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  un grande maestro e un santo pastore d'anime.....

Biografia

Nato a Milano il 13 giugno 1928, ha compiuto gli studi ecclesiastici nei Seminari dell'Arcidiocesi Ambrosiana ed è stato ordinato Sacerdote a Milano il 23 dicembre 1950 dall'Arcivescovo card. Alfredo Ildefonso Schuster. Laureatosi in Teologia nel 1955 con una tesi su "La colpa e la libertà nell'odierna condizione umana", ha insegnato per alcuni anni nei Seminari dell'Arcidiocesi milanese. Dal 1960 al 1969 è stato Parroco ai Ss. Martiri Anauniani, a Legnano, e dal 1969 al 1975 a S. Andrea, a Milano. L' 11 febbraio 1975 è stato nominato Canonico Teologo del Capitolo Metropolitano di Milano.

Già Vicario Episcopale per la Cultura dal 1974, ha ricevuto nel 1975 la nomina a Direttore dell'Istituto Lombardo di Pastorale, ricoprendo anche l'incarico di responsabile della Commissione per il Rito Ambrosiano.

Il 7 dicembre 1975 è stato eletto da Paolo VI Vescovo titolare di Fidene e deputato Ausiliare del card. Giovanni Colombo, Arcivescovo di Milano, che lo ha consacrato Vescovo l'11 gennaio 1976 nella Chiesa parrocchiale di S. Andrea, a Milano.

Dal 1976 al 1982 ha fatto parte della Commissione episcopale della C.E.I. per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura, di cui è stato Segretario dal 1979 al 1982. Inoltre nel 1982 è stato eletto fra i componenti la Commissione Episcopale per la Liturgia.

Promosso Arcivescovo di Bologna il 19 aprile 1984, ha preso canonico possesso dell'Arcidiocesi il primo giugno 1984, facendovi solenne ingresso il giorno successivo, 2 giugno. Il 7 luglio dello stesso anno è stato eletto Presidente della Conferenza Episcopale Emilia-Romagna.

Creato e pubblicato Cardinale prete del Titolo dei Ss. Giovanni Evangelista e Petronio a Campo de' Fiori da Sua Santità Giovanni Paolo II nel Concistoro del 25 maggio 1985, è membro della Congregazione per il Clero e della Congregazione per l'Educazione cattolica.

Ha lasciato il governo dell'Arcidiocesi bolognese, per raggiunti limiti di età, il 16 dicembre 2003. È stato Amministratore Apostolico dell'Arcidiocesi dal 16 dicembre 2003 al 15 febbraio 2004.

Nel 1989 ha predicato gli esercizi spirituali al Santo Padre Giovanni Paolo II e alla Curia romana e nel 2007 ha predicato gli esercizi spirituali al Santo Padre Benedetto XVI e alla Curia romana.

È autore di numerose pubblicazioni a carattere teologico e catechetico.


Genealogia Episcopale

Giacomo Biffi 11 gennaio 1976

Giovanni Colombo 7 dicembre 1960

Giovanni Battista Montini (Paolo VI) 12 dicembre 1954

Eugenio Tisserant 25 luglio 1937

Eugenio Pacelli (Pio XII) 13 maggio 1917

Giacomo Della Chiesa (Benedetto XV) 22 dicembre 1907

Giuseppe Sarto (Pio X) 16 novembre 1884

Lucido Maria Parocchi 5 novembre 1871

Costantino Patrizi 21 dicembre 1828

Carlo Odescalchi 25 maggio 1823

Giulio Maria Della Somaglia 21 dicembre 1788

Giacinto Sigismondi Gerdil 2 marzo 1777

Marcantonio Colonna 25 aprile 1762

Carlo Rezzonico (Clemente XIII) 19 marzo 1743

Prospero Lambertini (Benedetto XIV) 16 luglio 1724

Vincenzo Maria Orsini (Benedetto XIII) 3 febbraio 1675

Paluzzo Paluzzi-Albertoni-Altieri 2 maggio 1666

Ulderico Carpegna 7 ottobre 1630

Luigi Caetani 12 giugno 1622

Lodovico Ludovisi 2 maggio 1621

Galeazzo Sanvitale 14 aprile 1604

Girolamo Bernerio 7 settembre 1586

Giulio Antonio Santorio 12 marzo 1566

  attualmente - alla guida della Diocesi - c'è un altro e davvero grande cardinale, il successore di Biffi, Carlo Caffarra.


OMELIA NELLA S. MESSA CONCELEBRATA DAL CLERO DIOCESANO 
CHE RICORDA IL GIUBILEO DI ORDINAZIONE 
DAVANTI ALL'IMMAGINE DELLA MADONNA DI S. LUCA

Giovedì 13 maggio 1999, ore 11.30

Oggi è per noi uno dei giorni più belli e più cari: la nostra città e la nostra diocesi oggi celebrano solennemente la loro patrona, che con immancabile puntualità da oltre cinque secoli discende e si insedia nel cuore di Bologna, quasi a ricordare a tutti, anche visivamente, che è lei la Signora del popolo petroniano, "il segno della nostra difesa e del nostro onore".

