00 21/10/2014 19:17

  Non tutti sanno che... 


 


Il Timone n. 8 - anno 2000 - 


 


 




Persecuzione comunista.


Il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, guidato dai Legionari di Cristo, ha ospitato un Convegno dedicato ai martiri del comunismo e del nazismo. Nel corso dei lavori è stato reso noto dal vescovo ausiliare di Scutari Zef Simoni che nell'Albania del dittatore comunista Enver Hoxha furono uccisi decine di sacerdoti e molti altri subirono orribili torture (scariche elettriche, bocca riempita di sale, frustate, uova bollenti sotto le ascelle, piastre metalliche incandescenti...) a motivo della fede cattolica. Prima della presa del potere dei comunisti, operavano in Albania circa 200 sacerdoti, i quali finirono quasi tutti in prigione, torturati e molti vennero fucilati. Inoltre, padre Romano Scalfì, di Russia Cristiana, ha rivelato che in Unione Sovietica il tentativo comunista di sostituire il partito a Dio portò alla fucilazione, tra il 1917 e il 1941, di 130.000 (avete letto bene: centotrentamila!) sacerdoti della Confessione ortodossa russa e di 250 vescovi su un totale di 300.

Persecuzione nazista.

Nello stesso Convegno sopra ricordato, è stato fatto osservare che la Chiesa cattolica pagò un altissimo prezzo a causa della persecuzione scatenata contro di essa dai Nazionalsocialisti di Adolf Hitler. Nella sola Polonia, durante la Seconda Guerra mondiale, ben 6400 sacerdoti furono vittime della persecuzione. Nel campo di concentramento di Dachau vennero internati 2794 sacerdoti e religiosi di 37 nazionalità e in quello di Auschwitz ne vennero imprigionati 416. Naturalmente è impossibile fare un bilancio preciso del numero dei laici periti nei campi di concentramento comunisti e in quelli nazionalsocialisti a motivo della fede cattolica. In ogni caso, quelli sopra citati sono dati da ricordare a quanti sostengono ancora oggi una presunta complicità della Chiesa Cattolica con il regime hitleriano.

Ancora martiri.

La Commissione Nuovi Martiri, istituita dal Santo Padre Giovanni Paolo II, ha appurato che nel corso del XX secolo, in via di conclusione, hanno dato la vita a motivo del vangelo e della fede cattolica 126 tra vescovi, arcivescovi e cardinali, 4.872 appartenenti a Congregazioni religiose maschili e femminili e 5.343 tra sacerdoti, seminaristi e diaconi. Per quanto concerne i laici, la Commissione ha accertato l'esistenza di 2.351 casi di uccisi a motivo della fede, ritenendo tuttavia il numero reale assai più ampio, visto che di molti episodi non si è conservata la memoria. Di fronte a tali notizie, viene da chiedersi quando i protagonisti, o gli eredi culturali, di quelle ideologie e di quei sistemi politici, sentiranno il bisogno di chiedere perdono.

Copernico.

Furono i Protestanti e non la Chiesa cattolica, contrariamente a quanto si pensa, i primi a scagliarsi contro l'astronomo polacco, il canonico Nicolò Copernico. Come è noto, nel suo De revolutionibus, pubblicato postumo nel 1543, si affermava la centralità del Sole e non della Terra. L'eretico Martin Lutero (1483-1546), in uno dei suoi ben noti Discorsi a tavola, definì Copernico “un astrologo da quattro soldi [...], un insensato che vuole sovvertire l'intera scienza astronomica”. Dopo di lui, un altro autorevole rappresentante della Riforma protestante, Filippo Melantone (1497-1560) giudicava una “mancanza di dignità e onestà sostenere pubblicamente tali concetti, un esempio pericoloso”. Anche Giovanni Calvino (1509-1 564) lanciava sfide contro Co pernico chiedendosi: “Chi avrà l'ardire di porre l'autorità di Copernico al di sopra di quella dello Spirito Santo?”. Soltanto 73 anni dopo la morte di Copernico, la Chiesa cattolica, nel 1616, condannerà la sua dottrina eliocentrica.

Santa Messa.

Pochi, anche tra i cattolici, sono consapevoli del valore della Santa Messa. Una sola Santa Messa rende a Dio una adorazione rigorosamente infinita, degna di Lui e glorifica Dio più di quanto lo hanno glorificato e lo glorificheranno, per l'eternità, tutti gli angeli, i santi e i beati, compresa Maria Santissima. Il motivo è chiaro ed è dovuto al fatto che la Santa Massa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce, mutando solo il modo dell'offerta di tale sacrificio: cruento sul Calvario, incruento sull'altare. Ne consegue che il valore di una sola Santa Messa è assolutamente incomparabile, perché con essa si offre a Dio l'infinita riparazione di Gesù Cristo con tutta la sua efficacia redentrice. E ne consegue anche che la Santa Messa muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che giungano fino a noi.

