Nel 1479 fu mandato all’Università di Ferrara per seguire studi teologici, dopo essere stato a Bologna maestro dei novizi (domenicani). Nel 1481 o 1482, durante la guerra degli Estensi con Venezia, passò a Firenze, nel convento di San Marco e qui cominciò a predicare. I fiorentini trovavano il suo linguaggio troppo duro e disadorno, il suo accento lombardo troppo spiccato ed il suo gestire troppo violento. La freddezza degli uditori gli fece male, ma riprese fiducia con la nuova lettura del Vecchio e Nuovo Testamento e dell’Apocalisse, in cui dimostrò giusta e necessaria la lotta contro il vizio e la corruzione. Nel 1485-86 andò a San Giminiano a predicare la Quaresima, alla presenza anche di Pico della Mirandola, suo caro amico, e proclamò le sue convinzioni profetiche, la visione di una felicità futura, dopo penitenza generale, una specie di UTOPISMO che poteva sembrare in contrasto con lo spirito terreno dell’UMANESIMO e del RINASCIMENTO.
Nel 1490, richiamato da Lorenzo de Medici, riprese in San Marco la sua predicazione sull’Apocalisse. Ebbe notevole successo al punto che gli fu assegnato il pulpito di S: Maria del Fiore, chiesa molto più grande di San Marco, dalla quale, fino alla sua morte, parlò al popolo fiorentino. La sua oratoria trascinava l’uditorio, che scoppiava in lacrime con lui, che si turbava alle profezie di imminenti, terribili castighi divini. Compose il “TRACTATO DIVOTO E UTILE DELLA UMILTA’” e il “ TRACTATO DELLO AMORE DI JESU’ CRISTO” (1491-92), motivi essenziali della sua predicazione, che riprese più impetuosa nel 1493, dopo che egli aveva ottenuto da Alessandro VI° la separazione della Congregazione toscana dei Domenicani da quella lombarda. Si scagliò contro chi leggeva Aristotele, Virgilio, Ovidio, Cicerone, Dante e Petrarca e non il Vangelo e, soprattutto, contro il clero che non si curava più delle anime.
Fu, però, nel 1494 che la sua predicazione colpì il popolo fiorentino, quando annunciò la venuta di un “Ciro“ che avrebbe punito l’Italia per la sua corruzione. Il vero aspetto della profezia della venuta di questo “CIRO”, nella persona di CARLO VIII°, si vide con la facilità con cui i signori italiani cedevano al nuovo sovrano che proclamava di riformare la chiesa. Poco dopo il re di Francia, giunto in Toscana, otteneva da PIERO DE MEDICI tutte le principali fortezze dello stato: Livorno, Pisa, Pietrasanta, Sarzana, ed il 9 novembre vi fu la sollevazione di Firenze che abbatté la Signoria Medicea. Il Savonarola fu mandato come ambasciatore da Carlo VIII°, ma non ottenne nulla. Eppure il popolo fiorentino riteneva che egli solo avesse fatto cambiare al sovrano la volontà di restaurare PIERO DE MEDICI e che lo avesse indotto a lasciare, dopo una breve sosta, la città.
Dovendosi riformare la Costituzione, PAOLO ANTONIO SODERINI, che cercava di instaurare un regime sul tipo di quello veneto, ricorse al Savonarola e, con il suo aiuto, riportò la vittoria. Instaurare, in Firenze, un regime più libero era sempre stato il desiderio del Savonarola, in perfetta armonia con le tendenze repubblicane, conducendo una tenace opposizione alla classe dirigente. Il “regime savonareliano“ rappresentò la rivincita dei ceti che in passato erano stati esclusi dal governo, ceti che univano esigenze democratiche alla riforma del clero.
All’inizio del 1495 il frate riuscì a fare approvare una legge in base alla quale a tutti coloro che fossero stati condannati per delitti contro lo stato fosse concesso di appellarsi al Consiglio Grande. Il credito e la reputazione del Savonarola ne uscirono molto accresciuti. Ma, quando nell’ottobre Piero De Medici fece un altro tentativo di rientrare in Firenze, allora egli propose la pena di morte per chi volesse restaurare la “tirannide“.