Nessun giorno dell’anno è anche così propizio per noi a riflettere – sotto il dolce sguardo della sua icona antica – sulla collocazione della Vergine benedetta entro il disegno del Padre e sul suo compito proprio nella vita e nella società dei credenti.

La più elementare e insieme la più esauriente notizia ci viene data da Maria stessa con le parole semplici e sublimi dette al messaggero di Dio: "Io sono la serva del Signore" (Lc 1,38).

Giustamente si autodefinisce "serva del Signore" colei che visse unicamente per fare la volontà del Signore. Stava in ascolto della sua parola, la custodiva con fede pura, la metteva in pratica con intemerata fedeltà. Così la Parola vivente, il Verbo eterno di Dio, prese volentieri umana carne da lei, perchè lei aveva sempre incarnato nel suo essere e nel suo agire ogni parola che Dio o le andava comunicando nell’ascolto della Sacra Scrittura o le andava sussurrando nel segreto del suo mondo interiore.

"Serva del Signore"

Servire il Signore era per Maria anzitutto credere in Dio, adorarlo, amarlo sopra ogni cosa; ma al tempo stesso era soccorrere il prossimo nel bisogno.

Servire il Signore era mettersi in viaggio verso la montagna con passo premuroso, alla casa di un’anziana parente da aiutare nella sua inattesa maternità.

Servire il Signore era andare a Cana, e togliere due sposi dal disagio e dall’imbarazzo durante il banchetto nuziale.

Servire il Signore era per Maria preannunziare con le sue scelte esistenziali e con il suo canto profetico la grande rivoluzione delle coscienze, che il bambino custodito nel suo grembo avrebbe operato nella storia. Dalle labbra appunto di questa ignota fanciulla ebrea, che era la più mite e la più santa delle creature, si eleva il "Magnificat" a proclamare la fine delle ingiustizie, delle prepotenze, delle oppressioni e a inaugurare il tempo nuovo del Regno di Dio; il tempo in cui comincia a esultare il cuore dei poveri, e sorge un po’ di speranza per i disprezzati di questo mondo.

* * *

"Fate quello che vi dirà" (Gv 2,5). La missione provvidenziale di Maria presso gli uomini è di invitarli e incoraggiarli ad accogliere la parola dell’unico Salvatore e a metterla in pratica.

Il Signore Gesù ha detto: "Nessuno può venire a me, se non l’attira il Padre che mi ha mandato" (Gv 6,43). Nel piano divino di salvezza – connotato intrinsecamente dalla misericordia e dalla condiscendenza – la Madonna è stata pensata e voluta proprio come una soave e persuasiva forza di attrazione, perchè anche i più riottosi figli di Adamo avessero modo di arrivare a Cristo.

I nostri contemporanei così scettici di fronte alla luce della verità, così orgogliosi delle loro conquiste scientifiche e tecniche, così avidi di beni di consumo e così disamorati dei beni eterni, così presi dalla fame di danaro, di godimento, di potere e così disorientati e disanimati , pare che solo dal fascino della Madre di Dio, che è madre anche nostra, possano essere scampati dalla tremenda sventura di ripiombare in un mondo senza Cristo; cioò un mondo senza certezze trascendenti, senza vera gioia, senza tensione verso un traguardo non deludente.

Al fuoco di un puro amore materno, reso soprannaturalmente efficace dalla potenza dello Spirito Santo, è più facile che le torpidità delle menti e le durezze dei cuori si fondano e si dissolvano.

L’incanto di questa donna umile e alta – modello inarrivabile di perfezione, che però resta sempre totalmente una di noi – avvicina con gentilezza femminile alla nostra piccolezza, alle nostre titubanze, alla difficoltà che abbiamo di sollevare lo sguardo dalla terra, l’unica, necessaria, salvifica mediazione di Cristo.

La Madonna è madre: ama, consola, aiuta i suoi figli anche nelle necessità della loro vita terrena per farli diventare autentici e consapevoli figli di Dio. Li prende dove sono per portarli dove dovrebbero essere, cioè vicini a Gesù nella mentalità e nelle opere.

Perciò i suoi santuari e le celebrazioni in suo onore sono i luoghi e o tempi privilegiati per il ritorno dei figli smarriti alla casa del Padre.

* * *

La Chiesa non può dimenticare di aver mosso i primi passi nella storia con il sostegno della presenza visibile di Maria.

Il mattino di Pentecoste, nel cenacolo, la preghiera appassionata di Maria era il culmine e la sintesi di tutte le implorazioni dei discepoli di Gesù, anzi dell’umanità intera che invocava sul proprio buio, sulle proprie frigidità, sulle proprie miserie il fulgore, il calore, l’impeto del Paràclito e la sua effusione vivificante e rinnovatrice.

Agli apostoli la Madre di Gesù confidava i segreti divini che custodiva nel suo cuore, entusiasmandoli per la sapienza e la bellezza sovrumana del progetto del Padre.

Anche per questo gli inizi del cristianesimo furono così pieni di fervore e segnarono progressi tanto rapidi e stupefacenti.

Seppure assunta al cielo, collocata regina accanto al Figlio, non si è allontanata da noi.

