00 27/11/2008 20:25

[SM=g1740733] COSA SIGNIFICA:  FUORI DELLA CHIESA NON C'E' SALVEZZA?

 

Scrive Sant'Agostino: "L'uomo non può aver salute se non nella Chiesa Cattolica. Fuori della Chiesa può trovare tutto, tranne la salute: può avere autorità, può anche possedere il Vangelo, può tenere e predicare la fede col nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, ma in nessun luogo, se non nella Chiesa potrà trovare salvezza"  (Sermone ad Caesariens. Eccl. prebem. n.6).

Che nella Chiesa vi sia questa Salvezza è perciò la Carità particolare che il Signore Gesù Cristo ha voluto consegnare ad Essa.

Le due definizioni "fuori della Chiesa non c'è salvezza" e la Chiesa "Cattolica Romana", sono oggi abbondantemente fraintese, o estremizzate, a tal punto da non offrire più quella chiarezza necessaria alla comprensione non solo delle parole che esprimiamo, ma proprio del loro contenuto dottrinale nel progetto stesso di Dio, ed essere così usate in modo conflittuale tanto da dare origine alle divisioni.

 

1. Fuori della Chiesa non c'è salvezza.

 

Fin dai primi secoli la frase veniva usata per sottolineare la posizione assunta dagli eretici i quali, fondando nuove e false dottrine, intendevano così perseguire ugualmente quella salvezza che  Nostro Signore Gesù Cristo aveva invece affidato alla Sua Chiesa nelle vesti di quella autorità Apostolica della quale Pietro ne è il garante.

Già Sant' Ireneo alla fine dell'anno 100 sottolinea una "comunione dottrinale fondamentale che tutte le chiese dovevano avere con il Vescovo di Roma",e dalle Chiese di Oriente nessuno si opponeva a questo "richiamo" anzi, sostenevano spesso le decisioni ultime dottrinali che la Chiesa di Roma assumeva e difendeva contro ogni forma eretica sull'interpretazione delle Scritture e sull'uso frequente dei testi apocrifi.

 

Come mai, possiamo chiederci, la Chiesa ritenne necessaria questa specificazione?

Perché secondo le conoscenze del momento tutta la Chiesa pensava che oramai il Vangelo si fosse diffuso in tutto il mondo; di conseguenza chi non l'avesse accettato, rifiutandolo, era posto fuori della salvezza. Tale opinione è attribuita al vescovo di Ruspe nel VI sec. tale Fulgenzio.

Infatti l'insegnamento cattolico (ossia da Oriente ad Occidente) diventato insegnamento ufficiale di tutto il mondo allora conosciuto fino al Concilio di Firenze del 1442, usava l'interpretazione di Fulgenzio: non c'è salvezza fuori della Chiesa, intendendola quale necessità urgente per la conversione a Cristo, come se una certa evangelizzazione fosse terminata con il mondo conosciuto di allora.

Ma quando nel 1492 si scoprì l'America, fu sempre iniziativa della Chiesa Cattolica (Roma) a rendersi conto che il mondo non solo era più vasto di ciò che allora si credeva, ma che vi erano e vi sarebbero state milioni e milioni di persone che ancora non conoscevano Gesù.. Ed anche prima, furono santi come Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Brigida di Svezia, Ignazio di Lojola, Francesco Saverio e tanti altri dell'epoca a far comprendere alla Chiesa stessa che tale frase doveva essere sempre insegnata, e che la salvezza era stata certamente seminata dalla Divina Provvidenza anche oltre i confini allora conosciuti e che, dunque, si trattava ora di capire in quale modo bisognava "andarle incontro" e in quale modo la Chiesa avrebbe dovuto farvi fronte. In questo senso, tale salvezza, la si trova principalmente in quel: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Marco 16,15-16).

La salvezza la si acquista in quel diventare missionari del Vangelo e in quel "accogliere" il Vangelo, ossia, convertirsi.

E' per questo che la Chiesa attribuisce ai Santi il grande ruolo di veri Riformatori della Chiesa: Essi non pongono mai in dubbio la dottrina, ma lavorano sulle interpretazioni affinché siano queste a corrispondere alla Dottrina e mai il contrario.

