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DOSSIER

A cura di
N. Bux e S. Vitiello

IL MOTU PROPRIO di Benedetto XVI

Summorum Pontificum cura



1. Gli antefatti

La Sacrosanctum Concilium
V’è un paragrafo nella Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Sacra Liturgia che sembra riferirsi alla questione dello stato giuridico-canonico del Messale di S. Pio V (che chiameremo di qui in avanti anche “Messa antica” o “Rito antico”). Prima di specificare i modi in cui si dovrà rivedere il rito della Messa, Sacrosanctum Concilium stabilisce al paragrafo 49:

Quapropter, ut Sacrificium Missae, etiam rituum forma, plenam pastoralem efficacitatem assequatur, Sacrosanctum Concilium, ratione habita Missarum, quae concurrente populo celebrantur, praesertim diebus dominicis et festis de praecepto, ea quae sequuntur decernit:

Affinché poi il Sacrificio della Messa raggiunga la sua piena efficacia anche nella forma rituale, il sacro Concilio, in vista delle Messe celebrate con partecipazione di popolo, specialmente la domenica e i giorni di precetto, stabilisce quanto segue:





(...........)

e conclude:

L’autorità della Chiesa ha il potere di definire e limitare l’uso di tali riti nelle differenti situazioni storiche, ma essa non può mai just puramente e semplicemente proibirli! Così il Concilio ha disposto la riforma dei libri liturgici, ma non ha proibito i libri precedenti” (Notiziario 126-127 di UNA VOCE).
La rigidità e l’uniformità postulata anche da alcuni noti liturgisti, non è stata mai la prassi liturgica della Chiesa. L’Indulto voleva essere proprio un invito alla tolleranza, il Motu Proprio lo ha ampliato e, speriamo, più pienamente realizzato.


__________________
Vogliamo essere veramente segno di contraddizione?

Altro non vi dico (…) Non vorrei più parole, ma trovarmi nel campo della battaglia, sostenendo le pene, e combattendo con voi insieme per la verità infino alla morte, per gloria e lode del nome di Dio, e reformazione della Santa Chiesa…”
(Santa Caterina da Siena, Lettera 305 al Papa Urbano VI ove lottò fino alla morte per difendere l’autorità del Pontefice)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)