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Dopo aver seguito le Meditazione dei mesi passati: Meditazioni quotidiane: Maggio - Giugno


qui potrete trovare i mesi precedenti: Meditazioni quotidiane: Gennaio - Febbraio - Marzo e Aprile


  LUGLIO

 



PREGHIERA DI S. MARGHERITA M. ALACOQUE

da recitarsi durante tulio il mese di Luglio.

 

Eterno Padre, gradite ch'io vi offra il Cuore di Gesù vostro amato Figlio, come Egli offre se stesso in sacrificio. Ricevete quest'offerta per me, come anche tutti i desideri, tutti i sentimenti, tutti gli affetti, tutti gl'impulsi, tutti gli atti di questo Cuore santissimo. Essi sono tutti miei, poiché Egli si sacrifica per me; e io non voglio più altri desideri che i suoi. Riceveteli in espiazione dei miei peccati e in ringraziamento di tutti i Vostri benefizi. Riceveteli per accordarmi, per i suoi meriti, tutte le grazie che mi sono necessarie, particolarmente la grazia della perseveranza finale. Riceveteli come tanti atti d'amore, d'adorazione, di lode che offro alla vostra Divina Maestà in unione del Cuore di Gesù, da cui siete degnamente onorato e glorificato. Così sia.

 

Santo protettore.

S. Camillo de Leillis, o S. Vincenzo de' Paoli, o S. Maria Maddalena, o S. Anna.

 

Sia lodato e ringraziato ogni momento, il santissimo e divinissimo Sacramento.

 

Virtù da praticarsi.

La mortificazione, specialmente nel bere.

 

1° Luglio   

 

IL NON LICET DEL BATTISTA

1. Diciamolo a noi stessi. Quanto giova un buon pensiero, ricordato a tempo! li Battista, a un re peccatore, dalla vita corrotta e viziosa, ricordò severamente: non licei libi: Non ti è permesso. Era una grande, una santa massima... Quanti vantaggi ne avrebbe tratti Erode se l'avesse ascoltata! - Nell'ardore della passione, nel momento del peccato, sul punto di cedere alla disobbedienza, alla malignità, Gesù ripete; Non licet. Pensaci mentre sei in tempo.

 

2. Diciamolo al demonio. Intento sempre ai nostri danni, il demonio per rubarci il consenso, riveste la pelle d'agnello, e travisa il male del peccato con gli speciosi pretesti, che è poca cosa, che poi te ne confesserai, che Dio è buono... Allora, è tempo di dire: Non licet. Allorché il demonio ti suggerisce che, peccato più o peccato meno, fa lo stesso, guardatene: Non licet. Quando ti viene in mente che, commesso il peccato, Dio ti darà tempo, che ne farai penitenza, ripeti: Non licet. Hai fatto così finora?

 

3. Diciamolo agli altri. Se un falso amico t'istigasse al male, fosse anche un re, gettagli in faccia: Non licet. Se il rispetto umano ti volesse persuadere d'adattarti agli altri, se una vile paura di perdere un bene temporale ti volesse trascinare al male, ripeti franco : Non licet. Anzi, fa come il Battista, sappi dire: Non licet all'amico, all'inferiore, a chi pecca o vorrebbe far male in tua presenza; farai così l'apostolo, guadagnerai qualche anima.

 

PRATICA. — Nelle circostanze di far male di' a te stesso: Non licet; fa una mortificazione di gola.

 

2 Luglio

LA VISITAZIONE

 

1. Viaggio sollecito di Maria. Non appena la Vergine intende dall'Angelo lo stato della cugina Elisabetta e pensa il bene che le può recare una sua visita, subito si decide, e parte. Ma il viaggio è lungo assai : non importa; ma il cammino per montagne e per balze rende difficile l'andare... Maria con le ali ai piedi divora la via: Abiit cum festinatione. Così opera chi lavora per Dio: con fervore, con diligenza, alacrità. O Maria, quanto arrossisco della mia pigrizia!

