00 10/02/2009 09:46
Messaggio del concilio locale

Partecipazione e unità
La Chiesa ortodossa russa ai suoi fedeli


Mosca, 9. Il buon esito della missione della Chiesa si vede "soprattutto nello stato spirituale degli uomini, nella loro partecipazione ai sacramenti e alla liturgia, nella loro purezza morale":  non dimentica uno dei punti dolenti - ovvero l'esiguo numero di praticanti effettivi (dal 5 al 10 per cento) in un Paese sì a stragrande maggioranza ortodossa ma dove il relativismo e l'ateismo hanno ancora il loro peso - il messaggio inviato dal concilio locale ai religiosi e ai fedeli della Chiesa ortodossa russa. Riunitosi il 27 e 28 gennaio scorsi, il concilio, oltre a eleggere Cirillo nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, ha elencato le sfide che attendono la Chiesa e ha esortato i fedeli a "testimoniare" con essa la verità del Vangelo di Cristo, "perché è in Cristo che noi abbiamo la vita, la vita in abbondanza" (Giovanni, 10, 10).

L'impegno pastorale e l'esempio di vita cristiano - si legge nel messaggio - "devono poter toccare il cuore degli uomini che si dicono ortodossi ma che non condividono la vita della Chiesa. Infatti anch'essi sono membri della nostra Chiesa, chiamati alla salvezza dal Signore". I membri del concilio locale si rallegrano del gran numero di chiese e di preti ma non dimenticano che "il criterio di riuscita della missione della Chiesa" è soprattutto la partecipazione dei fedeli ai sacramenti. "Noi dobbiamo annunciare - sottolineano - che il solo modo per superare la crisi interiore della personalità, le tensioni familiari e le divergenze in seno alla società è rispettare i valori etici eterni e immutabili contenuti nella Rivelazione divina". La Chiesa porta questa testimonianza al mondo intero, a tutti gli uomini, "in particolare ai bambini e ai giovani". È per questo che "dobbiamo avere oggi la possibilità di rivolgerci senza ostacoli alle nuove generazioni, con la predicazione, nelle scuole come attraverso i mezzi di comunicazione".

Il ministero ecclesiale comporta "la cura delle persone che hanno bisogno di assistenza e di aiuto", deve "saziare colui che ha fame, ospitare chi non ha un tetto, difendere chi è trattato con ingiustizia, aiutare le persone anziane, stare vicino a chi è solo, alleviare le sofferenze dei malati e consolare i disperati".


I padri sinodali ricordano che nel secolo scorso la Chiesa ortodossa russa ha attraversato "prove terribili" per difendere la propria fede e la propria fedeltà a Cristo. Ma ora si aprono davanti a essa "nuove prospettive missionarie" e "conviene approfittarne pienamente" poiché la missione cristiana "è un comandamento del Salvatore". Il Cristo resuscitato chiama infatti i suoi discepoli a "seguirlo nell'annuncio della Verità divina". Il Signore - è scritto nel documento - è venuto per salvare gli uomini. Così, come domanda l'apostolo Paolo, "come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?" (Lettera ai Romani, 10, 14). L'invito dei padri sinodali è a essere tutti ministri ed evangelisti del Cristo Salvatore poiché "per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato" (Lettera ai Romani, 1, 5).

Il 27 e 28 gennaio sono stati fra l'altro approvati gli atti dei concili episcopali dal 1990 al 2009, così come le iniziative ecclesiali nei differenti campi intraprese sotto la guida di Alessio ii, sottolineando i frutti maturati nel corso di questi diciotto anni. Il defunto Patriarca di Mosca e di tutte le Russie - si afferma - "aveva la continua preoccupazione dell'unità della Chiesa e cercava di preservarla da scismi e divisioni, di modo che essa continuasse a riunire gli uomini di nazionalità, generazioni e origini sociali assai differenti". L'opera più importante di Alessio ii - ricordano i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa - compiuta assieme al defunto metropolita Lauro, "fu il ristabilimento dell'unità fra la Chiesa in Russia e la Chiesa russa all'estero". Ancora oggi, "ricordando i precetti del defunto primate, noi dobbiamo preservare e rinforzare l'unità della Chiesa e prevenire anche le pur minime ombre di divisione fra noi".

L'unità dello spirito nella concordia della pace è, per i padri sinodali, "il segno della presenza di Cristo stesso nella comunità dei suoi discepoli". Presupposta l'uniformità alla fede ortodossa, "possiamo avere delle divergenze in questioni secondarie legate alla vita della Chiesa e della società" ma "queste divergenze non devono dar luogo a ostilità, a divisioni e ad accuse ingiuste". In questo senso il concilio locale ha approvato la risoluzione del concilio episcopale del 2008 sull'unità della Chiesa e invitato tutto il clero a seguirla.

Nel messaggio si ricorda naturalmente l'elezione del metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Cirillo, a Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, chiedendo ai fedeli "di pregare ardentemente affinché il Capo dei pastori, nostro Signore Gesù Cristo, accordi la sua abbondante grazia al ministero" della nuova guida ortodossa, assistendola in tutte le sue opere e fortificando il suo spirito e il suo corpo al servizio della Chiesa. Ma l'appello ai fedeli è soprattutto a "rinforzare la loro unità in nome di Cristo":  è "insieme, attraverso sforzi comuni, che dobbiamo "compiere la nostra salvezza" (Lettera ai Filippesi, 2, 12) e contribuire all'illuminazione spirituale delle persone che ci sono vicine e di quelle lontane da noi". L'invito è a pregare "perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata" (Seconda Lettera ai Tessalonicesi, 3, 1) e, vieppiù, a dimorare nell'amore di Cristo "che oltrepassa le frontiere degli Stati, le distinzioni nazionali e tutte le altre diversificazioni, per compiere la volontà del Salvatore che così pregava il suo Padre celeste per i suoi discepoli:  "Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Giovanni, 17, 21)".

Nei giorni successivi all'elezione, Cirillo, oltre alle delegazioni inviate dalle varie Chiese per la cerimonia di intronizzazione, ha incontrato il sindaco di Mosca, Jurij Luzkov, sottolineando gli ottimi rapporti di collaborazione (il sindaco ha fra l'altro promesso la costruzione di chiese nei nuovi quartieri della capitale), e il presidente della Bulgaria, Georgi Parvanov, al quale ha detto che "i legami fraterni della stessa fede ortodossa uniscono i nostri due Paesi". Cirillo, sabato scorso, si è poi recato a Smolensk, nella diocesi guidata per più di venticinque anni. È stata la prima visita fuori da Mosca del nuovo Patriarca. "Gli anni passati qui - ha dichiarato - hanno per me una grande importanza. È a Smolensk che ho scoperto la vita della Russia".



(©L'Osservatore Romano - 9-10 febbraio 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)