00 30/07/2009 21:40
S. Giustino, originario della Terrasanta, verso il 150 d.c. scrive a proposito del Pane e del Vino: "noi non li prendiamo come un pane comune e una comune bevanda […] ma abbiamo imparato che è carne e sangue di quel Gesù che si incarnò. Gli Apostoli infatti tramandarono negli Evangeli […] che Gesù ha detto: 'Fate questo in memoria di me: questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue'".

   S. Ilario di Poitiers dichiara: "Sulla realtà della carne e del sangue di Cristo non c'è adito a dubbio alcuno. Poiché tanto secondo la dichiarazione del Signore stesso quanto secondo la nostra fede, la sua carne è veramente cibo e il suo sangue è veramente bevanda".

   Per sant'Ambrogio "come il Signore Gesù Cristo è il vero Figlio di Dio, così è la vera carne di Cristo che noi mangiamo, e il suo vero sangue che noi beviamo".

   Nel commentare le parole di Gesù durante l'Ultima Cena, san Cirillo afferma: "Non dubitare che ciò sia vero, ma piuttosto accetta con fede le parole del Salvatore: essendo egli infatti la verità, non mente".

   Anche S. Ireneo, vescovo e martire di Lione, afferma che "il pane è il Corpo del Signore […] e il calice è il Sangue di lui".

   E Tertulliano, attivo tra il II ed il III secolo, confermava: "La carne [nostra] si nutre del Corpo e del Sangue di Cristo".


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2002 21.00

S.Ireneo   (Contro le eresie, 5,2,2-3) nel 180 d.c. scriveva

Risurrezione per la carne e il sangue di Cristo    

Sono completamente stolti quelli che disprezzano tutta l`economia di Dio e negano la salvezza della carne e ne spregiano la rigenerazione, dicendo che essa non è capace di incorruttibilità. Ma se questa non si salva, né il Signore ci ha redento davvero col suo sangue, né il calice eucaristico è comunicazione del suo sangue, né il pane che spezziamo è la comunione del suo corpo. Non c`è infatti sangue se non dalle vene, dalle carni e dalla rimanente sostanza dell`uomo, quale veramente si è fatto il Verbo di Dio; egli col suo sangue ci ha redento, come dice l`Apostolo: Nel quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati mediante il suo sangue (Col 1,14). E poiché siamo sue membra, ci nutriamo con le sue creature. Egli infatti ce le offre: fa sorgere il suo sole e fa cadere la sua pioggia come a lui piace. Egli ha affermato che il calice, il quale è sua creatura, è il suo sangue sparso per noi, con cui aumenta il nostro sangue; e che il pane, il quale appartiene al creato, è il suo corpo, con il quale alimenta i nostri corpi.

Se dunque il calice mescolato e il pane preparato ricevono il Verbo di Dio, e si compie così l`eucaristia del sangue e del corpo di Cristo, con cui cresce e si rafforza la sostanza della nostra carne, come possono negare che la carne può accogliere il dono di Dio, che è la vita eterna? Essa si nutre del sangue e del corpo di Cristo, è membro di lui. Lo dice il beato Apostolo nella lettera agli Efesini: Siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa (Ef 5,30). Non parla di un corpo invisibile e spirituale - uno spirito infatti non ha né ossa né carne (Lc 24,39) -, ma di un vero organismo umano che consta di carne, nervi e ossa, e che si nutre del calice che è il suo sangue e cresce con il pane che è il suo corpo.