E' doveroso sottolineare che in quell'epoca in cui si scoprivano altri "mondi", i più restrittivi ed intolleranti divennero invece proprio i Protestanti, e tanto per fare un esempio troviamo Calvino che istituì i "Tribunali": ogni politico doveva essere riconosciuto dalla chiesa calvinista per essere "salvato"....

Ed è anche in quest'epoca l'irrigidimento della Chiesa d'Oriente che iniziò a parlare di "ortodossia", sostenendo un grave errore ogni forma di cedimento dottrinale, a cominciare proprio da questa frase, perciò essi stessi richiamandosi "Ortodossi", assunsero su di loro che fuori della loro Ortodossia non vi è salvezza.

Ma tale termine l'assunsero gli stessi protestanti, aggirando però l'ostacolo, invece di chiesa dicevano "al di fuori delle Scritture, ossia il Cristo, non c'è salvezza" da qui l'estremizzazione e perfino spaccatura  dottrinale del Sola Fidei, Solo Chisto, Sola Scriptura..

Ma questa, in parte verità, cioè che senza Cristo non c'è salvezza, non risolveva il problema, e peggio che in passato, si assiste ad un aumento dell'obbligo alla conversione, ma ahimè snaturando il significato stesso della Chiesa nella quale è contenuta questa Salvezza, e per la quale è necessaria la conversione.

E mentre Ortodossi e Protestanti assolutizzavano a sé la sede della Salvezza, la vera ed unica Chiesa di Cristo (la Chiesa Cattolica-romana), dunque iniziò a pensare a delle distinzioni tra i membri della Chiesa "in re" di fatto (- cioè battezzati) e i membri della Chiesa "in voto" di desiderio (- cioè persone di buona volontà, dal cuore buono e pulito, ma che per qualche incomprensione rimanevano fuori della Chiesa ma non per una colpa propria), cioè non per scelta volontaria...

Gesù rivolgendosi agli Apostoli (colonne della Chiesa) li indica come assolutamente necessari per aderire a Lui e al Padre: “Chi ascolta voi, ascolta me. Chi disprezza voi disprezza me, ma chi disprezza me disprezza il Padre che mi ha mandato” (Luca 10,16).

A Pietro dice: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,18).

Ancora sulla necessità di accogliere e ascoltare e di aderire agli Apostoli: “Se qualcuno non vi accoglie e non ascolta le vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete via la polvere dai vostri piedi.” (Matteo 10,14).

Il Concilio Vaticano II (1962-1965) riepiloga il Magistero di sempre sottolineando che: “Tutti gli uomini che conoscono la Chiesa Cattolica e sanno che cosa significa necessità della salvezza, voluta da Dio a mezzo del Cristo, ma non entrano nella Chiesa o non hanno la costanza di rimanervi, non possono essere salvati.” (Lumen Gentium, 16).

Giovanni Paolo II dice: “Solo nella Chiesa c’è la Verità” (Veritatis Splendor, II, 64).

 

Possiamo quindi affermare che la necessità di dover specificare che "fuori della Chiesa non c'è salvezza", si è sempre resa necessaria fin dai primi secoli, per far fronte alle crescenti mistificazioni della Verità e dei contenuti della Salvezza stessa, queste perplessità nascono dal fatto poi che, soprattutto oggi, siamo in piena cultura relativista (non deve esistere nessuna verità assoluta) e soggettivista (ognuno può crearsi la verità che vuole).

Prendendo il Magistero nella sua interezza, la Chiesa si presenta come assolutamente necessaria per la salvezza di ogni uomo.

C’è una famosa frase di origine patristica che dice: “extra Ecclesiam nulla salus”, ovvero: “fuori della Chiesa non vi è salvezza”. Ebbene, questa frase è un’incontestabile verità di fede,  lo è perché è stata continuamente ripetuta dai Padri e dal Magistero.

Con San Cipriano (200-258) abbiamo anche la simbologia dell'arca vista come la Chiesa che fa salire, entrare al suo interno ogni specie affinché tutti si salvino dal diluvio: “Fuori dell’arca, il diluvio e la morte; fuori della Chiesa, la dannazione.” (De Unitate Ecclesiae, VI).

