00 08/01/2015 14:28
 lasciandoci alle spalle il 2014 con la raccolta delle Omelie del Papa, del mattino, che troverete qui:
Omelie del Papa nella Messa delle 7 del mattino a Santa Marta (3)

veniamo ora al 2015.......

Il Santo Padre Francesco: è l’amore la via per conoscere Dio, non basta l’intelletto

Papa Francesco a Casa S. Marta - OSS_ROM

08/01/2015 

Dio ci precede sempre nell’amore. E’ uno dei passaggi dell’omelia di Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta con un gruppo di fedeli, la prima dell’anno 2015. Il Pontefice ha sottolineato che l’amore cristiano è fatto di opere concrete, non parole. Ed ha ribadito che per conoscere Dio non basta l’intelletto, è necessario l’amore. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Solo per la strada dell’amore si conosce Dio
In questi giorni dopo Natale, ha rilevato Francesco, la parola chiave nella liturgia è “manifestazione”. Gesù si manifesta: nella festa dell’Epifania, nel Battesimo e ancora alle nozze di Cana. Ma, si è chiesto il Papa, “come possiamo conoscere Dio?”. E’ proprio questo, ha annotato, il tema da cui parte l’Apostolo Giovanni nella Prima Lettura, sottolineando che per conoscere Dio il nostro “intelletto”, “la ragione” è “insufficiente”. Dio, ha soggiunto, “si conosce totalmente nell’incontro con Lui e per l’incontro la ragione non basta”. Ci vuole qualcosa di più:

“Dio è amore! E soltanto per la strada dell’amore, tu puoi conoscere Dio. Amore ragionevole, accompagnato dalla ragione. Ma amore! 'Ma come posso amare quello che non conosco?'; 'Ama quelli che tu hai vicino'. E questa è la dottrina di due Comandamenti: Il più importante è amare Dio, perché Lui è amore; Ma il secondo è amare il prossimo, ma per arrivare al primo dobbiamo salire per gli scalini del secondo: cioè attraverso l’amore al prossimo arriviamo a conoscere Dio, che è amore. Soltanto amando ragionevolmente, ma amando, possiamo arrivare a questo amore”.

L’amore di Dio non è una telenovela
Ecco perché, ha esortato, dobbiamo amarci “gli uni gli altri”, perché “l’amore è da Dio” e “chiunque ama è stato generato da Dio”. E ancora, ha soggiunto, per conoscere Dio bisogna amare:

“Chi ama conosce Dio; chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Ma non amore di telenovela. No, no! Amore solido, forte; amore eterno, amore che si manifesta – la parola di questi giorni, manifestazione – nel suo Figlio, che è venuto per salvarci. Amore concreto; amore di opere e non di parole. Per conoscere Dio ci vuole tutta una vita; un cammino, un cammino di amore, di conoscenza, di amore per il prossimo, di amore per quelli che ci odiano, di amore per tutti”.

L’amore di Dio è come il fiore del mandorlo
Francesco ha così osservato che non siamo stati noi a dare l’amore a Dio, ma è stato “Lui che ha amato noi e ha mandato suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Nella persona di Gesù, è stata la sua riflessione, “possiamo contemplare l’amore di Dio” e seguendo il suo esempio “arriviamo – scalino per scalino – all’amore di Dio, alla conoscenza di Dio che è amore”. Richiamando poi il profeta Geremia, il Papa ha detto che l’amore di Dio ci “precede”, ci ama prima ancora che noi lo cerchiamo. L’amore di Dio, ha sottolineato, è come “il fiore del mandorlo”, che è “il primo a fiorire in primavera”. Il Signore “ci ama per primo”, “sempre avremo questa sorpresa”. Ed ha osservato che “quando noi ci avviciniamo a Dio attraverso le opere di carità, la preghiera, nella Comunione, nella Parola di Dio”, “troviamo che Lui è lì, per primo, aspettandoci, così ci ama”.

