00 09/07/2014 09:52


L'anno dei due Papi, anzi tre, Giovanni XII, Leone VIII e Bendetto V, non è stato solo oggi ed anzi.... ieri era assai peggio.
L'elezione di un laico al soglio petrino....

E poi ancora: Energico, risoluto, indole gagliarda e guerriero, uomo di fede, così viene descritto Benedetto VIII che seppe riunire il popolo d'Italia per far fronte all'invasione musulmana. 
Consola il fatto che il Signore pur lasciando le redini delle singole e comuni storie nelle mani degli uomini, alla fine è sempre il Suo progetto che procede spedito, mentre i disegni degli uomini, quando non corrispondono ai disegni dell'Altissimo, finiscono sempre per arrestarsi e naufragare anche se, il più delle volte, lasciano dietro di se una scia di cadaveri e di sofferenza.

 

Tranquilli! Non intendiamo tediarvi con noiose biografie.

Ciò che vogliamo offrirvi è uno spaccato, e speriamo ricco di aneddoti, per aiutarvi innanzi tutto ad amare il ruolo del Vicario di Cristo, vedi qui.

L'idea, sinceramente detto, non è nostra:

"Una breve rassegna sui papi che portano il nome Benedetto deve per forza di cose accorparli secondo un qualche criterio. Quello cronologico ci sembra il più oggettivo. ...

Pur se breve, la rassegna risulterà affascinante perché ci introdurrà in una storia quale quella della Chiesa che della storia è il paradigma. È infatti guidata, per sua stessa promessa, dal Signore, seguire l’opera del quale è quanto di più affascinante e istruttivo ci sia" (1).

 

Noi approfondiremo gli argomenti arricchendoli di episodi importanti.

 

 

Veniamo subito al primo Papa col nome di Benedetto (575 +579).

 

Il Liber Pontificalis (la fonte più importante, in ordine alla biografia dei papi dell’antichità e del primo Medioevo, edita alla fine dell’Ottocento da Louis Duchesne, il grande studioso francese accusato all’epoca di modernismo) ricorda che fu «natione romanus» e che visse e morì in mezzo allo sconvolgimento portato in Italia dalle scorrerie barbariche del VI secolo, quelle stesse che conobbe san Benedetto (e non è a caso che si volle assumere questo nome da un Pontefice) prima in vita, ad opera dei Goti, e poi post-mortem, quando Montecassino fu depredato proprio negli anni di pontificato di Benedetto I dai Longobardi di Zotone.

 

I Longobardi premevano su Roma e impedivano ogni relazione con Bisanzio. Perciò la sede petrina, dopo la morte di Papa Giovanni III (561 +573) restò vacante per circa un anno. Sempre dal Liber Pontificalis leggiamo:

"Al suo tempo i Longobardi invasero tutta l'Italia e al tempo stesso si fé sentire una gran fame che indusse molte guarnigioni ad arrendersi ai Longobardi soltanto per ottenere da essi qualche alimento. Il pietoso imperatore Giustiniano desolato dalla strage della fame e la peste che facevano in Roma, trasmise ordine in Egitto perché di la si mandassero ad Ostia navi cariche di grano. In tal modo Iddio ebbe compassione della disgraziata Italia. Fra queste afflizioni e calamità morì il venerando Pontefice Benedetto I, che fu sotterrato nella sagrestia della basilica di San Pietro".

Per quanto siano poche le fonti che raccontino in modo dettagliato questo pontificato, quel poco riporta come fu proprio Benedetto a supplicare l'imperatore per venire incontro ai romani che morivano di fame, di come lui stesso sia morto di stenti; di come confermò il quinto concilio generale Costantinopolitano II del 553, come è riportato nella lettera di San Gregorio Magno. La Chiesa lo venera come Santo e martire, il 7 luglio.

 

* Il secondo Benedetto regna, oltre un secolo dopo il primo, per neanche un anno (dal giugno 684 al maggio 685), ed è più il tempo che trascorre, dopo la sua elezione, nell’attesa della conferma che doveva giungere da Bisanzio (dal 3 luglio 683 al 26 giugno 684) di quello del suo regno effettivo. Proprio per questo chiede e ottiene dall’imperatore bizantino, con il quale peraltro fu poi in ottimi rapporti, che l’elezione del Papa potesse essere confermata dall’esarca ravennate, il plenipotenziario bizantino per l’Italia.