Genesi 6 spiega i dettagli sul diluvio e il motivo: "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo". Si legga anche sulla corruzione del genere umano: Es 34,15-16/ 2Cor. 6,14-18/ Sal.14,1-4/ Rm.3,10-18..

E spiega come dovesse essere costruita l'arca, si legga anche:  Gb 22,15-17/ Os 4,1-3/ Eb 11,7/ 1Pt. 3,19-20/ Gb 22,15-17/ Os 4,1-3.

"Ma io stabilirò il mio patto con te; tu entrerai nell'arca: tu e i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te.  Di tutto ciò che vive, di ogni essere vivente, fanne entrare nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te; e siano maschio e femmina..." (Gn.6,18-19).

Con il Nuovo Testamento abbiamo la chiave di lettura di questi fatti: Gesù Cristo è la Nuova Alleanza definitiva fra l'uomo e Dio e nel Suo Corpo, che è la Chiesa, è la nostra arca di salvezza dalle tempeste del mondo, in questo Corpo è contenuta la pienezza di questa Salvezza che s'irradia nel mondo.

Dice San Girolamo (347-420): “So che la Chiesa è stata edificata su quella pietra (la Cattedra di Pietro). Chiunque mangi l’agnello fuori di questa casa è profano. Se qualcuno non sarà nell’arca di Noé, perirà nel diluvio.” (Epistola ad Damasum, 2).

Dice infatti Gesù: “Se non vuole ascoltare nemmeno loro, và a riferire il fatto alla comunità dei credenti. Se poi non ascolterà neppure la comunità, consideralo come un pagano o un estraneo” (Matteo 18,17).

 “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto quello che io vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,19-20).

Non si può dire di essere con Gesù se, volontariamente, si vuole stare fuori del Suo Corpo, o peggio, combatterlo ritenendo la santa Chiesa un pericolo per le persone.

 

Viene ora spontanea un altra domanda: ma quante chiese abbiamo se tutte pretendono di "avere la salvezza"?

 

Cominciamo con una onesta  distinzione perché è ovvio che non  in tutte le Chiese c'è salvezza dal momento che la Chiesa è "una, santa, cattolica ed apostolica", perciò è il concetto di Chiesa che va chiarito.

Se leggiamo il N.T. osserviamo un riferimento alla "Chiesa", ma anche "alle Chiese", la distinzione dunque va fatta tra :


1) la Chiesa Cattolica Universale (con quella Ortodossa che è separata ma non costituisce una Chiesa a parte);

2) e le Chiese locali o "particolari"


La realtà è perciò la seguente:

La Chiesa Cattolica-Romana è quell'una, santa ed apostolica, da questa unica Chiesa rappresentata ininterrottamente dal vescovo residente a Roma e dai Patriarchi d'Oriente, esistono le "chiese locali-particolari" sulle quali vigila un Vescovo che è in comunione con "Pietro" e che da lui riceve il "mandato" per vigilare su quelle comunità, ma ahimè,  hanno preso vita anche le divisioni, lacerazioni.

Non dimentichiamo a tal proposito la stessa Preghiera di Gesù a favore dell'unità:

"Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato". (Gv.17,1-25), ed anche a quella Preghiera singolare ed unica che Gesù confida di aver fatto per Pietro: "Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc.22,31-32).

Alcune divisioni sono sorte proprio sulle eresie anche se oggi solo apparentemente sconfitte, altre divisioni si sono avute su questioni più prettamente territoriali e politiche....

Se leggiamo dagli apostoli, san Paolo esprime chiaramente un aspetto fondamentale:
egli pur scrivendo a diverse chiese: Corinto, alle Chiese in Galazia, ai Tessalonicesi, ecc.... fa comprendere il ruolo delle "chiese locali" che però non vivevano di vita propria, ma bensì dovevano obbedire all'insegnamento degli Apostoli.

Queste Chiese non si fondavano assolutamente sulla falsa dottrina protestante del Sola Scriptura, ma dovevano seguire fedelmente le dottrine degli Apostoli i quali, colonne della Chiesa universale, garantivano l'unità nell'insegnamento, perciò è da essi che traevano i Sacramenti della salvezza e di conseguenza è dalla Chiesa in cui abita Pietro con i Successori degli apostoli ad essere quell'Unica Chiesa dalla quale  proviene la salvezza per sé e per le altre comunità in comunione con loro.