 

2. Incontro con Elisabetta. Appena s'abbracciano, Elisabetta leggendo in fronte alla giovine Sposa, la elezione di Lei a Madre di Gesù, si confonde, si ritrae ed esclama: O te benedetta, e donde mai a me tanta grazia, di venirmi a casa la Madre del mio Signore? Fra tanti elogi e tali stimoli di vanagloria, Maria china il capo e si umilia; ogni gloria attribuisce a Dio, che volle innalzare una povera ancella. Che bell'esempio a vincere la vanagloria e a umiliarti negli elogi!

 

3. Benedizioni di Maria. Appena Maria entra in casa di Elisabetta, tosto il bambinello Giovanni viene santificato in seno alla madre; Elisabetta riceve lo spirito di profezia; e la presenza di Maria colma la famiglia di grazie e di benedizioni celesti. Se Maria si degnasse di visitare il povero nostro cuore, che non potremmo sperare da Lei? Preghiamola a visitarci oggi, recando con sé l'umiltà, la pazienza, la carità verso il prossimo, e l'amor di Dio.

 

PRATICA.

Visita un altare di Maria, recita il Magnificat.

 

3 Luglio          

PREZIOSITÀ DEL SANGUE DI GESÙ

 

1. È il mezzo di riscattarci da qualunque peccato. Siccome, nella sua Passione, Gesù, con la minima goccia del suo Sangue, riscattò il mondo; così anche ora, siano pur gravi e innumerevoli i peccati, una stilla sola è tal tesoro infinito che basta a cancellarli. È un nume d'oro, avvalorato dall'Amore divino per lavare tutti i peccati. Dunque non disperarti dopo avere commesso peccato; cerca di pentirtene; appena assolto, già sei mondo e purificato in virtù del Sangue di Gesù. E tu non tè ne curi?

 

2. È il mezzo di riscattarci dalle pene del peccato. Medita come a ogni colpa tiene dietro la pena: punizione eterna per il peccato mortale; gravissima anche pel veniale. Rimessa la colpa, chi ci libera dalla pena eterna e infinita nella sua durata? Gesù, col suo Sangue, coi suoi meriti, paga per noi; coi dolori sofferti supplisce a quelli che sono meritati da noi. Chi può estinguere le fiamme del Purgatorio? il Sangue di Gesù, con la S. Messa. Che grande tesoro! In Purgatorio capirai il pregio del Sangue prezioso...

 

3. E il tesoro d'ogni grazia. Gesù è la fonte di ogni ricchezza spirituale. Ma dove mai ripose Gesù il tesoro delle sue ricchezze? Nel Sacramento del Corpo e Sangue suo. Chi vi partecipa devotamente, viene ricolmato d'ogni grazia e benedizione. Sull'altare adunque, abbiamo la fonte d'ogni grazia; nell'Eucaristia sta il tesoro per ottenere qualunque aiuto, e il mezzo per comprare il Cielo. O Sangue di Gesù Cristo, santificami.

 

PRATICA. — Diciamo sette Gloria Patri in onore del Preziosissimo Sangue-

 

4 Luglio

DOLCEZZE PROCURATE DAL SANGUE DI GESÙ

 

1. Dolce come rugiada. Quanto bene produce la rugiada nell'aperta campagna! Nella fornace di Babilonia, una rugiada miracolosa mutò le fiamme in dolce zefiro, pei tre giovanetti. Quando il cuore è freddo, quando ti senti incapace di fare un'opera buona, negli ardori della concupiscenza, nel ribollimento delle passioni, prega Gesù che applichi a te i meriti del suo Sangue prezioso. Questa manna celeste non ti germogliò mai in cuore calma, vigore, coraggio, nuova vita?

 

2. Confortevole come il balsamo. Il balsamo è simbolo di misericordia; e Gesù, scrive S. Clemente, è un balsamo prezioso di celeste misericordia, che guarisce le nostre piaghe ed è rimedio alle nostre miserie. Sei peccatore? Spera nel Sangue di Gesù: Tu sei mio, e per Te e con Te solo spero di salvarmi, diceva morendo S. Francesco Caracciolo. - Ti conosci freddo? Sangue di Cristo inebriami. - Ti senti misero? La mia ricchezza è il tuo Sangue, o Gesù. - Temi di dannarti? Il Tuo Sangue è la mia speranza.