L’amore di Dio ci aspetta sempre
Il Papa ha così rivolto il pensiero al Vangelo odierno che narra della moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù. Il Signore, ha affermato, “ebbe compassione” della tanta gente che era andata ad ascoltarlo, perché “erano pecore che non avevano pastore, disorientate”. Ed ha rilevato che anche oggi tanta gente è “disorientata” nelle “nostre città, nei nostri Paesi”. Per questo, Gesù insegna loro la dottrina e la gente lo ascolta. Quando poi si fa tardi e chiede di dare loro da mangiare, però, i discepoli rispondono “un po’ innervositi”. Ancora una volta, ha commentato il Papa, Dio è arrivato “primo, i discepoli non avevano capito niente”:

“Così è l’amore di Dio: sempre ci aspetta, sempre ci sorprende. E’ il Padre, è nostro Padre che ci ama tanto, che sempre è disposto a perdonarci. Sempre! Non una volta, 70 volte 7. Sempre! Come un padre pieno di amore e per conoscere questo Dio che è amore dobbiamo salire per lo scalino dell’amore per il prossimo, per le opere di carità, per le opere di misericordia, che il Signore ci ha insegnato. Che il Signore, in questi giorni che la Chiesa ci fa pensare alla manifestazione di Dio, ci dia la grazia di conoscerLo per la strada dell’amore”.



Il Papa: chi ama Dio è libero, solo lo Spirito apre il cuore

Papa Francesco sull'altare di Casa S. Marta - OSS_ROM

09/01/2015 

Soltanto lo Spirito Santo rende il cuore docile a Dio e alla libertà. Lo ha affermato Papa Francesco durante l’omelia della Messa del mattino, celebrata nella cappella di Casa S. Marta. I dolori della vita, ha detto il Papa, possono chiudere una persona, mentre l’amore la rende libera. Il servizio diAlessandro De Carolis:

Una seduta di yoga non potrà insegnare a un cuore a “sentire” la paternità di Dio, né un corso di spiritualità zen lo renderà più libero di amare. Questo potere ce l’ha solo lo Spirito Santo. Papa Francesco prende l’episodio del giorno del Vangelo di Marco – quello che segue la moltiplicazione dei pani e nel quale i Discepoli si spaventano nel vedere Gesù camminare verso di loro sull’acqua – che termina con una considerazione sul perché di quello spavento: gli Apostoli non avevano capito il miracolo dei pani perché “il loro cuore era indurito”.

Vita dura e muri di protezione
Un cuore può essere di pietra per tanti motivi, osserva il Papa. Per esempio, a causa di “esperienze dolorose”. Capita ai discepoli di Emmaus, timorosi di illudersi “un’altra volta”. Accade a Tommaso che rifiuta di credere alla Risurrezione di Gesù. E “un altro motivo che indurisce  il cuore – indica Francesco – è la chiusura in se stesso”:

“Fare un mondo in se stesso, chiuso. In se stesso, nella sua comunità o nella sua parrocchia, ma sempre chiusura. E la chiusura può girare intorno a tante cose: ma pensiamo all’orgoglio, alla sufficienza, pensare che io sono meglio degli altri, anche alla vanità, no? Ci sono l’uomo e la donna-specchio, che sono chiusi in se stessi per guardare se stessi continuamente, no? Questi narcisisti religiosi, no? Ma, hanno il cuore duro, perché sono chiusi, non sono aperti. E cercano di difendersi con questi muri che fanno intorno a sé”.

La sicurezza della prigione
C’è pure chi si barrica dietro la legge, aggrappandosi alla “lettera” di ciò che i comandamenti stabiliscono. Qui, afferma Papa Francesco, a indurire il cuore è un problema di “insicurezza”. E chi cerca solidità nel dettato della legge è sicuro – dice il Papa con una punta di ironia – come “un uomo o una donna nella cella di un carcere dietro la grata: è una sicurezza senza libertà”. Cioè l’opposto, soggiunge, di ciò “che è venuto a portarci Gesù”, la libertà:

“Il cuore, quando si indurisce, non è libero e se non è libero è perché non ama: così finiva Giovanni apostolo nella prima Lettura. L’amore perfetto scaccia il timore: nell’amore non c’è timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Non è libero. Sempre ha il timore che succeda qualcosa di doloroso, di triste, che mi faccia andare male nella vita o rischiare la salvezza eterna…  Ma tante immaginazioni, perché non ama. Chi non ama non è libero. E il loro cuore era indurito, perché ancora non avevano imparato ad amare”.

Lo Spirito rende liberi e docili
Allora, “chi ci insegna ad amare? Chi ci libera da questa durezza?”, si domanda Francesco. “Soltanto lo Spirito Santo”, è la sua risposta:

“Tu puoi fare mille corsi di catechesi, mille corsi di spiritualità, mille corsi di yoga, zen e tutte queste cose. Ma tutto questo non sarà mai capace di darti la libertà di figlio. Soltanto è lo Spirito Santo che muove il tuo cuore per dire ‘Padre’. Soltanto lo Spirito Santo è capace di scacciare, di rompere questa durezza del cuore e fare un cuore… morbido?… Non so, non mi piace la parola… “Docile”. Docile al Signore. Docile alla libertà dell’amore”.