Gli Apostoli così fanno comprendere da subito che la Chiesa certamente è formata dall'assemblea dei fedeli che si riuniscono, ma in questa Chiesa Universale si è "universali"(=cattolici) solo se vi è comunione nell'insegnamento dottrinale della Scrittura e con la "loro" parola alla quale devono, gioco forza, ritrovarsi tutte le Chiese "particolari", ed ogni confessione-comunità cristiana.

 In poche parole furono gli Apostoli che visibilmente imposero delle regole dottrinali di vita nelle comunità, mai lasciarono alle Chiese la libera interpretazione delle Scritture.

Perciò la Chiesa Cattolica Romana è l'unica che ancora oggi dimostra quella "universalità apostolica" dentro la quale "non esiste solo Roma", ma convivono dentro centinaia di Chiese locali e di Chiese particolari, come dimostra già nell'anno 80 d.C. san Clemente quando scrive alla Chiesa in Corinto per ricondurla all'unità dottrinale per mezzo dell'obbedienza ai presbiteri e al vescovo del luogo, da Clemente riconosciuto in comunione.


Dice ragionevolmente la Lumen Gentium al n.26: che ognuna di queste Chiese è il Corpo di Cristo in un luogo particolare, in poche parole le Chiese non devono diventare una sorta di suddivisione territoriale amministrativa o come succursale locale di una catena di ristoranti "fast food".

Ogni Chiesa fonda una comunità unita dalla fede e dal battesimo e che si trova in comunione mediante l'Eucarestia, mediante, dice san Paolo il "Deposito della fede" che è la viva Tradizione comune, che avviene per mezzo di ministri "confermati da Pietro", consacrati mediante l'Ordinazione sacra, ed inviati a nome di tutta la Chiesa universale per essere servizio alle comunità.

Che si ritrovano insieme per ascoltare la Parola di Dio, commentarla, studiarla, nutrirsi del Corpo e Sangue di Gesù, attendere alle opere di carità per il sostentamento dei più deboli, per migliorare la società in attesa del ritorno del Signore Gesù, ecc..

La Chiesa Cattolica dunque non è per un capriccio che difende un primato, questo primato esiste ed è sotto gli occhi di tutti e quando si parla di "lacerazione del Corpo di Cristo", s'intende proprio parlare delle Chiese che si distaccarono dal Corpo.

Un Corpo non puramente invisibile come molti oggi erroneamente vorrebbero la Chiesa, ma visibile come testimoniano gli apostoli quando parlano alle chiese del loro tempo.

Ed è un primato che esercita una forma di  Carità dunque, quel praticare un atto verso gli infermi, i carcerati, gli anziani, i moribondi, gli ospiti, verso coloro nei quali avvertiamo un senso di antipatia, oppure che ci hanno offeso, una Carità volta a far conoscere il fondamento che la sostiene: Gesù Cristo.

Seppur dovrebbe essere carità quotidiana, essa è particolare in quanto, applicandola, verrebbe ad alimentare le nostre virtù correggendo proprio i nostri peggior difetti.

Così si legge in un catechismo del 1886 dalla diocesi di Trieste: "E' Carità particolare rivolgersi agli eretici, agli infedeli, ai pagani. Questa Carità è tipica della Santa Chiesa perché solo in Essa vi è salvezza, nessuna proposizione fu più di questa combattuta dagli eretici: la chiamano intolleranza papistica e furibondo fanatismo, ma si sbagliano.

