DIFENDERE LA VERA FEDE

8 luglio 2013 visita (discutibile) del Papa a Lampedusa

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    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 06/07/2013 14:56
    [SM=g1740758]  I PRO E I CONTRI DI UNA VISITA DISCUTIBILE......
    una visita discutibile perchè purtroppo è intrisa di significato bonista e politico; discutibile perchè a differenza del Predecessore che definiva queste visite "VIAGGI APOSTOLICI o "Visita apostolica" qui l'apostolicità è messa in secondo piano, è una visita "umanitaria" come se il senso dell'apostolicità non portasse in sè il supporto di un sano e corretto spirito umanitario..... san Paolo, grande viaggiatore, e così gli altri Apostoli, non si diedero da fare per fare visite "umanitarie", ma delle vere visite apostoliche le quali, attraverso la predicazione e dunque l'apostolicità, recavano un benessere umanitario.....
    Discutibile quindi non la visita in sè (il Papa fa bene ad andare in questa veste in un luogo di morte, dolore ma anche di speranza per molti), ma le motivazione e il come verrebbe svolta secondo le note ufficiali della Santa Sede è tutto discutibile e persino inaccettabile... perchè è indispensabile che si facciano i nomi di quegli Stati e di quei governi europei che si sono lavati le mani davanti a questo dramma lasciando l'Italia a gestire da sola un flusso migratorio insostenibile.... Non ci dimentichiamo che se qualcuno di noi osasse varcare i confini di un altro Stato - pensiamo agli USA - senza documenti e senza soldi, non subiremmo il trattamento che gli italiani e quegli italiani di Lampedusa usano con carità e pazienza ai clandestini, ma veremmo cacciati via in malo modo con l'accusa di non osservare le leggi dello Stato ospitante.... e.... provate ad entrare nella Città del Vaticano senza documenti e senza invito, chiedete asilo politico al Papa e vediamo cosa risponderebbe..... perciò meno populismo e meno ipocrisia, lo chiediamo ai MEDIA affinchè non strumentalizzino la visita di preghiera ed umanitaria che il Papa fa in nome di Cristo...........



    Il Papa a Lampedusa. A santificare i clandestini


    05 luglio, 2013 | Permalink | Archiviato in: Attualità

    francesco lampedusaE come – mosso dalla sua “scientifica” istintività – voleva partecipare un tempo alla partita Roma-Lazio, con tutta la guerriglia urbana che ogni volta ne consegue, nella quale puntualmente ci scappa il morto, senza rendersi conto dei rischi ai quali avrebbe sottoposto se stesso, migliaia di persone, la città, le forze dell’ordine e gli stessi suoi uomini della scorta, – alla stessa maniera Papa Francesco ha ragionato annunciando d’improvviso il suo estemporaneo viaggio nell’isoletta di Lampedusa. Per la gioia di terzomondisti, fotografi e anime belle, nonché dei vendoliani, ossia i seguaci dell’antesignano del vendolismo, la buonanima del vescovo Tonino Bello, l’introduttore della bandiera arcobaleno nelle chiese italiane.

    Il prefetto della repubblica competente in quella martoriata terra non ha avuto la forza del prefetto di Roma per opporre, a quest’altra trovata mediatica del papa Argentino, un“no!”, come pure era politicamente opportuno per la pubblica sicurezza non solo dell’isola, non solo dell’Italia, ma pure degli aspiranti clandestini. E se non lui avrebbe dovuto farlo il ministro degli interni: ma come si fa ad avere tanto coraggio?

