conclusioni....
STORIA DELLA LETTERA DEL CARD. CATERINI
L'opuscolo di Melania era stato stampato a Lecce con 1'Imprimatur dell'Ordinario di Lecce, in data 15 novembre 1879.
Nel 1880, Mons. Cortet Vescovo di Troyes col pretesto che questa pubblicazione "causava disordine in Francia", ne richiese la messa all'Indice. Rinviato al Sant'Ufficio, tutti gli sforzi che fece per far condannare l'opuscolo, furono vani. Fu allora che minacciò il Card. Caterini, segretario del Sant'Ufficio, di ritirare il denaro di San Pietro, "se non si fosse fatto qualche cosa in suo favore ". Il Card. Caterini allora mandò a Mons. Cortet una lettera di cui ecco il testo tradotto dal latino tal quale è stato pubblicato dall' "Amico del Clero" del 26 agosto 1897:
Traduzione letterale
Reverendissimo Padre,
la vostra lettera dello scorso 23 luglio relativa alla divulgazione dell'opuscolo intitolato "L'apparizione della SS. Vergine sulla montagna de La Salette ", è stato rimesso agli eminentissimi Padri che assieme a me Inquisitori abbiamo pensato bene di rispondere alla Paternità vostra, che non ha fatto piacere alla Santa Sede, che il detto opuscolo sia stato reso pubblico, e che per conseguenza è loro volontà che, dove è stato diffuso, gli esemplari ne siano per quanto possibile ritirati dalle mani dei fedeli .............................
Roma, 8 agosto 1880
P. Card. Caterini
Si è notato che il testo diffuso dall’"Amico del Clero" finisce con dei puntini di sospensione. Secondo la testimonianza del Sac. Roubaud di Saint-Tropez (Var), ciò significa che alla ricezione della lettera del Card. Caterini, Mons. Cortet rimase deluso. Poiché dopo aver detto di ritirare dalle mani dei fedeli l'opuscolo di Melania, se, come afferma il Vescovo, "il Segreto causa confusione in Francia", il Cardinale aggiungeva. "ma lasciatelo nelle mani del Clero perché ne approfitti". (Nota del Sec. Roubaud, nella sua traduzione della lettera di Mons. Zola al R.P. Kunzlé).
Non osando pubblicare questa lettera, il Vescovo di Troyes la mandò al Vescovo di Nimes, Mons. Besson, che nella sua "Settimana Religiosa" del 5 settembre 1880 pubblicò il seguente comunicato:
Mons. il Vescovo di Nimes, come hanno fatto diversi suoi colleghi, ha denunziato alla S. Congregazione dell'Inquisizione un opuscolo pubblicato di recente dal titolo: "L'apparizione della SS. Vergine sulla montagna de La Salette", il quale conterrebbe il Segreto di Melania. La S Congregazione dell'Inquisizione ha espresso il suo giudizio su questo opuscolo in una lettera indirizzata a Mons. Vescovo di Troyes, dal Card. Caterini, Prefetto della detta Congregazione. L'importanza di questa decisione ci obbliga a farla conoscere senza ritardo:
Reverendissimo Signore,
La Sacra Congregazione dell'Inquisizione ha ricevuto dalla Congregazione dell'Indice le lettere di vostra Eccellenza relative all'opuscolo intitolato: "L'apparizione della SS. Vergine sulla montagna de La Salette". Gli Eminentissimi Cardinali assieme a me Inquisitori Generali della Fede, giudicano degno dei più grandi elogi lo zelo che avete esplicato nel denunziare loro questo opuscolo. Desiderano che sappiate che la Santa Sede ha visto col più grande dispiacere la pubblicazione che ne è stata fatta, e che la sua espressa volontà è che gli esemplari già diffusi tra i fedeli siano ritirati dalle loro mani dove la cosa è possibile ...............................
Roma, 14 agosto
P. Card. Caterini
La libertà che Mons. Besson si è presa nel mutilare la lettera Caterini, per aggravarne la portata, si può riscontrare dalle sottolineature.
La seguente lettera di Melania al Sac. Roubaud riporta la lettera Caterini alla sua giusta portata.