Questa forma di Carità è particolare perché Nostro Signore Gesù Cristo volle istituire con la Sua Chiesa un mezzo sicuro, ed efficace per trasmettere la Salvezza. Quando la Chiesa insegna questa Salvezza non intese mai dire che tutti gli altri che non appartengono alla Chiesa siano come eternamente dannati o perduti... ma solamente dice che la sola Chiesa di Gesù Cristo ha la potenza di condurre gli uomini alla certezza della salvezza. I mezzi per conseguire l'eterna salute sono quelli ordinari, ma anche quelli straordinari: i mezzi ordinari sono nelle mani della Chiesa e sono i suoi Divini Sacramenti, quelli straordinari sono nelle mani di Dio  e sono quelli che la Chiesa definisce "strade misteriose che conducono a Dio", tuttavia anche i mezzi straordinari si muovono in modo ordinato che ha nella Divina Eucaristia, la Santa Messa, il suo principio motore, e poi le Preghiere della Chiesa e dei fedeli, specialmente il santo Rosario. La Santa Chiesa vive, insegna ed applica la Carità particolare, tenendo bene a mente  tutto l'insegnamento di Gesù Cristo e non soltanto quel che torna comodo..."

 

Mi piace concludere questi aspetti che abbiamo appena analizzato, con un buon articolo tratto in rete da "il settimanale di san Padre Pio":

La Chiesa Cattolica, perciò,  da sempre ha affermato che chi si trova fuori della Chiesa senza colpa, non può, per questo, essere condannato.

A riguardo di ciò si ipotizzano due possibili ignoranze: la cosiddetta dotta ignoranza e l’ignoranza invincibile.

Per dotta ignoranza (significativa contraddizione: “dotta”/“ignoranza”) s’intende quella situazione in cui non si è mai ricevuto l’annuncio cristiano, per cui si è in uno stato d’ignoranza incolpevole, ma nello stesso tempo si desidera intimamente (ecco perché si parla d’ignoranza “dotta”) di aderire alla Verità che purtroppo non si conosce.

Per ignoranza invincibile s’intende invece quella situazione in cui si è ricevuto l’annuncio cristiano, ma lo stato d’ignoranza è tale (invincibile appunto) che non si può superare. Per esempio, un uomo semplice completamente condizionato dal contesto ambientale e culturale e che quindi non ha la possibilità di capire dove sta la verità e dove sta l’errore.

Queste ignoranze sono di due tipi, ma, spesso, vengono entrambe definite con l’aggettivo di “invincibili”.

Cito un’affermazione del beato Pontefice Pio IX. L’affermazione è tratta dall’enciclica Singolari quidam del 17.3.1856 : “(…) nella Chiesa Cattolica, per il fatto che essa conserva il vero culto, vi è il santuario inviolabile della fede stessa, e il tempio di Dio, fuori del quale, salvo la scusa di una invincibile ignoranza, non si può sperare né la vita né la salvezza”.

  

- Ma se ci si salva perché si è fuori dalla Chiesa ‘senza colpa’, allora vien meno il principio dell’ ‘extra Ecclesiam nulla salus’ (fuori della Chiesa non c’è salvezza)?

 

 - No, non c’è contraddizione.

 

Condizione necessaria per far parte della Chiesa è ricevere il battesimo. E’ pur vero però che non esiste solo il battesimo-di-acqua (quello che viene amministrato ordinariamente), esistono anche il battesimo-di-sangue e il battesimo-di-desiderio.

Il battesimo-di-sangue riguarda il martirio. Convertirsi da adulto significa ricevere il battesimo dopo un’adeguata preparazione; dunque, se intanto dovesse sopraggiungere il martirio, l’effusione del proprio sangue per Cristo conferisce il battesimo.

Il battesimo-di-desiderio invece è più frequente. Un adulto è in attesa di ricevere il battesimo, ma intanto sopraggiunge improvvisamente la morte; ebbene, il desiderio di ricevere il battesimo, in questo caso, lo battezza.

(..) In questo modo viene tanto salvaguardato il giusto principio che possano salvarsi coloro che, in buona fede, non sono cattolici, quanto il principio dell’extra Ecclesiam nulla salus.

Riguardo il desiderio implicito, il sommo Pontefice San Pio X, nel suo celebre Catechismo, dice: “Chi, trovandosi senza sua colpa, ossia in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il Battesimo, o ne avesse il desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità e compisse la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa, sarebbe unito all’anima di lei e quindi in via di salute”.

 

Che cosa significano anima e corpo della Chiesa?

