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[SM=g1740758] Con settembre Papa Francesco riprende anche le Messe a Santa Marta, quella del mattino alle ore 7,00 e così, dopo aver seguito il Pontefice nei primi mesi, da marzo a luglio 2013 le cui omelie troverete qui, riprendiamo una nuova pagina per offrire a tutti spunti di meditazione quotidiana....

Messa del Papa a Santa Marta: "Mai uccidere il prossimo con la nostra lingua"


Dove c’è Dio non ci sono odio, invidia e gelosia e non ci sono quelle chiacchiere che uccidono i fratelli: è quanto ha affermato Papa Francesco stamani 2 settembre, a Santa Marta, dove ha ripreso a celebrare la Messa con i gruppi dopo la pausa estiva. Il servizio di Sergio Centofanti:

L’incontro di Gesù con i suoi conterranei, gli abitanti di Nazaret, come lo racconta il Vangelo di San Luca proposto dalla liturgia del giorno, è stato al centro dell’omelia del Papa. I nazaretani ammirano Gesù – osserva il Pontefice – ma aspettano da lui un qualcosa di strabiliante: “volevano un miracolo, volevano lo spettacolo” per credere in lui. Così Gesù dice che non hanno fede e “loro si sono arrabbiati, tanto. Si sono alzati, e spingevano Gesù fino al monte per buttarlo giù, per ucciderlo”:

“Ma guardate com’è cambiata la cosa: cominciarono con bellezza, con ammirazione, e finivano con un crimine: volendo uccidere Gesù. Questo per la gelosia, l’invidia, tutte queste cose … Questa non è una cosa che è successa duemila anni fa: questo succede ogni giorno nel nostro cuore, nelle nostre comunità. Quando in una comunità si dice: ‘Ah, che buono, questo che è venuto da noi!’. Se ne parla bene il primo giorno; il secondo, non tanto; e il terzo si incomincia a spettegolare e finiscono spellandolo”.

Così i nazaretani “volevano uccidere Gesù”:

“Ma quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere: lo stesso di questo! L’Apostolo Giovanni, nella prima Lettera, capitolo III, versetto 15c, dice questo: ‘Quello che odia nel suo cuore suo fratello, è un omicida’. Noi siamo abituati alle chiacchiere, ai pettegolezzi. Ma quante volte le nostre comunità, anche la nostra famiglia, sono un inferno dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!”.

“Una comunità, una famiglia – ha proseguito il Papa - viene distrutta per questa invidia, che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male dell’altro, e così si distrugga”. “In questi giorni – ha sottolineato - stiamo parlando tanto della pace”, vediamo le vittime delle armi, ma bisogna pensare anche alle nostre armi quotidiane: “la lingua, le chiacchiere, lo spettegolare”. Ogni comunità – ha concluso il Papa - deve vivere invece con il Signore ed essere “come il Cielo”:

“Perché sia pace in una comunità, in una famiglia, in un Paese, nel mondo, dobbiamo incominciare così: essere con il Signore. E dov’è il Signore non c’è l’invidia, non c’è la criminalità, non c’è l’odio, non ci sono le gelosie. C’è fratellanza. Chiediamo questo al Signore: mai uccidere il prossimo con la nostra lingua, ed essere con il Signore come tutti noi saremo in Cielo. Così sia”.

[SM=g1740733]

Gesù non ha bisogno di eserciti per vincere il male......

2013-09-03 Radio Vaticana

“Sempre dove è Gesù c’è umiltà, mitezza e amore”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha messo l’accento sulla distinzione tra la “luce tranquilla” di Gesù che parla al nostro cuore e la luce del mondo, una “luce artificiale” che ci rende superbi e orgogliosi. Il servizio di Alessandro Gisotti:


L’identità cristiana è “un’identità della luce non delle tenebre”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dalle parole di San Paolo rivolte ai primi discepoli di Gesù: “Voi fratelli non siete nelle tenebre, siete tutti figli della Luce”. Questa Luce, ha osservato il Papa, “non è stata ben voluta dal mondo”. Ma Gesù, ha detto, è venuto proprio per salvarci dal peccato, “la sua Luce ci salva dalle tenebre”. D’altro canto, ha soggiunto, oggi “si può pensare che ci sia la possibilità” di avere la luce “con tante cose scientifiche e tante cose dell’umanità”:

“Si può conoscere tutto, si può avere scienza di tutto e questa luce sulle cose. Ma la luce di Gesù è un’altra cosa. Non è una luce dell’ignoranza, no! E’ una luce di sapienza e di saggezza, ma è un’altra cosa che la luce del mondo. La luce che ci offre il mondo è una luce artificiale, forse forte - più forte è quella di Gesù, eh! - forte come un fuoco d’artificio, come un flash della fotografia. Invece, la luce di Gesù è una luce mite, è una luce tranquilla, è una luce di pace, è come la luce nella notte di Natale: senza pretese”.

E’, ha detto ancora il Papa, una luce che “si offre e dà pace”. La luce di Gesù, ha proseguito, “non fa spettacolo, è una luce che viene nel cuore”. Tuttavia, ha avvertito, “è vero che il diavolo tante volte viene travestito da angelo di luce: a lui piace imitare Gesù e si fa buono, ci parla tranquillamente, come ha parlato a Gesù dopo il digiuno nel deserto”.

Ecco perché dobbiamo chiedere al Signore “la saggezza del discernimento per conoscere quando è Gesù che ci dà la luce e quando è proprio il demonio, travestito da angelo di luce”:

“Quanti credono di vivere nella luce e sono nelle tenebre, ma non se ne accorgono. Come è la luce che ci offre Gesù? La luce di Gesù possiamo conoscerla, perché è una luce umile, non è una luce che si impone: è umile. E’ una luce mite, con la fortezza della mitezza. E’ una luce che parla al cuore ed è anche una luce che ti offre la Croce. Se noi nella nostra luce interiore siamo uomini miti, sentiamo la voce di Gesù nel cuore e guardiamo senza paura la Croce: quella è luce di Gesù”.

Ma se, invece, viene una luce che ti “rende orgoglioso”, ha ammonito, una luce che “ti porta a guardare gli altri dall’alto”, a disprezzare gli altri, “alla superbia, quella non è luce di Gesù: è luce del diavolo, travestito da Gesù, da angelo di luce”.
Il Papa ha così indicato il modo per distinguere la vera luce da quella falsa: “Sempre dove è Gesù c’è umiltà, mitezza, amore e Croce”. Mai, ha soggiunto, “troveremo un Gesù che non sia umile, mite, senza amore e senza Croce”.

Dobbiamo allora andare dietro di Lui, “senza paura”, seguire la sua luce perché la luce di Gesù “è bella e fa tanto bene”. Nel Vangelo odierno, ha concluso, Gesù scaccia il demonio e la gente è presa da timore di fronte ad una parola che scaccia gli spiriti impuri:

“Gesù non ha bisogno di un esercito per scacciare via i demoni, non ha bisogno della superbia, non ha bisogno della forza, dell’orgoglio. ‘Che parola è mai questa che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?’ Questa è una parola umile, mite, con tanto amore; è una parola che ci accompagna nei momenti di Croce. Chiediamo al Signore che ci dia oggi la grazia della sua Luce e ci insegni a distinguere quando la luce è di Lui e quando è una luce artificiale, fatta dal nemico, per ingannarci”.


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[Modificato da Caterina63 10/01/2014 10:42]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)