    Probabilmente Francesco non si è reso conto di tutti risvolti politici che questo viaggio-lampo avrà, e non è la prima volta che sottovaluta certi “gesti”, o forse li valuta e gli stanno bene. A lui. Ci va, a quanto dice, perché terra di “emergenze umanitarie”. Certo. Intanto però, in violazione delle leggi italiane, santifica fra le righe esattamente il fenomeno che tanto lo addolora: l’immigrazione. È giusto. Ma quando è clandestina bisogna andarci coi piedi di piombo. Perché si rischia non solo di sdoganarla, ma di incoraggiarla e incrementarla, e subliminalmente è questo il messaggio che passa. E che arriverà dritto dritto nell’Africa nera, agli occhi e alle orecchie prima ancora degli aspiranti clandestini dei loro traghettatori, ossia i criminali commercianti di carne umana che non esitano un secondo, se lo reputano opportuno a gettare uomini, bambini, donne incinte in mare e darsela a gambe. In questi ultimi anni è avvenuto migliaia di volte e migliaia di migliaia galleggiano sulle acque procellose di Lampedusa; e se non sono stati gettati in mare, sono stati trasportati alla meta dalle “carrette del mare” non solo in condizioni bestiali, ma in fin di vita. Dopo avergli prosciugato le tasche.
    papamobile
    A questo aggiungici il martirio quotidiano degli abitanti dell’isola, la cui vita è stata resa impossibile da ormai un decennio di “stato d’assedio” permanente, da parte dei clandestini e delle forze dell’ordine. Che non so quale reazione tributeranno al sicuro richiamo alla “solidarietà” dettata dal sentimentalismo che ha ispirato questa improvvida visita a uso e consumo delle telecamere, ancora una volta.

    E aggiungiamo di più: molti di quei clandestini che arrivano, e che si moltiplicheranno in seguito al viaggio del papa, non potendo il Paese digerire tale flusso immigratorio ridistribuendolo come forza lavoro, finiranno, come già son finiti, a ingrossare la criminalità organizzata, il lavoro clandestino e soprattutto lo spaccio di stupefacenti (basta girare la sera intorno a Termini, per Firenze, Perugia, per rendersi conto di che colossale giro di droga gestiscono gli africani immigrati clandestini). E naturalmente la prostituzione: persino nelle cittadine di provincia oggi si vede una cosa mai vista prima in periferia: sotto la luce del sole decine di prostitute africane in attesa di clienti. Spettacolo che un tempo era riservato alle sole grandi città. Spacciatori, lavoratori in nero, prostitute che invadono l’Italia, tutti quanti sono passati da Lampedusa. E la maggior parte di loro ancora delinque nel paese senza avere il permesso di soggiorno, né lo cerca: altrimenti sarebbero costretti a trovarsi un lavoro onesto e proprio perciò assai meno redditizio.

    Ma poi questo papa, proveniente dalla terra fatta in gran parte di immigrati, come è l’Argentina, figlio esso stesso di immigrati italiani, ne immagina una tipologia che non esiste più. Perché le ragioni profonde di questa immigrazione africana clandestina sono del tutto lontane dai motivi che spinsero gli italiani a cercare “fortuna” in Argentina. Anzitutto non è vero che cercassero “fortuna”: cercavano un posto dove non morire di fame loro, e campare la famiglia, lavorando duramente; e siccome l’Italia sabauda e liberale era l’ultimo posto dove poter ottenere queste pur basilari cose, straziandosi il cuore, partivano.

    Per buona parte dell’immigrazione clandestina odierna, così non è. Ormai è accertato che nei loro villaggi e città in Africa hanno non solo da vivere e mangiare ma anche da lavorare, e ci sarebbe bisogno di loro; ma tuttavia si decinono alla partenza verso Lampedusa in base a chimere tutte “materialistiche”, “occidentali”: la ricerca di una “vita all’occidentale” dicono, che immaginano facile, godibile, ricca, anarchica e consumistica, tutti i privilegi materiali che avremmo noialtri. Vale a dire, se vogliamo stare all’ambito cattolico e musulmano – che sono le fedi che in maggioranza i clandestini professano, semmai ne professano una – , tutti quegli eccessi che sia il cristianesimo, sia l’islamismo, sia la stessa predicazione di Francesco condannano.
    Ancora una volta: cui prodest?

