00 07/05/2009 00:55
Presentato l'«Annuarium Statisticum Ecclesiae 2007»

Tutti i numeri della Chiesa nel mondo



Viene presentato in questi giorni l'Annuarium Statisticum Ecclesiae 2007, preparato dall'Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa ed edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

Rispetto al più noto Annuario Pontificio, nel quale vengono privilegiati nomi e biografie, l'Annuario Statistico fornisce una dimensione delle principali dinamiche numeriche della Chiesa cattolica nei diversi Paesi e nei singoli continenti.

I dati, come ogni anno, vengono arricchiti da didascalie nelle lingue latina, inglese e francese e sono integrati da grafici. Riportiamo, qui di seguito, le informazioni su alcuni basilari aspetti della Chiesa cattolica fra il 2000 e il 2007.

Nel corso degli ultimi otto anni, la presenza dei cattolici battezzati nel mondo rimane sostanzialmente stabile attorno al 17,3%. Qualche segno di ripresa sembra comparire nel 2007, con il numero dei cattolici che cresce a ritmi leggermente superiori (9,72%) a quelli della popolazione mondiale nello stesso periodo (9,42%). La presenza cattolica pertanto sale al 17,33% dal 17,29% dell'anno precedente. Nel 2007 e in termini assoluti, infatti, si contano circa 1.147 milioni di cattolici, a fronte dei 1.045 milioni circa del 2000. Assai eterogeneo rimane il contributo delle varie aree geografiche al dato complessivo.

L'Europa, pur ospitando quasi il 25% della comunità cattolica mondiale, si conferma l'area meno dinamica in assoluto, con una crescita del numero di fedeli di poco superiore all'1%. La presenza dei fedeli sul territorio si stabilizza attorno al 40%, con una correzione trascurabile rispetto all'anno precedente. Questo, a fronte del fatto che la dinamica demografica, nello stesso periodo, supera di qualche decimo di punto, quella del numero dei cattolici.

In Italia, Malta, Polonia e Spagna, l'incidenza dei cattolici battezzati supera il 93% della popolazione residente. Con riferimento all'intero periodo 2000-2007, i fedeli battezzati in America e Oceania crescono meno della popolazione (9,5% e 10,1%, rispettivamente), mentre il contrario si verifica nel continente asiatico.

In termini di peso dei fedeli sul totale della popolazione, il continente asiatico si mantiene pressoché stabile nel 2007, con tendenza a un graduale consolidamento, rispetto al dato del 2000. Il continente africano rimane senza dubbio quello con la maggiore crescita. Il numero dei battezzati in Africa (pari nel 2007 a oltre 164 milioni), infatti, aumenta a un ritmo pari a più del doppio di quello dei Paesi asiatici (e pari a quasi il 27%) e di gran lunga superiore alla crescita della popolazione nello stesso intervallo di tempo.

Il numero dei vescovi nel mondo è passato, dal 2000 al 2007, da 4.541 a 4.946, con un aumento dell'8,92%.
Il continente più dinamico si conferma quello asiatico (+16,75%), seguito da Oceania (+10,74%), ma con il minor peso sul totale, da Africa (+9,32%) e da America (+8,97%). Rimane al di sotto della media complessiva solo l'Europa (+5,28%). Il peso delle varie aree è rimasto pressoché invariato nel tempo, con America ed Europa che, da sole, continuano a rappresentare quasi il 70% del totale.

Al di là della consistenza numerica dei vescovi nelle varie aree e della loro dinamica evolutiva, rimane cruciale, al fine di valutarne l'adeguatezza, l'informazione sul "carico di lavoro" medio attribuibile a ciascun vescovo. Una stima di tale "fardello" nelle varie aree geografiche si ottiene dal rapporto tra il numero dei sacerdoti e il numero dei vescovi. Ebbene, si conferma il trend di graduale ma continua erosione degli oneri pastorali del comparto vescovile. Da un rapporto di quasi 90 sacerdoti per ogni vescovo del 2000 si scende verso un quoziente di quasi 82 a 1, con il risultato di una più equa e forse efficiente suddivisione degli impegni tra le varie categorie di operatori pastorali.