 

Per quanto abbia poco governato di Benedetto II si conoscono alcuni fatti importanti per la Chiesa: innanzi tutto percorse tutto il suo iter entro il clero romano, fin da “chierichetto”, l’iter regolare che, come scrive Fr. Baix nel Dictionnaire d’Histoire et de Géographie ecclésiastique (DHGE VIII, col. 10), «era per il clero romano l’ideale giuridico». Percorrendo il quale si fece santo. Amava il presbiterio tanto da lasciare, nel testamento, trenta libbre d'oro da distribuirsi al clero, ai monasteri, alle diaconie ed ai mansionari. Questi ultimi erano secolari che facevano anche da guardie ai monasteri, prendendosi cura di questi, un pò come il compito dei sagrestani. Inoltre si prese cura dei monasteri di diaconie che erano diversi dai monasteri ordinari. Quelle delle diaconie erano monasteri che si occupavano della carità ai poveri e di ricovero agli ammalati.

 

E veniamo ad un aneddoto.

Dopo la sua elezione Benedetto scrisse una lettera a Pietro, il notaio regionale inviato dal suo predecessore Leone II (682 +683) in Ispagna con gli Atti del VI Sinodo costantinopolitano. Il Papa Benedetto II raccomanda a Pietro la fedeltà nel consegnare urgentemente questa lettera invitando i Vescovi spagnoli ad approvare i Decreti del Sinodo e a metterli in pratica.

Il Vescovo di Toledo, San Giuliano, comunicò al Papa l'adesione spagnola, ma si dilungò troppo nella questione teologica in modo tale da suscitare delle opposizioni a Roma sull'ortodossia di alcune sue proposizioni.

Il Papa se ne lamentò!

Giuliano allora sottopose la questione ad un sinodo regionale, e mandando la difesa delle sue idee al Pontefice, dopo il concilio di Toledo del 688, si espresse con toni duri e poco umili:

" Se dopo tutto ciò si vuol censurare la nostra dottrina, quantunque sia dottrina di Santi Padri, noi non disputeremo più, ma continueremo a seguire i nostri maggiori per la retta via, con la certezza che le nostre proposizioni meriteranno l'approvazione di coloro che amano la verità, quantunque gli ignoranti ci ritengano per indocili" (2).

Quando Giuliano, divenuto poi santo, trattava però così duramente il Pontefice Benedetto II, questi riposava già da due anni nel suo sepolcro in San Pietro.

Come finì la questione? Non finì come si può pensare con altre risposte, semplicemente i Successori di Benedetto non diedero peso alla lettera, non continuarono questa corrispondenza.

Benedetto II si ammalò la notte di Pasqua e morì qualche giorno dopo. La Chiesa lo venera come santo il 26 giugno, ma gli annali lo ritengono morto l'8 maggio.

 

* La notizia biografica che il Liber Pontificalis dedica a Benedetto III (855 +858) è oltremodo ampia, ripercorrendo tutta la sua contrastata ascesa al trono. Louis Duchesne, riprendendo tale notizia, scrive: «Due partiti erano di fronte; il partito del Papa defunto, contrario all’aggravarsi del protettorato, e il partito imperiale. Quest’ultimo aveva come candidato Anastasio».

 

Non dimentichiamo che all'epoca era il popolo con il  clero di Roma ad eleggere il Pontefice romano - che sottoponeva poi all'imperatore la convalida della nomina, così dopo averlo eletto il popolo andò a prenderlo mentre si trovava in preghiera. Supplicò il popolo di liberarlo dal grave peso, i fedeli però lo trascinarono quasi a forza, ma con entusiasmo tra inni e canti di giubilo, al Laterano per farlo sedere sul trono Pontificio.

 

L'antipapa Anastasio (figlio del vescovo di Ostia, Arsenio), uomo caparbio ed ostinato, già deposto come cardinale del titolo di San Marcello dal legittimo Pontefice Leone IV ( 847 +855), per essersi più volte rifiutato di risiedere nella propria chiesa, riapre il capitolo delle violenze.

L'occasione per scatenare una nuova lotta e provocare nuovi turbamenti fu appunto l'elezione del Successore di Leone IV, Benedetto III. Vi risparmiamo tutto il racconto degli intrighi avvenuti ai danni di Benedetto, uomo mite e dotato di molta santa pazienza, che  non prese alcuna precauzione in sua difesa contro quanto gli stava preparando Anastasio con altri legati al suo seguito.

 

Roma era in uno stato di estrema agitazione e di paura. Anastasio, che riteneva di aver vinto la partita, si precipitò in San Pietro distruggendo tutto ciò che gli capitava nelle mani, nulla fu risparmiato! La furia dell'antipapa arrivò a distruggere con l'accetta quadri e immagini del Cristo e della Vergine Santa.

Compiuto questo sfogo sacrilego, radunò i suoi compagni per recarsi in Laterano dove l'attendeva, Benedetto III in assidua preghiera, all'interno della Cappella del Santissimo.