Castellammare, 25 ottobre 1880
Reverendissimo Padre,
non vi preoccupate di tutto ciò che fa il demonio per mezzo degli uomini; il Signore lo permette per assodare la fede dei veri credenti. I Personaggi ai quali mi sono rivolta a Roma appartengono, uno alla Congregazione dell'Indice e l'altro a quello del Sant'Ufficio, oppure dell'Inquisizione, che è lo stesso. Sia l'uno che l'altro ignoravano la lettera del Cardinale Caterini. É questo che ha fatto loro dire che si tratta di un partito che agisce indipendentemente dal Papa come pure dalle Congregazioni dell'Indice e dell'Inquisizione.
I due personaggi di cui parla Melania erano due Cardinali di cui uno il Cardinal Ferrieri. Mons. Pennachi, Consultore dell'Indice, interrogato da Melania, le scrisse le stesse dichiarazioni avute dai due Cardinali.
Da questa lettera di Melania si deduce che il Cardinal Caterini si era permesso, con una lettera privata, impegnare falsamente i suoi colleghi del Sant'Ufficio e perfino la Santa Sede; per questo il segretario del Cardinale, che ne era stato il redattore, presentò le sue scuse a mons. Zola, aggiungendo che gli era stata forzata la mano.
AUTENTICITA’
L'autenticità del racconto dell'Apparizione di N. S. de La Salette, tal quale è stato scritto dalla sola Melania e da essa pubblicato dopo il 1858, secondo la data che le aveva fissato la SS.ma Vergine, prima in brani, ed infine in tutta la sua integrità nel 1879 con l'Imprimatur dell'Ordinario di Lecce, ci viene garantita da testimonianze fuori classe che il Vescovo di Lecce, Mons. Luigi Zola, ha reso in modo solenne alla Messaggera di Maria nelle lettere sopra citate ed in particolare in quella del 24 maggio 1880 al rev. Roubaud ed in quella del 5 marzo 1896 al R.P. Kunzlé.
Il testo di questo racconto tal quale si trova nella testata di questo opuscolo non è che la riproduzione esatta, parola per parola, del testo del 1879 tal quale fu ristampato a Lione da Melania "con i suoi stessi clichés" nel corso del 1904, cioè pochi mesi prima del suo felice trapasso nella cittadina di Altamura (Italia), nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre 1904.
È questo stesso testo che Melania, nello stesso anno della sua morte volle ancora una volta autenticare con queste due ultime dichiarazioni di veridicità:
LETTERA DI MELANIA AL SIG. DE LA RIVE
16 ottobre 1904
Veneratissimo Signor de la Rive,
Vi sono molto riconoscente per il fatto che, in questi tempi di fede morta, avete osato pubblicare il Segreto nella Francia cristiana, tal quale io l'avevo pubblicato nel 1879, con 1'Imprimatur di mons. Zola, Vescovo di Lecce (Italia) e che quest'anno ho fatto ristampare a Lione, prima di lasciare la Francia.
Protesto altamente contro ogni altro testo che si oserebbe pubblicare dopo la mia morte.
Protesto ancora:
1 - Contro tutte le falsissime dicerie di tutti coloro che hanno osato dire e scrivere che io ho ricamato sul segreto;
2 - Contro coloro che affermano che la Regina della Sapienza non avrebbe detto di far conoscere il Segreto a tutto il suo popolo.
Melania Calvat
Pastorella de La Salette
MELANIA AL REV. ENRICO RIGAUX
Parroco di Argoeuves (Sonnes)
(Estratto di una lettera del 16/5/1904)
Ora trovandomi nella vecchiaia, e per grazia di Dio godendo della mia intera libertà di coscienza, certifico davanti alla Maestà dell'Altissimo, che il Segreto stampato a Lecce con l'Imprimatur di Mons. Zola nel 1879 è tale quale l'ho ricevuto dalla nostra dolce Madre Maria e tale quale l'ho dato nel 1878 ed una seconda volta nel 1879 a S.S. Leone XIII.
