00 22/03/2013 19:16
[SM=g1740733] Ogni Pontefice ha il proprio stile e il proprio Carisma, fare dei paragoni fra l'uno e l'altro è solo seminare zizzania, screditare gli stessi Pontefici negli odiosi paragoni ed inificiare l'opera di ognuno.....
Ogni Pontefice è chiamato a servire la Chiesa con il proprio Carisma e i Doni specifici che Dio gli dona, inoltre ogni Pontefice gestisce nel proprio pontificato il proprio presente e quindi ad ogni Papa Dio ha dato un incarico diverso ma sempre nella continuità....

Fatta questa premessa, posteremo qui lo "stile di Papa Francesco" perchè in fin dei conti piace e se piace può davvero convertire molti cuori se.... noi accompagneremo i suoi gesti con la Preghiera e la fiducia....
Riguardo all'amato venerabile (come lo ha già definito Papa Francesco) predecessore (emerito) Benedetto XVI, chi volesse unirsi SPIRITUALMENTE E NELLA PREGHIERA  a lui, può farlo cliccando su questa icona....

figli spirituali di Benedetto XVI


abbiamo aperto un forum infatti nel quale vogliamo considerarci "Figli spirituali di Benedetto XVI" proprio per seguire e servire ancora di più e meglio la Chiesa con il suo Successore, Papa Francesco....



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Papa Francesco chiama alla Messa del mattino i netturbini di piazza san Pietro.... [SM=g1740722]


Padre Lombardi, parlando delle messe che il Papa ha celebrato queste mattine nella residenza dove attualmente abita in Vaticano, ha riferito che il Pontefice prima o dopo la Messa si siede tra i banchi con gli atri fedeli, solitamente nelle file in fondo, per un momento di preghiera personale.

Il Papa nelle Messe mattutine a Santa Marta sta anche incontrando dei gruppi per condividere questi primi giorni. Questa mattina è stata la volta di giardinieri e netturbini tra quelli che normalmente puliscono piazza San Pietro. «Fa l'omelia sul Vangelo del giorno parlando a braccio», riferisce padre Lombardi. Oggi il Vangelo riferisce un episodio in cui Gesù stava per essere lapidato e «il Papa - racconta il direttore della sala stampa - ha fatto un breve pensiero molto bello: se noi abbiamo il cuore chiuso, se abbiamo il cuore di pietra, le pietre arrivano tra le mani e siamo pronti a gettarle» e per questo bisogna aprire il cuore all'amore.

Sono usciti commossi dalla cappella di Santa Marta i netturbini e i giardinieri che lavorano in Vaticano e che questa mattina hanno partecipato alla Messa di Papa Francesco. Alla fine della celebrazione il pontefice ha voluto conoscerli tutti, uno per uno, e per ciascuno di loro ha avuto una parola.

È stata una vera e propria sorpresa per gli oltre trenta dipendenti che hanno accolto con gioia l'invito del Pontefice. «Siamo gli invisibili», dice Luciano Cecchetti, responsabile del servizio dei giardini e della nettezza urbana, parlando - ai microfoni di Radio Vaticana - di quanti ogni giorno lavorano provvedendo a tenere pulita Piazza San Pietro e curando le piante che rendono il piccolo Stato un giardino delle meraviglie.

«Trovarsi di fronte al Santo Padre, in una Messa per noi, è una cosa che non capita tutti i giorni. Mi giravo - ha raccontato Cecchetti alla radio - e vedevo le facce dei dipendenti: siamo usciti un po' tutti con gli occhi lucidi. È stata una Messa veramente molto semplice, a contatto diretto con chi da pochi giorni è stato eletto Pontefice. Lo abbiamo ringraziato tanto, specialmente quando ci ha salutato alla fine: siamo stati presentati uno ad uno e per ognuno di noi ha avuto una parola. Quello che ci ha detto un po' a tutti quanti è: `Pregate per me´. Tanti dipendenti, essendo giardinieri, gli hanno chiesto di visitare insieme a loro i giardini: lui ha annuito, facendo un cenno dalla testa. Non ha detto di no...».






dal grande Gino Basile Voce di uno che grida nel deserto

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Messa del Pontefice a Santa Marta 4.4.2013

La pace non ha prezzo

La pace non si compra nè si vende: è un dono di Dio. E lo dobbiamo chiedere. Lo ha ricordato  Papa Francesco giovedì mattina, 4 aprile, parlando  dello “stupore” manifestato dai discepoli di Emmaus davanti ai miracoli di Gesù. L’occasione è stata il commento del brano evangelico di Luca (24, 35-48), proclamato nella liturgia della consueta messa mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae, alla presenza di dipendenti vaticani, questa mattina una cinquantina di responsabili e operatori della Tipografia Vaticana.

«I discepoli che sono stati testimoni della guarigione dello storpio e adesso vedono Gesù — ha detto il Pontefice — sono un po’ fuori di sé, ma non per una malattia mentale: fuori di sé per lo stupore». Ma cos’è questo stupore? «È qualcosa — ha detto il Santo Padre — che fa sì che siamo un po’ fuori di noi, per la gioia: questo è grande, è molto grande. Non è un mero entusiasmo: anche i tifosi nello stadio sono entusiasti quando vince la loro squadra, no? No, non è un entusiasmo, è una cosa più profonda: è lo stupore che viene quando ci incontriamo con Gesù».

Questo stupore, ha spiegato il Pontefice, è l’inizio «dello stato abituale del cristiano». Certamente, ha fatto notare, non possiamo vivere sempre nello stupore, ma questa condizione è l’inizio che permette di lasciare «l’impronta nell’anima, e la consolazione spirituale». Infatti, lo stato del cristiano deve essere la consolazione spirituale, nonostante i problemi, i dolori, le malattie. «L’ultimo scalino della consolazione — ha detto il Papa — è la pace: si incomincia con lo stupore, e il tono minore di questo stupore, di questa consolazione è la pace». Il cristiano, pur nelle prove più dolorose, non perde mai «la pace e la presenza di Gesù» e con «un po’ di coraggio, possiamo dirlo al Signore: “Signore, dammi questa grazia che è l’impronta dell’incontro con te: la consolazione spirituale”». E, soprattutto, ha sottolineato, «mai perdere la pace». Guardiamo al Signore, il quale  «ha sofferto tanto, sulla Croce, ma non ha perso la pace. La pace, questa, non è nostra: non si vende né si compra». È un dono di Dio che dobbiamo chiedere. La pace è come «l’ultimo scalino di questa consolazione spirituale, che incomincia con lo stupore di gioia». Per questo, non dobbiamo farci «ingannare dalle nostre o da tante altre fantasie, che ci portano a credere che queste fantasie siano la realtà». Infatti, è più cristiano «credere che la realtà non possa essere tanto bella». Il Papa ha concluso chiedendo la grazia della consolazione spirituale e della pace, che «incomincia con questo stupore di gioia nell’incontro con Gesù Cristo».

Insieme con il Pontefice hanno concelebrato, tra gli altri, i salesiani don Sergio Pellini, direttore generale della Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano, e don Marek Kaczmarczyk, direttore commerciale. Erano presenti anche  Domenico Nguyen Duc Nam, direttore tecnico, Antonio Maggiotto e Giuseppe Canesso.

 
OR 5 aprile 2013

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[Modificato da Caterina63 06/04/2013 19:01]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)