00 07/12/2008 20:15
Madre d'Unità

Dombes è nome applicato a un gruppo di teologi protestanti e cattolici che festeggia quest'anno i suoi 60 anni di vita.Questi ecumenisti hanno dimostrato d'essere dinamici fautori del progresso teologico intercristiano. Per la prima volta nella storia hanno affrontato la pietra d'inciampo: il posto della Vergine Maria. Hanno concluso: la Madonna non è mai stata causa di divisione tra le Chiese; piuttosto lei ne è una vittima

La mariologia unisce o divide icristiani? La risposta a questo interrogativo richiede una premessa. Il traguardo della piena unità dei cristiani non deve portare a una piatta uniformità, ma piuttosto all'integrazione d'ogni legittima diversità in un'organica comunione, della quale il Papa è chiamato ad essere il servitore e garante. Questo è il pensiero di Giovanni Paolo II sull'ecumenismo ed è proprio lui che ha attribuito a Maria SS. il nuovo titolo "Madre dell'Unità" dei cristiani.Donde sgorga questo nuovo nome della Vergine per una realtà antica quanto è il cristianesimo?

Dalla realtà dell'Incarnazione. Maria partorisce Colui che mediante la Nuova Alleanza riunirà tutti i popoli; Maria è Colei che porta a tutti i popoli il Verbo Incarnato, lo presenta ai Pastori nella Notte Santa, lo presenta ai re venuti dall'Oriente. Maria quale Madre del Verbo non può dunque dividere i cristiani, semmai unirli nella Fede comune in ciò che Essa stessa concepì e partorì per opera dello Spirito Santo. Maria dunque partendo Colui che ci presenta il Padre come "una cosa sola", ha cooperato affinchè Dio facendosi uomo, potesse unire tutti gli uomini a Lui. Non si potrà avere l'Unità dei cristiani se in questa unità non ci vediamo il mistero dell'Incarnazione di Dio che si fa uomo, diventa uomo perchè l'uomo potesse diventare "figlio" in termini di riscatto e di uguaglianza. Questa presenza mariana nell'ecumenismo pontificio emerge anche dalla Orientale Lumen: "Tra questi (i santi) un posto tutto particolare occupa la Vergine Maria, dalla quale è germogliato il virgulto di Jesse". La sua figura è non solo la Madre che ci attende, ma la Purissimache - realizzazione di tante prefigurazioni veterotestamentarie - è icona della Chiesa, simbolo e anticipo dell'umanità trasfigurata dalla grazia, modello e sicura speranza per quanti muovono i loro passi verso la Gerusalemme del cielo" (n. 6). Il Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo, emanato nel 1993 dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani non ricorda mai la memoria della Beata Vergine Maria; ma la data in cui il Papa l'ha firmato è la festa dell'Annunciazione.

Certo la radice più profonda del titolo "Madre dell'Unità" che Giovanni PaoloII ha attribuito alla Vergine (e per il cui titolo i partecipanti delle altre confessioni sono d'accrodo), sta nell'episodio che Giovanni racconta nel capo 19, 25 - 27 del suo Vangelo, nella duplice consegna: del discepolo prediletto a Maria, e della Madre all'apostolo più giovane. Il passo citato va letto in profondità, cioè deve superare l'aspetto del racconto d'un fatto di famiglia in cui un affetto molto caro (che siè costretti a lasciare) viene affidato a una persona di fiducia.Bisogna leggere l'episodio di Maria e Giovanni ai piedi della croce con maggiore profondità, cioè teologicamente, in conformità con la natura mistica dell'evangelista. Giovanni, quando scrive della Vergine-Madre,adopera parole diverse. Se riporta il termine con cui Gesù si rivolge alla mamma, usa la parola gynai, "donna", appellativo nobilissimo.Così avviene a Cana (2, 4) contro ogni costume sociale ebraico,e sotto la croce (19, 26). Invece, nella narrazione di ciò che accade sotto la croce di Gesù, Maria per due volte viene detta in modo assoluto ê mêtêr, "la madre". Cioè viene sottolineata la maternità della Madonna nei riguardi del popolo di Dio, e messo in rilievo il compimento della sua vocazione ad essere la Madre per eccellenza, figura della Chiesa-Madre, che sarà Madre di tutti i fedeli. Giovanni accoglie "la Madre" ecclesialmente nella comunione spirituale della preghiera, nella condivisione della Parola di Dio, nella compartecipazione eucaristica. Questa pienezza di comunione tra Madre e Discepolo segue alla spartizione delle vesti di Gesù,alla sorte tratta sulla tunica, senza cucitura, del Cristo. E si rivela nell'ampiezza della profezia di Simeone quando accanto alle parole "A te una spada trapasserà l'anima", vi aggiunge "Affinchè vengano svelati i pensieri di molti cuori". I Vangeli ci hanno abituati a vedere Maria come Colei che "medita in modo perfetto" tutti gli avvenimenti di questo Figlio, ora nella dimensione ecclesiale Maria può svelare i mille pensieri meditati donandoli per una maggior conversione verso il suo Figlio.

continua.......




