00 05/01/2009 22:06
Amici....vorrei che raccoglieste questa provocazione per aiutarci a parlare di questo tema che guardate...non è poi così semplice come appare......

Gesù dice:
NON BASTA DIRE "SIGNORE-SIGNORE".....
OCCORRE FARE QUALCOSA..........ed anche quel FARE LA VOLONTA' di Dio...non è poi così semplice come appare.....

Gesù dice anche: "E LA VERITA' VI FARA' LIBERI" .......ma in quale modo RAGGIUNGERE questa libertà? Nel modo che viviamo appare un paradosso perchè raggiungere questa LIBERTA' evangelica ci spinge a RINNEGARE molte mode passeggere.....alle quali non è facile rinunciare anche per via del fatto che VIVIAMO NEL MONDO, anche se ci sforziamo di NON essere DEL mondo.....siamo CITTADINI DEL CIELO....

Come viviamo dunque QUESTO NOSTRO ESILIO TERRENO? [SM=g7831]
Per arricchire l'argomento vi lascio una Omelia che secondo me ci aiuta ad entrare dentro il problema...

Il segreto della felicità
di don Paolo Curtaz sulle Beatitudini

"Cosa devo fare per essere felice?".

Pensateci bene: è la domanda inconscia che stamattina vi ha fatto alzare dal letto, è il motore nascosto che vi spinge ogni giorno a compiere dei gesti, a migliorare delle relazioni, a cercare, a sperare nel futuro.
La felicità, dunque, è ciò che tutti cerchiamo, bene o male.

Ma: come raggiungerla?

Faccio zapping alla tivù, sfoglio qualche pagina di un settimanale, indugio su qualche pubblicità patinata: tutti sanno benissimo – così pare – in cosa consista la felicità. L'elenco sarebbe sterminato, e ognuno può fare il suo: sei felice se hai un bel fisico, se ti tieni in forma (e sei sano!), se hai un bel lavoro di responsabilità con molti, molti soldi, se sai parlare, hai fascino, sei un po' spregiudicato, politicamente corretto, se hai una bella moglia/amante-bella macchina-bella casa, se... se... se...

Pensate che ci fanno pure credere che se vinciamo 50 miliardi al superenalotto viviamo felici! (Vero: pagherei un po' di debiti, mi compro la casa, smetto di lavorare. Ma io resto io...)

Problema: non sono una gran bellezza, il lavoro è solo discreto e ho sempre a che fare con quel problema di stomaco, eccomi quindi declassato alla categoria degli infelici.

Allora, insomma, siamo destinati alla frustrazione?

Il raggiungimento della felicità è destinato a pochi pochissmi eletti? (e se così fosse perché mai quelli che rispondono a questi criteri confessano di avere grossi prolemi? Naomi Campbell insegna...).

Tant'è: anche Dio ha qualcosa da dire a proposito.


Una pagina forte, indigesta, che dà acidità di stomaco, al solito, il Vangelo di oggi.

Però, dobbiamo ammetterlo, visto che è Dio che ci ha costruiti, fabbricati, magari sa meglio di tutti come funzioniamo, cosa ci rende felici.

Gesù ne parla in Matteo e in Luca. Anzi Matteo lo pone come discorso programmatico del suo Vangelo, come Carta Costituzionale del Regno di Dio.

Anche Luca, che leggiamo oggi, lo affida alla sua comunità come cuore dell'annuncio: ecco le Beatitudini, le parole che stupivano il grande uomo di pace Gandhi che le considerava tra le pagine più alte del pensiero umano.
"Beati" dice Gesù.
Che sappia il segreto della felicità? [SM=g1740717]


Che finalmente Dio si sbottoni e spieghi l'essenziale a gli uomini evitando fatiche boia? E subito una delusione: "beati voi poveri... voi che piangete...". Ma come? Cosa significa? Semplice, geniale: la beatitudine, la felicità non consiste certo nella povertà, nella sofferenza (non facciamo dire stupidaggini a Gesù: Dio non ama la sofferenza!) ma in Dio, perché chi soffre, chi ha fame si rivolge a lui.


E' come se Gesù dicesse: "Se, malgrado la povertà, la sofferenza, la persecuzione, sei felice, allora la tua felicità è posta altrove: beato".

Sì, amici, Gesù svela che l'origine della felicità è nel sentirsi amato da Dio, nel leggere la propria storia nella grande storia d'amore di Dio
. La beatitudine è altrove, è dentro, è in Dio.

Beato se capisci questo[SM=g1740717] : allora neppure la sofferenza, la povertà, la fame possono distaccarti da questo grande oceano di felicità che è il cuore di Dio.


Geremia conferma questa riflessione, come il ritornello del salmo che abbiamo proclamato: "Beato chi pone la speranza del Signore". Gesù, mentre parla, si rivolge ai suoi uditori: "beati voi poveri": li conosce, li vede, parla loro: Dio li ama, perché lui si è fatto povero. E Luca aggiunge a sorpresa quattro "guai": ce lo vediamo Gesù che alza lo sguardo verso Gerusalemme e vede i ricchi, i sazi, i prepotenti e annuncia loro i "guai".

No, Gesù non maledice, Dio è incapace di augurare il male lui che è bene
. Gesù vede la conseguenza di una ricchezza, di un'arroganza che chiudono il cuore
. Un cuore sazio si dimentica, un cuore affannato non si accorge della verità, un cuore in ansia per la ricchezza è schiavo, non libero, del proprio potere. Quant'è drammaticamente vero!


Quante persone "realizzate" conosco e che pure sono umanamente miseri, spiritualmente aridi. Realizzati, sì, temuti, invidiati eppure soli con la propria supponenza, estranei al mistero della vita...

Anche noi, come Geremia, siamo posti di fronte a due scelte: la mentalità di questo mondo che ci dice che per essere felici occorre essere e possedere, riuscire e apparire, o quella di Gesù che dice che basta lasciarsi incontrare da Dio.

Che non abbia ragione Dio, una volta tanto? [SM=g1740722]



Luca 6

17
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18 che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19 Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21 Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
24 Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25 Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.
27 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
36 Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38 date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
39 Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? 40 Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. 41 Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? 42 Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
43 Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. 44 Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. 45 L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.
46 Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? 47 Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48 è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 49 Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».








Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)