 

3. Soave come il latte materno. Gesù ci nutre, non solo come le madri, per pochi mesi, del proprio latte, ma per tutta la vita, del proprio Sangue; né solo nutre i corpi, ma ben più le anime nostre: Venite, gustate come è dolce e soave il Signore. S. Filippo non poteva staccare le labbra dal calice consacrato. S. Teresa sì sentiva commossa al solo vedere un'immagine di Gesù grondante Sangue. E noi siamo sempre insensibili, perché dissipati!

 

PRATICA. — Recita sette Pater o sette Gloria in onore delle sette effusioni di Sangue di Gesù.

 

5 Luglio                

LA VOCE DEL SANGUE DI GESÙ

 

1. Voce di bontà. Il Sangue di Gesù, dice S. Bernardo, grida misericordia. Già sulla Croce parlò con più efficacia che non la voce di Abele, impetrando pace e .riconciliazione tra Dio e noi; e tuttora dal santo Altare e dal nostro cuore non grida vendetta, ma pietà. Questo Sangue lega le mani alla mia giustizia, diceva Iddio a S. Maddalena de' Pazzi. Spera il Paradiso, come il buon ladrone, per la virtù di tanto Sangue.

 

2. Voce d'amore. Amore, non terrore, grida al Padre eterno. A noi, suoi fedeli, parla di amore a Dio. Carità, perdono ai nemici e alle offese, ripete a noi, suoi fratelli. “ Pietà coi miserabili, coi bisognosi, come io ebbi con voi, a costo di tutto il mio Sangue. Abbi misericordia dei centotrentamila poveri agonizzanti d'ogni giorno: abbi compassione dell'immenso numero di Anime purganti: amore, preghiera, zelo per i peccatori ”. Quante voci tenere di questo Sangue! Non le senti?

 

3. Voce di terrore. La stessa voce di amore si muterà in terrore pei dannati nell'estremo Giudizio, pensando che, per propria colpa, frustrarono i meriti di tanto Sangue. Ma all'udire la sentenza di maledizione di Gesù: “.Partitevi... la potenza del mio Sangue sia sopra di voi! ”, che schianto per gl'infelici, troppo tardi ricredutisi dei loro peccati! Temiamo ora, affinché possiamo gioire nel giorno estremo.

 

PRATICA. — Recita le sette offerte al Sangue prezioso, od almeno sette Gloria in onore di Gesù.

 

6 Luglio

DIVOZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

1. Lo Spirito santificatore. A Dio Padre si attribuisce la potenza, al Figlio la sapienza, allo Spirito Santo, procedente per amore, s'attribuiscono le opere d'amore, di santità. Da Lui discende la grazia santificante: da Lui la fede, la speranza, la carità; da Lui i doni, le virtù infuse, i lumi, le ispirazioni, Lo stesso nominare Gesù non ha merito se non aiutati dallo Spirito Santo (I Cor. XII, 3). Da Lui viene il volere e il fare il bene. Tu, ti raccomandi spesso allo Spirito Santo?

 

2. Nomi dello Spirito Santo. Si chiama Spirito retto, buono, principale, perché è Dio. Si dice dito di Dio, per l'ufficio di distribuire le grazie del Signore. È il Paraclito, cioè il Consolatore dei cuori; è l'avvocato che prega per noi; è il padre dei poveri, il datore dei doni celesti dei cuori; è il fonte vivo del perdono e della grazia; e il fuoco della carità. Adoriamolo, confidiamo in Lui.

 

3. Simboli dello Spirito Santo. Prese la figura di colomba, nel battesimo di Gesù, per raffigurare la innocenza, la fecondità della grazia, la purità che produce nelle anime. Sul Tabor, comparve in figura di nuvola splendente, perché da Lui discende una pioggia salutare di grazie, di virtù celesti. Gesù lo conferì agli Apostoli con un soffio, quasi alito di nuova vita spirituale e santa. Nella Pentecoste fu fuoco che illumina, purifica, infiamma. Qual divozione porti tu allo Spirito Santo?

 

PRATICA. — Di' spesso: Vieni, o Santo Spirito: riempi i cuori dei tuoi fedeli, e accendi in essi il fuoco del tuo Amore (300 g. o. v.).