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Consiglia  Messaggio 2 di 85 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 12.59
Il contrasto fra le due scene (divisione: cioè distacco dal Figlio morente che in quel momento sta lasciando un Testamento, e comunione: nell'affidamento di Colei che ha portato nel mondo l'Unità dell'uomo con Dio), manifesta l'unità dei fedeli nella Chiesa, membra del Corpo di Cristo. Come Madre di tutta la famiglia cristiana della Chiesa, Maria SS. ha il compito di conservare l'unità di tutti i suoi figli, da espletare con la preghiera e la testimonianza,come del resto ha fatto conservando l'unità della fede nella famiglia cristiana delle origini.
Gesù adopera una serie di scene prima di morire: sulla croce Egli lascia il Suo Testamento sigillandolo nel Sangue, aveva già prefigurato questa scena quando l'apostolo dirà " Quando sarò innalzato attirerò tutti a me", nessun cristiano può dunque sentirsi estraniato da questo "Tutti": Giovanni spiega la simbologia di questa Unità attraverso la Tunica "Si sono spartite fra loro le mie vesti e per il mio vestito hanno tirato la sorte" (Gv.19.24), la veste è la Chiesa lacerata e divisa. Segue la scena descritta prima di Maria e di Giovanni, poi Gesù ha sete. Il Vangelo di Luca ci narra del "buon ladrone", ulteriore testimonianza di un Testamento che è garanzia di salvezza, e lo stesso Evangelista ci riporta le parole del Cristo morente che rimette il suo Spirito in quello del Padre, consegnando sè stesso dopo aver detto, come dice Giovanni "Tutto è compiuto", ora il Testamento del Cristo è compiuto, la scena della Madre e di Giovanni sotto la Croce rientrano in questo Testamento, ne fanno parte integrante. Marco ci riporta la prima testimonianza di fede avvenuta con Cristo morto sulla Croce: "Quest'uomo era davvero il Figlio di Dio!", ha così inizio l'avventura della Chiesa che dovrà attendere la Pentecoste per essere ufficializzata ed ancora qui troviamo Maria in mezzo agli Apostoli. Tutti attendevano "costantemente alla preghiera"(At.1,13)
Se è pur vero che Maria è citata poco nei Vangeli, è anche vero che quel poco è inserito nel mistero della Chiesa nascente: Maria e la Chiesa diventano una cosa sola perchè tutti i cristiani diventino una cosa sola, come il Cristo partorito da Maria, con il Padre e lo Spirito Santo sono una cosa sola.
Giustamente il Papa illustra il ruolo di Maria nella fede come parte delle condizioni dell'unità visibile dei cristiani(Ut Unum Sint n.79). Gioiosamente ha siglato l'accordo con le autorità ecclesiali degli assiri orientali. Il Patriarca Mar Dinkha IV e GiovanniPaolo II, dopo accurati studi, sono convenuti nella Dichiarazione comune che non c'è differenza dogmatica tra i due appellativi di Maria detta dagli assiri Christoudochos, cioè Colei che ha accolto il Cristo che è Dio, e dai cattolici Theotocos , cioè genitricedi Dio. Lo Spirito Santo che è anima della Chiesa di Cristo e del movimento ecumenico, colui per il quale Maria ha concepito il Capo delCorpo Mistico, che ha suscitato anche l'appellativo di Madre dell'Unità,lui farà sì che la mariologia non divida più i cristiani,ma li congiunga nella fratellanza con Cristo, che ci viene da Maria in funzione di quel Fiat mediante il quale Maria stessa ci coinvolse tutti in qualità di credenti come Lei che non ebbe difficoltà ne dubbi nel credere che " Dio si facesse carne e venisse così ad abitare in mezzo a noi".
Sia lodato Gesù Cristo

