00 26/11/2013 10:18

  « Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato per ridurre al nulla le cose che sono »
(1Corinzi, 1,27-28.)
Certo, qui Paolo parla della croce, la scelta di Dio di usare ciò che per il mondo era da stolti (il morire sulla croce), per ribaltare le cose, la sofferenza, le ingiustizie, ecc... ma è anche vero che in questa frase c'è quel misterioso progetto di Dio (come spiegano i Padri della Chiesa) che va anche oltre l'uso della croce e crocifissione e si estende sulle scelte di Dio in generale per mandare avanti il suo progetto.....

Putin non è certo uno stinco di santo.... ma anche all'epoca Gesù non rinnegò affatto il potere di Cesare e il potere del governatore Pilato  nè fece ricadere su di loro la "colpa" di quella condanna a morte.
Putin rappresenta anche quella Russia dal suo passato stolto ed ignobile, rappresenta anche gli ultimi testa coda di un comunismo impietoso (Putin è stato capo del KGB...), ma Putin rappresenta oggi anche quel "confondere" in senso positivo, le scelte drammatiche etiche ed immorali di una Europa che sempre più rinnega il Cristo..... Putin potrebbe essere la chiave di comprensione di quelle vene profetiche serie nelle quali si parla di una sorta di un ultimo "imperatore-cristiano" nell'Europa prima dell'arrivo dell'Anticristo.... 
Chissà....
Buona lettura ;-)

http://www.papalepapale.com/develop/santa-madre-russia-il-nuovo-e-ultimo-bastione-del-cristianesimo/






(Putin mentre bacia l'Icona della Madonna che ha portato in dono a Papa Francesco nella sua visita del 25 novembre 2013;
a sua volta il Papa, sorpreso dal gesto di Putin, bacerà anche lui l'icona
)





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Santa Madre Russia: Il nuovo (e ultimo) bastione del cristianesimo?

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 SANTA MADRE RUSSIA: 

IL NUOVO (E ULTIMO) BASTIONE DEL CRISTIANESIMO?

LA RUSSIA ORTODOSSA DI PUTIN  

 VS.

IL NUOVO ORDINE MONDIALE MASSONICO…

…INCONTRO ALL’ARMAGHEDDON? 

(articolo rieditato)

di Gianluca Marletta* da papalepapale.com

487975_4379870255301_704246288_n*(Saggista e coautore, con la giornalista Enrica Perucchietti, del libro:N.W.O. Storia e ideologia del Nuovo Ordine Mondiale, che sarà in libreria in autunno per i tipi della Arianna Edizioni).

DA IMPERO DEL MALE A IMPERO DELLA BENE

E’ l’unica nazione di tradizione cristiana capace di vietare (per Cento Anni!) le manifestazioni pubbliche delle lobby omosessuali “infischiandosene” bellamente delle accuse di autoritarismo lanciatele dai “democratici” d’ogni latitudine; uno dei pochi paesi al mondo dove, stando a tutti i sondaggi e le statistiche, la religione è in crescita esponenziale e la chiesa nazionale (quella Ortodossa) è di gran lunga l’istituzione più popolare; un paese devastato per decenni dalla denatalità e dalla pratica dell’aborto facile che, al giorno d’oggi, “premia” ogni nuova nascita con un bonus equivalente a 9.000 euro1; un paese che ha schiacciato senza pietà il terrorismo islamico locale (quello ceceno di tipo salafita, finanziato dall’Arabia Saudita) ma che intrattiene relazioni amichevoli con buona parte del mondo islamico ed è visto, con evidente simpatia, da tutte quelle forze che si oppongono, per i più svariati motivi, al cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale concepito dalle elite occidentali. Una nazione che, recentemente, sembra essere entrata nelle grazie e nelle speranze persino di molti Cattolici (soprattutto laici), i quali cominciano a vedere in essa quasi una sorta di rinnovato “bastione” o baluardo della Cristianità.

Mosca: 100.000. persone manifestano contro la profanazione compiuta dalle “Pussy Riot”. I media occidentali l’hanno totalmente ignorata

Questa nazione, unica nel suo genere per estensione geografica e complessità culturale, è la Russia: l’immensa Russia euroasiatica dagli spazi sconfinati e dalle esotiche cupole d’oro, cerniera storica tra Europa e Asia, ma anche centro gravitazionale di uno dei “polmoni” del Cristianesimo, quell’Ortodossia che sembra aver conservato, coi suoi pregi e limiti, il sapore di quella spiritualità arcaica che altrove sembra ormai perduta.

Eppure, questa Russia, che oggi sembra quasi riprendere in mano l’eredità di Bisanzio ergendosi a scudo contro le derive sia culturali che militari dell’Occidente post-cristiano, è la stessa che, fino a solo qualche decennio fa, rappresentava “l’impero ateo” per eccellenza e che, ancor più di recente, sotto il regime dell’alcolizzato e filoccidentaleEltsin, sembrava destinata ad un’irrimediabile tracollo e alla totale dissoluzione sociale e politica.

Quello che è accaduto in Russia negli ultimi anni è, pertanto, un evento straordinario, una vera “resurrezione” che, per essere compresa, dev’essere giudicata non con le nostre categorie politiche, culturali e morali occidentali, ma a partire dalla Russia stessa, dalla sua cultura e dai suoi valori.