    Ai primi tempi di questo pontificato, disorientato da tutte queste stravaganti trovate quotidiane, stavo lamentandomene con uno scrittore cattolico.
    Chiacchierando del più e del meno, gli avevo raccontato con un sorriso di una “trovata” di Francesco, che non si è mai saputo se fosse vera o fosse un diceria agiografica dei suoi laudatores:
    Il papa esce dalla porta e vede una guardia svizzera in piedi“. “Da quanto tempo è qui?”. Da tutta la nottata. Allora il papa rientra nel suo studio, prende una sedia, una merendina e gliele porta, poi aggiunge: “Se serve niente, bussi, io sto qui”. Come diceva Caltagirone al tuttofare di Andreotti, “che te serve gnente a Fra’?”. E naturalmente hanno trovato il modo di sbandierare la cosa ai quattro venti, come ogni stravaganza che s’inventa ogni giorno. Alcuni dicono “populismo”, altri “captaptio benevolentiae”, altri “esibizionismo scientifico”, le anime belle ci vedono “tanta umiltà”, un mio amico prete che all’inizio era entusiasta adesso ammette che “mi fa venire in mente il personaggio dell’Anticristo di Solovev”. Personalmente, vedo le cose per così come sono: ridicole. E mi fa sorridere. Senza contare che quella guardia svizzera lì d’ora in poi, se si vuol sedere durante il suo servizio, si sentirà ben in diritto di mandare a quel paese il suo capitano che eventualmente lo richiamasse all’ordine».

    Mi rispose l’antico scrittore cattolico, rassegnato: «Mi dicono comunque che anche nel Sudamerica finto, come l’Argentina (tutti immigrati che sognano di tornare in Europa) funziona così, con ‘ste chitarrate svenevoli al cuore, i sentimenti, le emozioni… Non a caso i preti sono tutti chiamati padrecitos… ».

    Dalla ragione e sentimento viene il sospetto si stia rapidamente passando alla irrazionalità e sentimentalismo. Con qualche schitarrata di sottofondo dalla Pampa che s’è trasferita a Roma. E prossima a sbarcare in tour estivo a Lampedusa. Auguri tanti agli abitanti.

    di Antonio Margheriti Mastino © 2013 Qelsi


    [SM=g1740771]

    riflessione:

    Ottime riflessioni che condivido per molte ragioni per altro a me vicine….
    Senza entrare nei particolari sottolineo solo uno degli aspetti peggiori di questo viaggio e che, mi auguro, non sia dipeso dal Papa: Francesco non dovrebbe incontrare alcuna autorità a parte il sindaco….
    Ora mi fermo e chiedo a Papa Francesco: santità, perdoni, ma chi è che si fa un mazzo così 24 ore su 24, sottopagato e senza straordinari, a turni estenuanti per andare in soccorso di queste barche piene di carne umana e che grazie a questi soccorsi molti si salvano?
    Sono quelle FORZE DELL’ORDINE che a quanto pare il Papa non andrà a salutare…. Francesco porterà la sua solidarietà soltanto agli immigrati, le forze dell’ordine sono così quella forza orscura per Francesco, indegna di un suo saluto?
    Mi reputo cattolica ma comincio a capire quei non cattolici che chiedono a questo punto al Papa di portarseli in casa questi immigrati, gli dia lui il lavoro, li metta lui in regola nella società civile, li nutri ogni giorno, li vesta ogni giorno.
    Francesco sarebbe capacissimo di farlo, io non lo metto in dubbio, ma col populismo e il bonismo non si risolvono i problemi, anzi, dopo averne tamponato qualcuno ci si ritroverebbe ancora più impantanati perchè, anche aprendo la Città del Vaticano a tutti i clandestini dandogli asilo politico…. nel giro di un mese il Vaticano andrebbe in fallimento, ed anche vendendo san Pietro non solo dopo due anni ristarebbero senza fondi ma riceverebbo lo sfratto dal nuovo proprietario ;-)
    Santità, i gesti sono belli e significativi, non c’è dubbio, ma qui non siamo in Argentina…. e la situazione è molto diversa.
    Porti pure la sua solidarietà, ma non dimentichi le Forze dell’Ordine che in Italia sono sottopagate e sono i veri angeli che per primi tirano fuori i clandestini dal rischio di una morte crudele…. non dimentichi che il suo predecessore fu attaccato per aver detto che oltre alla solidarietà, i migranti DEVONO OBBEDIRE ALLE LEGGI dello Stato che li riguardano… lo dirà anche lei questo?
    è capace di ricordare che senza le regole del gioco la partita non va avanti e nessuno si diverte più?
    Stia attento da chi le da consigli in Vaticano, guardi cosa hanno prodotto al suo predecessore….

    [SM=g1740733]


    [Modificato da Caterina63 08/07/2013 13:20]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)