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MOTU PROPRIO «QUAERIT SEMPER» modifica per la Costituzione apostolica Pastor bonus

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2011 18:42
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Nuovo Motu Proprio del Papa (Quaerit Semper) e la riforma della liturgia: "La Congregazione per il Culto Divino dia nuovo impulso"

E' Arrivato! Dopo una attenta, prudente e documentata "gestazione", finalmente è arrivato il documento che (primo di molti, speriamo) pone le basi per una vigorosa virata della Chiesa Universale in materia di celebrazioni liturgiche, per far rotta verso il ritorno ad una Liturgia davvero sacra e per cercar di porre rimedio ai non pù tollerabili abusi liturgici.

Nel mese di febbraio 2011 (qui e qui) si era parlato di un imminente provvedimento del Papa (in forma di Motu Proprio) con il quale si sarebbero riorganizzati le competenze di alcuni Dicasteri in materia di Sacra Liturgia.
L'intento di Benedetto XVI, noto da anni, era ed è quello di attuare in maniera efficace, anche sul piano -cogente- "normativo", quella "riforma benedettiana" della liturgia che egli sta compiendo soprattutto con l'esempio, riforma ricompresa in quel "nuovo movimento liturgico" (del quale aveva parlato il Cardinal Prefetto Antonio Cañizares Llovera, intervenendo durante il concistoro dello scorso novembre 2011) in opposizione alle derive della "riforma conciliarista".
Noi non possiamo che essere lieti per il documento atteso, dal momento che le intenzioni del Santo Padre, sono state fatte proprie dal nostro blog: rinnovamento della liturgia (attuale) nel solco della Tradizione, e cioè riforma della riforma.

Il Motu Proprio, dicevamo, è infine arrivato e, pubblicato il 27 settembre 2011 (
qui nel testo originario in latino, e qui in una traduzione in italiano ufficiale della S. Sede), ha confermato le attese: il contenuto e le novità di risistemazione della Curia vengono presentati da Andrea Tornielli (che ebbe già ad anticiparne le linee, nel suo blog Sacri Palazzi il 9.2.2011) nel suo articolo che di seguito riproponiamo. (Il sottolineato è nostro).

Può sembrare forse una cosa da poco: ma "liberare"
la Congregazione per il Culto Divino e per la disciplina dei Sacramenti delle molte cause e materie non prettamente "liturgiche" e cultuali, vuol dire darle possibilità di ritornare in maniera esclusiva alle competenze che le son proprie e che son ben esplicitate nel nome (controlli, richiami e provvedimenti disciplinari compresi a fronte dei tanti abusi).


Una congregazione per la Liturgia
di Andrea Tornielli, Vatican Insider del 04.10.2011


La sua pubblicazione, lo scorso 27 settembre è passata quasi inosservata. Benedetto XVI ha reso nota una lettera apostolica in forma di motu proprio intitolata Quaerit semper, con la quale viene trasferita alla Rota Romana, che è il tribunale d’appello della Santa Sede, la competenza su due materie fino a questo momento trattate dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
La prima di queste riguarda la nullità dell’ordinazione sacerdotale che, come accade per il matrimonio, può essere nulla a causa di vizi di materia e di forma, di consenso e di intenzione, sia da parte del vescovo ordinante sia del chierico che viene ordinato prete.

La seconda materia è la dispensa nei casi di matrimoni contratti ma non consumati. Il matrimonio è infatti indissolubile, ma soltanto nel caso in cui sia stato consumato attraverso un rapporto intimo fra marito e moglie. Se questo manca dopo la celebrazione del matrimonio, i coniugi, o anche uno solo di loro, possono ottenere dalla Santa Sede una dispensa che li scioglie dal vincolo. Lo studio di queste pratiche impegnava non poco la Congregazione per il culto divino, guidata dal cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera.
Ma per comprendere le ragioni che hanno spinto Benedetto XVI a questa decisione bisogna considerare un passaggio del motu proprio, nel quale si legge: «Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della sacra liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla costituzione Sacrosanctum Concilium».

Il dicastero del culto deve dunque dedicarsi «a dare nuovo impulso» alla promozione della liturgia, secondo quella centralità sulla quale Papa Ratzinger insiste, anche e soprattutto con l’esempio. Non deve sfuggire, poi, il riferimento alla costituzione conciliare, la prima approvata dal Vaticano II, che Benedetto XVI vuole sia riscoperta. Non è un mistero che negli anni del post-concilio, in nome del Concilio, si sono fatte riforme non in linea con quanto stabilito dal Concilio. L’idea di Ratzinger, più volte da lui espressa, è quella di far nascere dal basso un nuovo movimento liturgico per far prendere coscienza dell’importanza della liturgia ben celebrata e per ridurre al minimo gli abusi.

«Quello che vedo assolutamente necessario e urgente, secondo ciò che desidera il Papa – aveva detto il cardinale Cañizares – è dar vita a un nuovo, chiaro e vigoroso movimento liturgico in tutta la Chiesa. Perché, come spiega Benedetto XVI nel primo volume della sua Opera Omnia, nel rapporto con la liturgia si decide il destino della fede e della Chiesa. Cristo è presente nella Chiesa attraverso i sacramenti. Dio è il soggetto della liturgia, non noi. La liturgia non è un’azione dell’uomo, ma è azione di Dio».
«Il rinnovamento conciliare – spiegava ancora il Prefetto del culto divino – è stato inteso come una rottura e non come sviluppo organico della tradizione. Dobbiamo ravvivare lo spirito della liturgia e per questo sono significativi i gesti introdotti nelle liturgie del Papa: l’orientamento dell’azione liturgica, la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio, il canto gregoriano, lo spazio per il silenzio, la bellezza nell’arte sacra. È anche necessario e urgente promuovere l’adorazione eucaristica: di fronte alla presenza reale del Signore non si può che stare in adorazione».

«Dobbiamo considerare il rinnovamento liturgico – concludeva il cardinale – secondo l’ermeneutica della continuità nella riforma indicata da Benedetto XVI per leggere il Concilio. E per far questo bisogna superare la tendenza a “congelare” lo stato attuale della riforma postconciliare, in un modo che non rende giustizia allo sviluppo organico della liturgia della Chiesa. Stiamo tentando di portare avanti un grande impegno nella formazione di sacerdoti, seminaristi, consacrati e fedeli laici, per favorire la comprensione del vero significato delle celebrazioni della Chiesa.

Ciò richiede un’adeguata e ampia istruzione, vigilanza e fedeltà nei riti e un’autentica educazione per viverli pienamente. Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana
».


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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