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800 anni Giubileo dei Domenicani Il Papa dice loro grazie per ciò che siete e fate

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    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 09/11/2015 15:01

      riprendiamo qui gli aggiornamenti che di volta in volta andranno ad arricchire l'informazione e l'evangelizzazione in questo duplice Giubileo.... Vi raccomandiamo di sfogliare anche la pagina precedente che troverete cliccando qui...



    Gli 800 anni dei Domenicani. Il Papa: grazie per ciò che siete e fate

    Celebrazione della Basilica di Santa Sabina - OSS_ROM

    Celebrazione della Basilica di Santa Sabina - OSS_ROM

    08/11/2015

    “Che il Signore vi benedica tanto in questa ricorrenza. E grazie tante per tutto quello che fate nella e per la Chiesa”. Con queste parole, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato l’Ordine Domenicano, che ieri ha inaugurato solennemente, con una Messa nella Basilica romana di Santa Sabina, un anno giubilare indetto per celebrare gli 800 anni dalla propria fondazione. A presiedere la liturgia è stato il maestro dei Frati Predicatori, Fr. Bruno Cadoré, nel giorno in cui l’Ordine ricorda tutti i propri Santi. L’anno speciale si concluderà il 21 gennaio 2017, data della Bolla “Gratiarum omnium largitori” con cui Papa Onorio III riconosceva l’Istituto. Il tema che guiderà questi mesi è “Mandati a predicare il Vangelo”. Hélènes Destombes ne ha parlato con lo stesso maestro dell’Ordine, Fr. Cadoré:

    R. – L'évangélisation est toujours nouvelle…
    L’evangelizzazione, in fondo, è sempre nuova. Oggi, il contesto è nuovo e cambia continuamente e ogni volta bisogna trovare il modo di incontrare la gente, alla quale poter dire che il nome di Gesù Cristo è la Buona Novella per loro, per noi e per tutti. E’ necessario quindi riuscire a trovare sempre nuovi metodi: metodi di incontri, metodi di ascolto per comprendere quali siano le  attese, le nuove aspettative: le aspettative della parola, del sostegno, della consolazione, le aspettative della misericordia.

    D. – Quali sono questi nuovi metodi che voi richiamate?

    R. – le monde a de nouveaux réseaux sociaux...
    Per esempio, il mondo ha una nuova rete sociale: ci sono nuovi modi di incontrarsi, nuove vie di essere comunità, nuove vie di entrare in amicizia. Questo è il nuovo. Ma c’è anche il “vecchio”, che non passerà mai: l’incontro con le persone e l’ascolto delle persone. C’è qualcosa che deve essere ancora scoperto: come nel mezzo di questa globalizzazione, al centro delle attività degli uni e degli altri, di tutti gli stili di vita, sia possibile prendersi del tempo per sedersi, per fermarsi, per ascoltare, per cambiare… Per avere il tempo di comprendere che è la ricerca che ci anima. E’ la cosa più fondamentale.

    D. – L’inculturazione e l’interculturalità sono delle priorità…

    R. – L’inculturacion est important dans le Évangile depuis le début…
    L'inculturazione è importante nel Vangelo fin dall'inizio: si comprende immediatamente come il Vangelo entri in dialogo con le culture che incontra. Come è entrato in dialogo ad Atene o quando i primi predicatori si sono avvicinati all’Europa che noi conosciamo… L’inculturazione è sempre importante. Il Vangelo è sempre incompleto quando non parla con gli altri. L’interculturalità è oggi estremamente importante in un mondo globalizzato, perché  le nostre chiese, le nostre parrocchie, le nostre comunità sono composte da membri che arrivano da tutte le culture. Si tratta quindi di inventare una nuova fraternità, partendo proprio da quanto ciascuno porta a questa fraternità dell’eredità della sua propria cultura. Questo è un qualcosa di magnifico! Ci vuole molto tempo per scoprire se si è compresa la cultura dell’altro…

    D. – Lei ha invitato i Domenicani ad approfittare di questo Giubileo per dare prova di “audacia”. Ma come deve essere espressa questa audacia?