Bastiglia.

La prima operazione di propaganda imbastita dai promotori della Rivoluzione Francese consistette nella invenzione della “presa della Bastiglia”, episodio mitologico, storicamente infondato, con il quale si vuoi far credere che il popolo parigino, guidato dai valorosi capi rivoluzionari, assali l'imponente fortezza simbolo dell'oppressione dell'Ancien Regime, il 14 luglio 1789. I fatti andarono diversamente: nessuno dei capi rivoluzionari partecipò al presunto assalto; non si trattò di “presa”, ma di un ingresso dalla porta, aperta per ordine del governatore; non fu il popolo parigino, che si tenne alla larga da quella operazione, ma sparuti gruppi di qualche decina di vagabondi e di disertori, soprattutto stranieri, che entrarono nella fortezza - appunto dalla porta - per cercarvi munizioni; infine, nella Bastiglia non si trovavano prigionieri politici, ma solo sette detenuti, e quindi non venne liberato nessun martire del vecchio regime. Come si vede, una impressionante serie di bugie sta alla base del mito di fondazione della Rivoluzione Francese.

Inquisizione.

Lo studioso John Tedeschi (nato a Modena nel 1931 ma emigrato negli USA all'età di 8 anni), già docente universitario, fondatore del Center for Renaissance Studies, ha pubblicato un poderoso volume sull'inquisizione romana, intitolato Il Giudice e l'eretico (Vita e Pensiero, Milano 1997). Nell'introduzione si legge: “Sostengo in questi saggi che l'Inquisizione non fu un tribunale arbitrario, un tunnel degli orrori o un labirinto giudiziario da cui era impossibile uscire” (p. 17). E a prova di quanto afferma, egli ricorda come nei processi inquisitoriali le accuse prive di riscontri non erano accettate, i verbali dei processi erano forniti agli accusati e ai loro avvocati, veniva lasciato tutto il tempo necessario per preparare la difesa, la tortura era limitata a pochissimi casi e severamente regolamentata. Tali garanzie erano particolarmente osservate nei processi di stregoneria, dove, dato il notorio scetticismo dei giudici inquisitoriali, per nulla convinti delle facili accuse lanciate agli imputati, si richiedeva l'intervento di medici onde chiarire se una malattia o un decesso fossero dovuti a cause naturali o a malefici. Come si potrà notare, gli studiosi sono ormai convinti della infondatezza della leggenda nera che circonda i tribunali della Santa Inquisizione.



IL TIMONE – N. 8 - ANNO II -  Luglio/Agosto 2000 - pag. 15



Non tutti sanno che...

Il Timone n. 1 - anno 1999 - 

Martiri del nostro secolo

Nel corso del suo pontificato, Giovanni Paolo II ha elevato agli onori degli altari 286 martiri del nostro secolo. Due di loro, padre Kolbe ed Edith Stein, sono stati canonizzati, i rimanenti 284 beatificati. La gran parte dei martiri (ben 231) è dovuta alla feroce persecuzione religiosa spagnola, provocata da socialisti, comunisti e anarchici, tra gli anni 1934 - 1939. Sono 26 i martiri provocati dalla persecuzione promossa dal Governo massonico negli anni Venti e Trenta in Messico. 
Tra le vittime della Germania nazionalsocialista il papa ha beatificato 11 martiri. Due sono martiri del comunismo in Bulgaria e in Jugoslavia. 
Gli altri sono stati martirizzati in paesi diversi. Tutti sono stati uccisi in "odium fidei" e in "odium Ecclesiae", oppure sono morti a causa delle sofferenze subite in prigione o nei campi di concentramento.


Il miracolo

Il più antico miracolo eucaristico è quello di Lanciano, in provincia di Chieti. Verso l'anno 750, un monaco che dubitava se nell' ostia e nel vino consacrati vi fosse veramente il Corpo e il Sangue di Cristo, mentre celebrava la Messa nel Monastero di san Legonziano (oggi di san Francesco), vide il pane e il vino trasformarsi in carne e sangue. Le preziose reliquie eucaristiche sono state conservate fino ai nostri giorni. Nel 1970, furono analizzate da Odoardo Linoli, primario degli Ospedali riuniti di Arezzo, docente di Anatomia, Istologia patologica e Microscopia clinica. 
Il risultato è strabiliante: la carne e il sangue sono vivi, presentano le stesse caratteristiche di una carne e di un sangue prelevati da un vivente! 
Per dodici secoli quella carne e quel sangue sono stati conservati allo stato naturale, esposti all' azione di agenti fisici, atmosferici e biologici. Eppure, è come se fossero ancora vivi. Ancora una volta, la scienza si inchina di fronte al mistero della Onnipotenza di Dio.