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Consiglia  Messaggio 3 di 85 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 13.45
Un altro aspetto che è frutto dell'Ecumenismo è dato dal riabilitare il concetto antico della VENERAZIONE verso la Madre di Gesù, che si riallaccia non soltanto a quell'aspetto ecclesiale nel quale tutti i cristiani sentono di sentirsi vicini (Figli della Chiesa di Cristo) se pur sofferenti nelle divisioni, ma anche in virtù del Magnificat che non canta delle semplici Lodi, ma esprime una realtà sconcertante "grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente; tutti mi chiameranno Beata".
Recenti lavori di esegesi hanno riportato come nella Bibbia nessun essere umano abbia cantato per sè stesso delle Lodi così profonde. Questo aspetto lo leggiamo soltanto in Gesù quando dirà di sè stesso "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!", un cuore che Maria, quale Madre ha contribuito nei suoi battiti riconosciuti da s. Elisabetta: "A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me".
Maria in chiave Ecumenica è Colei che può riavvicinare i figli "dispersi", la figura di S.Elisabetta può essere vista in chiave Ecumenica: lei era ebrea, in età avanzata, speranzosa di vedere come tutti l'avvenimento di questo Messia che tutti attendevano, nel riconoscimento del Figlio che la Vergine annunziata porta nel suo grembo, Elisabetta è la prima figura positiva di un Ecumenismo che riconosce in Maria "la Madre del Suo Signore", in questo riconoscimento scatta la realtà nuova di un cristianesimo che unisce tutti i popoli della terra come dimostrerà la scena dei re Magi davanti alla mangiatoia, che insieme "adoreranno questo Bambino". Sono i primi passi del Vangelo che ci insegnano a leggerlo in chiave Ecumenica.
E' emblematico che in un incontro di mariologia a livello Ecumenico, si sia fatto ricorso alle parole di Paolo VI che diceva:"quando noi distinguiamo la Madonna da Dio, quasi che ci possa essere una bontà distinta da quella di Dio, e non sia Lui la sorgente unica e suprema della bontà, allora diventa grave e finiamo che separiamo la Madonna da Dio e crediamo di dare onore alla Madonna quasi dimenticandoci del suo divino Figlio e confrontando quale dei due si debba onorare di più." (Paolo VI)
Oggi però l'atmosfera delle controversie si è placata e Roger Schultz, priore protestante di Taizè , ha potuto scrivere: "Noi domandiamo ai nostri fratelli cattolici ed ortodossi di purificare la pietà mariana da ogni esuberanza, affinché la Vergine Maria sia sempre tenuta in grande umiltà, come appare nella Sacra Scrittura, in una vita nascosta a fianco di Gesù".
Tuttavia nondimeno traspare dalla parte Ortodossa e Cattolica che questo "nascondimento" di Maria nei Vangeli non può essere interpretato come una ESTRANEITA' della Madre dal Figlio, altrimenti si rischia di relegare il ruolo di Maria ad un ruolo del tutto insignificante, privando la stessa Chiesa del concetto di "Madre che partorisce i figli redenti" (cfr.Ap.12)
Non è un caso isolato che si stia cominciando a leggere in ambienti Ecumenici i tanti lavori della Chiesa su questo tema, altro segno di un frutto maturato ad opera dello Spirito Santo è come vengano fatte talune citazioni come quest'altra: Paolo VI nella Marialis cultus raccomanda: "E' volontà della Chiesa cattolica che in tale culto, senza che ne sia attenuato il carattere singolare, sia evitata con ogni cura qualunque esagerazione, che possa indurre in errore gli altri fratelli cristiani circa la vera dottrina della Chiesa cattolica e sia bandita ogni manifestazione cultuale contraria alla retta prassi cattolica."
Il culto reso a Maria deve apparire secondo le parole di Paolo VI  quale "introduzione e conseguenza del culto unico che dobbiamo a Gesù Cristo nostro Signore ... imitare la Madonna nelle sue virtù, tanto sublimi e tanto umane, in quella soprattutto della fede, dell'accettazione della parola di Dio, che inizia nelle nostre anime la vita di Cristo."
Devoti a Maria perciò lo possiamo essere, sì e senza esitazione alcuna, ma sulla traccia segnata dalla Chiesa e dal Vangelo. Mantenendo salda quella fede genuina scaturita dalle parole di s.Elisabetta che dimostra dalle sue parole, segni di devozione verso "Colei che è la Madre del suo Signore".
Maria  quale "sorgente di grazia immediata" non và mai intesa operante da sola, la scena con la cugina Elisabetta ci dimostra come nella prima operò direttamente lo Spirito Santo il quale non fa altro che far riconoscere ciò che in Maria è stato "concepito per opera dello stesso Spirito Santo", Maria diventa questa "sorgente" visibile e palpabile di "una grazia immediata" che permette ad Elisabetta di contemplare la realizzazione della profezia messianica: "Ecco, concepirà e partorirà un figlio, l'Emmanuel che significa Dio - con - noi " Tale "sorgente di Grazia immediata" è Maria, per la quale
" grandi cose ha fatto in lei l'Onnipotente per cui tutte le generazioni la chiameranno Beata", tale beatitudine però deve condurci all'UNITA', perchè tutti i cristiani dicono come Elisabetta "Madre del mio Signore" e Maria ha solo questo interesse, che tutti riconoscano in Lei "il frutto benedetto del suo seno, Gesù".
La preghiera di San Idelfonso di Toledo (667 d.c. ) è illuminante in questo senso:
"Ti prego, ti prego, Vergine Santa: che da questo Spirito che ti ha fatto generare Gesù riceva io stesso Gesù. Che la mia anima riceva Gesù da questo Spirito che ha reso possibile alla tua carne il concepimento di questo stesso Gesù (...) Che io ami Gesù in questo Spirito nel quale tu stessa l'adori come tuo Signore, e lo contempli come tuo Figlio."
Sia lodato Gesù Cristo