 

7 Luglio (1) 

COME ONORARE LO SPIRITO SANTO

 

1. Col divenire spirituali. Lo Spirito di Dio discese nei nostri cuori nel santo Battesimo, recandoci la forza per combattere contro la carne, il demonio e il mondo, affinché sprezzata la terra, cercassimo il Cielo. E noi, sempre terreni, cerchiamo le ricchezze, gli onori, il fango, le vanità!... Ridiscese in noi nella Cresima nella sua pienezza per formarci perfetti cristiani e soldati di Gesù Cristo, tesi a raggiungere il cielo. Come vi corrispondiamo? Per chi fatichiamo?

 

2. Col farci santi. Questo è il desiderio dello Spirito Santo venendo in noi : infonderci la sua santità, abbellire delle più elette virtù le anime nostre, e innalzarci santi con Lui al Paradiso. Tale dovrebbe essere il nostro pensiero, il sospiro, il nostro più ardente desiderio, rivolgendo tutte le nostre forze a farci santi. Quanto onore e quanta consolazione procureremmo allo Spirito Santo!

 

3. Crescendo nell'amore. È spirito di fuoco, di ardore, di Amore divino; comparve come lingua ardente, infiammò il cuore degli Apostoli. Anche in noi portò la scintilla del fuoco celeste: perché dunque rispondiamo con la freddezza, con la tiepidezza, con un nauseante languore alle opere di Dio e al lavoro di Dio in noi? Imploriamo con insistenza il fuoco d'amore dallo Spirito Santo: Accende, infunde; ma anche noi amiamo, consumiamoci di Amor di Dio.

 

PRATICA. — Di' qualche volta: Signore, quando sarò santo? Tre volte il Veni Creator.

 

(1)           Novena della Madonna del Carmine.

 

8 Luglio

DONO DEL TIMORE DI DIO

 

1. Timore eccessivo. Ogni timore viene da Dio: anche i demoni credono e tremano innanzi alla Maestà Divina! Dopo il peccato, temere come Giuda per disperazione, è inganno diabolico; temere i giudizi divini sino a perdere la. confidenza nel Giudice che non lascia d'essere padre, è tentazione grave, vivere sempre tra gli affanni, trepidando continuamente per paura di Dio, è timore sregolato, che non viene da Dio. Ma tu non hai forse la presunzione di salvarti senza merito?

 

2. Timore santo. È dono del Divino Spirito il timore filiale, per cui l'anima, conoscendo Dio, quanto amabile per la sua bontà, altrettanto terribile per la sua giustizia, fugge il peccato, non solo per la pena che ne consegue, ma ben più per l'offesa che cagiona al più amabile dei padri. Con questo non solo si odia e si fugge il peccato mortale, ma anche il veniale deliberata. E tu, con tanti peccati, hai il timor di Dio?

 

3. Mezzi per acquistarlo. 1° Ricorda i novissimi in ogni tua opera, e, temendo Dio, non peccherai (Eccli. VII, 40). 2° Considera il tuo nulla, la debolezza nei pericoli, e l'aiuto che altra volta ti venne dal Cielo; allora il timore e la confidenza si tenderanno la mano. 3° Rammenta la presenza di Dio; un figlio, amando il padre, oserebbe offenderlo in sua presenza? 4° Domanda a Dio il timore che è principio di sapienza.

 

PRATICA. — Signore, prima morire che peccare; sette Gloria Patri allo Spirito Santo per avere i suoi doni,

 

9 Luglio  

IL DONO DELLA PIETÀ

 

1. Pietà apparente. Non chiunque dice: Signore, Signore, entrerà nei Cieli; non tutte le vergini che portavano la lampada accesa furono ammesse alla sala delle nozze: così disse Gesù. Chi accomuna peccato e preghiere, chi serve a Dio e al mondo, chi tralascia il dovere per la chiesa, chi serve a Dio per motivi d'interesse, per fini di vanagloria, ha pietà apparente; alla morte che gli resterà?... Sei tu uno di questi? Opera il bene per amor di Dio!