E' sempre con noi, e nei momenti più trepidi per la vita della Chiesa il suo amore materno si è sempre fatto sentire.

Quando pare che le ostilità e gli errori siano soverchianti, più grande si fa la fiducia dei credenti. Quando nel nostro cielo sembrano dominare le tenebre, spunta a darci coraggio la sua vivida stella.

Così nell’incerto e annebbiato tramonto del secolo, anzi del millennio – nella grande confusione che prende persino i cristiani a proposito del Signore Gesù e della sua redenzione universale e universalmente necessaria; a proposito della Chiesa, della sua indefettibile santità e della sua natura di "universale sacramento di salvezza"; a proposito del vero bene dell’uomo, del suo destino, della sua dignità – volgiamo gli occhi a lei con animo pieno di gratitudine e di speranza.



Bologna, 11 luglio 2015 - E’ morto questa notte Giacomo Biffi, 87 anni, arcivescovo emerito di Bologna. Biffi è stato arcivescovo della città dal 1984 al 2003. Era ricoverato in una clinica bolognese dopo un intervento chirurgico subito nel maggio scorso.  

Biffi si è spento alle 2,40 della scorsa notte. Aveva compiuto 87 anni lo scorso 13 giugno e recentemente aveva ricevuto anche una lettera di Papa Francesco : «Sono stato informato delle Sue condizioni di salute e desidero esprimerLe la mia profonda vicinanza in questo momento di sofferenza», aveva scritto Bergoglio.

La biografia. Giacomo Biffi è nato a Milano, città metropolitana e sede arcivescovile, il 13 giugno 1928. Ha ricevuto l'ordine sacro del sacerdozio a Milano il 23 dicembre 1950. È stato insegnante di teologia e parroco a Legnano nella parrocchia di S.S. Martiri e quindi a Milano nella parrocchia di Sant'Andrea. Papa Paolo VI lo ha nominato vescovo titolare di Fidene e ausiliare del cardinale arcivescovo di Milano il 7 dicembre 1975; ha ricevuto l'ordinazione episcopale l'11 gennaio 1976. Promosso arcivescovo di Bologna, vi fece il solenne ingresso il 2 giugno 1984Elevato al rango di cardinale da papa Giovanni Paolo II nel concistoro del 25 maggio 1985, è stato membro della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, della Congregazione del clero e della Congregazione per l'educazione cattolica. Ritiratosi nel 2003 per raggiunti limiti d'età, conserva il titolo di arcivescovo emerito di Bologna. Nel 2007 ha tenuto gli esercizi quaresimali alla Curia romana e a Benedetto XVI. Dal 13 giugno 2008, avendo compiuto l'ottantesimo anno d'età, non è più un cardinale elettore.

Le frasi celebri. Storica quella del 1985 quando definì Bologna «sazia e disperata» (leggi tutte le frasi celebri), espressione che lo rese famoso anche fuori dei confini emiliani

La curiosità. Si racconta di un episodio molto divertente che avvenne durante il conclave del 2005 che ha come protagonisti proprio il cardinale Biffi e il futuro Benedetto XVI, seppur in modo indiretto. A raccontare l'accaduto è il giornalista cattolico Francesco Grana, noto commentatore di fatti religiosi e notoriamente vicino all'allora arcivescovo di Napoli, il cardinale Michele Giordano. È il 19 aprile 2005, secondo e ultimo giorno di votazioni. Dopo il terzo scrutinio del conclave, il secondo di quella mattina, i cardinali elettori tornano in pullman nella Casa Santa Marta dove risiedono in quei giorni. Li attende il pranzo e un breve riposo nelle loro stanze prima di far ritorno nella Cappella Sistina per la votazione che sarà definitiva e alla quale seguirà l'annuncio al mondo dell’avvenuta elezione del nuovo Papa. Ed è proprio durante quel pasto frugale che Biffi, molto innervosito, si sfoga con un confratello: «A ogni votazione ricevo sempre un solo voto. Se scopro chi è che si ostina a votarmi giuro che lo prendo a schiaffi». «Cosa Eminenza?», gli domanda perplesso il confratello. «Sì, ha capito bene, Eminenza», replica Biffi. «Giuro che lo prendo a schiaffi». Al che il porporato lo guarda perplesso e gli spiega: «Eminenza, ormai è chiaro chi stiamo eleggendo come nuovo Papa ed è anche abbastanza evidente che questo candidato abbia scelto di votare per lei. Quindi se vorrà ancora mantenere il suo proposito sarà costretto a prendere a schiaffi il Papa». Biffi rimase senza parole.Ratzinger aveva deciso di votare per lui.

La pagina Facebook. «11 luglio 2015. Riposa in pace! 'Dopo, c'è Cristo; di là dallo schermo delle cose, c'è Cristo; alla fine di tutto, c'è Cristo»'. E' la frase, presa da un libro scritto dallo stesso Biffi, apparsa in mattinata su una pagina Facebook, che raccoglieva gli interventi del cardinale. 

 
 
 di Luca Orsi





[Modificato da Caterina63 11/07/2015 12:28]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)