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Introduzione a il "Giornale dell'anima"


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Presentiamo gli ampi estratti del libro più noto del Beato Giovanni XXIII, che pubblichiamo nel nostro sito, prendendo stralci dalle introduzioni alla varie edizioni complete o ridotte, specialmente da “La sapienza del cuore” (Ed. S. Paolo) fatte dal suo Segretario S. Ecc. Mons. Loris Francesco Capovilla


Il Giornale dell’anima è lo strumento più adatto per conoscere Giovanni XXIII, parlare scrivere di lui, interpretarne il pensiero, l’attività, la spiritualità, la pietas, la fedeltà alla tradizione, le aperture pastorali, la misericordia non disgiunta dall’inflessibile condanna di errori e deviazioni, la quieta conversazione, il senso cristiani dell’humor, il tacere delle sue labbra e il sanguinare del suo cuore. …
Risento la voce di Papa Giovanni, in una pausa di riposo nei giardini vaticani, mentre tiene fra le mani il plico dei quaderni contenenti le sue ingenue confidenze con Dio: “Comprendo che di un papa si voglia conoscere tutto e tutto servire alla storia… La mia anima è in questi fogli più che in qualsiasi altro mio scritto….
Nel suo Giornale, Papa Giovanni è tutto lui o quasi tutto, sino alle ultime battute finali, serene e accorate, suadenti e incoraggianti: “Nell’ora dell’addio, o meglio dell’arrivederci, ancora richiamo a tutto ciò che più vale nella vita: Gesù Cristo benedetto, la sua santa Chiesa, il suo Vangelo e, nel Vangelo, soprattutto il Pater noster , e nello spirito e nel cuore di Gesù e del Vangelo, la verità e la bontà, la bontà mite e benigna, operosa e paziente, invitta e vittoriosa”. (Introduzione alla 13ma ed. 2000 Edizioni S. Paolo)


Il Giornale consente di cogliere la continuità di una vita lasciatasi plasmare con evidenzaimpressionate dalla mano di Dio, nell’uno o nell’altro dei molti compiti affidatile dall’obbedienza. Viene spontaneo ricordare l’esultanza di Gesù testimoniata dall’evangelista Matteo: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.” (Mt 11,25). E lasciarci penetrare dalla teologia di S. Paolo: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1Cor 1,27-28). Questo passo torna sovente sulle labbra di Giovanni XXIII: egli l’applica a sé e ai servi di Dio incontrati lungo la strada del servizio della Chiesa e delle anime.


Il lettore del Giornale prova senso di stima e di affetto per l’autore e scopre finalmente di cosa si nutre la spiritualità di questo figlio della Chiesa che, trasportato nella senescenza sulla più alta vetta della gerarchia cattolica, manifesta sorprendente giovinezza di spirito: “Chiamato alle responsabilità del supremo governo della Chiesa quando solo tre anni, o poco più, mancavano al compimento dell’ottantesimo anno di vita, egli fu un giovane, nella mente e nel cuore, come per un prodigio di natura” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, Vaticana,, 1982, vol. IV,2/1981, p. 753).

Fedeltà e rinnovamento: la formula che Papa Giovanni formula per il Concilio risuona nel suo cuore fin dalla giovinezza sacerdotale e d episcopale.
Ciò che impressiona nel Giornale è questa continuità, questa fedeltà alle fonti giovanili della sua pietas, questo continuo approfondimento sulla linea originaria, questa sapiente fruizione di un metodo collaudato, in particolare degli esercizi spirituali secondo l’ispirazione di S. Ignazio di Loyola, senza desiderare nuove sperimentazioni, anzi respingendole.

Angelo Giuseppe Roncalli, dall’innocente adolescenza alla severa maturità, è uomo pio, immerso nella luce dell’Eterno, in ascolto della Parola, in esercizio di obbedienza alla Parola.


Naturalmente gli assaggi che abbiamo pubblicato in questo sito servono solo per farci venire il desiderio di leggere integralmente, e di trarne grande profitto, dal suo “Giornale dell’anima”.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)