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20. Se pertanto nelle assise del Concilio siedono soltanto coloro che sono incaricati nella Chiesa di Dio di compiere «il servizio dell’autorità», si comprende come non vi figurino gli altri componenti della comunità dei credenti: sacerdoti, religiosi e laici. Ma tutta la comunità è tuttavia presente nel Concilio, perché ivi è espressa la sua fede, ivi sono trattati i suoi interessi, ivi sono riuniti i Pastori che la guidano, la interpretano, e la rappresentano. Se il Concilio fosse concepito come una riunione di ecclesiastici separati dal resto della Chiesa, non sarebbe compresa la sua natura di sintesi della Chiesa: il sacerdozio è per i fedeli; dove più è marcata la composizione sacerdotale d’un’assemblea, lì è più accentuata la presenza morale del popolo cristiano; così nel Concilio tutta la Chiesa sarà presente, perché non si concepisce né il Papa, né l’Episcopato senza di essa.

21. Nelle riunioni del Concilio oggi non figureranno le Autorità civili. Vi figuravano un tempo, con varie funzioni, non però intrinseche all’esercizio del magistero ecclesiastico. Ma la distinzione sempre più netta fra società civile e società ecclesiastica, propria del diritto pubblico dei nostri tempi, rende né possibile, né augurabile l’intervento di Autorità civili al Concilio. La Chiesa vi appare sola, inerme, ma libera nella sua più completa e originale espressione (Cfr. Hefele, I, 41, n. 3, 47-48; 52; 57, etc.).

22. Questi accenni ci porterebbero a dare uno sguardo su la storia dei Concilii. Ma questo ci distrarrebbe ora dal nostro scopo, che non vuol essere tanto informativo, quanto indicativo dell’importanza religiosa del Concilio al quale ci prepariamo. Dalla linea storica dei Concilii ecumenici non deriviamo perciò che un’osservazione; quella sul carattere collegiale dell’Episcopato, in quanto successore del collegio apostolico. E come il collegio apostolico ebbe Pietro per capo, così il collegio dei Vescovi ha il Papa per capo. Siamo alla radice del diritto costituzionale della Chiesa. La riunione pertanto del Collegio dei Vescovi mediante il Papa, la quale costituisce il Concilio ecumenico, è di diritto divino (Wernz-Vidal – Jus canonicum, II, p. 444, n. 457. – Cristo non determinò né l’obbligo, né il tempo, né il modo dell’esercizio dell’istituto conciliare, ch’Egli subordinò alla potestà delle chiavi, cioè alla pienezza di giurisdizione data a Pietro su tutta la Chiesa).

Cristo è all’origine dei Concilii ecumenici.

23. Poi la lunga serie di queste grandi assemblee (Si conviene di contare fino a ventidue Concilii ecumenici, computando fra essi il Concilio di Gerusalemme, narrato negli Atti degli Apostoli – capo 15, 6-29 – ed il prossimo Vaticano secondo. La Chiesa orientale dissidente non riconosce che gli otto primi Concilii ecumenici, – sette per alcuni – tutti celebrati in Oriente e convocati dagli Imperatori, con l’approvazione dei Papi. Dopo il IV Concilio di Costantinopoli – 869-870 – si ha una pausa, fino al I Concilio Lateranense, convocato da Papa Callisto II nel 1123; e da allora i Concilii ecumenici furono tutti celebrati in Occidente. Vi è discussione sul carattere ecumenico del Concilio di Basilea – 1431 -, continuato poi in quello di Ferrara-Firenze – 1438-1442 -; ecco perché non tutti concordano sul numero totale dei Concilii ecumenici – cfr. Refete, Histoire des Conciles., I, 79 ss. -. «Il riconoscimento proprio di questi…Concilii come ecumenici non risale ad un atto legislativo dei Papi, che li abbracci tutti complessivamente, ma si è fatto strada nella scienza e nella prassi ecclesiastica» Jedin, Breve storia dei Concilii, p. 9, Roma, Herder, 1961 -. Innumerevoli poi, come si sa, sono i Concilii non ecumenici celebrati nella storia della Chiesa: generali, nazionali, provinciali, diocesani) ci offrirà l’itinerario secolare della storia ecclesiastica, mostrandoci i momenti più drammatici e decisivi del cristianesimo nel mondo: per definire il senso della parola rivelata di Dio, per rivendicare alla Chiesa la sua libertà, per ricomporre la sua unità, per far scaturire dal suo seno stesso la sua interiore e genuina vitalità (cfr. N. Mosconi, Vigilia Conciliare, Rovigo 1961; Autori diversi: Le Concile et les Conciles, Ed. du Cerf, 1960; tradotto in it.: Il Concilio e i Concilii, Ed. Paoline, 1961).