    R. – Surtout oser: aller à la rencontre de ce qui ne vient pas…
    Soprattutto osare. Incontrare colui che non viene al nostro incontro. Le nostre chiese hanno la possibilità di riunire i fedeli, di riunire i credenti, di riunire le comunità, di riunire gli amici di Dio. Allo stesso tempo, è però necessario che questa possibilità non ci impedisca di avere il desiderio di aprire le porte e di andare all’incontro di coloro che non hanno ancora sentito il nome di Gesù Cristo, all’incontro di tutti coloro in cui il nome di Gesù Cristo non è ancora risuonato nel cuore come una Buona Novella. Questa è l’“audacia”: avere l’audacia di incontrare coloro che non vengono…

    D. – Questo Giubileo si è aperto un mese prima del Giubileo straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco. E’ tutto molto simbolico…

    R. – Je suis très touchet de cette occurence…
    Sono molto toccato da questo evento: per noi è un segno della Provvidenza, perché la FRamiglia domenicana, sin della sua fondazione, è stata molto spesso indicata come “predicatrice dalla Misericordia”. La Misericordia è sempre qualcosa che viene dal Signore, qualcosa del Signore che viene all’incontro col mondo per farlo nascere, per farlo rinascere. Quindi, che questo nostro Giubileo si tenga proprio mentre Papa Francesco apre l’Anno giubilare della Misericordia richiama in noi il fatto che questo tema, questa realtà è centrale ed essenziale.







    In questo 2016 nel quale i domenicani festeggiano gli 800 anni di vita, crescono le vocazioni nelle Filippine.
    Lo scorso 10 dicembre solo dallo UST Central Seminary, il Pontificio Seminario interdiocesano di Manila retto dai padri domenicani, sono stati accolti nell’ordine dei frati predicatori 18 seminaristi.
    Attualmente i figli di san Domenico nel Paese asiatico sono 193, di cui 134 sono sacerdoti e ben 14 vescovi. 

    Crescono le vocazioni domenicane nelle Filippine. Dopo 800 anni dall'abero spuntano nuove gemme


    fra Lorenzo Piretto Arcivescovo di Smirne

    Papa Francesco ha voluto un frate della nostra Provincia di San Domenico in Italia come Arcivescovo di Smirne (iZMiR, in Turchia). Il 7 novembre 2015, giorno di inizio delle celebrazioni per il Giubileo dell’Ordine Domenicano, ne è stata data la comunicazione: fra Lorenzo Piretto verrà ordinato vescovo nella cattedrale smirniota il prossimo 20 dicembre e inizierà così il suo ministero episcopale sulla cattedra di san Policarpo.

    Proprio così, questo antico vescovo, discepolo dell’apostolo Giovanni, martirizzato nella sua città nel 155, sedette sulla stessa cattedra che adesso sarà di fra Lorenzo. Non sembri cosa di poco conto: benché ormai la presenza cristiana – e quindi anche cattolica latina – sia molto esigua in Turchia, questa regione fu una delle prime ad accogliere la predicazione apostolica e per molti secoli fu un importantissimo centro di vita cristiana.

    Le sette Chiese destinatarie delle lettere con cui si apre il libro dell’Apocalisse sono tutte nella penisola anatolica e una di loro, quella appunto di Smirne, è ormai l’unica rimasta in cui si trovi una viva -per quanto piccola- comunità cattolica, riunita intorno al suo arcivescovo.

    Fra Lorenzo, anzi Sua Eccellenza Monsignor Piretto, è nato in provincia di Torino nel 1942, in una famiglia in cui già c’erano altri due domenicani: suo zio fra Giuseppe Vittonatto, esegeta e fraterno amico del beato padre Girotti e suo cugino fra Luigi Fontana, insegnante di filosofia a generazioni di studenti domenicani. Dopo essere stato anch’egli professore di filosofia e maestro dei frati studenti, all’inizio degli anni ’80 fra Lorenzo realizza il suo desiderio -per cui aveva da tempo iniziato a prepararsi studiando la lingua turca- di essere assegnato a Istanbul.

    Nella grande metropoli euroasiatica trascorre più di trent’anni, facendo il vicario generale della diocesi, insegnando all’università, occupandosi della piccola comunità parrocchiale e soprattutto essendo un punto di riferimento costante della nostra presenza domenicana in quel paese. Più volte superiore a Istanbul e del vicariato di Turchia ultimamente, con vero spirito di obbedienza e di servizio si era da poco tempo trasferito a Smirne, dove fra Stefano Negro era rimasto da solo a prendersi cura di quella parrocchia.

    Qui ha subito messo a frutto la sua instancabile voglia di fare, guadagnandosi ancora una volta stima e affetto da parte di tutti. Ora la Chiesa di Smirne ha un nuovo pastore, che la conosce, la ama e la serve con dedizione. Saremo in molti, il 20 dicembre, a stringerci intorno a fra Lorenzo per ringraziare con lui il Signore e per manifestargli la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra preghiera.