 

2. Dono della Pietà. Il timor di Dio rattiene l'anima dal peccato; la pietà la rende disposta e pronta a operare il bene. La pietà e l'amor filiale verso Dio, Cui si cerca di piacere sia coll'affetto interno di amore, di aspirazioni, di perfezionamento nella virtù, sia col culto esterno degli atti di religione (S. Tomm., 2-2, q. 121). Quanto bene fa a sé ed agli altri l'anima devota! Accumula continuamente tesori pel Cielo... La cerchi tu la vera pietà? La pratichi di cuore per crescere nei meriti?

 

3. Come ottenerla. La pietà è utile in ogni circostanza, dice S. Paolo; utile a noi, perché ci santifica: utile agli altri perché il vero devoto è tutto a tutti; utile nella pratica della religione perché la raddolcisce; utile nelle tribolazioni perché consola coll’amor di Dio. Cerchiamola con la preghiera, con la frequenza dei Sacramenti, con una grande stima delle cose di religione, col crescere nell'Amore di Dio.

 

PRATICA. — Compi le tue pratiche di pietà quotidiane, settimanali e mensili con ogni impegno. Una Ave Maria.

 

10 Luglio (1)

IL DONO DELLA SCIENZA

 

1. I pericoli della scienza profana. Adamo, tratto dalla curiosità di sapere di più, cadde nella fatale disobbedienza. La scienza gonfia, scrive S. Paolo: la carità edifica. Quanti umili trovi fra gli scienziati del mondo? Ben pochi! E che vale sapere le definizioni, le divisioni, le sottigliezze scientifiche, se ti manca la fede e la carità per salvare tè stesso? (De imit. Chrìstì, lib. 1, 2). Vale più il contadino umile, servo di Dio, che non il filosofo superbo. Pensaci!

 

2. La vera Scienza. Lo Spirito Santo, col dono della Scienza, c'insegna ad avere di noi e delle creature un'idea giusta (S. Tomm., 2-2, q. 9); ci insegna a disprezzare la vanità delle cose mondane; ci da la conoscenza del bene e del male, dei nostri obblighi, dei pericoli di perdere l'anima, e dei mezzi per salvarla (S. Bonaventura), Conoscere noi e il nostro fine, ecco la vera scienza, la scienza della salute eterna e dei Santi. Noi che cosa e con qual fine studiarne?

 

3. Dove imparare la vera scienza? I libri potranno certo aiutarci; ma il Maestro di tale scienza è lo Spirito Santo, che è spirito di verità; Egli la insegna nella preghiera, nella meditazione, a chi desidera impararla. Il grande libro in cui tutta essa è contenuta, è Gesù Crocifisso. Paolo si gloriava di sapere solo Gesù, e Gesù Crocifisso. Quanti ignoranti, ai piedi di

Gesù, divennero sapienti! Quanti impararono lì il nulla della terra! Medita e prega!

 

PRATICA. — Signore, parlate: il vostro servo vi ascolta; recita il Veni Creator e tre Angele Dei.

 

(1) Novena di S. Vincenzo de' Paoli.

 

11 Luglio          

 

DONO DELLA FORTEZZA

1. Debolezza umana. La superbia c'inorgoglisce, ci spinge a sopravalutarci, a vantarci, a preferirci agli altri; ma, realmente, non siamo noi fragili come canne, deboli come foglie in balìa del vento? La minima cosa ci abbatte, un piccolissimo microbo ci riduce in polvere, una contraddizione ci sgomenta, una leggera difficoltà ci arresta; un po' di danaro, uno sguardo, un assalto della passione, bastano per farci cadere! Quanti motivi d'umiliazione!

 

2. Fortezza divina. L'uomo, da se stesso, è un bambino; con Dio è un eroe che può sfidare l'Inferno. Egli, come S. Paolo, tutto può in Lui che lo conforta. Resiste a tutte le prove come gli Apostoli, nel nome del Signore. I tormenti e la morte non lo rimuovono d'un dito dal retto sentiero; le passioni vengono domate ad essere ancelle obbedienti alla volontà e a Dio. La fortezza divina aiuta 3 superare gli ostacoli, che si oppongono alla nostra salvezza. Qual bisogno senti di questa fortezza?