Anastasio entrò con indicibile violenza sedendosi con soddisfazione sul trono pontificio, dall'altra parte, circondato dai preti a lui rimasti fedeli, si era seduto su un altro trono Benedetto che attendeva l'evolversi della situazione.

 

L'Antipapa si scagliò contro l'inerme Vicario di Cristo con parole forti, oltraggiose e veementi, ma ben peggiori furono proprio alcuni vescovi e cardinali che seguivano Anastasio.

Entrò infatti il vescovo di Bagnorea che entrato nella cappella con un gruppo di uomini armati, trascinò violentemente Benedetto III scaraventandolo fuori del trono, gli strappò le vesti pontificali di dosso e dopo averlo oltraggiato, lo consegnò ad un gruppo di cardinali rivoltosi che, a loro tempo, furono anch'essi deposti da Leone IV.

Quanto avete letto avveniva il 21 settembre dell'anno 855, e su questi scombussolamenti verrà costruita la leggenda, perchè di favola si tratta, della papessa Giovanna.

 

A questo punto però intervennero i romani che, appena saputa la notizia, si precipitarono in massa con bastoni, spade e forconi, per difendere il legittimo Pontefice.

Curiosi questi romani, ma guai a toccargli il proprio Pontefice!

 

Fecero irruzione nel Sancta Sanctorum in Laterano, e senza menar violenza, facendosi forte della fede e del numero, chiedevano semplicemente la restituzione del legittimo Pastore.

A vedere questa scena e questa imponente manifestazione di solidarietà, i pochi difensori di Benedetto si fecero coraggio e indissero una riunione per riabilitare la legittima elezione, noncuranti delle minacce dei delegati imperiali che volevano imporre, con i cardinali apostati, l'antipapa Anastasio.

Il popolo decise di non abbandonare il Laterano fino a quando non fosse stato restituito loro il legittimo Pontefice.

 

L'ambizioso Anastasio fu sconfitto così, senza colpo ferire, ma con la forza della fede di un popolo intero.

Benedetto III potè così essere incoronato e la sua soddisfazione più grande fu  dare il perdono ai cardinali che, in ginocchio davanti a lui, sinceramente lo implorarono.

 

Il Pontefice poi, a seguito del sacrilegio impetrato da Anastasio in San Pietro, ordinò tre giorni di digiuno, penitenze e preghiere.

L'avvenimento fece comprendere quanto fosse in pericolo il Primato petrino e fortemente insidiato dai giochi imperiali, ma questa è un'altra storia, quando la Chiesa riuscì finalmente a liberarsi dalle decisioni imperiali a riguardo della elezione dei Papi.

 

Riguardo dunque al Pontificato di Benedetto III durato solo tre anni, vi è da segnalare quanto segue.

Il Liber Pontificalis riporta di come Roma fu soggetta in quegli anni a tremende inondazioni da parte del Tevere e di come Benedetto III si sia prodigato a venire in soccorso alla popolazione; si prodigò nella ricostruzione della basilica San Paolo dopo gli atti sacrileghi dei Saraceni nel distruggerla; si prese cura delle Chiese di Roma e dei suoi parroci.

Anche il patriarca costantinopolitano Fozio parlò in maniera lusinghiera del nostro Benedetto III e il motivo è che questo Papa, sulla scia del suo predecessore Leone IV, avrebbe mantenuto a Roma l’uso di recitare il Credo in greco nella sua antica versione. Fozio ne scrive così nel suo Liber de Spiritus Sancti mystagogia: «Ciò faceva non solo Leone IV durante il suo pontificato, ma anche l’inclito Benedetto, mite e mansueto, illustre nella pratica ascetica, successore di quello nella sede pontificia» (3). Come si sa anche da altre fonti, questi due papi posero in bella vista nelle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo anche gli antichi scudi argentei in cui era scolpito il Credo nella versione sia greca che latina.

 

Infine Benedetto III, visti anche i nostri tempi attuali, fu un grande difensore della Famiglia e della santità del matrimonio quando, Ingeltrude, moglie del conte italiano Bosone, si lasciò rapire trovando riparo presso Lotario II. Il Pontefice secondò l'operato dei vescovi francesi per far ritornare la donna alla casa di Bosone per ottemperare ai suoi doveri. Poi nell'863 interviene anche il concilio provinciale di Milano in cui Ingeltrude, fuggita dall'Italia con un adultero, viene condannata. Il marito ricorre a papa Niccolò I per riavere la propria moglie, Il Papa ordina un sinodo dove Ingeltrude, ripetutamente ammonita, viene scomunicata.

Benedetto III morì il 7 aprile dell'Anno 858, e venne sepolto a destra della porta principale in San Pietro. L'epitaffio ragionevolmente recita sulla sua tomba: "degna di lagrime".








[Modificato da Caterina63 25/10/2014 10:24]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)