I primati di Roma


La Chiesa di Roma detiene ben cinque primati rispetto alle Chiese di tutto il mondo: 
- la più antica reliquia sicuramente autentica (le ossa dell' apostolo Pietro); 
- la più antica basilica cristiana "ufficiale", cioè riconosciuta dall' autorità pubblica (la Basilica Lateranense); 
- il più antico ritratto di Cristo (nella catacomba di Commodilla); 
- il più antico ritratto di Maria (nella Chiesa di santa Francesca Romana); 
- la più antica statua cristiana che si conosca (il famoso san Pietro di bronzo nella Basilica Vaticana).

Ma il primato che più conta è quello del vescovo di Roma, pastore universale della Chiesa, successore di san Pietro.
La studiosa Margherita Guarducci, nota in tutto il mondo per avere identificato la tomba e le ossa dell'apostolo Pietro, dà notizie dettagliate di questi cinque primati della Chiesa di Roma nel volume "Il primato della Chiesa di Roma". 


Pio XII e gli Ebrei

Alla morte di Pio XII (9 ottobre 1958), la signora Golda Mejr, allora Ministro degli esteri di Israele e poi Capo del Governo, inviò alla Santa Sede un messaggio nel quale si riconosceva che: "durante il decennio del terrore nazista, il nostro popolo ha subito un martirio terribile. La voce del Papa si è alzata per condannare i persecutori e per invocare pietà per le vittime". Queste parole, scritte non da uno storico revisionista o da un inguaribile apologeta cattolico, ma da un'altissima autorità israeliano, mostrano l'infondatezza dell'accusa a Papa Pio XII di essere stato complice silenzioso del genocidio degli Ebrei. 


Persecuzioni comuniste

Durante i decenni di repressione comunista nell'Unione Sovietica, furono uccisi almeno 200.000 tra sacerdoti e ministri di varie confessioni religiose. Un altro mezzo milione di religiosi è stato vittima di arresti, carcere, campi di concentramento e invio al confino. Le cifre sono state fornite qualche anno fa da Aleksandr Jakovlev, nominato da Boris Eltsin presidente della Commissione per la riabilitazione delle vittime delle repressioni poliziesche.


Inquisizione

Il domenicano spagnolo Torquemada (ca 1420-1498) fu incaricato nel 1483 dai sovrani di Spagna di organizzare il tribunale dell'Inquisizione. 
Sotto la sua responsabilità, l'Inquisizione spagnola consegnò al braccio secolare (la giustizia civile) per essere condannate al rogo 2.000 persone delle 100.000 che vennero processate. Una percentuale bassissima (solo il 2%), a fronte del 98% di assoluzioni o condanne minori, che smentisce la fama di terribile inquisitore che il domenicano spagnolo si porta appresso.

 

I nemici del Papa "buono"

 

Il 2 gennaio del 1957, l'allora Cardinale Angelo Roncalli, divenuto Papa con il nome di Giovanni XXIII, elencava su di una rivista quelle che secondo lui erano le cinque piaghe della Chiesa di quel tempo: l'imperialismo, il marxismo, la democrazia progressista, la massoneria e illaicismo. Come si vede, il futuro Papa "buono" non dimenticava di avvertire i credenti denunciando i' nemici della Chiesa. Passati oltre 30 anni, le piaghe ci sono ancora tutte, anche se alcune sembrano aver perso parte della loro virulenza.


IL TIMONE n. 1 – Anno I - Maggio/Giugno 1999 - pag. 10




 

IL CASO PISTOIA
L'Ospedale del Ceppo a Pistoia
 

Pistoia è stata designata capitale della cultura italiana per il 2017. Tra i punti di eccellenza pistoiese c’è l’Ospedale del Ceppo: una struttura di accoglienza, come tutti gli ospedali in Italia, nato dalla presenza cristiana e dalla fede cattolica. Quello di Pistoia, poi, risale addirittura a un’apparizione mariana.

di Marco Respinti

La notizia è fresca. Pistoia è appena stata designata capitale della cultura italiana per il 2017 (quando, a fine 2016, scadrà il mandato dell’attuale “capitale”, Mantova). Tra i punti di eccellenza pistoiese di cui tutti oggi parlano, e che hanno meritato il prestigioso titolo alla cittadina toscana, c’è l’Ospedale del Ceppo, che, con la sua facciata claustrale e il suo trionfo di metope, formelle coloratissime e fregi, è una vera e propria perla di cui è annunciata una sontuosa riqualificazione che lo vedrà trasformarsi in un grandioso museo. Bene. 