   

 

Papa: salvezza e intercessione di Gesù più importanti di guarigioni

Il Papa a Santa Marta - OSS_ROM

22/01/2015

La cosa più importante non è la grazia di una guarigione fisica, ma il fatto che Gesù ci salva e intercede per noi: è quanto ha detto il Papa riprendendo a Santa Marta le Messe mattutine con i gruppi di fedeli. Ce ne parla Sergio Centofanti:

Il popolo vede in Gesù una speranza
Commentando il Vangelo del giorno che mostra la folla accorrere a Gesù da ogni regione, il Papa osserva che il popolo di Dio trova nel Signore “una speranza, perché il suo modo di agire, di insegnare, tocca il loro cuore, arriva al cuore, perché ha la forza della Parola di Dio”: 

“Il popolo sente questo e vede che in Gesù si compiono le promesse, che in Gesù c’è una speranza. Il popolo era un po’ annoiato dal modo di insegnare la fede, dai dottori della legge di quel tempo, che caricavano sulle spalle tanti comandamenti, tanti precetti, ma non arrivavano al cuore della gente. E quando vede Gesù e sente Gesù, le proposte di Gesù, le beatitudini… ma sente dentro qualcosa che si muove - è lo Spirito Santo che sveglia quello! - e va a trovare Gesù”.

Purezza d'intenzione nel cercare Dio
La folla va da Gesù per essere guarita: cioè, cerca il proprio bene: “Mai – afferma il Papa - possiamo seguire Dio con purezza di intenzione dall’inizio, sempre un po’ per noi, un po’ per Dio … E il cammino è purificare questa intenzione. E la gente va, sì, cerca Dio, ma anche cerca la salute, la guarigione. E si gettavano su di Lui per toccarlo, perché venisse fuori quella forza e li guarisse”.

Gesù salva
Ma la cosa più importante “non è che Gesù guarisca” – spiega Papa Francesco – questo “è un segno di un’altra guarigione”; e nemmeno è il fatto che “Gesù dica parole che arrivino al cuore”: questo, certamente aiuta per incontrare Dio. La cosa più importante la dice la Lettera agli Ebrei: “Cristo può salvare perfettamente quelli che per mezzo di Lui si avvicinano a Dio. Egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore”. “Gesù salva e Gesù è l’intercessore – commenta il Pontefice - Queste sono le due parole chiave”:

“Gesù salva! Queste guarigioni, queste parole che arrivano al cuore sono il segno e l’inizio di una salvezza. Il percorso della salvezza di tanti che incominciano ad andare a sentire Gesù o a chiedere una guarigione e poi tornano da Lui e sentono la salvezza. Ma quello che è più importante di Gesù è che guarisca? No, non è il più importante. Che ci insegni? Non è il più importante. Che salvi! Lui è il Salvatore e noi siamo salvati da Lui. E questo è più importante. E questa è la forza della nostra fede”.

Gesù intercede
Gesù è salito al Padre “e di là intercede ancora, tutti i giorni, tutti i momenti per noi”:

“E questa è una cosa attuale. Gesù davanti al Padre, offre la sua vita, la redenzione, fa vedere al Padre le piaghe, il prezzo della salvezza. E tutti i giorni, così, Gesù intercede. E quando noi, per una cosa o l’altra, siamo un po’ giù, ricordiamo che è Lui che prega per noi, intercede per noi continuamente. Tante volte dimentichiamo questo: ‘Ma Gesù …sì, è finito, se ne è andato in Cielo, ci ha inviato lo Spirito Santo, finita la storia’. No! Attualmente, ogni momento, Gesù intercede. In questa preghiera: ‘Ma, Signore Gesù, abbi pietà di me’. Intercede per me. Rivolgersi al Signore, chiedendo questa intercessione”.

Il fiuto del popolo di Dio
Questo è il punto centrale, afferma il Papa: che Gesù è “Salvatore e Intercessore. Ti farà bene ricordare questo”. “Così la folla cerca Gesù con quel fiuto della speranza del popolo di Dio, che aspettava il Messia, e cerca di trovare in Lui la salute, la verità, la salvezza, perché Lui è il Salvatore e come Salvatore ancora oggi, in questo momento, intercede per noi. Che la nostra vita cristiana – è la preghiera conclusiva del Papa - ogni volta sia più convinta che noi siamo stati salvati, che abbiamo un Salvatore, Gesù alla destra del Padre, che intercede. Il Signore, lo Spirito Santo, ci faccia capire queste cose”. 






[Modificato da Caterina63 22/01/2015 10:53]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)