00 02/03/2009 16:43
COSA FACCIO IO SIGNORE PER LA TUA CHIESA??
Sono pronto/a solo a criticare?[SM=g1740733]

In quale modo impegnerò i talenti?.....a criticarla siamo sempre pronti.....ma quanto all'impegno ed alla sofferenza nell'amarla, e quanto all'obbedienza incondizionata siamo veramente restii, cosa potremmo dire di NOI quando Dio ci chiederà "che cosa abbiamo fatto per Lei?"

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Amici....se volete approfondire e commemorare davvero un Grande Pontefice....Giovanni Paolo II ci racconta che cosa ha fatto LUI per testimoniare il suo amore alla Chiesa e al Cristo, rinunciando a TUTTO per servirlo pienamente....rinunciando ad una famiglia, rinunciando ad avere figli, rinunciando a vivere una vita mondana......è giunto ad oltre ottantanni avendo un solo scopo: PORTARE CRISTO AGLI UOMINI......[SM=g1740717]
Uscì il Libro nel quale è Karol Wojtyla a RACCONTARSI.....interesante anche dal punto di vista storico, egli spiega minuziosamente il rito di quando venne inviato come vescovo, spiega i simboli che si usano:
la mitra e il pastorale ad esempio, che cosa sono? Nel primo capitolo del libro leggiamo: "...il vescovo neoeletto la riceve (la mitra) come monito ad impegnarsi affinchè - risplenda in lui il fulgore della santità -, per essere degno di ricevere - l'incorruttibile corona della gloria - quando si manifesterà Cristo, il  -Principe dei Pastori-."
Dunque la mitra, quel "copricapo" che i vescovi usano nel culto, simboleggia la "corona" CHE DEVONO GUADAGNARSI......e ricorda loro, ai vescovi, l'impegno che si sono assunti.....
Il pastorale, che viene consegnato dopo aver ricevuto la mitra, è : "...il segno dell'autorità che compete al vescovo per adempiere al dovere di avere cura del gregge....(...), -PASCI I MIEI AGNELLI- "


Il pastorale è un PASSAGGIO DI CONSEGNA al mandato apostolico
, ecco perchè noi diciamo che questo è ininterrotto da 2000 anni nella Santa Chiesa Cattolica (ed anche Ortodossa, giacchè abbiamo gli stessi simboli)

 
E l'anello?

Scrive il Papa sempre nel suo libro:
" L'anello, posto al dito del vescovo - scrive il Papa- significa che egli HA CONTRATTO UN SACRO SPOSALIZIO CON LA CHIESA. (In riferimento alle parole misteriose dello stesso Paolo 1Cor.7,32-34/Ef.5,31-32..... ) Per me -dice il Papa- è un continuo richiamo ALLA FEDELTA': mi dono totalmente alla mia Sposa, la Chiesa? Sono io sufficientemente "PER" le comunità, le famiglie, i giovani, gli anziani, e anche per coloro che ancora devono nascere? (...)....più di una volta mi sono tornate a mente le parole di Paolo a Timoteo: < Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, nè di me, che sono in carcere per Lui; ma soffri anche tu insieme con me per il Vangelo, aiutato dalla forza di Dio...> (2Tim.1,8)....
A questo punto viene consegnato al neovescovo il Libro dei Vangeli. E' quindi il segno della presenza nella Chiesa di Gesù Cristo, L'UNICO MAESTRO. Ciò significa che l'insegnamento appartiene all'essenza prioritaria dell'essere vescovo: egli deve essere maestro: CUSTODISCI IL DEPOSITO...(1Tim.6,20).."[SM=g1740722]

 
Il Papa ad un certo punto nel primo capitolo scrive con una tenerezza infinita:

 
" Ho una particolare devozione e amore per l'Angelo Custode. (...)...il mio Angelo custode sa che cosa sto facendo. La mia fiducia in lui, nella sua presenza protettrice, si va in me costantemente approfondendo. San Michele, s.Gabriele, s.Raffaele, sono gli arcangeli che spesso invoco nella preghiera....."
Che dirvi??