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Consiglia  Messaggio 4 di 85 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 14.45
La preghiera di San Idelfonso di Toledo (667 d.c. ) "Ti prego, ti prego, Vergine Santa: che da questo Spirito che ti ha fatto generare Gesù riceva io stesso Gesù. Che la mia anima riceva Gesù da questo Spirito che ha reso possibile alla tua carne il concepimento di questo stesso Gesù (...) Che io ami Gesù in questo Spirito nel quale tu stessa l'adori come tuo Signore, e lo contempli come tuo Figlio."
Che io ami Gesù in questo Spirito nel quale tu stessa l'adori come tuo Signore, e lo contempli come tuo Figlio.
Da questo contesto si apre la prospettiva Ecumenica, quella che giudata dallo Spirito Santo, fa meditare su questa Donna che nel Cristo adora il suo Dio, e come Madre lo contempla quale Figlio.
La perfezione di Maria rientra in una sfera particolare della Grazia: è Madre del Verbo, ma anche "figlia del suo Figlio". Tuttavia questa Grazia si arresterebbe ad una insignificante sterilità, se attraverso  Maria stessa non apportasse frutti di conversione a ciò che Lei adora quale "suo Dio", in questo contesto Maria è perciò la garanzia di una pienezza della Grazia che dal momento del concepimento non appartiene a lei sola, ma è distribuita generosamente e gratuitamente a tutti gli uomini.
 "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama", queste parole degli Angeli che cantano una lode a Dio ci riconducono alle parole di Gesù quando dice "Vi do la mia Pace". Maria ha concepito per opera dello Spirito Santo e poi partorito questa Pace attraverso la quale siamo richiamati all'Unità fra tutti i credenti e in questo modo Lei diventa non l'artefice, ma la distributrice di questa Pace. In questo sta il significato di Maria quale "sorgente di Grazia".
La vita e le sue domande: "Tutte le generazioni mi chiameranno Beata". Se pur questa profezia non viene accolta come si dovrebbe, una cosa è certa: "Tutte le generazioni la chiamano e in qualche modo di lei si è sempre parlato"

L'interesse di molte persone per Maria muove spesso da fenomeni di religiosità popolare (apparizioni, santuari mariani ad esse legati, ecc), che ne hanno spesso appannato l'originalità.
Tuttavia la sua figura è presente con grande rilievo  nei documenti ufficiali della Chiesa e nella sua liturgia, ma anche fra i Protestanti e specialmente in questo ultimo secolo nel quale Maria è stata rivalutata per il ruolo che Dio le ha dato. Perché è così importante? Qual è il suo ruolo nella vita della Chiesa e nella storia della salvezza?
Riferimenti contenutistici di cultura generale

La storia dell'arte, della letteratura, del cinema, della musica è ricchissima di opere che trattano di Maria. Secondo l'opportunità si seleziona qualche documento e se ne approfondisce il significato.
La figura di Maria è presente anche in altre religioni o confessioni religiose, con interpretazioni diverse rispetto a quella data nella fede cattolica. Secondo l'opportunità di un proprio Credo si considera Maria:
- presso i Musulmani; quale Vergine da rispettare;
- presso gli Ebrei; una Ebrea molto devota di Dio, attenta alle Scritture;
- presso gli Ortodossi, la Teothokos, venerabilissima Madre che si riallaccia alla dottrina Cattolica se pur si distacca da alcuni aspetti;
Protestanti, gli Anglicani e Luterani, la venerano in modo diverso: sia come Madre di Gesù, sia come Madre di Dio, ma si dissociano dal culto Cattolico ed Ortodosso; tutti gli altri movimenti che si definiscono Evangelici (Pentecostali e non) sono gli unici che non la riconoscono come Madre di Dio, tuttavia le distinzioni fra di loro sono molte e taluni gruppi non hanno difficoltà a riconoscerla Madre del Verbo Incarnato; in molti vi è vivo il rapporto nel dialogo ecumenico in genere.
Sul versante antropologico la figura di Maria provoca a riflettere sul ruolo della donna nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa.
Mentre dal punto di vista storico e spirituale Maria provoca la ricerca di una piena conoscenza sul mistero dell'Incarnazione.