Nel maggio del 1496 vi fu un forte contrasto con ALESSANDRO VI° che gli proibì di predicare e lo scomunicò, ma il frate continuò la sua violenta condanna dei vizi del clero, dal pulpito.
Ma i suoi avversari i PALLESCHI o BIGI, seguaci dei Medici, e gli ARRABBIATI, i nobili, fecero di tutto per renderlo ostile al popolo. A poco a poco, i suoi fautori i “ PIAGNONI “ perdettero terreno, lasciando deluso il popolo. Fu arrestato e dopo tre processi venne impiccato e poi arso il 23 maggio 1498.
Passarono molti anni prima che, grazie ad alcuni suoi discepoli, il frate domenicano venisse riabilitato.
Ancora oggi a Firenze, nell’anniversario del martirio sul rogo di FRA’ GIROLAMO SAVONAROLA vengono sparsi fiori sul luogo in cui morì !...
di Ercolina Milanesi...
" Io sempre mi sottoposi al castigo, e quante volte occorra, son qua per sottopormi ora e sempre. Chè io pure son peccatore, il quale grido con quanta ho di voce di far penitenza dei peccati, di emendare i costumi e di tornare alla Fede del nostro Signore Gesù Cristo, mentre mi adopero per riaccendere nel cuore degli uomini la Fede cristiana; e penso di stampare fra poco, che così piace a Dio, l'opera del "Trionfo di Cristo", per corroborare la fede. Da quel libro apparirà manifestamente se io sia seminatore d'eresie (che mi tolga Iddio!) o non piuttosto fedelissimo alla santa Madre Chiesa della Fede cattolica..."
(P.Procter, il Domenicano Savonarola e la Riforma, Milano 1896, pag.57)
"Il Trionfo della Croce" è un'opera del Savonarola in quattro libri......(la suggerisco.... ) nel Libro quarto, Savonarola a spada tratta difende il primato di Pietro nonostante l'epoca difficile a causa della corruzione. Emerge in questo testo tutta la sua passione per la Chiesa e le accuse che rivolse non al Pontefice, ma all'uomo Borgia.....scrive: " Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa; e le porte degli inferi non prevarranno contro di lei...Nessuno può dire che questa autorità sia stata data solo a Pietro e non ad altri uomini dopo di lui, avendo Cristo promesso che la sua Chiesa sarebbe durata fino alla fine dei tempi... Essendo dunque i vescovi di Roma successori di Pietro, è cosa manifesta che la Chiesa Romana è guida e maestra di tutte le altre e che tutti i fedeli cristiani si devono raccogliere intorno al Pontefice Romano. Non vi è dubbio alcuno, dunque, che chi si allontana dalla unità e dalla dottrina della Romana Chiesa, si allontana da Cristo stesso " ( Libro Quarto de "Il Trionfo di Cristo", cap.6, pag, 526)
Il papa Alessandro VI non avrebbe mai potuto ricevere una così profonda professione di fede, una sottomissione così assoluta che infatti, qualche tempo dopo il Libro del "trionfo della Croce", sarà scelto come manuale dell'insegnamento della fede Cattolica dalla Congregazione di Propaganda Fide. Del resto il Libro Secondo, in sedici capitoli Savonarola ripercorre con meticolosità tutta la storia della Chiesa dalle sue origini, per dimostrare l'autenticità della successione apostolica nella Chiesa Cattolica e per dimostrare le verità di fede del suo insegnamento.
Ma Savonarola nasconde un altra passione dalla quale forse gli giunge la potenza della sua predicazione: IL CROCEFISSO!
E' affezzionato ai "crocefissi" dipinti dal Beato Angelico (altro domenicano), per il Savonarola la contemplazione del Crocefisso insaguinato E' INDISPENSABILE per l'apprendimento dei Vangeli della Passione durante la contemplazione e la meditazione.
