00 21/12/2013 12:08

  Nella disfida tedesca, Koch sta con Müller

Merita di essere letta la lunga intervista che Armin Schwibach ha realizzato per l'agenzia cattolica in lingua tedesca kath.net al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani.

Molti i temi toccati, dalla rinuncia di Benedetto XVI al pericolo di un nuovo pelagianesimo, dallaEvangelii Gaudium al ruolo del vescovo nel mondo d'oggi. Il porporato svizzero (successore di Walter Kasper al dicastero che s'occupa di ecumenismo) ha anche parlato del confronto – a tratti aspro – tra il prefetto della congregazione per la dottrina della fede,Gerhard Müller, e parte dell'episcopato tedesco. Koch, senza dubbio alcuno, sta con il custode dell'ortodossia. Ecco un breve passaggio:

"L'arcivescovo Müller non ha fatto altro che richiamare alla memoria la dottrina della chiesa, ribadendo ciò che aveva a suo tempo detto il cardinale Ratzinger quando guidava quella stessa congregazione. Qualsiasi esame serio della questione deve partire dall'insegnamento, che è espressione della chiara volontà di Gesù Cristo. L'opposizione ormai consueta tra insegnamento e pastorale non può essere la strada che la chiesa deve seguire. Nuovi modi di intendere la pastorale possono essere trovati solo alla luce della verità dottrinale".



  ecco l'intervista fatta con l'aiuto di un traduttore della rete:

Intervista al Cardinale Kock: Mi chiedo se si prende nota di ciò che dice il Papa

 

Roma (kath.net / as)  intervista il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. Egli prende una posizione chia nell'intervista di kath.net, e chiarisce a qualche attuale oggetto di accesi dibattiti all'interno delle problematiche della Chiesa, come ad esempio la questione della cura pastorale dei divorziati risposati , la "polemica contro la Congregazione per la Dottrina della Fede" e discute serenamente la misura in cui Papa Francesco è in continuità con i suoi predecessori.

 

kath.net: Eminenza, in preparazione al Sinodo straordinario dei Vescovi nel 2014 sulle sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione, la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi ha fatto un "sondaggio" che è diventato noto come "sondaggio" nella comprensione del pubblico ed è stato anche presentato da alcune diocesi in quanto tali. Cosa ne pensa del contenuto e l'approccio in considerazione del fatto che questo "questionario" passato e delle diocesi o organismi è stato anche cambiato? Scarica alcuni esplicitamente e includono non cattolici e non cristiani a partecipare. Si vede il pericolo che l'indagine da possibili manomissioni dall'esterno viene falsificata?

 

il cardinale Koch: Il Santo Padre ha indetto il Sinodo straordinario dei Vescovi convocato prima del Sinodo annuale dei Vescovi nel 2015, per dare spazio sufficiente per i problemi della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione e discutere. A tal fine, vuole naturalmente sapere come i fedeli la pensare a riguardo di queste domande. Che tutti possono parlare di questi temi, è in realtà una libertà pubblica  di oggi, ma nella Chiesa c'è sempre stata la discussione. Sarà quindi solo una questione di tempo che il Santo Padre, darà alla fine quelle risposte che corrispondono alle questioni sollevate. In questo contesto, ovviamente, i problemi già presenti in termini di diffusione indifferenziata delle domande, perché solo in materia di matrimonio e famiglia mostrano alcune differenze confessionali. La Chiesa cattolica ha una diversa concezione del matrimonio e della famiglia, come le chiese protestanti, come la correlata della EKD ha dimostrato, misura che viene poi a toccare la responsabilità dei vescovi, che passano le risposte a Roma, all'ufficio del Santo Padre che ha chiesto le domande per il Sinodo. E'  dunque loro la responsabilità di restituire le risposte in modo che siano utili per il Sinodo straordinario dei Vescovi.

 

kath.net:  "divorziati risposati" Gli argomenti standard ampiamente discussi nella parte di lingua tedesca della questione Recentemente, l'arcidiocesi di Friburgo delle persone colpite si è verificato a causa di un "volantino pastorale" per il problema di ricevere i sacramenti in un conflitto aperto con il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Altri vescovi tedeschi si sono aggiunti. Come valuta questo processo, soprattutto in vista del prossimo Sinodo?

 

Il cardinale Koch: La questione della "divorziati risposati" è molto difficile nel problema pastorale. E' quindi comprensibile che il Santo Padre voglia voler parlare di come ha avuto questo desiderio. Egli ha anche sottolineato che vuole discutere di questo problema con gli otto cardinali del Sacro Consilio da lui nominati.
Questi annunci che saranno ovviamente di aiuto per comprendere la dottrina, non implica affatto che viene messa in discussione  la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio sacramentale per la discussione.
Ciò che deve trovare specifica attenzione è, da un lato, la dottrina della Chiesa e sull'altro lato della situazione pastorale in cui viviamo oggi. Sia l'uno contro l'altro, sarebbe un errore. In particolare vorrei sottolineare che il complesso di domande deve essere discussa nel contesto più ampio del ministero matrimonio perchè la sua dottrina possa essere compresa e non cambiata, non messa in discussione.

In realtà il Santo Padre vuole in gran parte un "completamento matrimonio Pastorale" del Ministero del matrimonio di oggi e non invece una pastorale del matrimonio che discuta sulla dottrina.
Per lo più l'intera preoccupazione è che, per prendersi cura della conclusione del matrimonio, se ne parli per aiutare i fidanzati e i coniugi ad affrontare serenamente il proprio impegno assunto davanti a Dio. La grande responsabilità pastorale si trova ora nella questione di come i matrimoni possono essere accompagnati, guidati, aiutati, la domanda fondamentale che dobbiamo porci oggi, è quella che il cardinale Joseph Ratzinger aveva già chiesto in precedenza se ogni  matrimonio fra battezzati è stato davvero un sacramento.
Le altre questioni che sono in discussione odierna in primo piano, può davvero solo in questo contesto, in maniera corrispondente al comandamento della verità a cui rispondere. Per questo motivo, non posso capire la polemica risultante contro la Congregazione per la Dottrina della Fede.  Mons. Müller non ha fatto altro che chiamare la dottrina della Chiesa nella memoria, e ha ribadito su ciò che il Cardinale Ratzinger stesso ha detto, come prefetto della CDF a questa problematica. Qualsiasi serio esame di questo problema viene chiarito da questa dottrina, che è chiara nella volontà di Gesù Cristo. L'opposizione, consuetudine ormai tra insegnamento e pastorale, non può essere il cammino della Chiesa, in quanto un tale contrasto contraddice l'essenza stessa dell'essere chiesa. Nuovi modi di Pastorale possono trovarsi soltanto alla luce della verità della dottrina .

    continua.....




 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)