Comprate il libro....15 euro spesi bene.....nella presentazione il Papa scrive:

 
"Quando giunse la "sua ora", Gesù disse a coloro che erano con Lui nell'orto del Getsemani, Pietro, Giacomo e Giovanni, i discepoli particolarmente amati: "Alzatevi, andiamo!". Non era Lui solo a dover "andare" verso l'adempimento della volontà del Padre, ma anch'essi con Lui. Anche se queste parole significano un tempo di prova, un grande sforzo e una croce dolorosa, non dobbiamo farci prendere dalla paura. Sono parole che portano con sé anche quella gioia e quella pace che sono frutto della fede. In un'altra circostanza, agli stessi tre discepoli Gesù precisò l'invito così: "Alzatevi e non temete!"." (Giovanni Paolo II) .........

 
ottantaquattresimo compleanno, Alzatevi, andiamo è il  libro autobiografico di Giovanni Paolo II, in cui il Papa raccoglie pensieri e ricordi personali a partire dalla sua nomina a vescovo, nel 1858, fino all’elezione al soglio pontificio, nell’ottobre 1978. Il volume, dal tono semplice e colloquiale, si articola in sei capitoli che alternano il racconto degli avvenimenti alla riflessione e all’insegnamento.

La vocazione, l’attività di vescovo, l’impegno scientifico e pastorale, la paternità del vescovo, la collegialità episcopale, Dio e il coraggio: sono questi gli argomenti affrontati in 180 pagine in cui è possibile cogliere i toni intensi e coinvolgenti a cui ci hanno abituato i discorsi di 25 anni di pontificato. Il racconto incomincia nel giorno del luglio 1958 quando il giovane Karol Wojtyla, impegnato in una vacanza in canoa nella regione della Masuria, lascia i suoi amici per ricevere l’annuncio della nomina a vescovo ausiliare di Cracovia dal cardinale Wyszyński.

“Udendo le parole del primate che mi annunziava le decisione della Sede Apostolica, esclamai: «Eminenza, io sono troppo giovane, ho appena 38 anni». Ma lui mi replicò: «È una debolezza di cui si libererà presto. La prego di non opporsi alla volontà del Santo Padre».

Dissi allora soltanto una parola: «Accetto».”

Racconta così il principio della sua missione apostolica il primo Papa polacco della storia, accolto dall’arcivescovo Baziak con una frase che, anni dopo, dovette apparire profetica: «Habemus papam». Sul treno che lo riconduceva dai suoi amici e alla sua canoa il giovane sacerdote, che trascorse tutta la notte del viaggio leggendo Il vecchio e il mare di Hemingway, si sentiva piuttosto strano.

«Quando mi misi a remare,- scrive - mi sentii ancora una volta un po’ strano. Pensavo che quella era forse l’ultima volta che potevo andare in canoa. In realtà, devo invece annotare che ci furono ancora molte altre occasioni in cui potei remare, ritemprando le forze, nelle acque dei fiumi e dei laghi della Mansuria.»
Un’atmosfera confidenziale avvolge il racconto di questo Papa ormai anziano che non rinuncia a farci partecipi della sua vita privata e delle sue emozioni ma, allo stesso tempo, non dimentica di affrontare tematiche prettamente legate alla sua vocazione religiosa. Dai ricordi nascono infatti numerose digressioni sul dovere dei vescovi, sui compiti del loro mandato, in cui il linguaggio libero e colloquiale lascia lo spazio all’autorevolezza della guida spirituale, che cita con puntualità passi delle sacre Scritture e delle encicliche.

Accanto al papa sportivo e amante della natura che non si vergogna di ammettere le sue passioni, «A me è sempre piaciuto cantare» e ancora: «Mi è sempre piaciuto viaggiare», appare il pontefice deciso e determinato che ha guidato con coraggio la Chiesa nel nuovo Millennio. Un Papa che questo libro ci insegna a conoscere in tutta la sua umanità e responsabilità di Apostolo autentico di Cristo...
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Grazie Giovanni Paolo II.....
Prega per noi e con noi!



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)