00 24/08/2009 12:25
Oggi va di moda sostenere l'errata teoria che un Concilio se non è Ecumenico NON è infallibile ed è dunque reformabile... si aggiunge confusione su confusione senza capire bene come nasce il termine ECUMENICO per un Concilio il cui significato NON è quello che si attribuisce all'ecumenismo attuale... inoltre NON ci si sforza neppure di comprendere cosa significa l'infallibilità e il reformare... [SM=g1740733]

TUTTI I CONCILI RICONOSCIUTI DALLA CHIESA HANNO LO STESSO VALORE, LA STESSA INFALLIBILITà LA MEDESIMA CREDIBILITA' e rientrano in quello che chiamiamo: MAGISTERO UNIVERSALE DELLA CHIESA

Altro punto da chiarire è il seguente:
magistero straordinario o ordinario? quale è quello infallibile?
ENTRAMBI, lo spiega dettagliatamente Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Ad Tuendam Fidem

cliccando qui troverete il testo:
difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8071772&...

dice il Papa:

Can. 750 - § 1. Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria.

§ 2. Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente
.

Da dove nasce la teoria errata che un Concilio se NON è ecumenico non ha valore e che il magistero ordinario non va applicato dai fedeli?
DA ALCUNE FALSE INTERPRETAZIONI DEL DOPO CONCILIO VATICANO II... [SM=g1740730]

Dopo l'ultimo Concilio e a partire proprio dalla Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, gruppi di teologi trovando campo fra molti sacerdoti confusi dal caos culturale di quegli anni, iniziarono a spargere semi avvelenati CONTRO IL MAGISTERO PONTIFICIO... diabolicamente [SM=g1740732] iniziarono a far filtrare l'opzione che attraverso il Concilio NON ERA PIU' NECESSARIO OBBEDIRE, MA AGIRE ESCLUSIVAMENTE CON LA PROPRIA COSCIENZA...e cominciarono ad insegnare che solo il Magistero Straordinario era vincolante e che il Magistero Ordinario era invece opinabile a seconda delle proprie opinioni...

Paolo VI richiamò all'ordine molte volte questi teologi ma con scarso successo...un esempio di tale disastro lo troviamo nei famosi vescovi olandesi di quegli anni quando, avanzando con le proprie opinioni, inventarono un nuovo catechismo dentro il quale si giunse a dubitare perfino sulla Persona di Cristo...

Prima del Concilio Vaticano II NON si pose MAI in dubbio la validità di TUTTI i Concili riconosciuti dalla Chiesa, bastava infatti il semplice riconoscimento di questo per renderlo infallibile e non il termine "ecumenico"... [SM=g1740733]

L'Enciclopedia Cattolica spiega come nasce il termine Ecumenico:
www.enciclopediacattolica.it/wiki/Concilio_Ecumenico


Nei primi secoli di vita della Chiesa cristiana, nessuno si pose il problema di stabilire dei criteri per definire quando un concilio può dirsi veramente ecumenico. Il problema sorse solo più tardi, quando diversi sinodi o concili iniziarono, a torto, a definirsi “ecumenici”. A rendere necessario un intervento chiarificatore fu inoltre la tendenza sempre più evidente e marcata fra la Chiesa occidentale di Roma e la Chiesa orientale di Costantinopoli a diversificare le loro dottrine ecclesiologiche, in rapporto soprattutto al primato papale e alla preminenza dell’una o dell’altra sede apostolica.

Fu proprio durante il VII Concilio ecumenico, il Concilio di Nicea del 787, che per la prima volta furono stabiliti dei criteri di ecumenicità dei Concili. Nella sesta sessione di quel concilio, per confutare la pretesa di ecumenicità del Sinodo di Hieria del 754, i Padri conciliari affermarono che quel sinodo non poteva dirsi ecumenico, per i seguenti motivi:

« Non ebbe come collaboratore il papa della Chiesa romana di allora, o i sacerdoti che sono con lui, né per mezzo di suoi legati, né per mezzo di una sua enciclica, come è la norma del concilio. »


« Neanche vi acconsentirono i patriarchi dell’Oriente, di Alessandria, di Antiochia e della Città Santa, o i consacrati che sono con loro e i vescovi. »