L’anima consiste in ciò che la Chiesa ha di interno e spirituale: la Fede, la Speranza, la Carità, i Doni della Grazia e tutti i tesori che si devono ai meriti di Cristo e dei Santi. Il corpo consiste invece in ciò che la Chiesa ha di visibile e di esterno: la società dei fedeli, il culto, il governo, la struttura, il ministero e l’insegnamento.

 

Qual è il criterio che il Signore utilizza per capire se un’anima desidera davvero aderire a Lui?

[...] Il criterio è lo sforzo di seguire la legge naturale.

Scrive il beato Pio IX nell’enciclica Quanto conficiamur moerore del 10.8.1863: “A voi è assai noto che quelli i quali per ignoranza invincibile non conoscono la nostra religione, ma conoscono la legge naturale ed i suoi precetti da Dio scolpiti nei cuori di tutti e sono disposti ad ubbidire a Dio e menano una vita onesta, questi con l’aiuto della luce e della grazia divina possono conseguire la vita eterna; perchè Dio, il quale vede, scruta e conosce le menti, gli animi, i pensieri, le disposizioni di tutti, per ragione della sua somma bontà e clemenza non può assolutamente permettere che sia punito con eterni supplizi chi non sia reo di colpa volontaria”.

 

Dunque, la legge naturale è quella legge che è conoscibile attraverso la ragione e che alberga nel cuore di ogni uomo indipendentemente dall’atto di Fede, e che se vogliamo possiamo ritrovare nei Dieci Comandamenti. Certamente per chi è cristiano, con l’aiuto della Grazia, è più facile l’individuazione e la pratica della legge naturale, ma non è impossibile per chi cristiano non è.

 

Possiamo quindi dire che è sempre questa unica Chiesa Cattolica e questo Corpo visibile che nel corso dei secoli per varie circostanze volute o non volute, ha subito delle persecuzioni anche gravi, interne ed esterne al Corpo, ma nessuno di noi può dubitare delle parole del Fondatore: "e le porte degli inferi non prevarranno", se Gesù ha dato questa certezza, significa che l'ha data proprio per non lasciarci ingannare dalle false dottrine, per non lasciarci scoraggiare dalle divisioni, e per sottolineare che se esisteva un pericolo da Lui stesso fermato, esiste allora anche un luogo terreno, la Chiesa, contro la quale le potenze delle tenebre vorrebbero trionfare invadendola e annientandola, ma non ci riusciranno perché lo Sposo è fedele alle sue promesse ed ama la Sua Sposa.

 

 2. La Chiesa "Cattolica Romana"


E' necessario spendere ora due righe su questo termine.

Fin dal primo secolo abbiamo visto come la prima frase: "fuori della Chiesa non c'è salvezza", non comprendesse mai gli altri due termini "cattolica e romana". Questa assenza ha dato origine, per i protestanti, alla falsa affermazione che i Padri non intendessero parlare della Chiesa "romana" ma di una Chiesa "di Gesù Cristo" territorialmente invisibile... una Chiesa fatta semplicemente "dalla fede dei fedeli in Gesù Cristo" in qualunque posto vivano, una Chiesa sostanzialmente "invisibile", ma resa visibile dalle membra attive, dall'assemblea che si riunisce la domenica per pregare, dall'andare in giro per il mondo a battezzare...

Con queste idee bizzarre non si fa fatica a comprendere che la prima seria e più grave divisione nella Chiesa Cattolica Universale è stata proprio quella Protestante, scaturita dalla Riforma del XVI sec.

Già cinque secoli prima come sappiamo Oriente ed Occidente si separarono per questioni politiche anche se in modo graduale cominciarono a dividersi dall'eresia ariana...
Ma mentre nelle Chiese Ortodosse è rimasto il concetto appunto dell'Ortodossia e nella quale condividiamo tutti e Sette i Sacramenti e la Presenza reale del Cristo nell'Eucarestia, nelle comunità (non chiese) Protestanti tutto venne stravolto e sconvolto, dai Sacramenti al Sacerdozio, alla Messa, alle dottrine ed oggi persino nelle questioni etiche e morali tale divisione è peggiorata.

 

Per capire dunque la Chiesa nei suoi termini "cattolica-romana" è necessario approfondire il senso del termine "cattolico-cattolicesimo".

