00 27/11/2008 15:33
E' emozionante sentire gli ortodossi

Gli Ortodossi ricordano con gratitudine le vicende di Lepanto [SM=g27985]


Oggi Lepanto è una ridente cittadina sul golfo di Corinto. In alto le mura dell'antica fortezza veneziana, con i suoi baluardi emergenti dal verde dei pini. In basso, il porto che diresti intatto, come negli anni in cui vi dominava la Serenissima. Il lungomare è un brulichio di turisti, di alberghi, di bar. La costa offre chilometri di spiagge incantevoli. Per il turismo la battaglia del 1571 fa da utile richiamo: la trovi rappresentata su grandi pannelli nei bar, nelle hall degli alberghi o addirittura sui tavoli dei ristoranti e sui ninnoli in vendita ovunque.

Ben altro il clima che si respira nel monastero ortodosso della Trasfigurazione (o Metamorfosis), che sorge su di un colle a quattro km. dal centro, dominando la cittadina, con vista sul mare che fu teatro della battaglia. Non ha una storia antichissima, il monastero. Le sue origini risalgono agli anni 70, allorché un gruppo di giovani ortodossi, spiritualmente impegnati, decide di far vita comune sotto la guida di un uomo di indubbie capacità umane e spirituali, il diacono Spiridon Logothetis, oggi higoumenos di una ventina di monaci. I quali, pur vivendo nella più rigorosa fedeltà agli ideali del monachesimo orientale (preghiera, veglie, digiuni, obbedienza), si aprono con fervore allo studio, al lavoro e alle più diverse iniziative culturali e religiose.

Riguardo alla battaglia di Lepanto, essi prendono le distanze dal modo vieco e retorico di celebrarne la vittoria. "Non si tratta di mettere in risalto la vittoria strategica (insperata) della flotta cristiana contro quella ottomana e restare fermi ai toni celebrativi" ci dice p. Ireneo, portavoce dell'Higoumenos e suo braccio destro. "Vogliamo capire bene, studiare il vero messaggio di Lepanto, e riproporlo oggi ripudiando ogni logica di scontro e di violenza".

I monaci conoscono a memoria e ripetono ad ogni occasione le parole latine scritte nel Palazzo Ducale di Venezia a proposito della vittoria di Lepanto: Non virtus, non arma, non duces.. La vera vittoria si realizzò a livello di fede, e non di orgoglio militare.

Un anno fa, ospiti di quel monastero, i due dominicani che vivono in Grecia da anni, fr. Rosario Scognamiglio e fr. Emanuele Guerrini, sono stati sollecitati e infine coinvolti in un interessante progetto culturale. Desiderosi di saperne di più sul papa domenicano san Pio V, sulla festa del Rosario connessa con la Madonna delle Vittorie, sullo spirito che animò la campagna promossa da quel Papa, sulla maniera con cui l'Occidente (arte, testi liturgici, celebrazioni mariane) ha esaltato quella vittoria come evento soprannaturale, i monaci hanno fatto loro una proposta: perché non organizzare un convegno proprio su questi aspetti?

Il monastero offrirebbe ospitalità e la sua sala di convegni, i domenicani interverrebbero su aspetti tipici delle loro tradizioni liturgiche e storiche, alcuni cultori d'arte sugli sviluppi museografici e iconografici dei tema. E’ partita così l'organizzazione di un convegno a livello europeo, dal titolo "Fede e culto mariano prima e dopo la battaglia navale di Lepanto (1571)". La responsabilità giuridica ed economica dell'iniziativa è assunta dall'associazione laica "Fraternità Madonna di Lepanto".

Il convegno si è svolto agli inizi di ottobre scorso, dal 6 al 7 ottobre 2001, anniversario della battaglia e, per noi cattolici, solennità della Vergine del Rosario. Molte le autorità governative elleniche presenti nell'anfiteatro del monastero a sostegno dell'iniziativa. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I invia un messaggio agli organizzatori, apprezzando le valenze religiose ed ecumeniche del Convegno. L'Ordine Domenicano è rappresentato da sette frati da varie parti dei mondo; tra loro è Fr. Innocenzo Venchi, Postulatore generale dell'Ordine e studioso di san Pio V, che esprime il saluto ed il coinvolgimento della Famiglia Domenicana. Presenti anche alcuni monaci dell'abbazia di Grottaferrata (Roma).

L’aula è gremita di ortodossi e cattolici, in clima di serena fraternità.

Dieci gli interventi, distribuiti attorno queste principali tematiche: aspetti storici e retroscena della battaglia (Elias Nikolau, ortodosso; fr. Angelo Caccin, domenicano di Venezia); iconografia e testi liturgici mariani ispirati dalla vittoria di Lepanto (Charalambidis, Busias, Kapònis, ortodossi; Iturgaíz, Kochaniewicz, cattolici, entrambi domenicani), mariologia delle chiese e delle comunità cristiane all'epoca della battaglia (Scognamiglio o.p.).

Le conclusioni proposte dell'higoumenos Spiridon hanno evidenziato nella pluralità degli interventi due chiare costanti: da una parte l'unità del fronte cristiano operatasi per opera dal Papa Pio V, dall'altra la forte convinzione di un aiuto soprannaturale, concordemente attribuito alla Vergine dei Rosario, anche se con vari titoli (Naupaktiotissa, per i greci del luogo, Eleutheriotia, o "Liberatrice" per altri, Regina delle Vittorie per i cattolici, ecc.), vari motivi iconografici e devozionali. Si resta impressionati di fronte alla fiducia nella Vergine Maria, presente tra i cristiani pur di varie confessioni dell'epoca, che non solo ha unificato la resistenza dei cristiani all'espansionismo ottomano, ma ne ha nutrito fede e convincimenti che ancora oggi segnano l'animo religioso dei popoli.

Per noi cattolici presenti al convegno è emozionante sentire gli ortodossi parlare della preghiera del Rosario, sottolineandone le analogie con la preghiera del komboskyni (una "corona" fatta di nodi di stoffa, ad ogni nodo la celebre invocazione della "preghiera di Gesù") o mettendone i "misteri" in parallelo con la struttura teologica dell'Akathistos Sullo schermo dell'anfiteatro si alternano proiezioni di temi iconografici tipicamente bizantini e capolavori dell'arte rinascimentale (Veronese, Tintoretto ecc.), testimonianze variegate di una medesima "lettura mariana" di Lepanto. Così pure, nel museo allestito dai monaci nella cripta della chiesa ancora in costruzione, la gente è invitata ad ammirare riproduzioni e gigantografie di motivi occidentali e orientali inerenti alla battaglia del 1571.

Infine una sorpresa oltremodo piacevole per tutti: la presenza di una pergamena degli inizi degli anni mille, con una mirabile icona bizantina della Vergine "Naupaktiotissa" (o di Lepanto), e testo dello statuto di una confraternita laica dedicata al suo nome, segno che a Naupaktos, in epoca storica ben più antica della battaglia, era radicato un culto mariano, che purtroppo col passare del tempo si è andato sbiadendo.



"Dobbiamo ravvivare la nostra memoria per essere fedeli alla nostra vera storia ‑insiste l'higoumenos Spiridion parlando al Convegno e alla gente‑ e santuario di tale memoria mariana sarà proprio il nostro "katholicon", la chiesa centrale del monastero che stiamo costruendo e che vogliamo dedicare alla Vergine di Lepanto o, per voi cattolici, la "Madonna del Rosario"…



(Fr. Rosario Scognamiglio o.p.)

www.sulrosario.org/db.asp?id=...=pag=art_inter
[Modificato da Caterina63 18/05/2010 14:54]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)