Dopo un ventennio di performance piuttosto deludente, la popolazione sacerdotale, sia diocesana che religiosa, continua a mostrare, a livello aggregato, un trend di crescita positivo ma assai moderato, e comunque inferiore all'1% nel periodo 2000-2007.

La consistenza dei sacerdoti, infatti, aumenta nel corso degli ultimi otto anni, passando dal numero di 405.178 nel 2000 a 408.024 nel 2007. Il dato aggregato, tuttavia, risulta assai poco significativo, alla luce delle evidenti disparità regionali, innanzitutto di segno. Se Africa e Asia mostrano una dinamica assai sostenuta (rispettivamente, +27,58% e +21,20%) l'America si mantiene pressoché stazionaria. Europa, con il maggior peso sul totale, e Oceania registrano, invece, nello stesso periodo, tassi di crescita decisamente negativi e pari, rispettivamente, al 6,84 e al 5,48%.

Guardando poi alla distinzione tra diocesani e religiosi, appare chiaro l'evolversi divergente delle due categorie di operatori sacerdotali. A fronte dei primi che, nel complesso, registrano un aumento del 2,5% - passando così da 265.781 nel 2000 a 272.431 nel 2007 - i secondi sono in costante flessione (2,73%), attestandosi a poco più di 135.000 nel 2007. I sacerdoti religiosi, inoltre, oltre a risultare, in linea con il dato aggregato, in calo in Europa e Oceania, mostrano un significativo ripiegamento anche nel continente americano, dove contano meno di 42.000 unità nel 2007 da oltre 45.000 nel 2000.

In termini di quota percentuale, i sacerdoti risultano chiaramente in flessione solo in Europa:  se nel 2000, essi rappresentavano oltre il 51% del totale mondiale, scendono a meno del 48% nel 2007, con un calo di quasi 4 punti percentuali. A fronte, d'altra parte, di un chiaro ripiegamento nell'Europa occidentale, si registra una spiccata dinamica in alcuni Paesi dell'Europa orientale, prima tra tutti la Polonia.

Italia, Francia e Spagna, anche se in netta flessione, rappresentano ancora al 2007 quasi il 50% del totale dei sacerdoti europei.
Di questo, circa la metà risulta attribuibile alla sola Italia.

Recuperano posizioni, invece, Asia e Africa che, insieme, rappresentano, nel 2007, oltre il 21% del totale (dal 17,5% di otto anni prima). In Africa, in particolare, il peso relativo dei sacerdoti vede quattro Paesi - Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Tanzania e Uganda - raccogliere quasi il 50% del totale.

Al primo posto quanto a numero di sacerdoti, la Repubblica Democratica del Congo che raccoglie al 2007 il 16% circa di tutti i sacerdoti africani. America e Oceania tendono a conservare la propria quota sostanzialmente costante nel tempo, anche se molto diversa in termini dimensionali:  la prima si mantiene attorno a poco meno del 30%, mentre la seconda continua a rappresentare poco più dell'1%.
 
La popolazione dei diaconi permanenti, sia diocesani che religiosi, continua a mostrare una significativa e incoraggiante dinamica evolutiva. Ancora limitati in termini assoluti, aumentano, nel 2007, di oltre il 29%, rispetto al dato di otto anni prima, passando da 27.824 a 35.942. Il numero dei diaconi migliora in tutte le aree a ritmi sorprendenti.

In Oceania, dove i diaconi non raggiungono ancora l'1% del totale, essi aumentano di oltre il 50%, attestandosi a 272 unità nel 2007.

Ma essi aumentano anche in aree dove la loro presenza è quantitativamente più rilevante. In America e in Europa, dove al 2007 risiede circa il 98% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, nell'intervallo di tempo analizzato, rispettivamente del 26,8 e 34,4%. In America, in particolare, essi risultano concentrati soprattutto nell'America del Nord.