Riferimenti contenutistici confessionali

Maria è una figura di cui si parla poco nella Bibbia. Si raccolgano i passi che la riguardano, soprattutto in Lc. (Vangelo dell'infanzia) e in Gv che ne parla all'inizio e alla fine della vita pubblica di Gesù: (nozze di Cana 2,1-5; sotto la croce 19,25ss).
La sua figura tuttavia ha un grande valore nella storia della salvezza (cfr. ad es. Magnificat Lc 1, 46-55). Donna di fede e creatura nella quale Dio ha portato a compimento la sua redenzione, Maria è modello per l'intera Chiesa, che fin dagli inizi l'ha fatta oggetto di particolare devozione, legata al mistero del figlio Gesù, in una chiave di unità fra tutti coloro che si definivano cristiani rigenerati dal Cristo.

Nel delinearne i tratti teologici si ricordino i momenti più significativi della riflessione ecclesiale su Maria:
- da i Padri della Chiesa fra il I e II secolo Maria è già conosciuta quale "Madre del Dio fatto uomo", "Avvocata" (S.Ireneo);
- Concilio di Efeso (431): Maria madre di Dio, in rapprto alla dottrina della Trinità.
Il contesto di elaborazione della Chiesa si snoda e si sviluppa su Maria fin dal primo secolo, ma sempre e solo in rapporto all'identità del suo Figlio, fino ai giorni nostri.
Il vero ostacolo emergerà a metà del 1700 su alcune affermazioni calviniste le quali verranno mitigate  nel 1800, per poi riesplodere in toni più gravi a causa di frangie fondamentalistiche Pentecostali che negaheranno senza alcun riscontro esegetico la maternità divina di Maria e di conseguenza finiranno per insegnare una dottrina estranea al Vangelo dicendo che Maria è solo Madre dell'umanità del Cristo, separando inequivocabilmente le due nature che sono invece, come Efeso ci riporta, "unite in una unica Persona, partorita da Maria".

Le risposte: sintesi concettuale fondamentale per valorizzare la spinta ecumenica:

Maria è la credente perfetta, vera madre del Verbo che in lei si è incarnato, è colei nella quale la redenzione è già pienamente compiuta, come pegno di vita eterna per tutti i credenti.
Per questo la Chiesa vede in lei un modello da imitare, l'icona del suo mistero, un'avvocata che intercede presso Dio, una Madre attenta ai bisogni della Chiesa.

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Consiglia  Messaggio 5 di 85 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 18.16
UDIENZA GENERALE
Mercoledì 12 Novembre 1997
Giovanni Paolo II 

1. Dopo aver illustrato i rapporti fra Maria e la Chiesa, il Concilio Vaticano II ci rallegra nel costatare che la Vergine è onorata anche dai cristiani che non appartengono alla comunità cattolica: "Per questo santo Concilio è di grande gioia e consolazione che vi siano anche, tra i fratelli separati, di quelli che tributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatore..." (LG, 69), (cfr Red. Mater, 29-34). A ragion veduta possiamo dire che la maternità universale di Maria, anche se fa apparire ancor più dolorose le divisioni tra i cristiani, costituisce un grande segno di speranza per il cammino ecumenico.
Molte Comunità protestanti, a motivo di una particolare concezione della grazia e dell'ecclesiologia, si sono opposte alla dottrina e al culto mariano, ritenendo la cooperazione di Maria all'opera della salvezza lesiva dell'unica mediazione di Cristo. In questa prospettiva, il culto della Madre farebbe quasi concorrenza all'onore dovuto al Figlio.

2. Tuttavia, in tempi recenti, l'approfondimento del pensiero dei primi riformatori ha posto in luce posizioni più aperte nei confronti della dottrina cattolica. Gli scritti di Lutero manifestano ad esempio amore e venerazione per Maria, esaltata come modello di ogni virtù: egli sostiene l'eccelsa santità della Madre di Dio ed afferma talvolta il privilegio dell'Immacolata Concezione, condividendo con altri Riformatori la fede nella Verginità perpetua di Maria
Lo studio del pensiero di Lutero e di Calvino, come anche l'analisi di alcuni testi di cristiani evangelici, hanno contribuito a creare una rinnovata attenzione di alcuni protestanti ed anglicani verso diversi temi della dottrina mariologica. Alcuni sono giunti persino a posizioni molto vicine a quelle dei cattolici per quanto riguarda i cardini fondamentali della dottrina su Maria, quali la maternità divina, la verginità, la santità, la maternità spirituale.
La preoccupazione di sottolineare il valore della presenza della donna nella Chiesa favorisce lo sforzo di riconoscere il ruolo di Maria nella storia della salvezza. 
Tutti questi dati costituiscono altrettanti motivi di speranza per il cammino ecumenico. Il desiderio profondo dei cattolici sarebbe di poter condividere con tutti i loro fratelli in Cristo la gioia derivante dalla presenza di Maria nella vita secondo lo Spirito.