Per il Savonarola, solo la contemplazione verso un Crocefisso creato con amore, può infondere altrettanta passione, istruire la mente e addolcire il cuore del cristiano e, soprattutto, la contemplazione del Crocefisso non può che indurre il cristiano sulla retta via.
Ciò che domina la mente del Savonarola è la "verità del Dio crocifisso per noi!", da qui parte tutta la sua missione.
Davanti al Crocefisso componeva le "Operette spirituali" per la Pasqua, il Venerdi Santo che si adora la Croce, scriveva:
" O Jesu, quando ti veggo così crocefisso, per me in talmodo percosso, il mio core da me si diparte...O FELIX CULPA...Consolati dunque umana generazione e prendi gaudio con lacrime dolci, senza fine. Consolatevi, justi et santi, perchè oggi appropinquate alla palma e al dolce gran trionfo...."
Per il Savonarola inizia qui una lotta contro i crocifissi d'oro...non nel senso che vietasse l'oro quale materiale da usarsi per comporre un Crocefisso, ma in quanto NON indispensabile per quel tipo di ADORAZIONE AL CROCEFISSO che egli intendeva predicare...
Il Crocifisso che artisticamente INSEGNAVA Savonarola era di due specie:
il primo era quello artistico che doveva riprodurre fedelmente IL SANGUE della Passione e dei chiodi, un crocifisso che doveva svelare a chi lo contemplava le parole descritte dai Vangeli, via dunque i crocifissi d'oro e di pietre preziose per questa contemplazione poichè i materiali preziosi non danno quell'immediata visione della Passione;
il secondo doveva partire da questo ed entrare dentro l'anima per trasformare chi lo avesse contemplato, cioè la conversione: per il Savonarola la vera contemplazione del Crocefisso che non può che portare ad una sola risoluzione: conversione del cuore e pentimento dei propri peccati e il cambiare vita.
Rimprovera la Città di Firenze per lo sfarzo del crocefisso d'oro e dice:
" Non ti ricordi più che io ti feci dipingere crocifissi sanguinosi? "
(21 giugno 1495 "Soipra i Salmi" EN, II, pag.82) Per il Savonarola è incomprensibile capire la Risurrezione e la stessa Misericordia di Dio se non s'impara a contemplare un Crocifisso, il Crocifisso INSAGUINATO!
La centralità della Persona del Cristo, nell'opera del Savonarola, è punto centrale di tutta la sua personalità: "l'anima e il Crocefisso sono indissolubili o lo si rifiuta o lo siaccoglie e la felicità può solo giungere da un buon vivere, ma senza il Crocifisso nessuna anima può giungere alla perfezione!"
(Libro Terzo, cap.7)
Nelle prediche del Savonarola emerge un punto chiave e fermo: PER MEZZO DELLA CHIESA NOI GIUNGIAMO A CRISTO.
Da questa verità che il frate domenicano sente dentro le midolla, consapevole di esserne un membro fra le tante membra sparse nel mondo, scatta in Savonarola la difesa stessa della Chiesa FERITA A CAUSA DELLA CORRUZIONE PERPRETATA DA PERSONE CORROTTE FACENTI PARTE DI QUELLE MEMBRA CHE PIU' DI ALTRE NON POSSONO PERMETTERSI IL LUSSO DI CONTINUARE A VIVERE PECCAMINOSAMENTE.......da qui egli non risparmia nè preti, nè frati, nè vescovi....nè papi.....nè se stesso!
Inoltre egli ha due passioni: Roma e Firenze.....Roma quale Città che ospita la Sede della Chiesa, Firenze quale città con prospettive aperte verso il futuro.....Savonarola fu di fatto il primo cattolico veramente illuminista nel senso puro del termine...