Debbo anche dire che il segreto è stato approvato da S. Em. il Cardinal Sisto Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli, da Mons Mariano Ricciardf, Arcivescovo di Sorrento, da S. mEm . il Card. Guidi, da Mons. Consolini, poi da Mons Petagna, vescovo di Castellammare di Stabia, che è stato la mia provvidenza durante diciasette anni, cioé fino alla sua santa morte.
Tra i Principi della Chiesa che approvarono il Segreto ho dimenticato S. Em. Il Cardinal Ferrieri che pongo al secondo posto. Ciò significa che trattasi di tre Cardinali di Santa Romana Chiesa, tutti dottissimi e soprattutto molto santi.
IL SEGRETO DI MELANIA È STATO CENSURATO DA ROMA?
Nel bollettino della diocesi di Reims del 25 maggio 1912, il Card. Frezet dichiarava quanto segue:
"...Dicevamo infatti... che la struttura di grossolanità e di stupidaggini pubblicate col titolo di Segreto de La Salette ecc... o di Segreto di Melania ecc... era stato messo all'Indice il 7 giugno 1901 e il 12 aprile 1907".
Sapendo che queste affermazioni erano erronee, il Marchese de la Vauzelle, scrisse il 6 novembre 1912 a S. Em. il Card. Lugon, Arcivescovo di Reims. Con la lettera del 27 novembre 1912, Sua Eminenza gli rispose: "...Gli articoli del Bollettino riportano bene il mio pensiero". Ed il Cardinale aggiungeva che trasmetteva al R.P. Lepidi, Maestro del Sacro Palazzo, membro del Sant'Ufficio e dell'Indice, le tre domande poste dal Marchese de la Vauzelle, per sapere se le messe all'Indice di cui il Bollettino di Reims riportavano le date, colpivano l'opuscolo di Melania o solo che lo citavano o lo commentavano. Sua Eminenza inoltre aggiungeva: "Non appena avrò la risposta del P. Lepidi, se si degna rispondermi, ve la farò pervenire".
Il 19 dicembre 1912, il Card. Luzon scrisse al Marchese della Vauzelle:
Signor Marchese,
ecco la risposta che ricevo dal R P. Lepidi alle tre domande poste nelle vostre lettere del 6 e 25 novembre e dei 13 dicembre:
"Ecco quanto mi è stato possibile raccogliere da informazioni serie sull'affare del Segreto de la Salette in rapporto alle Congregazioni Romane, Indice e Sant'Uffìcio.
Il segreto de La Salette non è mai stato condannato in modo diretto e formale dalle Sacre Congregazioni di Roma.
Due libri del Rev. Gilberto Giuseppe Emilio Combe sono stati condannati dall'Indice: l'uno nel 1901: ‘lI gran colpo con la sua data probabile’, studio sul Segreto de La Salette, con l'aggiunta della brossura di Melania ed altri documenti di giustificazione, l'altro libro nel 1907: 'Il segreto di Melania e la crisi attuale'. Queste condanne riguardano direttamente e formalmente i due libri scritti dal Sac Combe e per nulla il segreto.
Prego V. E. di voler gradire ecc...
Vaticano, 16 dicembre 1912
Alberto Lepidi O.P.
Trasmettendovi questa risposta, vi prego, Sig. Marchese, di gradire l'espressione dei miei sentimenti rispettosi.
L. J. Card. Lugon, Arciv di Reims"
Nel numero del 31 dicembre 1915 degli 'Acta Apostolicae Sedis' comparve, come rilasciato dal Sant'Ufficio in data 21 dicembre 1915, un "Decreto" che non portava la fuma di nessuno dei Cardinali dignitari o membri della detta Sacra Congregazione, ma soltanto quella del suo notaio Luigi Castellano, ed inoltre, senza menzione della data, né del voto del "Decreto" della riunione della Congregazione del Santo Ufficio, né della sua presentazione per l'approvazione al Papa Benedetto XV.
Ora, è vero che questo "Decreto" proibisce "di trattare e discutere la questione del Segreto de La Salette". Ma non commina assolutamente nessuna censura, né sull'opuscolo di Melania, né sul Segreto in particolare, né proibisce di possederlo, di leggerlo e di diffonderlo.
