00 08/11/2017 14:43
certo... è triste dover discutere di questo, ma a questo siamo arrivati ed è bene essere INFORMATI E PREPARATI altrimenti rischiamo di andare a Messe invalidate e SENZA LA GRAZIA, ossia, senza Gesù ... e se ciò vi accadesse (Dio non voglia) non potrete dire "io non lo sapevo, oppure che male c'è..." e così via 
 

Ringraziamo Don Alfredo Maria Morselli per questi chiarimenti, noi cerchiamo di farne tesoro 



Se il tuo parroco cambia le parole della consacrazione

 
di Don Alfredo Morselli
 
 
In questo momento della storia della Chiesa, sono saltati - nel cervello di molti - tutti i freni che il buon senso pone alla stupidità. Tra Comunioni sacrileghe, liturgie inter-confessionali, assoluzioni a chi non ha il proposito di cambiar vita, caricature della Misericordia, beatificazioni di eresiarchi, caccia ai cosiddetti “nemici del Papa”… – e la lista è ancora lunga –, adesso è esplosa anche la funesta moda della formula della consacrazione eucaristica mutata ad libitum del celebrante. 
 
Tanti buoni fedeli sono allarmati: “La S. Comunione che ricevo è il vero Corpo di Cristo?”; “Ma avviene la Transustanziazione?” “Una siffatta Messa è valida?” 
 
Poiché stanno circolando sul WEB dichiarazioni allarmanti circa il valore della consacrazione eucaristica con le parole della consacrazione stoltamente cambiate, è opportuno ricordare alcuni princípi della buona teologia sacramentaria.
 


A) Spiegazione dei termini
 
Sacramento “valido”: 
un sacramento è celebrato validamente quando è compiuto in modo tale da essere un “segno di cosa sacra che santifica l’uomo”; in altre parole il mistero (perdono dei peccati, rigenerazione in Cristo etc.) accade, succede, si realizza.

Sacramento “illecito”: 
un sacramento è celebrato illecitamente quando la celebrazione viene svolta disobbedendo alle norme liturgiche. 
 
Quindi un sacramento può essere celebrato: 
1) validamente e lecitamente
2) validamente e illecitamente
3) invalidamente e illecitamente
(non può esserci un sacramento celebrato lecitamente in modo invalido)
B) La celebrazione eucaristica
 
L’essenziale della forma dell’Eucarestia, ciò che è necessario per la validità, sono le parole “Questo è il mio Corpo - Questo è il mio Sangue” 
 
Es.: se in un campo di concentramento un sacerdote ha pochi secondi per celebrare la S. Messa, per non farsi vedere dai carcerieri, e se ha una briciola di pane e una goccia di vino, può dire solo queste parole e celebra validamente la S Messa.
 
Se invece un sacerdote cambia arbitrariamente – senza un motivo gravissimo – le parole prescritte dal Messale, ma lascia sostanzialmente intatta la forma, la S Messa è celebrata in modo gravemente illecito ma è valida. 
 
Se il sacerdote non crede nella transustanziazione per ignoranza o perché subisce la pressione dei cosiddetti “teologi”, ma ha nel cuore l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa, la S Messa è valida, ma illecita. 
 
Se un sacerdote coscientemente non vuole fare ciò che fa la Chiesa, anche se usa le parole giuste, non c’è la S. Messa. 
 
Tra “stolto, improvvido” ed “eretico formale” c’è una enorme differenza. 
 
Gesù, agente principale in ogni celebrazione sacramentale, può agire per mezzo di un prete ingenuo, maldestro o sprovveduto, ma non può agire in chi coscientemente e volontariamente si oppone all’azione sacramentale così come si svolge nella Chiesa.
 
C) Suggerimenti pratici
 
In ogni caso è bene cercare una S. Messa celebrata da un bravo sacerdote.
 
Se il sacerdote non altera l’essenziale, in particolare se lascia intatta la copula “è”, in mancanza di meglio (e se non ci sono altri fatti gravi) si può assistere alla S. Messa, dissociandosi interiormente dalla disobbedienza del sacerdote. 
 
Se c’è la possibilità di andare a Messa dove viene detta bene, bisogna andare lì, onde evitare la cooperazione formale (= rendersi oggettivamente complici) a un atto di culto illecito. 
 
In questa situazione ecclesiale, rimane il dovere di studiare al meglio il Catechismo della Chiesa Cattolica (non nell’edizione commentata da autori neo-modernisti).
 
Rimane il dovere di completare a casa il catechismo ai propri bambini, supplendo alle lacune e correggendo gli errori: nei casi più gravi, ritirare i bambini dal catechismo e portarli in altra parrocchia.

Inoltre, anche se le speranze umane sono alquanto ridotte, è opportuno avvisare il Vescovo, secondo quanto suggerisce l’istruzione Redemptionis Sacramentum, § 184:
Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l’Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice. È bene, tuttavia, che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata dapprima al Vescovo diocesano. Ciò avvenga sempre con spirito di verità e carità”. 
Qualcuno potrebbe dire che i Vescovi intervengono con decisione solo se un parroco osa celebrare la S. Messa in latino, oppure se fa una predica contro il peccato di omosessualità, oppure se si rifiuta di dare la S. Comunione in mano; ma se un prete cambia suo arbitrio le parole della consacrazione… sciocchezzuole

Ricordiamoci allora quanto ci dice il santo profeta Ezechiele: “…se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato” (Ez. 3,19).

E soprattutto, non dobbiamo meravigliarci se gli empi, i tiepidi, i carrieristi e i traditori fanno la loro parte: facciamo noi bene la nostra, e meglio facciamo, prima finisce la notte. 




ed ecco anche le parole di Papa Francesco all'udienza generale del 22 novembre 2017:

Se l’amore di Cristo è in me, posso donarmi pienamente all’altro, nella certezza interiore che se anche l’altro dovesse ferirmi io non morirei; altrimenti dovrei difendermi. I martiri hanno dato la vita proprio per questa certezza della vittoria di Cristo sulla morte. Solo se sperimentiamo questo potere di Cristo, il potere del suo amore, siamo veramente liberi di donarci senza paura.
Questo è la Messa: entrare in questa passione, morte, risurrezione, ascensione di Gesù; quando andiamo a Messa è come se andassimo al calvario, lo stesso. Ma pensate voi: se noi nel momento della Messa andiamo al calvario – pensiamo con immaginazione – e sappiamo che quell’uomo lì è Gesù. Ma, noi ci permetteremo di chiacchierare, di fare fotografie, di fare un po’ lo spettacolo? No! Perché è Gesù! Noi di sicuro staremmo nel silenzio, nel pianto e anche nella gioia di essere salvati. Quando noi entriamo in chiesa per celebrare la Messa pensiamo questo: entro nel calvario, dove Gesù dà la sua vita per me.
E così sparisce lo spettacolo, spariscono le chiacchiere, i commenti e queste cose che ci allontano da questa cosa tanto bella che è la Messa, il trionfo di Gesù.

Penso che ora sia più chiaro come la Pasqua si renda presente e operante ogni volta che celebriamo la Messa, cioè il senso del memoriale. La partecipazione all’Eucaristia ci fa entrare nel mistero pasquale di Cristo, donandoci di passare con Lui dalla morte alla vita, cioè lì nel calvario.

La Messa è rifare il calvario, non è uno spettacolo.

 


[Modificato da Caterina63 23/11/2017 15:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)