Il "compito della Chiesa" è di invitare tutti gli uomini sul carro trionfale che realizza la Salvezza; tutti coloro che s'incontrano con il Cristo, che ne fanno una diretta esperienza devono inq aulche modo salire su questo carro del Trionfo perchè insieme, dice il Savonarola, costituiscono quella Chiesa testimone in ogni tempo di santi, martiri, Confessori e Dottori.....
Da qui parte, per il frate, la responsabilità della testimonianza di santità che i suoi figli chiamati a quel ruolo di guida, devono assolutamente manifestare, da qui inizia la dura battaglia contro ogni corruzione.....Inutile dire che il primo a farne le spese non potevano essere coloro che posti alla guida della Chiesa dal Cristo, avevano invece in qualche modo tradito tale chiamata e vivevano ora in dissolutezza usando appunto....il buon nome della Chiesa Cattolica... Da buon frate domenicano che era, viveva come l'Ordine insegnava: la povertà e il mendicare. Scatta così in lui la denuncia alle esose ricchezze unite agli sperperi di alti prelati coperti da una parte di clero compiacente e denuncia:
" Ma ora, poichè la Chiesa ha preso lo impero terreno (potere temporale), non mancano li oratori e li poeti li quali descrivano le laudi dè principi e dè prelati assai volte con molte bugie. Appar dunque per queste ragioni, che è da non meravigliarsi se li autori dè Gentili hanno finito con il non scrivere più le laudi di Cristo..."
(Libro Primo, cap.4)
Faccio notare che anche santa Caterina da Siena rimprovera al potere temporale un impedimento alla Pace vera e scrivendo questo a Papa Gregorio, lo invita ad abbandonare tale potere se questi fosse stato di impedimento alla Pace nella Chiesa... Da notare che essi parlano di unità edi pace DENTRO LA CHIESA...poichè è fuori che si deve combattere la Buona Battaglia...con le armi della giustizia, della Fede e della Carità e con l'evangelizazione della sana Dottrina...
Iniziano così le parole dure rivolte alla corruzione imperante fra il clero...e molti prelati....
Per il Savonarola la realtà della centralità della Chiesa è questa:
- CRISTO
- LA CHIESA (il Papa e i vescovi e il clero)
- I CRISTIANI (il popolo in cammino che formano l'unità della chiesa visibile)
Per il Savonarola il compito della Chiesa è " Fundamento della fede e regola della nostra salute con dispenza di Sacramenti", in questo non può esserci corruzzione alcuna essendo tale compito che Cristo stesso compie per mezzo della Chiesa anche "di mezzo fra dè i suoi corrotti!", Essa rappresenta un punto di riferimento per la ragionevolezza dell'uomo in ogni tempo, per quanto gli è proprosto di credere. Non è tanto ciò che l'uomo deve credere e gli è proposto, quanto la argionevolezza di ciò che gli è proposto AFFINCHE' EGLI POSSA CREDERE!
" Noi confessiamo che Dio ha costituito nella sua Chiesa e per mezzo del Successore con tutti i suoi vescovi, nella quale Egli ha speziale cura e amministrazione delle dottrine e di ogni sacramento a vantaggio di ogni cristiano.."
(Libro Terzo, cap. 9)
" Ma la dottrina della Romana Chiesa e delli suoi dottori, in quel che v'appartiene alla fede e al ben vivere del cristiano, e' tutta uniforme, non v'è errore alcuno se non dè fatti escono dalla dottrina e diventano di ordine morale a causa dell'immoralità testè testimoniata....."
(Libro Quarto, cap.6)
Stavo riflettendo sul titolo che un forum evangelico ha dato a questo tema: SAVONAROLA: UN SANTO AL ROGO....
Chi non leggesse dentro al forum forse penserebbe che degli evangelici hanno compreso la santità di questo personaggio.........invece se si legge dentro in sostanza per loro, alla fine dei giochi, Savonarola è santo esclusivamente perchè subì il rogo dopo aver accusato la cattiva condotta morale di papa Alessandro VI (Borgia)....e perchè denunciava una certa classe corrotta del clero....
Ma in questo modo però si finisce con il perdere l'essenza dell'essere SANTI......
