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"Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha forse cambiato la precedente dottrina sulla Chiesa ?
Risposta: Il Concilio Ecumenico Vaticano II né ha voluto cambiare né di fatto ha cambiato tale dottrina, ma ha voluto solo svilupparla, approfondirla ed esporla più ampiamente" (CdF 2007)
"Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare" (Lumen Gentium)

Scrive Sant'Agostino: "L'uomo non può aver salute se non nella Chiesa Cattolica. Fuori della Chiesa può trovare tutto, tranne la salute: può avere autorità, può anche possedere il Vangelo, può tenere e predicare la fede col nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, ma in nessun luogo, se non nella Chiesa potrà trovare salvezza"  (Sermone ad Caesariens. Eccl. prebem. n.6).

Che nella Chiesa vi sia questa Salvezza è perciò la Carità particolare che il Signore Gesù Cristo ha voluto consegnare ad Essa.

Le due definizioni "fuori della Chiesa non c'è salvezza" e la Chiesa "Cattolica Romana", sono oggi abbondantemente fraintese, o estremizzate, a tal punto da non offrire più quella chiarezza necessaria alla comprensione non solo delle parole che esprimiamo, ma proprio del loro contenuto dottrinale nel progetto stesso di Dio, ed essere così usate in modo conflittuale tanto da dare origine alle divisioni.

 

1. Perché si dice che fuori della Chiesa non c'è salvezza?

 

Fin dai primi secoli la frase veniva usata per sottolineare la posizione assunta dagli eretici i quali, fondando nuove e false dottrine, intendevano così perseguire ugualmente quella salvezza che  Nostro Signore Gesù Cristo aveva invece affidato alla Sua Chiesa nelle vesti di quella autorità Apostolica della quale Pietro ne è il garante (1).

Già Sant' Ireneo alla fine dell'anno 100 sottolinea una "comunione dottrinale fondamentale che tutte le chiese dovevano avere con il Vescovo di Roma", e dalle Chiese di Oriente nessuno si opponeva a questo "richiamo" anzi, sostenevano spesso le decisioni ultime dottrinali che la Chiesa di Roma assumeva e difendeva contro ogni forma eretica sull'interpretazione delle Scritture e sull'uso frequente dei testi apocrifi.

 

Come mai, possiamo chiederci, la Chiesa ritenne necessaria questa specificazione?

 

Perché secondo le conoscenze del momento tutta la Chiesa pensava che oramai il Vangelo si fosse diffuso in tutto il mondo; di conseguenza chi non l'avesse accettato, rifiutandolo, era posto fuori della salvezza. Tale opinione è attribuita al vescovo di Ruspe nel VI sec. tale Fulgenzio.

Infatti l'insegnamento cattolico (ossia da Oriente ad Occidente) diventato insegnamento ufficiale di tutto il mondo allora conosciuto fino al Concilio di Firenze del 1442, usava l'interpretazione di Fulgenzio: non c'è salvezza fuori della Chiesa, intendendola quale necessità urgente per la conversione a Cristo, come se una certa evangelizzazione fosse terminata con il mondo conosciuto di allora.

 

Ma quando nel 1492 si scoprì l'America, fu sempre iniziativa della Chiesa Cattolica (Roma) a rendersi conto che il mondo non solo era più vasto di ciò che allora si credeva, ma che vi erano e vi sarebbero state milioni e milioni di persone che ancora non conoscevano Gesù.. Ed anche prima, furono santi come Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Brigida di Svezia, Ignazio di Lojola, Francesco Saverio e tanti altri dell'epoca a far comprendere alla Chiesa stessa che tale frase doveva essere sempre insegnata, e che la salvezza era stata certamente seminata dalla Divina Provvidenza anche oltre i confini allora conosciuti e che, dunque, si trattava ora di capire in quale modo bisognava "andarle incontro" e in quale modo la Chiesa avrebbe dovuto farvi fronte. In questo senso, tale salvezza, la si trova principalmente in quel: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc. 16,15-16).

 

La salvezza la si acquista in quel diventare missionari del Vangelo e in quel "accogliere" il Vangelo, ossia, convertirsi, rivestirsi di Cristo, ossia, ricevere il Battesimo.

E' per questo che la Chiesa attribuisce ai Santi il grande ruolo di veri Riformatori della Chiesa: Essi non pongono mai in dubbio la dottrina, ma lavorano sulle interpretazioni affinché siano queste a corrispondere alla Dottrina e mai il contrario.

E' doveroso sottolineare che in quell'epoca in cui si scoprivano altri "mondi", i più restrittivi ed intolleranti divennero invece proprio i Protestanti, e tanto per fare un esempio troviamo Calvino che istituì i "Tribunali": ogni politico doveva essere riconosciuto dalla chiesa calvinista per essere "salvato"....

 

Ed è anche in quest'epoca l'irrigidimento della Chiesa d'Oriente che iniziò a parlare di "ortodossia", sostenendo un grave errore ogni forma di cedimento dottrinale, a cominciare proprio da questa frase, perciò essi stessi richiamandosi "Ortodossi", assunsero su di loro che fuori della loro Ortodossia non vi è salvezza.