È bene che l’immenso patrimonio culturale del nostro Paese vengavalorizzato, che anche le bellezze meno conosciute rifioriscano, che il passato non vada smarrito. Ma sarebbe opportuno ricordare che l’Italia non godrebbe oggi di una simile ricchezza se non fosse per lo spirito profondamente cristiano che l’ha generata. Gli ospedali, appunto: se non fosse per la fede cattolica non esisterebbero. Quello di Pistoia, poi, risale addirittura a un’apparizione mariana. Lo dice proprio quel suo nome singolare.

Narra, infatti, la pia leggenda che la Madonna apparve nel secolo XIII ad Antimo e Bendinella, maritoe moglie, indicando loro il sito dove fondare un centro di assistenza per i malati. Era inverno e la Vergine indicò il luogo facendo fiorire miracolosamente fuori stagione un ceppo di legno, da cui il nome di Ospedale di Santa Maria del Ceppo. Più tardi lo si sarebbe accorciato nel solo “Ospedale del Ceppo”, facendo scomparire “Santa Maria”, ma la memoria di quell’evento non si è mai perduta. Più terra terra, qualcuno afferma invece che il riferimento al “ceppo” sia dovuto solo ai resti di un tronco di castagno usato per raccogliere le prime offerte destinate alla costruzione della struttura. Potrebbe anche essere così. Ma se in realtà il ceppo fosse lo stesso, quello del miracolo di Maria poi usato proprio a tal motivo per accogliere le donazioni nel punto stesso indicato dal Cielo per costruire l’ospedale?

Sia come sia, il nosocomio di Pistoia, in funzione fino al luglio del 2013, fu fondato nel 1277 da unsodalizio cattolico che per darsi un nome scelse proprio l’affidamento alla Vergine: la “Compagnia di santa Maria” o “del Ceppo dei Poveri”. Il grandioso frontone dell’edificio illustra del resto le sette opere di misericordia corporale insegnate da Gesù nel Vangelo. Nel 1348 Pistoia venne colpita dalla peste e il Ceppo divenne il primo luogo di ricovero e di assistenza della città. La sorveglianza della struttura era affidata al capitolo della cattedrale, ma già nel 1350 iniziò il processo di laicizzazione e di estromissione della Compagnia fondatrice, processo che culminerà all’inizio del Quattrocento quando la signoria di Firenze, che è remotamente all’origine dello spirito da cui sorgerà il concetto di Stato moderno, operò la completa secolarizzazione dell’istituto.

Ma il Ceppo, appunto, non è affatto un caso isolato; anzi, è un caso emblematico perché senza icattolici la cura ospedaliera proprio non sarebbe mai nata. L’antichità non conobbe nulla di nemmeno lontanamente simile. Solo l’antropologia nuova portata dal cristianesimo fece la differenza, fondando l’unico vero umanesimo possibile su un modello che non è affatto un’idea vaga ma una persona fisica, Gesù, sofferente e morto come tutti gli uomini di carne e ossa, e però risorto nel corpo come è la vocazione, per la natura con cui Dio li ha voluti e per i meriti di Cristo, di tutti gli uomini all’ultimo giorno. Gli ospedali li si debbono a vescovi, confraternite di eremiti e ordini religiosi. 

Si ha notizia di quello fondato dalla ricca Fabiola a Roma alla fine del secolo IV e poi è stato uncrescendo fino agli hospitales del pieno Medioevo. Anzi, quello che noi oggi chiamiamo “ospedale” all’epoca del re merovingio Childerico I (436 ca-481 ca.) si chiamava inequivocabilmente “Hôtel-Dieu” (e altrove “Ca’ di Dio”, “Domus Dei”, “God’s House” e “Godshuis”). Nell’epoca d’oro dei monaci-guerrieri, i Cavalieri di Malta si coprirono di gloria resistendo all’assalto musulmano su quell’isola a sud della Sicilia. Prima si chiamavano Cavalieri di Rodi perché a Rodi stavano fino a che da lì non li sloggiarono i musulmani. Ma il loro nome originale era Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, addetti alla cura dei pellegrini e dei combattenti nel momento in cui, su richiesta del Papa, la Cristianità europea corse in aiuto dei fratelli perseguitati in Terrasanta.

E come scordare la Scuola Medica Salernitana, vertice di eccellenza medioevale? E san Giovanni di Dio(1495-1550), fondatore dell’ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli? Francesco Agnoli ha raccontato quest’avventura affascinante nel libro Case di Dio e Ospedali degli uomini (Fede & Cultura, Verona 2011) e Darrel W. Amundsen, docente emerito di Discipline classiche negli Stati Uniti, ha dedicato all’argomento una carriera intera. Sarebbe bello che Pistoia capitale della cultura italiana nel 2017 dedicasse almeno un angoletto del proprio tempo e dei propri spazi per ricordare anche questi che non sono esattamente dettagli.

 




[Modificato da Caterina63 09/02/2016 10:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)