Sia lodato Gesù Cristo: Prendendo suggerimento da fraver che consigliava di trovare cose in comune specialmente con il Gruppo di Cristiani Evangelici, ho pensato io di rompere gli indugi sperando di trovare d'accordo i gestori di questo gruppo DVF e i gestori di Cristiani Evangelici, inserendo una bellissima meditazione che ho trovato nella bacheca dedicata a questo scopo, comunque metto anche il collegamento al termine del testo. Io l'ho trovata molto bella e profonda, spero che abbiate anche voi gli stessi sentimenti. Il tempio di Dio L'apostolo Paolo, parlando della chiesa nella sua prima lettera ai Corinzi, afferma: "Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che Io Spirito di Dio abita in voi?" (1Cor.3:16). Questo ci mostra come chiunque confessa che Gesù è il Signore e riceve il battesimo nello Spirito Santo vive una verità suscitata in lui dallo Spirito di Dio. Dallo Spirito riceve i doni per adoperarsi nella edificazione della chiesa del Signore. Infatti, l’apostolo Paolo così si esprime riguardo ai doni: "Ora vi è di-versità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. E vi è diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. E vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio il quale opera Tutte le cose in tutti. Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utile comune" (1 Cor.12:4-6). La chiesa di Gesù Cristo, ricoperta di doni, quale frutto della Pentecoste, è come un cantiere sempre aperto. Vorrei paragonarla al gioco delle costruzioni che tanto appas-siona i bambini: gli stessi pezzi, diversamente combinati, creano sempre nuove figure. Lo Spirito Santo indica il nuovo, l’inedito. Richiede da noi una continua ginnastica spirituale nel riconoscerLo seguendone le istruzioni. Vi sono però alcune condizioni che permettono di riconoscere l’opera dello Spirito Santo nella chiesa che devono essere visibili. Queste condizioni sono espresse dall’a-postolo Paolo con i concetti di dono, diversità e bene comune. Consideriamole l’una dopo l’altra: DONI. Sono legati alla grazia di Dio. Non sono attitudini ereditarie, non si trasmettono per via istituzionale perché vengono dall’alto, come le lingue di fuoco che si posarono sul capo dei discepoli che erano radunati nell’alto solaio il giorno della Pentecoste. Senza il battesimo dello Spirito Santo non ci sono doni e senza doni non c’è chiesa. Ma la chiesa non riproduce questi doni, non ne ha la licenza, non ne ha l’imprimitura. Come cristiani di fede pentecostale possiamo soltanto invocare questi doni dicendo: «Vieni, Spirito Creatore!» Non è recitare una preghiera, ma è pre-ghiera vera arrendevole, perché lo Spirito Santo mette a nudo la nostra incredulità, sferza le nostre certezze, mette in crisi la nostra programmazione, ci invita ad altre decisioni che sono da parte dello Spirito Santo, alla disciplina biblica, ad una nuova agenda con nuovi appuntamenti: invita ad uscire dalla paura e dal sospetto e ad entrare nella gioia della comunione. L’istituzione della chiesa può funzionare apparentemente lo stesso anche senza doni: ogni religione ha i suoi professionisti. Però, là dove non si riconosce più il dono nasce il potere, si restringe lo spazio della libertà del Signore. Tutto si assomiglia ma, non è la vera chiesa. Tutto diventa sospetto perché manca la realtà. Non è forse questa l’idea che molti si fanno oggi della chiesa? Troppa programmazione, scarsa passione, crisi della credibilità. Ai Corinzi che hanno innalzato solo la capacità di parlare altre lingue a criterio di ammissione nella comunità, tralasciando la carità, Paolo ricorda che ciò che deve animare la chiesa è la comuninione fra i suoi membri, la piena comprensione di tutto ciò che avviene nell’espletare il culto al Signore, la condivisione dei diversi doni: solo così si può combattere la carnalità nella vita e adoperarsi al progresso della chiesa. DIVERSITÀ O VARIETÀ. Vi è una diversità di doni, di ministeri, di operazioni da compiere perché la chiesa cresca. Se tutti i pezzi fossero uguali come potremmo pensare di costruire? Ma questa diversità di doni, di ministeri, di operazioni che ci è data per costruire la chiesa ha una sola ed unica sorgente: lo Spirito Santo, il Signore della chiesa, Dio il Padre di tutti i membri. Quando si perde di vista questo orizzonte, questa unica sorgente, nascono i dissensi ed i conflitti si fanno insanabili. Trionfa l’io a danno del bene comune. La costruzione cresce soltanto quando si individua il giusto pezzo per il giusto posto. Vuol dire che ciascuno di noi non soltanto deve sapersi accettare come creatura di Dio, ma anche deve riconoscere che è una piccola parte del tutto e non è il tutto. Diversità di doni significa accogliere il principio di unità della chiesa nella sua necessaria diversità. Rifiutare questo principio significa mettersi fuori gioco, vuol dire rivendicare una centralità ed unicità che contraddicono l’opera creatrice dell’unico Spirito che si dà nella varietà e nella diversità. L’idea di una chiesa che smussa gli angoli o che vuole trasformare i triangoli in quadrati e i quadrati in cerchi non è la chiesa in cui si confessa che Gesù è il Signore. L’unità della chiesa sta nell’unità dello Spirito Santo che crea e mantiene la diversità e la varietà dei doni. BENE COMUNE. Costruire la chiesa significa riconoscere la diversità di doni, di ministeri, di operazioni, in vista del bene comune. La chiesa di Gesù Cristo è uno spazio grande, in cui ognuno può trovare una sua collocazione senza sentirsi soffocato, impedito, senza soffocare ed ostacolare gli altri. Questo bene comune non posso costruirlo da solo. L’apostolo Paolo parla di un bene comune da costruire e spendere nella relazione e comunione con l’altro, un bene comune riconoscibile unicamente nell’incontro e nel confronto con la diversità degli altri da me. In ogni tem-po vi è chi cerca la propria strada in una religiosità individuale a danno degli altri, nel misticismo e nella trance in forme sempre nuove, ma che spesso sono riedizioni del vecchio. Così si appaga il proprio desiderio, ma non si costruisce la chiesa; è la via che va e viene dentro al proprio egoismo come in un campo magnetico da cui non esce. La via dell’egoismo è la tomba della guida dello Spirito Santo. L’egoismo soffoca lo Spirito perché ritiene di poter fare a meno della diversità e della varietà che è nell’altro da me. La diversità dei doni che lo Spirito crea nella chiesa è in vista del loro incontro e non dell’isolamento: l’incontro crea il bene comune. È nell’incontro dei diversi che nasce la testimonianza della chiesa che confessa: Gesù è il Signore! Concludo dicendo a me e ai miei fratelli nella medesima fede: «Viviamo nella pace di Dio, costruiamo il bene comune nella chiesa» Lo Spirito Santo ci sostiene, ci aiuta a rialzarci quando cadiamo, ci indica il sentiero da percorrere quando ci smarriamo. Il Signore è vivente, ci ama, ci protegge. Benedetto sia il Nome del Signore. Giovanni Scribano Da " RISVEGLIO PENTECOSTALE LUGLIO/AGOSTO 2003 Dalla Comunità di Cristiani Evangelici: Il tempio di Dio |