Come il legno della vite, piantato in terra, dà frutto a suo tempo, come il grano di frumento, caduto in terra e marcito, sorge molteplice per opera dello Spirito di Dio che tutto contiene - vite e frumento che, per la sapienza di Dio, servono alla vera utilità dell`uomo, perché accogliendo la parola di Dio diventano l`eucaristia che è il corpo e il sangue di Cristo -, allo stesso modo i nostri corpi, nutriti dell`eucaristia, deposti in terra e qui dissolti, risorgeranno a suo tempo perché il Verbo di Dio elargirà loro la risurrezione a gloria di Dio Padre. Egli circonda dell`immortalità questo corpo mortale e dona gratuitamente l`incorruttibilità a questo corpo corruttibile, perché la virtù di Dio si mostra nella debolezza. E questo affinché non ci avvenga di gonfiarci, come se avessimo da noi stessi la vita, e di innalzarci contro Dio con animo profondamente ingrato. E sapendo che per sua magnanimità e non per nostra natura vivremo in eterno, affinché non succeda mai che menomiamo la sua gloria. E neppure che ignoriamo la nostra natura, ma che ci rendiamo conto di quanto Dio può e di quanti benefici l`uomo può ricevere, e non ci capiti di errare nella valutazione della realtà, cioè del rapporto tra Dio e l`uomo. Dio, come abbiamo detto, non ha forse tollerato che ci dissolvessimo nella terra, affinché fossimo perfettamente istruiti e in futuro pienamente coscienti così da non misconoscere la nostra posizione di fronte a lui?



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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2002 21.03
S.Giustino ( Prima Apologia )

L'Eucaristia

 LXV. - 1. Noi allora, dopo aver così lavato chi è divenuto credente e ha aderito, lo conduciamo presso quelli che chiamiamo fratelli, dove essi si trovano radunati, per pregare insieme fervidamente, sia per noi stessi, sia per l'illuminato, sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna.

2. Finite le preghiere, ci salutiamo l'un l'altro con un bacio.

3. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d'acqua e di vino temperato; egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell'universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie per essere stati fatti degni da Lui di questi doni.

4. Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: "Amen". La parola "Amen" in lingua ebraica significa "sia".

5. Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l'acqua consacrati e ne portano agli assenti.

E' carne e sangue di quel Gesù incarnato

 LXVI. - 1. Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato.

2. Infatti noi li prendiamo non come pane comune e bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il nostro Salvatore incarnatosi, per la parola di Dio, prese carne e sangue per la nostra salvezza, così abbiamo appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù incarnato.

3. Infatti gli Apostoli, nelle loro memorie chiamate vangeli, tramandarono che fu loro lasciato questo comando da Gesù, il quale prese il pane e rese grazie dicendo: "Fate questo in memoria di me, questo è il mio corpo". E parimenti, preso il calice e rese grazie disse: "Questo è il mio sangue"; e ne distribuì soltanto a loro.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2002 21.15

Da "i Sacramenti" di S.Ambrogio vescovo di Milano

Tratto da "S.Ambrogio" pubblicato dalla UTET : pagg.735 ss ( circa 380 d.C.)

    1. Chi è l’autore dei sacramenti, se non il Signore Gesù? Cotesti sacramenti sono venuti dal cielo, perché tutto il piano divino scende dal cielo. Comunque fu veramente un prodigio straordinario, divino, che Dio facesse piovere dal cielo la manna per il suo popolo: e il popolo non lavorava eppure mangiava.

    2. Forse dirai: "il pane che ricevo io è il pane comune". Ma questo pane è pane prima delle parole del sacramento; ma non appena vi si aggiunge la consacrazione, da pane diventa carne di Cristo" Spieghiamo dunque come ciò che è pane possa essere corpo di Cristo. Con quali parole si fa la consacrazione, e di chi sono quelle parole? Del Signore Gesù. Infatti tutto il resto, che si dice anteriormente, è pronunziato dal sacerdote: si dà gloria a Dio, si presentano le suppliche, si prega…ma quando viene il momento di fare l’adorabile sacramento, il sacerdote non adopera più parole proprie, bensì le parole di Cristo. E’ dunque la parola di Cristo che fa questo sacramento.