Diremmo allora che più che santo Savonarola FU UN MARTIRE? Perchè guardate che i termini : santo e martire....NON vuol dire la stessa cosa....... anche se il finale ovviamente di entrambi conduce poi alla meta che TUTTI ci prefiggiamo e per la quale Cristo ci offrì GRATUITAMENTE in sorte.....
Tutto questo lo deduciamo perchè,leggendo certe difese al Savonarola condannando il Papa...si riscontra che questi evangelici NON conoscono alla fine neppure un rigo di ciò che Savonarola scrisse e predicò......essi associano il suo nome esclusivamente all'accusa d'immoralità di un papa...ma della sua RICCHEZZA E PROFONDITA' SPIRITUALE...della sua catechesi PURAMENTE CATTOLICA....non sanno nulla...non hanno letto nulla.......non vogliono forse saperne nulla, perchè...in fin dei conti è meglio sfruttare il caso Savonarola, esclusivamente per dimostrare il volto di una Chiesa corrotta che manda al rogo i suoi figli.... ....Come vi abbiamo dimostrato, la fede del Savonarola era ancorata a quella cattolicità fatta di dottrine, riti sacri e Sacramenti e devozioni (era un domenicano, non dimentichiamolo) le quali egli stesso DIFENDEVA, PREDICAVA, INSEGNAVA......e viveva personalmente.....inutile dire che egli stesso comunque visse un fondamentalismo che tentò di IMPORRE agli altri, e questo atteggiamento fu il suo vero nemico, non il Papa....
La santità dunque di questo frate (che in Firenze è dichiarato venerabile in accordo con la Chiesa) se di santità vogliamo parlare, NON può essere circoscritta alla sua denuncia sull'immoralità di un papa....BENSI' IN CIO' IN CUI CREDEVA, VIVEVA ED INSEGNAVA......Suggerisco pertanto ai fratelli evangelici (ma anche a molti cattolici che per salvare il Savonarola condannano Papa Alessandro ) di leggersi questo: TRIONFO DELLA CROCE...in quattro volumi.....
Per esempio, al capitolo n. 8 del Terzo Libro, Savonarola spiega ed insegna la "NASCITA VERGINALE DI CRISTO DA MARIA SEMPRE VERGINE" del cui prodigio Savonarola sostiene che "essa non è impossibile, nè irragionevole" giacchè Maria E' IL CAPOLAVORO DI DIO e nulla è impossibile a Lui!
Scrive ancora in questo capitolo il Savonarola:
" Inoltre è stato molto opportuno che Egli nascesse DA UNA VERGINE IMMACOLATA; infatti poichè aveva in cielo un Padre senza corruzione alcuna e senza madre poichè l'Onnipotente Iddio è sempre stato e sempre sarà, ora con un Figlio doveva avere una madre, MA SENZA ALCUNA MACCHIA PER NON ESSERE RICATTABILE DAL DEMONIO e perchè non doveva avere un padre sulla terra...."
Se l'onestà storica di taluni evangelici Pentecostali termina o si riduce a titoli come di slogan pubblicitari, forse non comprendono che essendo già stato riabilitato il Savonarola attraverso i suoi scritti, oggi così facendo, cioè, ignorando ciò che questo frate scriveva, non capiscono che essi stessi RIPORTANO SAVONAROLA SUL ROGO......un rogo più raffinato.....quello dell'oscurantismo nella conoscenza in cui ciò egli credeva e insegnava......
E faccio altresì notare che il Savonarola fu uno dei pochi Domenicani a difendere l'Immacolata quando un san Tommaso d'Aquino, pur non scrivendo alcuna opera sul tema, si mise tra le fila di coloro che NON credevano in questa dottrina....
Immagino il fuoco con il quale Savonarola predicava ieri...lo immagino oggi...nel tentativo di spiegare a noi L'ERESIA di oggi, le tante eresie, la distruzione della Messa, la devastazione Liturgica...
Buona meditazione....