3. Il Concilio ricorda tra i fratelli che "tributano il debito onore alla Madre del Signore e Salvatore", specialmente gli Orientali, "i quali concorrono nel venerare la Madre di Dio sempre Vergine, con ardente slancio ed animo devoto" (LG, 69).
Come risulta dalle numerose manifestazioni di culto, la venerazione per Maria rappresenta un significativo elemento di comunione tra cattolici ed ortodossi.
Restano, tuttavia, alcune divergenze circa i dogmi dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione, anche se tali verità furono illustrate inizialmente proprio da alcuni teologi orientali - basti pensare a grandi scrittori come Gregorio Palamas (+ 1359), Nicola Cabasilas (+ dopo il 1396), Giorgio Scholarios (+ dopo il 1472). 
Tuttavia tali divergenze, forse più di formulazione che di contenuto, non devono far dimenticare la comune fede nella divina maternità di Maria, nella sua perenne Verginità, nella sua perfetta santità, nella sua materna intercessione presso il Figlio. Come ha ricordato il Concilio Vaticano II, l'"ardente slancio" e "l'animo devoto" accomunano ortodossi e cattolici nel culto della Madre di Dio.

4. Alla fine della Lumen gentium il Concilio invita ad affidare a Maria l'unità dei cristiani: "Tutti i fedeli effondano insistenti preghiere alla Madre di Dio e Madre degli uomini, perché Ella, che con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa, anche ora in cielo esaltata sopra tutti i beati e gli angeli, nella Comunione di tutti i Santi interceda presso il Figlio suo" (ibid.).
Come nella prima comunità la presenza di Maria promuoveva l'unanimità dei cuori, che la preghiera consolidava e rendeva visibile (cfr At 1,14), così la più intensa comunione con Colei che Agostino chiama "madre dell'unità" (Sermo 192,2; PL 38,1013), potrà condurre i cristiani a godere il dono tanto atteso dell'unità ecumenica.
Alla Vergine Santa si rivolgono incessanti le nostre preghiere perché, come agli inizi ha sostenuto il cammino della comunità cristiana unita nella preghiera e nell'annuncio del Vangelo, così oggi con la sua intercessione ottenga la riconciliazione e la piena comunione tra i credenti in Cristo.
Madre degli uomini, Maria ben conosce i bisogni e le aspirazioni dell'umanità. A Lei il Concilio chiede particolarmente di intercedere perché "le famiglie dei popoli, sia quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, nella pace e nella concordia siano felicemente riunite in un solo Popolo di Dio, a gloria della Santissima e indivisibile Trinità" (LG, 69).
La pace, la concordia e l'unità, oggetto della speranza della Chiesa e dell'umanità, appaiono ancora lontane. Esse, tuttavia, costituiscono un dono dello Spirito da domandare senza sosta, ponendosi alla scuola di Maria e confidando nella sua intercessione. 

5. Con tale richiesta i cristiani condividono l'attesa di Colei che, ricolma della virtù della speranza, sostiene la Chiesa in cammino verso il futuro di Dio.
Raggiunta personalmente la beatitudine per aver "creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,45), la Vergine accompagna i credenti - e la Chiesa intera - perché tra le gioie e le tribolazioni della vita presente, siano nel mondo i veri profeti della speranza che non delude.
Sia lodato Gesù Cristo

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Consiglia  Messaggio 6 di 85 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 18.24

MARIA NEL CENACOLO DI IERI,

NELL’ECUMENISMO DI OGGI

(Chiesa Valdese: la formazione)

Intervento di

RENZO BERTALOT

"...quel turbamento che ogni credente deve provare".