 

3. Pratica della Fortezza. Pensando che caddero tante colonne della Chiesa, come un Pietro, un Davide, un Salomone; e facendo tesoro della tua stessa esperienza, quante cadute devi piangere! Prega con istanza il Divino Spirito ad accrescerti la fortezza per l'avvenire: Salva nos. perimus: salvateci. Cerca, nelle circostanze di mostrarti vero cristiano, di praticare la virtù, senza rossore; senza rispetto umano professati vero soldato di Cristo.

 

PRATICA. — Vinci ogni umano rispetto, fa un'opera buona; recita sette Gloria Patri allo Spirito Santo.

 

 12 Luglio

DONO DEL CONSIGLIO

 

1. Astuzie di perdizione. Il cuore dell'uomo è un mistero; in quante maniere può perdersi! Per quante vie si può assalire! Quante volte un'occasione, una tentazione, una parola, cento volte innocente, un brutto giorno ci fece cadere! Il demonio, astuto, striscia inosservato, nasconde il capo e assale spietatamente. Simula l'angelo di luce, piglia il manto della pietà, indossa il vello dell'agnello... Guardati : sono astuzie di perdizione.

 

2. Dono del Consiglio. Con la Fortezza si resiste alle aperte battaglie del nemico, col Consiglio si deludono le insidie e le trame occulte del demonio (S. Bern.). Esso, ottenendoci una luce dall'alto ci fa vedere il tempo, il luogo, le circostanze di ciascuna cosa; ci scopre i pericoli, gl'inganni; e, come la colonna degli ebrei nel deserto, c'illumina nelle tenebre di questo mondo e non ci lascia smarrire la via del paradiso. Quanto, dunque, è utile, anzi necessario, il dono del Consiglio! Senza di esso quante volte hai sbagliato!

 

3. Poca stima di questo dono. Nei dubbi, nei pericoli, nelle incertezze, ti volgi tu al Divino Spirito, o non ti affidi piuttosto ai mezzi umani, al tuo ingegno, alla tua capacità? Nell'elezione d'uno stato, nell'oscurità della coscienza, nella direzione della vita, preghi tu per avere il dono del Consiglio? Ti affidi ai rappresentanti di Dio, che sono luce del mondo, o ti fidi di te stesso, della tua superbia? Non essere presuntuoso!

 

PRATICA. — Proponi di non fare nulla d'importante senza preghiera e senza consultare il direttore spirituale; recita il Veni Creator.

 

13 Luglio                 

DONO DELL'INTELLETTO

 

1. La conoscenza del mondo. Iddio non condanna né lo studio né la scienza; ogni cosa è santa innanzi a Lui, anzi è un dono di Lui: Omne donum perfectum. Studia pure, per dovere di stato o per inclinazione d'animo; ma se dalla scienza non sali al supremo Autore, a conoscerlo, ad adorarlo, a servirlo, ad amarlo, che ti giova? Il nome di scienziato ti può colmare di soddisfazione, ma è inutile dinanzi a Dio, se guadagnato per fini puramente terreni o per vanagloria! Perché leggi? Perché studi?

 

2. I misteri celesti. Ogni foglia rivela Dio; ogni frutto dice la potenza, l'amore di lui; la terra, il sole, le stelle: il nostro stesso organismo nella sua mirabile costituzione cellulare: ogni più piccolo atomo che rivela nella sua struttura un ordine e un'energia stupenda; tutto nel mondo parla della sapienza e potenza di Dio. È il dono dell'Intelletto che dirada questi misteri. Lo possiedi tu? Quante volte al giorno ti sollevi a Dio con la mente e col cuore?

 

3. Come si ottiene tale dono. S. Felice cappuccino e altri Santi, sebbene digiuni di scienza umana, parlavano di Dio, di Gesù, dell'anima, meglio dei filosofi. Dove l'impararono? Non bastano né l'ingegno né lo studio; che, tale intuizione è dono soprannaturale. Esso si impetra, ai piedi di Dio, 1° con la preghiera: Dammi l'intelletto, e capirò i tuoi comandi, diceva Davide, (Ps. cxvm); ai piedi di Gesù, l'ebbero S. Rosa da Lima, S. Francesco d'Assisi; 2° con l'umiltà: Dio si rivela ai piccoli, cioè agli umili.

 

PRATICA. — Da ogni cosa creata, sollevati col cuore a Dio; cecità il Veni Creator.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)