    Maestri Generali dell'Ordine

    Domenico di Guzmán (1216-1221)
    Giordano di Sassonia (1222-1237)
    Raimondo di Peñafort (1238-1240)
    Giovanni di Wildeshausen (1241-1252)
    Umberto di Romans (1254-1263)
    Giovanni da Vercelli (1264-1283)
    Munio de Zamora (1285-1291)
    Stefano di Besanç0n (1292-1294)
    Niccolò Boccasini (1296-1298)
    Alberto di Chiavari (1300)
    Bernardo di Jusix (1301-1303)
    Amerigo di Piacenza (1304-1311)
    Berengario di Landorra (1312-1317)
    Hervé de Nédellec (1318-1323)
    Barnaba Cagnoli (1324-1332)
    Hugh de Vaucemain (1333-1341)
    Gerard de Daumar (1342)
    Pierre de Baume (1343-1345)
    Garin de Gy (1346-1348)
    Jean de Moulins (1349-1350)
    Simon de Langres (1352-1366)
    Elias Raymond (1367-1380)
    Raimondo delle Vigne (1380-1399)
    Tommaso Paccaroni (1401-1414)
    Leonardo Dati (1414-1425)
    Barthélémy Texier (1426-1449)
    Pierre Rochin (1450)
    Guy Flamochet (1451)
    Marcial Auribelli (1453-1462)
    Corrado di Asti (1462-1465)
    Marcial Auribelli (1465-1473)
    Leonardo Mansueti (1474-1480)
    Salvo Cassetta (1481-1483)
    Bartolomeo Comazzi (1484-1485)
    Barnaba Sansoni (1486)
    Gioacchino Torriani (1487-1500)
    Vincenzo Bandello (1501-1506)
    Jean Clérée (1507)
    Tommaso De Vio (1508-1518)
    Juan García Loaysa (1518-1524)
    Francesco Silvestri (1525-1528)
    Paolo Butigella (1530-1531)
    Jean du Feynier (1532-1538)
    Agostino Recuperati (1539-1540)
    Alberto de las Casas (1542-1544)
    Francesco Romeo (1546-1552)
    Stefano Usodimare (1553-1557)
    Vincenzo Giustiniani (1558-1570)
    Serafino Cavalli (1571-1578)
    Paolo Constabile (1580-1582)
    Sisto Fabri (1583-1589)
    Ippolito Maria Beccaria (1589-1600)
    Jerónimo Xavierre (1601-1607)
    Agostino Galamini (1608-1612)
    Serafino Secchi (1612-1628)
    Niccolò Ridolfi (1629-1642)
    Tommaso Turco (1644-1649)
    Giovanni Battista de Marinis (1650-1669)
    Juan Tomás de Rocaberti (1670-1677)
    Antonio de Monroy (1677-1686)
    Antonin Cloche (1686-1720)
    Agostino Pipia (1721-1725)
    Tomás Ripoll (1725-1747)
    Antonin Bremond (1748-1755)
    Juan Tomás de Boxadors (1756-1777)
    Baltasar de Quiñones (1777-1798)
    Pio Giuseppe Gaddi (1798-1819)
    Joaquín Briz (1825-1831)
    Francesco Ferdinando Jabalot (1832-1834)
    Benedetto Maurizio Olivieri (1834-1835)
    Tommaso Giacinto Cipolletti (1835-1838)
    Angelo Ancarani (1838-1844)
    Vincenzo Ajello (1844-1850)
    Vincent Jandel (1850-1872)
    Giuseppe M. Sanvito (1873-1879)
    José Maria Larroca (1879-1891)
    Andreas Frühwirth (1891-1904)
    Hyacinthe Marie Cormier (1904-1916)
    Ludwig Theissling (1916-1925)
    Buenaventura García de Paredes (1926-1929)
    Martin Gillet (1929-1946)
    Manuel Suárez (1946-1954)
    Michael Browne (1955-1962)
    Aniceto Fernández Alonso (1962-1974)
    Vincent de Couesnongle (1974-1983)
    Damian Byrne (1983-1992)
    Timothy Radcliffe (1992-2001)
    Carlos Azpiroz Costa (2001-2010)
    Bruno Cadoré (2010-In carica)


     

     

    [Modificato da Caterina63 10/02/2016 22:28]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)