    3. E qual è la parola di Cristo? Quella per cui tutte le cose sono state fatte. Il Signore comandò e il cielo fu fatto, il Signore comandò e fu fatta la terra…e tutto il creato ebbe la vita. Se dunque vi è tanta potenza nella parola del Signore Gesù, da far sì che quanto non esisteva fosse chiamato all’esistenza, quanto sarà maggiormente efficace, da far sì che esista quanto già esisteva, e solo venga mutato in una diversa natura! Il cielo non c’era, la terra non c’era, eppure senti quanto dice Davide: "Egli parlò e furono fatti, egli comandò e furono creati"

    4. Ecco allora come ti rispondo: prima della consacrazione questo non era il Corpo di Cristo, ma dopo la consacrazione ti assicuro che è ormai corpo di Cristo. Egli ha parlato e fu fatto, egli ha comandato ed è stato creato…

    5. Eccoti dunque perché la parola di Cristo usi trasformare ogni creatura e come trasformi perfino le leggi della natura quando vuole…Vedi che un uomo è nato da una vergine, contro le leggi e l’ordine della natura.

    6. (seguono vari esempi tratti dalla scrittura circa l’intervento di Dio contrario alle leggi della natura…

    7. Non comprendi dunque tutti questi fatti , quanto sia potente la parola celeste?…Pertanto hai appreso, come il pane diventi Corpo di Cristo. E che cosa avviene del vino, dell’acqua? Si introduce nel calice, ma per effetto della celeste consacrazione, diventa sangue.

    8. Ma forse dirai: "non vedo le sembianze del sangue". Però ne presenta la figura…perché manchi ogni ribrezzo del sangue vivo, e tuttavia il prezzo del nostro riscatto abbia effetto. Dunque hai appreso che ciò che tu ricevi è il corpo di Cristo.
        1. Vuoi sapere che la consacrazione avviene per mezzo di parole celesti? Sentile, queste parole. Il sacerdote dice: "Fa che per noi sia ratificata, spirituale, degna di essere accolta questa offerta, che è la rappresentazione del corpo e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo… (Nota a margine pag.743: "la parola non esclude la realtà ma l’ammette cosa che in certo qual modo viene espressa traducendo "simbolo" con "rappresentazione". Eguale uso in Tertulliano, ndr e anche di altri come Ippolito Romano,, s.Agostino )

        2. Seguono le parole della consacrazione che sono quelle desunte dalla narrazione evangelica.

        3. E osserva le singole parole: sta scritto "il quale il giorno prima di patire, prese il pane nelle sue sante mani". Prima di essere consacrato, è pane; ma non appena vi si appongono le parole di Cristo, diventa Corpo di Cristo…Così, prima delle parole di Cristo il calice è pieno di vino e di acqua: ma non appena operano le parole di Cristo, in quel calice si produce il sangue, che ha redento il popolo. Potete dunque vedere, in quanti modi la parola di Cristo abbia il potere di trasformare ogni cosa. Del resto , lo stesso Signore Gesù ci ha attestato solennemente che noi riceviamo il suo corpo e il suo sangue. Dovremo forse dubitare della veracità della sua attestazione?

Da quanto sopra è chiarissimo che S.Ambrogio professa la stessa fede nella trasformazione sostanziale delle specie del pane e del vino.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2002 21.18
dalla Didachè
Cap. IX

1. Riguardo all'eucaristia, così rendete grazie:

 2. Dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.

 3. Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.

 4. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra; perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei secoli.

 5. Nessuno però mangi né beva della vostra eucaristia se non i battezzati nel nome del Signore, perché anche riguardo a ciò il Signore ha detto: “Non date ciò che è santo ai cani”.

 Cap. X

1. Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie:

  2. Ti rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l'immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.

  3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna per mezzo del tuo servo.

  4. Soprattutto ti rendiamo grazie perché sei potente. A te gloria nei secoli.

  5. Ricordati, Signore, della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.

  6. Venga la grazia e passi questo mondo. 
Osanna alla casa di David.
Chi è santo si avanzi, chi non lo è si penta.
Maranatha. Amen.

  7. Ai profeti, però, permettete di rendere grazie a loro piacimento.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2002 21.23
dal discorso 301 di S. Agostino
Con l'eucarestia diventiamo corpo di Cristo.

Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo, ora che anche voi siete diventati membra di Cristo nel corpo di Cristo; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo. Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce; per non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo. Come questo, quando ne mangiate e bevete, si trasforma in voi, così anche voi vi trasformate nel corpo di Cristo, se vivete obbedienti e devoti. Egli infatti, già vicino alla sua passione, facendo la Pasqua con i suoi discepoli, preso il pane, lo benedisse dicendo: Questo è il mio corpo che sarà dato per voi 8. Allo stesso modo, dopo averlo benedetto, diede il calice, dicendo: Questo è il mio sangue della nuova alleanza, che sarà versato per molti in remissione dei peccati 9. Questo già voi lo leggevate o lo ascoltavate dal Vangelo, ma non sapevate che questa Eucarestia è il Figlio stesso; ma adesso, col cuore purificato in una coscienza senza macchia e col corpo lavato con acqua monda 10, avvicinatevi a lui e sarete illuminati, e i vostri volti non arrossiranno 11. Perché se voi ricevete degnamente questa cosa che appartiene a quella nuova alleanza mediante la quale sperate l'eterna eredità, osservando il comandamento nuovo di amarvi scambievolmente 12, avrete in voi la vita. Vi cibate infatti di quella carne di cui la Vita stessa dichiara: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo 13, e ancora: Se uno non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà la vita in se stesso 14.3.

Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in una sola carne. Non è infatti che questo sacramento dia il corpo di Cristo per poi lasciarvene separati. E l'Apostolo ricorda che questo era già stato predetto nella santa Scrittura: I due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande, soggiunge, lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa 15. E in un altro passo, riguardo a questa medesima Eucarestia, dice: Uno solo è il pane, e noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo 

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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 05/11/2002 21.29
Dal discorso 301 di S.Agostino
Presenza reale del corpo e del sangue di Cristo.

2. Cristo Signore nostro dunque, che nel patire offri per noi quel che nel nascere aveva preso da noi, divenuto in eterno il più grande dei sacerdoti, dispose che si offrisse il sacrificio che voi vedete, cioè il suo corpo e il suo sangue. Infatti il suo corpo, squarciato dalla lancia, effuse acqua e sangue, con cui rimise i nostri peccati. Ricordando questa grazia, operando la vostra salute (che poi è Dio che la opera in voi 6), con timore e tremore accostatevi a partecipare di quest'altare. Riconoscete nel pane quello stesso [corpo] che pendette sulla croce, e nel calice quello stesso [sangue] che sgorgò dal suo fianco. Anche gli antichi sacrifici del popolo di Dio, nella loro molteplice varietà, prefiguravano quest'unico sacrificio che doveva venire. E Cristo è nel medesimo tempo la pecora, per l'innocenza della sua anima pura, e il capro, per la sua carne somigliante a quella del peccato 7. E qualsiasi altra cosa che in molte e diverse maniere sia prefigurata nei sacrifici dell'Antico Testamento si riferisce soltanto a questo [sacrificio] che è stato rivelato nel Nuovo Testamento.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 06/11/2002 20.14

Ignazio di Antiochia

Lettera agli Smirnesi

Praticare la carità per risorgereVII, 1. Stanno lontani dalla eucaristia e dalla preghiera perché non riconoscono che l'eucaristia è la carne del nostro salvatore Gesù Cristo che ha sofferto per i nostri peccati e che il Padre nella sua bontà ha risuscitato. Costoro che disconoscono il dono di Dio, nel giorno del giudizio, moriranno. Sarebbe meglio per loro praticare la carità per risorgere. Conviene star lontano da essi e non parlare con loro né in privato né in pubblico, per seguire invece i profeti e specialmente il vangelo nel quale è manifestata la passione e compiuta la risurrezione. Fuggite le faziosità come il principio dei mali.

Lettera ai Filadelfesi

Una è la carne del Cristo

Preoccupatevi di attendere ad una sola eucarestia. Una è la carne di nostro Signore Gesù Cristo e uno il calice dell'unità del suo sangue, uno è l'altare come uno solo è il vescovo con il presbiterato e i diaconi miei conservi. Se ciò farete, lo farete secondo Dio.