Prendiamo in esame, nel Vangelo di Luca, l’episodio dell’Annunciazione. Maria è una testimone unica, irripetibile: nessuna creatura come lei è stata in maggior contatto con la trinità attraverso il suo "fiat" alla richiesta del Padre, il suo accogliere nel grembo il Figlio, il suo essere ricoperta come da un'ombra dallo Spirito Santo. "Hai trovato grazia", le dice l’Angelo, esortandola a non temere di fronte all'annuncio del disegno di Dio. L’esperienza del timore, il turbamento profondo che assale Maria prefigura quel turbamento che ogni credente deve provare di fronte alla Parola del Signore e che è fondamentale per una vera esperienza di fede. Non si può rimanere impassibili davanti alla Parola di Dio. Essa scandisce il tempo della nostra esistenza in un "prima" e un "dopo": una volta ricevuto l'annuncio di salvezza dobbiamo anche noi sentirci sconvolti, proprio come Maria poiché la Parola ci chiama, ci provoca, ci spinge ad un profondo cambiamento, ad una vera conversione di noi stessi, e allora anche noi sapremo pronunciare il nostro "fiat", come Maria, non nel segno della passività ma di una forte presa di coscienza, nella massima libertà, della "missione" che siamo chiamati a compiere, secondo l’ispirazione dello Spirito Santo. Senza l’ispirazione dello Spirito santo, infatti, la nostra libertà è solo anarchia.

Dall'Annunciazione scaturisce un messaggio valido universalmente, in ogni tempo e soprattutto nello smarrimento di valori e nell'incertezza del mondo presente: la libertà nasce di fronte alla parola di Dio, dal confronto diretto con il Vangelo. Se tutti i cristiani sapessero comprendere a pieno tale messaggio e pronunziassero il loro "fiat" davanti alle richieste del Signore, cercando con tutte le forze di conformarsi alla sua volontà, l’unità tra le Chiese potrebbe essere immediatamente raggiunta.

La testimonianza di Maria è prodigiosa.

Nel Magnificat ogni cristiano può trovare il fondamento della propria fede. Nei versetti finali del cantico infatti si dice: "Fedele nella sua misericordia, ha sollevato il suo popolo, Israele. Così aveva promesso ai nostri padri: ad Abramo e ai suoi discendenti per sempre" (Lc 1,54-55).

A noi che viviamo in un’epoca così povera di valori e di veri punti di riferimento, Maria, attraverso il suo cantico, indica che il nostro punto di riferimento non deve essere ricercato entro i confini dell’esistenza terrena, ma deve essere posto nella promessa, nell’elezione, nella benedizione fatta ad Abramo, che si estende di generazione in generazione nel corso della storia e la trascende, conducendoci verso la vera, grande Salvezza, nella quale è vinta anche la nostra morte.

Cristo in tutta la sua vita sottolinea con le parole e con i gesti una totale fiducia in questa promessa. Egli, sulla croce, grida: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Sal 22,2), usando le parole del Salmo 22, nel quale, dopo le iniziali espressioni di dolore, di disperazione, di angoscia, esperienza dell'abbandono, è presente e vivo il ricordo dell'amore misericordioso di Dio e della promessa che il Signore ha fatto a Israele: "In te sperarono i nostri padri: hanno sperato e li hai condotti in salvo, ti chiesero aiuto e li hai liberati, si sono fidati e non sono rimasti delusi" (Sal 22, 5-6).

Gesù dice ai suoi oppositori: "Oggi si è compiuta questa parola". Potremo anche noi dire alla fine della nostra giornata terrena: "Oggi si è compiuta questa parola"? Dobbiamo cercare di tendere oltre i confini biologici della nostra vita. Il significato di essere Madre di Dio, Maria lo vede nella promessa fatta da Dio ad Abramo. Maria testimonia il primato della parola di Dio dalla quale scaturiscono la sua fede e la sua missione. Dal contatto con la parola di Dio i Cristiani devono saper ricuperare la loro gioia e il senso della loro vocazione.

"...leggere e conservare nel nostro intimo le parole del Signore"

Nel Vangelo di Luca, sia nell'episodio dei Pastori (Lc 2,19), che in quello di Gesù tra i dottori nel tempio di Gerusalemme, si dice che Maria "custodiva tutte queste cose e vi rifletteva in cuor suo" (Lc 2,19; 2, 51). Maria quindi osservava attentamente ciò che si compiva intorno a lei e lo meditava interiormente, conservando nel cuore, oltre che nella memoria, e confrontandolo costantemente con le parole dell'annuncio ricevuto e della promessa fatta dal Signore ad Abramo. Anche noi dobbiamo prendere esempio da Maria: dobbiamo continuamente leggere e conservare nel nostro intimo le parole del signore che possiamo incontrare ogni giorno nella Bibbia, accogliendo con fede anche quelle che, a prima vista, ci sembrano incomprensibili, nella più profonda certezza anche il loro significato ci sarà svelato dalla grazia nel momento per noi più propizio.

Nell'episodio delle nozze di Cana, Maria, rivolgendosi ai servi dice: "Fate tutto quello che egli vi dirà" (Gv 2,5). Se attualizzassimo queste parole rivolgendole a noi stessi comprenderemmo che Maria ci spinge a guardare a Cristo per ascoltare la sua Parola, così come lei stessa ha fatto. Se tutti i Cristiani ascoltassero senza alcun pregiudizio la parola del Signore, troverebbero in essa una formidabile spinta all'unità, senza più perdere tempo in discussioni e inutili sofismi.

