00 27/03/2012 11:12
[SM=g1740733]in questo collegamento:

http://www.formazioneteologica.it/bianchi-livi-quotidiano-ispirazione-cattolica-383.html


viene spiegata la situazione:

Lettera di mons. Brunero Gheradini a mons. Livi (25 marzo 2012):

Carissimo,
m’è stata presentata l’insensata levata di scudi di “Avvenire”: non ti curar di loro…Non lo meritano. E. Bianchi è uno dei peggiori affossatori della Tradizione cattolica. Ed inoltre mi domando come un monaco, e priore per giunta, viva la sua regola sempre in giro in Italia e nel mondo, in barba al voto di povertà ed alla osservanza religioso-monastica!?!
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Lettera dell’architetto Ciro Lomonte a mons. Livi (25 marzo 2012):


Caro don Antonio,

le esprimo la mia solidarietà riguardo agli attacchi infami che ha dovuto subire a seguito di questo coraggioso j'accuse, che non fanno altro che confermare le sue tesi.
Ho sempre ammirato don Antonio Livi, che considero un mio maestro nella identificazione delle conseguenze del principio di immanenza
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Il dottor Cosimo De Matteis scrive a mons. Livi:

Caro mons. Livi,
ho riproposto nel mio Sito il suo magistrale articolo (di cui la RINGRAZIO tanto). Ed io mi auguro che in tanti comprendano tale suo coraggioso e disinteressato servizio alla Verità. Per conto mio non posso che stimare, pregare e riportare sul mio blog quanto scrive.
ACCANTO a voi ed alla sana dottrina, sempre. Totale solidarietà ad Antonio Livi.
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Il rev. dottor Antonio Ucciardo, parroco a Catania, scrive a mons. Livi:

Carissimo mons. Livi,

lei ha avuto il coraggio di dare evidenza a ciò che non può essere negato. Qualcuno doveva pur cominciare a smuovere le acque. Io mi sono limitato soltanto ad un'omelia. I testi abbondano, purtroppo! Grazie per aver osato e per essersi fatto voce di tanti...
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don Massimiliano Del Grosso, direttore del progetto SEFT:

 

Carissimo don Antonio,

quello che lei ha scritto riguardo a Bianchi non credo sia erroneo, e neanche scorretto sì da richiedere scuse. La critica è stata mossa ad un pensiero che, se non lo si vuol giudicare ai limiti dell’ortodossia, non si può certo negare sia molto ambiguo. E in un momento storico come il nostro, in cui c’è bisogno di chiarezza di idee – e il Papa Benedetto XVI, con i suoi insegnamenti che sanno unire alla solidità delle dottrina la limpidezza e univocità dei concetti, è uno straordinario esempio di come vada condotta la pastorale dell’annuncio – un uomo che sembri contraddire il dogma della fede, pur supponendone la buona fede, può produrre molto danno, specie quando si tratta di un personaggio mediatico molto apprezzato, qual è appunto Enzo Bianchi. Quanto al direttore Tarquinio, ci si permetta questa nota polemica: se intende fare come la guardia del sommo sacerdote (Gv 18, 22ss) per ingraziarsi Bianchi e i di lui estimatori, o per uscire dall’imbarazzo di dover rendere conto ai lettori di Avvenire e alla CEI di quel che pubblica, lei potrà rispondere alla maniera di Cristo: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male...» e a quella di Paolo quando dice: «Guai a me se non annuncio il vangelo!» (1Cor 9,16). Ma ancor più dove lo stesso Paolo dice: «Se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi superapostoli!» (2Cor 11,4-5). E proprio di "superapostoli" sembra di avere a che fare: Bianchi, Tarquinio e i loro estimatori credono di saperne più degli apostoli (ovvero, il collegio dei vescovi in comunione con il Papa). Continui perciò tranquillamente il suo lavoro.


[SM=g1740733] che cosa è accaduto?


Bianchi, Livi e un quotidiano di ispirazione cattolica


L’articolo di mons. Antonio Livi su Enzo Bianchi, pubblicato nel quotidiano online La Bussola quotidiana è stato oggetto di un violento attacco da parte del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. A questo scomposto e ingiusto attacco hanno replicato il direttore della Bussola quotidiana e lo stesso mons. Livi con la lettera aperta e anche molti autorevoli studiosi cattolici, che hanno scritto al quotidiano diretto da Tarquinio oppure hanno rivolto a mons. Livi dei messaggi di solidarietà. Riportiamo anche alcuni passaggi di queste lettere.

