00 28/11/2008 14:23

Amici....un invito alla riflessione ed all'esame di coscienza.
Quanto segue è di un Padre Domenicano il quale, durante un incontro con dei giovani sull'obbedienza all'Enciclica di Paolo VI "Humanae Vitae", pone un interrogativo che ha dato origine così anche a questo spazio per noi:


Ho detto all’inizio che non avrei affrontato tutti i problemi. Uno di voi mi ha posto venti domande che, da sole, quasi esauriscono l’argomento: con tali domande potrei abbozzare una vera e propria "quaestio disputata" alla maniera di S. Tommaso, ma esito a farlo nell’ambito di queste lettere. Qualunque sia la vostra legittima curiosità intorno a tutti questi problemi, non dobbiamo perderci nel loro intrico né abbandonare le profondità evangeliche.
Infatti la cosa grave che rende i problemi insolubili e li trasforma in impasse, non sono i problemi stessi, che paragonerei alle spine, ma il veleno che queste spine potrebbero contenere.

Cerco di darvi l’antidoto di questo veleno; l’antidoto si trova nelle profondità del Cuore di Cristo.
Chi è liberato dal veleno, diventa capace di sentire e anche di accogliere con gioia le risposte dettagliate, che in queste lettere non fornisco. Anche se restano in lui dei dubbi e dei turbamenti, questo non gli impedisce di andare avanti. Chi, invece, si lascia paralizzare dal veleno dell’arroganza intellettuale, non può più udire né accogliere le vere risposte, anche se gli fossero offerte con la più grande accuratezza.

Bisognerebbe parlare, beninteso, dell’autorità del Papa e della Chiesa in queste materie e forse lo farò, se sento che anche il vostro turbamento è eccessivo in proposito. Ma è proprio in questo campo che il veleno è più subdolo e più inafferrabile. I giansenisti hanno trovato fino alla fine eccellenti ragioni per non accettare l’insegnamento di Roma... e oggi le stesse menti che ripudiano il giuridismo, menzionano un argomento giuridico per ripudiare l’enciclica (riferimento all'Humanae Vitae di Paolo VI).

Confesso di non avere nessuna voglia di rispondere loro. Se qualcuno ha deciso di non accettare un insegnamento ecclesiastico diverso dalle definizioni solenni del Magistero straordinario, perché mai dovrebbe ascoltare me? Ad ogni modo, le mie parole hanno molto meno autorità dell’enciclica (è il minimo che uno possa dire): non potrei accettare che fossero accolte con più fiducia di quelle del Papa. Quanto a coloro che si fidano solo del loro giudizio proprio (anche se ha il sostegno della legione dei teologi e de chierici che non han fiducia anche loro che nel proprio giudizio, con tanta più arroganza quanto più sanno - o credono - di essere la maggioranza), vorrei in primo luogo guarirli da questo veleno e spiegare loro cos’è la fede, prima di dir loro qualcos’altro.

Prima di tutto, è importante sapere se il nostro atteggiamento intimo è cattolico o protestante, perché, se può esserci ecumenismo (ed è molto auspicabile) tra protestanti e cattolici, non può esserci ecumenismo tra l’atteggiamento protestante e l’atteggiamento cattolico. [SM=g1740721]

Il primo consiste essenzialmente nel non accettare altra autorità al di fuori dello Spirito Santo, del giudizio proprio e, sul piano esteriore, della Bibbia; il secondo ammette, invece, l’autorità esteriore della Chiesa allo stesso piano della Rivelazione: quella stessa autorità, ed essa sola, ci assicura che la Bibbia è ispirata.

Bisogna scegliere tra questi due atteggiamenti. Chi, fosse anche un cardinale, discute un’enciclica proprio al momento della sua pubblicazione con il pretesto che non è infallibile..., costui, credo che, in verità, sia lacerato tra l’atteggiamento protestante e l’atteggiamento cattolico: egli cerca di mettere nella sua vita interiore il minimo di cattolicesimo e il massimo di protestantesimo. [SM=g1740722]

Non credo di essere ingiusto dicendo così, perché capisco benissimo questa sua lacerazione: mi sento capacissimo di condividerla, di esitare e di oscillare anch’io tra questi due atteggiamenti, ma ho l’evidenza che essi sono incompatibili l’uno con l’altro; temo, invece, che costui non abbia quest’evidenza... e vorrei proprio dargliela. Finché sentirò che questo punto non è stato delucidato, chiarito, sanato, temerò sempre che le nostre discussioni siano una perdita di tempo... [SM=g1740721]

Che Cristo ci illumini su tutti questi punti, perché è veramente dal di dentro e sotto la mozione dello Spirito Santo che dobbiamo aderire all’autorità esteriore della Chiesa. Al di fuori di questo movimento perfettamente libero, personale e segreto, in realtà non c’è nulla...

festa di S. Teresa di Gesù Bambino,

Fr. M.D. Molinié, o.p.



Padre Marie-Dominique Molinié, domenicano e tomista nato nel 1918 e morto nel 2002, convertito da Santa Teresa e folgorato dalle sue intuizioni, è stato posseduto per tutta la vita dal desiderio di abbozzare, per i suoi contemporanei, la “dottrina nascosta dal Padre ai sapienti e agli intelligenti”, secondo quanto dice Gesù: - Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli (Lc 10, 21-22). Padre Molinié pensa, infatti, che la filosofia e la teologia sono cose troppo serie per essere abbandonate agli intellettuali che, sopratutto in Francia, le hanno confiscate a loro profitto: solo un cuore di bambino ha il diritto ed il dovere di consacrarsi a queste discipline.
Per questi cuori di bambino Padre Molinié ha dunque elaborato numerose riflessioni teologiche. Egli è sempre pronto a modificarle o anche a sacrificarle se non aiutano la Chiesa ad entrare nella Luce eterna che Cristo vuole farci pregustare fin d’ora, quaggiù, sulla terra.

Padre Moliniè O.P. "Il Coraggio di osare"

M. D. Molinié, “Il coraggio di avere paura”, Edizioni Parva. Pagg. 242. Prezzo di copertina € 13.00.
Edizioni Parva, via Paradello 18, 45037 Melara (RO), tel 0425.89103;
sito internet
www.parva.it - e-mail: edizioniparva@cheapnet.it




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[Modificato da Caterina63 04/02/2013 17:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)