Ma tale termine l'assunsero gli stessi protestanti, aggirando però l'ostacolo, invece di chiesa dicevano "al di fuori delle Scritture, ossia il Cristo, non c'è salvezza" da qui l'estremizzazione e perfino spaccatura  dottrinale del Sola Fidei, Solo Chisto, Sola Scriptura (2)..

Ma questa verità indiscutibile, cioè che senza Cristo non c'è salvezza, non risolveva il problema, e peggio che in passato, si assiste ad un aumento dell'obbligo alla conversione, ma ahimè snaturando il significato stesso della Chiesa nella quale è contenuta questa Salvezza, e per la quale è necessaria la conversione.

 

E mentre Ortodossi e Protestanti assolutizzavano a sé la sede della Salvezza, la vera ed unica Chiesa di Cristo (la Chiesa Cattolica-romana dunque), iniziò a pensare a delle distinzioni tra i membri della Chiesa "in re" di fatto (- cioè battezzati) e i membri della Chiesa "in voto" di desiderio (- cioè persone di buona volontà, dal cuore buono e pulito, ma che per qualche incomprensione rimanevano fuori della Chiesa ma non per una colpa propria), cioè non per scelta volontaria...

Gesù rivolgendosi agli Apostoli (colonne della Chiesa) li indica come assolutamente necessari per aderire a Lui e al Padre: “Chi ascolta voi, ascolta me. Chi disprezza voi disprezza me, ma chi disprezza me disprezza il Padre che mi ha mandato” (Lc. 10,16).

 

A Pietro dice: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,18).

Ancora sulla necessità di accogliere e ascoltare e di aderire agli Apostoli: “Se qualcuno non vi accoglie e non ascolta le vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete via la polvere dai vostri piedi.” (Matteo 10,14).

 

Il Concilio Vaticano II (1962-1965) riepiloga il Magistero di sempre sottolineando che: ".... si rivolge quindi prima di tutto ai fedeli cattolici. Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta.

Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare. (..) Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col «corpo», ma non col «cuore». Si ricordino bene tutti i figli della Chiesa che la loro privilegiata condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; per cui, se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati..." (Lumen Gentium, 14).

 

Giovanni Paolo II dice: “Solo nella Chiesa c’è la Verità” (Veritatis Splendor, II, 64).

 

Possiamo quindi affermare che la necessità di dover specificare che "fuori della Chiesa non c'è salvezza", si è sempre resa necessaria fin dai primi secoli, per far fronte alle crescenti mistificazioni della Verità e dei contenuti della Salvezza stessa, queste perplessità nascono dal fatto poi che, soprattutto oggi, siamo in piena cultura relativista (non deve esistere nessuna verità assoluta) e soggettivista (ognuno può crearsi la verità che vuole).

Prendendo il Magistero nella sua interezza, la Chiesa si presenta come assolutamente necessaria per la salvezza di ogni uomo.

 

La famosa frase di origine patristica che dice: “extra Ecclesiam nulla salus”, ovvero: “fuori della Chiesa non vi è salvezza”, ebbene, questa frase è un’incontestabile verità di fede,  lo è perché è stata continuamente ripetuta dai Padri e dal Magistero.

 

Con San Cipriano (200-258) abbiamo anche la simbologia dell'arca vista come la Chiesa che fa salire, entrare al suo interno ogni specie affinché tutti si salvino dal diluvio: “Fuori dell’arca, il diluvio e la morte; fuori della Chiesa, la dannazione.” (3)

 

Genesi 6 spiega i dettagli sul diluvio e il motivo: "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo". Si legga anche sulla corruzione del genere umano: Es 34,15-16/ 2Cor. 6,14-18/ Sal.14,1-4/ Rm.3,10-18..

E spiega come dovesse essere costruita l'arca, si legga anche:  Gb 22,15-17/ Os 4,1-3/ Eb 11,7/ 1Pt. 3,19-20/ Gb 22,15-17/ Os 4,1-3.

"Ma io stabilirò il mio patto con te; tu entrerai nell'arca: tu e i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te.  Di tutto ciò che vive, di ogni essere vivente, fanne entrare nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina..." (Gn.6,18-19).

 

Con il Nuovo Testamento abbiamo la chiave di lettura di questi fatti: Gesù Cristo è la Nuova Alleanza definitiva fra l'uomo e Dio e nel Suo Corpo, che è la Chiesa, è la nostra arca di salvezza dalle tempeste del mondo, in questo Corpo è contenuta la pienezza di questa Salvezza che s'irradia nel mondo.

Dice San Girolamo (347-420): “So che la Chiesa è stata edificata su quella pietra (la Cattedra di Pietro). Chiunque mangi l’agnello fuori di questa casa è profano. Se qualcuno non sarà nell’arca di Noé, perirà nel diluvio.” (4)

 

Dice infatti Gesù: “Se non vuole ascoltare nemmeno loro, và a riferire il fatto alla comunità dei credenti. Se poi non ascolterà neppure la comunità, consideralo come un pagano o un estraneo” (Mt. 18,17).

 “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto quello che io vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt. 28,19-20).

 

Non si può dire di essere con Gesù se, volontariamente, si vuole stare fuori del Suo Corpo, o peggio, combatterlo ritenendo la santa Chiesa un pericolo per le persone.










Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)