 

 

Bianchi, Livi e un quotidiano di ispirazione cattolica


Il direttore di un noto «giornale quotidiano di ispirazione cattolica» attacca oggi violentemente monsignor Antonio Livi per l’articolo scritto sul nostro quotidiano online a proposito di Enzo Bianchi. Nel rispondere a dei lettori scandalizzati per le critiche al priore della comunità monastica di Bose, il direttore di tale giornale si fa prendere da tale foga che incorre anche in un clamoroso incidente: definisce infatti l’eresia monofisita come “considerare Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, solo un uomo”. In realtà l’eresia monofisita consiste esattamente nel contrario, ovvero considerare solo la natura divina di Cristo.


Ma qui non interessa tanto entrare nella disputa teologica: eventualmente a dare ragione di certe affermazioni sarà nei prossimi giorni monsignor Livi (curioso peraltro che il direttore affermi di conoscerlo solo di nome: non solo Livi è filosofo dal lungo curriculum, ma il "quotidiano di ispirazione cattolica" ne ha recensito più volte i libri e lo ha addirittura intervistato, ad esempio il 7 novembre 2009).


Qui però vorrei sottolineare la sorpresa per una difesa d’ufficio veemente che arriva a parlare di disonestà intellettuale e di vergogna per chi avrebbe distorto il senso delle parole di Bianchi per metterne in discussione “l’indiscutibile adesione alla buona dottrina cattolica”. Forse il direttore del giornale di ispirazione cattolica farebbe bene a rileggersi quel resoconto dell’incontro pubblico tenuto a Pescara (la fonte è il giornale diocesano) che pubblichiamo tra le lettere e poi farci sapere se pensa che certe affermazioni siano “una buona dottrina cattolica”.


Peraltro anche il predecessore dell’attuale direttore ogni tanto nutriva dubbi sulla “buona dottrina cattolica” di Enzo Bianchi. Prova ne è la risposta che diede a un lettore il 21 luglio 2007. In quell’occasione un sacerdote di Mondovì si lamentava perché su Avvenire non era stato pubblicato il commento di Enzo Bianchi a proposito del Motu Proprio Summorum Pontificum, quello sulla messa in rito antico, che invece era apparso su Repubblica. Ovviamente si trattava di una critica molto severa nei confronti del Motu Proprio voluto da Benedetto XVI (curioso, Bianchi non si può criticare, il Papa sì). L’allora direttore, che si chiama Dino Boffo, così rispondeva:


"Vede reverendo, se Enzo Bianchi scrive la sua intemerata su Repubblica, nessuno ha nulla da dire (eppure qualcosa ci sarebbe da commentare); se invece la ospitasse Avvenire (ma non ci è stato chiesto) immediatamente si direbbe, anche da parte di altra stampa, che Avvenire non è allineato alla Chiesa. Poi, ci pensi: che cosa c’è oggi di più anticonformista che ragionare in termini cattolici fino a sembrare fin troppo obbedienti?”.


Insomma pare di capire che Dino Boffo avesse, almeno in questa occasione, molti dubbi sull’ortodossia di Enzo Bianchi, fino ad accusarlo di disobbedienza.


Ma non solo: anche l’attuale direttore del “giornale quotidiano di ispirazione cattolica”, che si chiama Marco Tarquinio, ha avuto qualche problemino personale con Enzo Bianchi. Ricordiamo cosa accadde quando morì Eluana Englaro: Tarquinio scrisse il 10 febbraio 2009 un editoriale dal titolo “Uccisa, non morta”, che così diceva (e noi condividiamo completamente):


"Eluana è stata uccisa. E noi vogliamo chiedere perdono ai nostri figli e alle nostre figlie. Ci perdonino, se possono, per questo Paese che oggi ci sembra pieno di frasi vuote e di un unico gesto terribile, che li scuote e nessuno saprà mai dire quanto. Con che occhi ci guarderanno? Misurando come le loro parole, le esclamazioni? Rinunceranno, forse per paura e per sospetto, a ragionare della vita e della morte con chi gli è padre e madre e maestro e amico e gli potrebbe diventare testimone d’accusa e pubblico ministero e giudice e boia? Chi insegnerà , chi dimostrerà , loro che certe parole, che le benedette, apodittiche certezze dei vent’anni non sono necessariamente e sempre pietre che gli saranno fardello, che forse un giorno potrebbero silenziosamente lapidarli. Ci perdonino, se possono. Perché Eluana è stata uccisa."