Prosegue il trend di contrazione che ha investito da qualche anno la categoria dei religiosi professi non sacerdoti e che sembrava aver trovato, nel 2006, una battuta d'arresto. Nel mondo, essi contavano 55.057 unità nel 2000 e scendono a quota 54.956 nel 2007. In netto calo in Europa (13,82%) e in Oceania (15,80%), stazionari in America, i religiosi professi non sacerdoti aumentano significativamente in Asia (+31,10%) e in Africa (+9,16%), dove continuano ad accrescere la propria quota sul totale mondiale.

Il peso dei religiosi non sacerdoti in questi due continenti, infatti, arriva a superare la percentuale presente in America. In Asia, tassi di crescita superiori alla media dell'area si registrano a Singapore, Viêt Nam, India, nelle Filippine, mentre in Africa cresce a ritmi sostenuti il comparto dei religiosi non sacerdoti in Camerun, Ciad, Ghana, Tanzania. L'Europa continua a mantenere la quota relativa più elevata (34,01%), ma in netta diminuzione.

Si segnala, in controtendenza rispetto alla media del continente, la buona performance di Ucraina, Romania e Ungheria, ma anche dell'Austria nell'Europa occidentale.

Anche la popolazione delle religiose professe sta attraversando una profonda trasformazione. Le religiose professe, numericamente pari a quasi due volte i sacerdoti e circa quattordici volte i religiosi professi non sacerdoti, sono attualmente in netta diminuzione. A livello globale, esse passano da oltre 800.000 unità, nel 2000 a meno di 750.000 otto anni dopo. Quanto alla loro distribuzione geografica, quasi il 42% risiede in Europa. Oltre il 60% delle religiose europee risiede in tre Paesi:  Francia, Spagna e Italia.

Quest'ultima, da sola, ospita oltre il 30% del totale del vecchio continente. Segue l'America con il 27,65% (omogeneamente distribuito nei due emisferi) e l'Asia con poco più del 21%. In termini evolutivi, le religiose professe sono andate aumentando nei continenti più dinamici, Africa (+17,69%) e Asia (+14,83), a fronte di una contrazione nelle rimanenti aree.

Di conseguenza, se nel 2000 le religiose professe residenti in Europa e America ammontavano a quasi i tre quarti del totale mondiale, incidono per meno del 70% nel 2007.

Notizie confortanti continuano ad arrivare dall'esame dell'evoluzione temporale e territoriale dei candidati al sacerdozio. Gli studenti di filosofia e di teologia presenti nei seminari diocesani e in quelli religiosi forniscono un'indicazione del potenziale di vocazioni sacerdotali. Il numero dei candidati al sacerdozio nel mondo aumenta del 4,83%, passando da 110.583 unità nel 2000 a quasi 116.000 nel 2007.

Gran parte della performance positiva è, d'altra parte, attribuibile ad Africa e Asia, con ritmi di crescita rispettivamente del 21,32% e del 20,35%. In controtendenza l'Europa, che mostra una contrazione nel potenziale di vocazioni di oltre il 17%.

Tra gli altri, le vocazioni risultano in forte diminuzione in Belgio, Spagna, ma anche in Europa orientale, dove Ungheria, Lituania, Romania e Slovacchia registrano decrementi superiori al 40%. Di conseguenza, si osserva un ridimensionamento del ruolo del continente europeo alla crescita potenziale del rinnovo delle compagini sacerdotali, con una quota che passa dal 24% a poco più del 19%.

Sembra destinato ad aumentare, invece, il peso di Africa e Asia, come continenti di residenza delle future generazioni destinate a impegnarsi nell'attività pastorale. In Africa, circa il 36% del totale dei candidati al sacerdozio  risiede  in  due  Paesi:   Nigeria e Repubblica Democratica del Congo, mentre il complesso di India e Filippine  rappresenta  quasi  il  70% del totale delle future leve asiatiche.

L'America mantiene una quota attorno al 32%, mentre l'Oceania rappresenta appena lo 0,85% del totale, ma in aumento.



(©L'Osservatore Romano - 7 maggio 2009)


[SM=g1740717] [SM=g1740720]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)