Maria si trova ai piedi della croce, come pure sta nel Cenacolo. È significativo osservare come la storia della Maria biblica inizi e termini nel Dio trinitario, attraverso uno speciale rapporto con lo Spirito Santo, che già nel momento dell'annuncio l'aveva ricoperta con la propria ombra e che viene di nuovo da lei atteso nel Cenacolo insieme a tutti gli apostoli. I testi evangelici nulla ci dicono sul quel periodo di silenzio e di attesa, ma per noi che Maria si trovi in quel luogo indica che per lei la sofferenza di vedere il figlio sulla croce non ha distrutto, ma anzi ha rafforzato la sua fede in quella promessa di salvezza che, di generazione in generazione, scorre da Abramo a tutti i suoi discendenti. Maria prega ed attende con fiducia lo Spirito: così dobbiamo fare anche noi e, come Maria, dobbiamo imparare a stupirci di fronte alla parola di Dio. Questa è la parola che può cambiare la nostra vita, rendendola feconda e costantemente illuminata dallo spirito, questa è la parola che, con suo soffio vitale, può ispirare energie nuove per affrontare insieme il cammino verso l'unità.


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 18.41

L’ECUMENISMO CON MARIA

La terra è popolata attualmente da oltre cinque miliardi di creature umane, delle quali solo un miliardo e settecento milioni sono cristiani, e non tutti uniti tra loro.

Un grande movimento ecumenico è nato soprattutto dopo il Concilio Vaticano II per rispondere all'anelito pressante di Cristo affinchè tutti siano una cosa sola.

Il S. Padre Giovanni Paolo Il affida a Maria, la Madre dei viventi, la prima cristiana, la sua volontà ecumenica. Nell’enciclica Redemptoris Mater egli evidenzia tutto ciò che già unisce i cristiani nella figura della Madonna: il Nuovo Testamento, i primi Concili, i simboli di fede, le icone venerate dagli orientali che sono sempre più venerate anche in Occidente...

 Ci consola a proposito la riflessione di Max Thurian della comunità di Taizè: «Ritengo che l’attuale enciclica sarà un’occasione per molti cristiani ancora divisi di riflettere sul posto che Maria occupa nel mistero di Cristo e della chiesa.., la riflessione su Maria, come figura e modello della chiesa, sarà sempre più necessaria.., la sua maternità è dell’ordine della grazia perchè ella implora il dono dello Spirito Santo che suscita nuovi figli di Dio, salvati dal sacrificio di Cristo».

Dice il S. Padre:» Come già stato ricordato, anche tra i fedeli disuniti molti onorano e celebrano la Madre del Signore, specialmente presso gli orientali. È una luce mariana proiettata sull’ecumenismo». E ancora:

«... possiamo dire che davanti alla Madre di Cristo ci sentiamo veri fratelli e sorelle nell’ambito di quel popolo messianico chiamato ad essere un unica famiglia di Dio sulla terra...» ( Redemptoris Mater, III, 50).

Lutero dice:".Maria è l’unica goccia strappata da Dio all’oceano del peccato originale». Sulla sua mediazione, aggiungeva prima di separarsi dalla Chiesa: "Se noi invochiamo Maria, il Signore per riguardo a Lei, fa e concede ciò che noi Le domandiamo".

Una profonda devozione alla Madonna accomuna tutte le popolazioni recentemente convertite al Vangelo. In Africa Maria è soprattutto amata come Madre di Dio e madre di tutti gli uomini; e noi sappiamo quanto sia importante per quella cultura il valore della maternità. Nel momento in cui si accoglie il cristianesimo, è naturale affidarsi alla Madre per essere educati nella fede.

Nell'Anglicanesimo e tra i fratelli Luterani, Maria non è più un ostacolo, in molte chiese già è abitudine santa la preghiera del Magnificat nei Vespri. Anche in alcune comunità Valdesi si comincia a parlare in modo nuovo di Maria quale punto di comunione far i fratelli in Cristo.

La Madonna è venerata anche tra i musulmani che nelle loro scritture ne parlano come di creatura sublime. Se pregheremo insieme la Madonna ella ci guiderà verso l’unità, non solo dei cristiani, ma di tutti gli uomini. Un mondo che prega unito, vive unito.

«Maria è la copia più fedele della persona di Cristo, non solo perch'Ella gli è Madre, ma perch'Ella gli è anche figlia; Maria è un modello di fede, è modello di verginità; è maestra di umiltà, è maestra di amore a Dio e agli uomini".

Venerabile Guido M.Conforti