La cosa non piacque affatto a Enzo Bianchi, che il 15 febbraio replicò dalle colonne de La Stampa (eh sì, questi “profeti” sanno scrivere cose diverse a seconda di chi li ospita, attaccando chi li ha ospitati la volta prima e li ospiterà la volta successiva) con un articolo dal titolo “Vivere e morire secondo il Vangelo”, scrivendo tra l’altro:


“Attorno all’agonia lunga 17 anni di una donna, attorno al dramma di una famiglia nella sofferenza, si è consumato uno scontro incivile, una gazzarra indegna dello stile cristiano: giorno dopo giorno, nel silenzio abitato dalla mia fede in Dio e dalla mia fedeltà alla terra e all’umanità di cui sono parte, constatavo una violenza verbale, e a volte addirittura fisica, che strideva con la mia fede cristiana. Non potevo ascoltare quelle grida - «assassini», «boia», «lasciatela a noi»... - senza pensare a Gesù che quando gli hanno portato una donna gridando «adultera» ha fatto silenzio a lungo, per poterle dire a un certo punto: «Donna \ neppure io ti condanno: va’ e non peccare più»; non riuscivo ad ascoltare quelle urla minacciose senza pensare a Gesù che in croce non urla «ladro, assassino!» al brigante non pentito, ma in silenzio gli sta accanto, condividendone la condizione di colpevole e il supplizio. Che senso ha per un cristiano recitare rosari e insultare? O pregare ostentatamente in piazza con uno stile da manifestazione politica o sindacale?”.


Sì, avete letto bene: Tarquinio accusato da Enzo Bianchi di aver alimentato “una gazzarra indegna dello stile cristiano”.


Potremmo sbagliarci, ma non ricordiamo repliche piccate dirette a Enzo Bianchi, con relative accuse di disonestà intellettuale e di farsi giudice dell’altrui fede e “adesione alla buona dottrina cattolica”. Anzi, da allora gli interventi di Enzo Bianchi sulle pagine del “quotidiano di ispirazione cattolica” sembrano essere addirittura aumentati.


Segno della grande magnanimità e misericordia del direttore. Che oggi osiamo invocare anche in favore di monsignor Antonio Livi.



Riccardo Cascioli

La Bussola quotidiana
(23-03-2012)

 

Lettera aperta di Mons. Livi a Tarquinio, Direttore dell'Avvenire, sul "Caso Enzo Bianchi"

A seguito delle dichiarazioni del Direttore di Avvenire, Tarquinio, l'autore dell'articolo "Falsi Profeti" che ha destato tanta indignazione-delusione tra gran parte dei Cattolici (forse perchè ha aperto loro gli occhi sugli errori ideologici - eresie di Enzo Bianchi) scrive una lettera aperta a Tarquinio e LaBussolaQuotidiana la pubblica il 27.03.2012.
A.C.

Lettera aperta di Antonio Livi a Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire

 

 

[SM=g1740733] Rev.mo Padre Livi,  
le esprimo il mio più filiale GRAZIE!  
In qualità di Catechista da 24 anni mi sono trovata, mio malgrado, molte volte a dover specificare la dottrina Cattolica a causa delle ambiguità, o del frasario ambiguo per chi preferisce, di tale Enzo Bianchi e spesso riportate, come dogmaticfa persino da parroci e suore!  
In qualità di laica sono stata costretta molte volte a tacere, davanti a parroci e suore che mi sommergevano di "autoritarismo" e dunque io, laica, dovevo tacere. Prendo dunque con sommo Dono providenziale il suo magistrale intervento precedente sugli errori di Enzo Bianchi, primo fra tutto il dire spesso Gesù "creatura" e per la qual eresia, sono anni che mi batto....  
 
Grazie di cuore, la sua voce mi giunge ora come una eco benedetta, una conferma della sana Dottrina la quale non è del tutto assopita.  
Non mi soffermo sulle parole usate dal Direttore di Avvenire, constato solo tutta l'amarezza di come sia stato strumentalizzato il suo intervento ponendolo come un attacco alla persona di Enzo Bianchi, rischiando di far naufragare quella CORREZIONE FRATERNA alla quale il santo Padre ci ha richiamati proprio nel Messaggio della Quaresima 2012....  
 
Coraggio allora Padre Livi, aiutate noi laici su questa strada, con amore e autentica carità, ed auspico di cuore che al più presto anche qualche Vescovo faccia sentire la sua voce in queste correzioni....  
 
Santa Quaresima e Santa Pasqua  
LDCaterina  
(Dorotea)



 

[Modificato da Caterina63 27/03/2012 16:45]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)