00 02/09/2009 10:24
Amici....... abituati alle immagini della Messa di Pontificato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI....semplice nel suo essere anche se Pontificale nella sostanza......vi riporto dall'amico Alessandro la sintesi di come era la Messa una volta con qualche relativa immagine..........così tanto da conoscere il nostro glorioso passato e riviverlo con una nostaligia non tanto di un ritorno a quei fasti esteriori, quanto AL RITORNO DI UNA DEVOZIONE SACRALE CHE COMPONEVA QUESTE CERIMONIE....e che lo stesso Benedetto XVI sta cercando di riportare....

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Prima della riforma liturgica degli anni '70, il Papa celebrava pontificalmente la S. Messa solo tre volte l'anno, a Natale, a Pasqua e nella festa dei Ss. Pietro e Paolo Apostoli (29 giugno), mentre nelle altre festività si limitava ad assistere al Sacrificio Eucaristico celebrato da qualche cardinale o prelato.

E' particolarmente difficile, oggi, reperire informazioni precise e dettagliate sul cerimoniale di questa suggestiva liturgia, che presenta differenze anche notevoli rispetto al pontificale "ordinario" celebrato da un vescovo.

Infatti, mentre le cerimonie della Messa sacerdotale (letta, cantata o solenne) sono contenute nel Messale e quelle della Messa pontificale "ordinaria" nel Caeremoniale episcoporum, per quanto riguarda la Messa papale si dovrebbe ricorrere al "Caeremoniale Romanum", nel quale, oltre al rito della Messa, si trovano anche le cerimonie di altre celebrazioni pontificie (l'incoronazione, la presa di possesso della Basilica Lateranense, ecc.) o che si svolgono sede vacante (esequie del Papa, novendialia, conclave, ecc.).

Per l'incoronazione  del Pontefice, abbiamo qui una bellissima descrizione-cronaca dell'evento:

9 agosto 1903: l'Incoronazione di Pio X al Soglio Petrino (testo da GUSTARE)

Tuttavia il Caeremoniale Romanum è estremamente difficile da reperire, anche nelle biblioteche; inoltre, non è chiaro se di questo libro siano state approntate diverse edizioni e, nel caso, quale di esse si debba consultare. Questo libro liturgico è rimasto in vigore fino al pontificato del beato Giovanni XXIII (che lo cita nel suo Motu proprio sulla elezione del Romano Pontefice); la riforma liturgica ha fatto piazza pulita di tutte le antiche cerimonie pontificali, che apparivano troppo sfarzose, e già dai tempi di Paolo VI la Messa papale non differisce troppo da quella celebrata da un comune sacerdote.

La messa pontificale del Papa, quella che Patrizi descrive per il giorno di Natale nel dodicesimo libro del suo cerimoniale, è, per quel che concerne le regole della celebrazione, in alcuni particolari vicina, a quella dei cerimoniali medioevali che la precedettero. Solo le regole d’etichetta relative ai principi e ai signori che assistono e prendono parte alla celebrazione del romano pontefice, le diverse prove e pregustazioni che costituiscono innovazioni e testimoniano l’impronta del Rinascimento. I preliminari della celebrazione eucaristica non faranno che aumentare durante l’epoca barocca.



Riti d’introduzione


Il testo distingue due sedi per il pontefice. La prima è posizionata dietro al grande altare, nell’abside, ma su un lato, una specie di piccolo trono dove il Papa, venuto dal palazzo apostolico in gestatoria, rivestito del piviale e della mitria, intonerà Terza e assumerà i paramenti per la Messa. Da lì, dopo aver imposto l’incenso, si porterà ai piedi dell’altare per il rito della confessione, avendo durante il cammino ricevuto l’omaggio degli ultimi tre cardinali preti. Dopo che avrà incensato l’altare e sarà stato incensato dal cardinale diacono del vangelo (o dal cardinale ministrante), conferirà anche a quest’ultimo e agli altri due cardinali diaconi assistenti, l’omaggio del bacio di pace (della guancia e del petto), il papa si porterà al grande trono, ad sedem suam eminentem.

Si osservi che non ha preso possesso di questa sede elevata in fondo all’abside, da cui predomina tutta l’assemblea, se non dopo aver terminato i riti preparatori al tronetto (di Terza), quelli penitenziali e quelli di venerazione dell’altare. Da questo punto, fino al momento dell’azione eucaristica vera e propria, cioè fino all’inizio dell’offertorio, è verso il trono del pontefice che convergeranno tutte le cerimonie, che sarà indirizzata tutta l’attenzione; è dalla sede che il supremo pastore presiederà tutta la celebrazione liturgica.

  Natale
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)