modificato da Caterina63 19/09/2011 12:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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