La parola Cattolico deriva dall'aggettivo greco Katholokòs, universale, e dalla frase avverbiale greca: Kath'hòlou che significa "nell'insieme".

E' sbagliato perciò pensare che il contrario di cattolico possa essere "protestante o evangelico o pentecostale", il contrario di cattolico è semplicemente "settario", il contrario di "insieme" è infatti: separatamente, senza, da solo.

Questa connotazione di cattolica divenne distintiva per la Chiesa d'Occidente nel sec. XI dopo lo scisma con Oriente che fino ad allora parlava della Chiesa di Roma o della Chiesa di "rito latino", e con l'aggiunta, dispregiativa,  di "Romana" dal XVI con la Riforma protestante.

Da questa Riforma la parola cattolico assunse, anche all'interno della Chiesa, un senso strettamente confessionale, in quanto si sentì la necessità di un termine per distinguere la comunità rimasta fedele alla Chiesa Cattolica rappresentata dal vescovo di Roma da quelle che erano state attratte dai nuovi riformatori.

Ma che la Chiesa nella sua legittima sede apostolica fosse da sempre riconosciuta come "romana e cattolica" lo sappiamo proprio dai Padri della Chiesa che non certo con disprezzo definivano così la sede Petrina.

 

Per concludere

 
La Chiesa Cattolica è necessaria per la salvezza!

E possiamo dire con serenità che è dentro questa unica Chiesa, essendo "la Mistica Sposa ma anche Corpo di Cristo" che essa incarna la Presenza reale del Cristo dal quale avviene e si compie l'opera redentrice in favore di tutta l'umanità: l'Eucaristia.
Questa Chiesa essendo universale, prega, insegna e si esprime in concetto di universalità ed infallibilità.

Grazie a questa preghiera Universale che la Chiesa esprime mediante l'Eucarestia e gli altri Sacramenti, "tutte le genti" volenti o dolenti sono in qualche modo in relazione con la Chiesa Cattolica per mezzo non di meriti personali, ma per la grazia dello Spirito Santo che l'ha chiamata a questo scopo e servizio: segno visibile e strumento indispensabile per chiunque voglia accedere.

"Chi non è contro di voi, è con voi".

 

La cattolicità della Chiesa viene  affermata sin dai primi secoli del cristianesimo, soprattutto sulla scorta del Vangelo di san Giovanni.

Nel V secolo san Vincenzo di Lérins definì con sapienziale  sintesi il concetto stesso di Cattolico: "Quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est" (Quel che si è creduto ovunque, sempre, da tutti gli uomini): dunque un vero e proprio universalismo spazio-temporale. Il termine Cattolico esprime un dato essenziale della rivelazione biblica: la Chiesa, fondata da Cristo, è universale perché aperta a tutti i popoli senza distinzione di razza, nazionalità, sesso e censo. "Andate ed insegnate a tutte le genti" (Matteo 28, 18). Il concetto è stato ripreso dal Concilio Vaticano II: "Tutti gli uomini sono quindi chiamati a questa cattolica unità del popolo di Dio … alla quale in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia, infine, tutti gli uomini dalla grazia di Dio chiamati alla salvezza" (Lumen gentium 2, 13).

 

Dichiarato Doctor universalis insieme a san Tommaso d'Aquino, sant'Alberto Magno, vescovo, fu grande e fulgido esempio di evangelizzazione e predicazione della Verità.
Per lui lo studio delle dottrine è concepito come "culto della Verità", come pratica ascetica, come perfezione umana e non come un campo di battaglia, ma piuttosto come campo di "apprendimento di tutte le virtù", sul quale combattere non contro le persone, ma per correggere i propri errori, abbandonare i vizi. L'errore, insegna sant'Alberto Magno, si  distrugge affrontandolo e prevenendolo, restando sommamente fedeli all'insegnamento della santa Madre Chiesa.
Non stiamo lavorando o vivendo per una unità in una chiesa o comunità qualsiasi, ma per giungere pienamente a quella salvezza che s'irradia dall'unica Chiesa Cattolica esistente, voluta ed abitata pienamente dal Suo Fondatore, Gesù Cristo.


Sia lodato Gesù Cristo



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[Modificato da Caterina63 19/08/2012 18:03]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)