24. Ed eccoci pertanto obbligati a fissare più addentro lo sguardo in questo ricorrente fenomeno storico, che tanta parte ha nella vita della Chiesa, nella determinazione del suo pensiero e della sua spiritualità, nella robustezza della sua compagine, nella sopravvivenza della sua longevità. La Chiesa non è soltanto un’istituzione visibile e composta di uomini. La Chiesa non è soltanto un fenomeno storico singolare. La Chiesa non è soltanto un complesso di dottrine, di precetti e di riti. La Chiesa è un mistero (cfr. De Lubac, Méditation sur l’Eglise, Aubiet, Paris,1953. – Congar, Esquisses du Mystère de l’Eglise, Ed. du Cerf, Paris 1953; Clérissac, Le Mystère de l’Eglise, – Hasserveldt, Il mistero della Chiesa, Ed. Paoline, 1956. Guardini, Il senso della Chiesa, Morcelliana, Brescia, 1960). Cioè un disegno divino, una presenza divina, un’azione divina. Disegno, presenza, azione misteriosamente visibile e misteriosamente nascosta: vedrà, capirà, esulterà chi avrà la grazia della fede, e la lucidità di mente con la volontà amorosa di accettare la fede e di viverla. Ma ad entrare in questa visione interiore e misteriosa della Chiesa aiuterà la visione esteriore e storica della Chiesa medesima, ch’è segno a se stessa, con le sue inconfondibili note, della sua verità (20. Joumet,…p. 647 ss. – cfr. Newman, Apologia pro vita sua, passim.).

25. La Chiesa è un mistero che bisogna cercare nella mente di Dio. Bisognerà che ci abituiamo a fare questo sforzo, umile, attento, amoroso, di cercare l’origine della Chiesa nel pensiero divino, facendo tesoro delle parole della Sacra Scrittura. Muovendoci a questa ricerca c’incontreremo subito in questa sublime scoperta: ancor prima che noi cercassimo Dio, Dio cercava noi!5 Egli «per primo ci amò» (1 Jo. 4, lo e 19). E la Chiesa, cioè l’umanità riunita in Cristo, altro non è che il compimento del disegno d’amore di Dio verso di noi. È Dio che cerca il suo popolo e costruisce la sua Gerusalemme, nell’Antico Testamento (Cfr. Eccli. 24, 11 ss.); è Dio che forma il suo popolo secondo l’immagine del Figlio suo, mandato per amore a redimere il mondo, nel Nuovo Testamento (Cfr. Rom. 8, 29; Jo. 3, 16).

26. Anzi, la Chiesa è la continuazione di Cristo nel tempo e la dilatazione di Cristo sulla terra. È una sua viva presenza. Nell’autorità e nell’insegnamento della Chiesa: «chi ascolta voi, ascolta me» (Lc. l0, 16). Nella comunità legittimamente costituita della Chiesa: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, ivi Io sono in mezzo a loro» (Mt. 18, 20). Nella attività e nella successione apostolica, presente per sempre: «Ecco Io sono con voi – sempre Cristo che parla – ogni giorno fino alla consumazione del tempo» (Mt. 28, 20). E il mistero del sacrificio eucaristico perpetuerà questa ineffabile presenza di Gesù fra noi: «Tutte le volte che mangerete di questo pane e berrete di questo calice, voi celebrerete la morte del Signore, finché Egli venga» (1 Cor. 11, 26).

27. È la sua azione salvatrice. Cioè il tramite della sua azione salvatrice, il veicolo; strumento nell’esercizio della potestà di ordine, cioè nell’amministrare i Sacramenti, e collaboratrice subordinata nell’esercizio della potestà di giurisdizione, libera ed umana causa seconda (Journet, ib., I, 132). Lo Spirito Santo, è mandato da Gesù, come l’animatore della Chiesa, e crea in essa la grazia, con i suoi carismi ed i suoi doni (Cfr. Jo.: discorsi dell’ultima Cena; ad es. 14-16).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)