LA VERGINITA' DI MARIA, OGGI
PARTE TERZA
"NON CONOSCO UOMO"
VERGINITÀ DI MARIA " DOPO IL PARTO "
IV. CONCLUSIONE: MARIA " SEMPRE VERGINE ".
VALORE DELL'ESPRESSIONE.
La verginità di Maria SS. " prima del parto ", " nel parto " e " dopo il parto ", da alcuni Concili, da alcuni Sommi Pontefici, da alcuni Padri e Scrittori ecclesiastici è stata, di tanto in tanto, espressa sinteticamente con la formola: " sempre vergine " (che caratterizza Maria- in campo Cattolico quanto quello Ortodosso- nota mia), o con formole equivalenti (" vergine perpetua " ecc.), intese nel senso di una verginità piena, perfetta, non solo morale, ma anche fisica, corporale (19).
P. Rahner, per svuotare il valore dogmatico della formola " sempre vergine ", ha opposto che " si potrebbero addurre esempi... nei quali la sempreverginità (di Maria) viene intesa soltanto [è lui che sottolinea] come costante esclusione di ogni rapporto sessuale " (op. cit., p. 368, nota 1.5), ossia, che Maria fu " sempre vergine " soltanto in senso morde, non già anche in senso fisico, corporale. Così asserisce P. Rahner; si guarda bene però dall'addurre un solo esempio per provare il significato ristretto che egli da alla formola " sempre vergine ". Per cui ci limitiamo a rispondere: " quod gratis asseritur, gratis negatur ".
P. Galot, invece, adduce l'esempio di S, Epifanio (+ 402) il quale, pur avendo inserito nel suo " Simbolo " l'espressione " sempre vergine " (nell'intento di qualificare Maria), avrebbe poi negato (come Origene) la verginità fisica nel parto (art. cit., p. 459): cosa che, come abbiamo già dimostrato, è inammissibile.
Asserisce, inoltre, P, Rahner, contro il valore dogmatico della formola " sempre vergine ": " Quando... un concetto è già usato nella tradizione e dal magistero, e questo è il caso dell'Aeiparthenos (così per es. nel Symbolum Epiphanii) già in un tempo, in cui il preciso contenuto della "virginitas in partu", non è chiaro e fisso, allora il semplice fatto di continuare ad usarlo nei documenti di fede non dimostra ancora che in tal modo esso sanzioni anche tutto il resto e quanto di più preciso la teologia e la devozione di fatto (anche se forse molto in generale) hanno successivamente sviluppato " (op, cit., p. 360). Ma qui è da negarsi semplicemente il supposto dell'obiezione (" nego suppositum "). L'obiezione del P. Rahner, infatti, suppone che la formola " sempre vergine " sia stata usata dal Magistero Ecclesiastico in un tempo in cui il concetto della " verginità nel parto " non era ancora " chiaro e fisso " (non era chiaro cioè se si trattasse di sola verginità morale [virgo a viro] oppure anche di verginità fisica [virgo a partu]); conseguentemente, al termine " sempre vergine " usato dal Magistero Ecclesiastico non si può dare un senso chiaro e fisso (quello della perfetta e piena verginità, non solo morale, ma anche fisica, corporale).
Neghiamo decisamente, in base ai documenti del Magistero e della Tradizione, che vi sia stato un tempo in cui il concetto di " verginità nel parto " abbia avuto un significato non " chiaro e preciso ", ossia, indeterminato, confuso. Se si prescinde infatti dagli eretici (Tertulliano, Gioviniano, i quali ammettevano, nel parto, la sola verginità morale [" virgo a viro "] e negavano la verginità fisica, distrutta dal parto [" non virgo a partu "]), solo alcuni teologi recenti (Mitterer e seguaci) hanno di nuovo confuso il concetto tradizionale di " verginità nel parto ", ammettendo (con gli eretici Tertulliano e Gioviniano) la sola verginità morale, non già quella fisica. Il " Simbolo " stesso e la interpretazione costante che ne è stata data (dal Sinodo di Milano fino ad oggi) ne è la prova più efficace.
Salutiamo dunque, con la Chiesa e con tutti i devoti figli di Lei, la Vergine SS. col titolo glorioso di "sempre vergine" ! "Sempre vergine" nell'anima e nel corpo, nella mente e nel cuore. "Sempre vergine" nei pensieri e negli affetti, nelle parole e nelle opere. "Sempre vergine" sia prima di darci il fiore dei fiori, Gesù, sia nel darcelo, sia dopo avercelo dato.
NOTE ALLA PARTE TERZA
(19) La formula " sempre vergine " (Aeiparthenos) si incontra, nella letteratura cristiana, fin dalla seconda metà del sec. IV. La troviamo infatti presso DIDIMO DI ALESSANDRIA (De Trinitate, 1, 27, PG 39, 404), presso S. ATANASIO DI ALESSANDRIA (Fragmenta in Lucam, PG 27, 1393) e plesso S. EPIFANIO (Ancoratus, 120, PG 43, 233). L'equivalente latino " semper virgo" si trova, per la prima volta, all'inizio del sec. V, presso LEPORIO (Libellus emendationis, 3, 5, PL 31, 1224 s). Cfr. DE ALDAMA J.A,, S.I., Aeiparthenos, in " Est. Ecles. ", 21 (1947), pp. 487-489.
si ringrazia il sito:
"Totus Tuus":
(Teologia/Mariologia)
La verginità di Maria, oggi (11)
http://www.paginecattoliche.it/303_Roschini.htm
Facciamo solo un appunto al testo visto che già se ne parlò....il concetto di...VERGINITA' MORALE non solo è privo di senso (Maria rimase o vergine o non lo rimase...non ha senso una via di mezzo), ma fa scaturire IL DUBBIO SULLA DIVINITA' DI CRISTO STESSO, in quale modo? Se Maria fosse rimasta vergine in senso morale, anche la situazione del Cristo quale vero Dio, stesso resterebbe gravemente su di un filo morale e non reale. La Verginità perpetua di Maria non proviene da Maria ma DAL FIGLIO CHE E' NATO SENZA CORROMPERLA...SE MARIA NON FOSSE RIMASTA VERGINE CRISTO NASCENDO AVREBBE CORROTTO LA VERGINE! E se non l'ha corrotta nel Concepimento, per quale ragione avrebbe dovuto corromporla nascendo dal momento che NULLA E' IMPOSSIBILE A DIO?
Altra contraddizione di questa teoria non biblica verrebbe dal fatto che sin dal Credo detto "Apostolico" verso il quale aderiscono la maggior parte dei cristiani anche separati, è descritta come SPECIFICAZIONE non la Miryam, ma LA VERGINE, il testo dice: NATO DALLA VERGINE ! Il che suppone una verginità anche dopo altrimenti il verbo "NASCERE" SAREBBE STATO IMPOSTATO AL FUTURO: NASCERA' DA UNA VERGINE, il Credo dice che è NATO DALLA UNA VERGINE, la Vergine è IL NOSTRO COMPLEMENTO DI... SPECIFICAZIONE...DI UN FATTO REALE...... il CUI soggetto è Gesù: Egli (sottointeso) Colui che è NATO dalla Vergine, questo è il nostro Credo. Considerare perciò una verginità esclusivamente morale non avrebbe alcun senso.
Fraternamente Caterina