Questo "Decreto" lascia dunque i cattolici in godimento delle altre autorizzazioni elargite all'opuscolo di Melania dall'Imprimatur prima del Cardinal Riario Sforza, Arcivescovo di Napoli, poi da Mons. Zola, Vescovo di Lecce; senza voler contare le approvazioni dei Cardinali Ferrieri e Guidi, ed anche del Papa Leone XIII il quale, non soltanto gradì per due volte l'opuscolo di Melania offerto a lui dall'autore ma inoltre incaricò il Sig. Amedeo Nicolas, Avvocato di Marsiglia, "di redigere una brossura esplicativa dell'intero Segreto perché il pubblico lo possa capire meglio".
QUESTE PAGINE SONO STATE SCRITTE PER LA PURA VERITÀ
IMPRIMATUR
Sc. Alb.: Lepidi O.P.S.P. Ap. Mag. "Ces pages ont été écrites pour la pure véritè"
Roma, il 6 giugno 1922
NOTA
La lettera del Card. Catenni era indirizzata al Vescovo di Troyes che, essendosi anticipatamente rivolto all'Indice, era stato inviato all'Inquisizione, e aveva minacciato Roma di ritirare il denaro di San Pietro se non si fosse fatto qualcosa in suo favore.
Alla ricezione della lettera del Card. Caterini, il Vescovo di Troyes rimase sconvolto, poiché dopo aver detto di ritirare l'opuscolo dalle mani dei fedeli se, come diceva il Vescovo, il Segreto causava confusione in Francia, il Cardinale aggiungeva: "... ma lasciatelo nelle mani del Clero perché ne approfitti".
Questa riga, da sola, provava la divinità del Segreto; poiché non si lascia, anche a fin di bene, nelle mani di sacerdoti un opuscolo che sarebbe invece nient'altro che un libello.
11 Vescovo di Troyes, non osando pubblicare questa lettera, la manda al Vescovo di Nimes. Questi (Mons. Besson) non si scompone per così poco: sopprime la riga, la sostituisce con i puntini di sospensione e per primo pubblica il documento, che non era indirizzato a lui, sulla "Settimana Religiosa" di Nimes con l'ingegnosa sospensione.
Notiamo ancora che la lettera del Card. Caterini non riportava affatto la data della riunione del Sant'Ufficio, ciò che sarebbe stato di rigore per un atto ufficiale; si trattava infatti di una lettera privata di un sottosegretario, firmata dal Cardinale. Il sottosegretario, anzi, se ne scusò con Mons. Zola, dicendogli che gli avevano forzato la mano.
(Nota dei traduttore Sac. Roubaud)
LA SALETTE E IL NOSTRO TEMPO
Sembra che da qualche fessura sia entrato il fumo di satana nel tempio di Dio... C'è il dubbio, l'incertezza, la problematica, l'inquietudine, l'insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa... È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce... Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza...`
Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi. Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la liturgia; immersi... nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo... da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva...'
Opinioni sconsolate di qualche inguaribile pessimista? Parole scentrate di qualcuno che non conosce la situazione della Chiesa nel nostro tempo? No, sono parole di due Papi. La prima denuncia è di Paolo VI, che ha segnalato non solo un pericolo proveniente dall' esterno: "il fumo di satana che è entrato nella Chiesa", ma anche un'insidiosa minaccia proveniente dall'interno: è stato Paolo VI a parlare di "autodistruzione della Chiesa". E la seconda denuncia è di Giovanni Paolo II.
Altre voci, sia pur meno autorevoli, hanno fotografato la situazione drammatica in cui si trova oggi la Chiesa, anche e soprattutto a causa dei suoi Pastori, latitanti o complici con i "demolitori" di professione, ma anche queste voci sono rimaste e continuano ad essere ostinatamente inascoltate.
Nasce spontanea una domanda: le lacrime e gli avvertimenti della Madonna apparsa a La Salette non valgono anche per la Chiesa di oggi? La situazione della Chiesa nel nostro tempo è forse meno grave di allora?
Per me la risposta è scontata. Dunque .....
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)