DALLA PALUDE DELLA DISSOLUZIONE ALL’EGEMONIA SULL’EURASIA. RAZZIA DEGLI OLIGARCHI CHE VOLEVANO “IMPORTARE DEMOCRAZIA”. AVARIATA

L’era post-comunista, in Russia, coincide essenzialmente con la dissoluzione dell’Impero Sovietico ma anche, e soprattutto, con la devastazione economica e morale del popolo russo. Sotto il presidente Eltsin, alcolizzato paladino degli interessi occidentali, ha luogo infatti quella drammatica svendita dei “gioielli di famiglia” dell’economica ex-sovietica che crea quella casta degli “oligarchi” spesso appoggiati e finanziati dall’estero.

Mihail Kodorkovsky: il criminale oligarca e faccendiere al soldo di Soros e dei Rothschild, processato per truffa

I registi di questo saccheggio sono essenzialmente identificabili con la grande finanza anglosassone: tra i personaggi più in vista in quegli anni spicca Mikhail Khodorkovsky, (poi condannato nell’era Putin per frode ed evasione fiscale, divenendo così un “martire della democrazia” per i media occidentali), protagonista negli anni ’90 della privatizzazione del gigante petrolifero nazionale Yukos, nonché della svendita del patrimonio minerario russo, grazie alla creazione di società fantasma domiciliate in paradisi fiscali esteri e contando sul supporto finanziario dei Rothchild d’Inghilterra2. In cambio dell’aiuto occidentale, peraltro, Khodorkovsky ha finanziato nel 2001 a Londra la nascita di una Open Russia Fondation (sul modello della Open Society di Soros), finalizzata all’esportazione della “democrazia” nell’immenso paese euroasiatico.

Al tempo stesso, altri oligarchi (tutti successivamente messi sotto processo da Putin) svendevano altre risorse nazionali: come Berezovsky (Aeroflot), Abramovich (Banca Most) o Chernoy (Trans World Metals); tutti regolarmente fuggiti qualche anno dopo dalla Russia per riparare in Gran Bretagna o (in virtù della loro ascendenza ebraica) in Israele.

Alcuni oligarchi sono stati addirittura sospettati e additati dall’opinione pubblica di supportare, in funzione antinazionale, il nascente terrorismo ceceno: fra di essi, il caso più clamoroso è quello di Boris Berezovsky, oligarca dell’epoca Eltsin, poi riparato a Londra e infine in Israele per sfuggire alla giustizia moscovita, e il cui ex-capo delle guardie del corpo è stato, per lungo tempo, il superterrorista Aslan Maskhadov, autore della strage nella scuola di Beslàn.

L’OCCIDENTE VOLEVA FARE UNA RUSSIA A IMMAGINE DEL “PRESIDENTE UBRIACONE” CHE LA DOMINAVA. QUASI RIUSCENDOCI…

Ma il dramma forse più terribile dei primi anni della Russia post-sovietica è stato lo scadimento umano di un intero popolo: un popolo uscito devastato da 70 di ateismo coatto il quale, una volta privato anche delle retoriche certezze ideologiche del sovietismo, sembrava destinato ad una vera e propria putrefazione sociale. L’immagine del “presidente ubriacone” Eltsin è stata per anni quella stessa della Russia: un paese senza identità, falcidiato dall’alcolismo e dalla violenza, fragile e ricattabile da parte di qualsiasi potere forte, infiltrato da una sottocultura di derivazione occidentale permeante e dissolutiva.

L’alcolizzato Eltsin che il corrotto Occidente tentò di utilizzare come piede di porco per divellere la Russia cristiana e ridurla nella sua stessa poltiglia morale, dunque in un immenso cortile per i traffici più immondi del turbocapitalismo anglo-americani

Il vecchio sogno anglosassone della conquista dell’Heartland, la piattaforma euroasiatica da cui poter dominare il mondo, mediante la dissoluzione o il ridimensionamento definitivo della Russia, sembrava, pertanto, vicinissimo a realizzarsi: il crollo dell’impero sovietico, infatti, aveva anche portato a quel “risveglio delle nazionalità” che aveva sottratto all’influenza russa non solo l’Asia Centrale e gran parte della regione caucasica, ma anche quell’Ucraina che, oltre ad essere un paese di quasi 60 milioni di abitanti, è anche la culla storica della Rus.

Come affermava ancora nel 1997Zbigniew Brzezinsky, nel suo saggio dal titolo The Great Chessboard (Il Grande Scacchiere): “la Russia senza l’Ucraina (…) diverrà un impero sostanzialmente asiatico, probabilmente trascinato in conflitti usuranti con le nazioni dell’Asia Centrale”.

Nel 2003, intanto, grazie ai fondi e alle cosiddette ONG come la Open Societysponsorizzate dal magnate americano George Soros, ma anche da altre fondazioni “private” come il National Endowment For Democracy o la tedesca Konrad Adenauer Foundation, le cosiddette “rivoluzioni colorate” consegnavano in mano all’Occidente sia la Georgia che l’Ucraina, in prospettiva di una futura adesione dei due paesi ex-sovietici alla NATO.








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)