La "machinatio"
La lotta della massoneria contro la Chiesa, la machinatio, veniva solitamente indicata come causa dell’incompatibilità con la Chiesa. Questo termine lo si trovava anche nel divieto di aderire alla massoneria riportato nel Codex Iuris Canonici del 1917. Chiarire il problema se la massoneria conducesse effettivamente una lotta contro la Chiesa oppure no, non era però assolutamente necessario per comprendere l’incompatibilità; quindi, non è stato neppure oggetto della commissione di ricerca.
Padre Sebott scrive: "In alcuni ambienti ecclesiastici è evidentemente diffusa l’idea di un "complotto mondiale" massonico o di una "Anti-Chiesa"" (14). Si deve evidenziare, invece, che nella dichiarazione della conferenza episcopale non si allude neppure lontanamente a un’idea simile; si ebbe a che fare con massoni che si dimostrarono interessati a un’intesa con la Chiesa. Ma se è padre Sebott a intavolare la questione, allora non si può ignorare che i massoni stessi ancora oggi, ossia anche dopo il Vaticano II, prendono assolutamente coram populo posizione contro la Chiesa. Nel 1848 Garnier-Pagès aveva dichiarato: "La repubblica è radicata nella massoneria e la massoneria è la repubblica-ombra". Centovent’anni dopo — quindi dopo il Vaticano II — un Gran Maestro dei massoni, Jacques Mitterrand, ha ripreso questa frase e ha aggiunto: "Questo non significa solamente operare per il diritto di autodeterminazione, che è la regola da noi posta, significa anche servire la repubblica, e nel nostro mondo occidentale questo esige anche la rivolta contro le forze della reazione, come sono personificate dalla Chiesa cattolica romana. Noi non ci accontentiamo di essere nei nostri templi la repubblica-ombra, noi siamo contemporaneamente l’Anti-Chiesa" (15).
Quando padre Sebott parla dello "scalpore in Italia per la cosiddetta loggia massonica illegale e irregolare "Propaganda 2"" (16), anche a questo riguardo vi è da colmare un vuoto di informazione.
Occultamento completo
In proposito non si può parlare di una "cosiddetta" loggia massonica. Sulla rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, alla quale tanto poco quanto a padre Sebott può essere rimproverata una tendenza ostile alla massoneria, in un ampio articolo si dimostra la legittimità massonica di quella loggia (17). La loggia P2 fu fondata nel 1875 dal famoso Gran Maestro Adriano Lemmi. Già allora faceva parte della sua finalità occultare completamente l’affiliazione massonica dei suoi membri — uomini politici e civili —, ossia anche nei confronti di tutti gli altri massoni.
Infatti era sempre proprio il Gran Maestro, in persona oppure tramite un suo delegato con il titolo di Gran Maestro Aggiunto, a procedere all’ammissione dei membri. Dal 1961 al 1970 questo Gran Maestro Aggiunto fu Ascarelli, il delegato del Gran Maestro Gamberini (18). E fu proprio lo stesso Gran Maestro Gamberini a disporre, nel 1967, che Licio Gelli passasse dalla loggia Romagnosi alla loggia P2. In quell’occasione egli scrisse a ogni membro: "Sono lieto di informarti che la P2 è stata adeguatamente ristrutturata in base alle esigenze del momento oltre che per renderla più funzionale, anche, e soprattutto, per rafforzare ancor più il segreto di copertura indispensabile per proteggere tutti coloro che per determinati motivi particolari, inerenti al loro stato, devono restare occulti" (19). In occasione di una ristrutturazione della loggia P2, della quale Gelli fu incaricato dal Gran Maestro nel 1975 e della quale venne nominato Maestro Venerabile, egli scrisse ai membri: "Rimangono invariate le sue peculiari caratteristiche, che […] trovano il loro nucleo nelle originarie consuetudini fra le quali quella della riservatezza, che, mai infranta, è necessario fondamento del nostro lavoro" (20).
La loggia P2 fa parte della massoneria
Non si può dunque assolutamente sostenere che la loggia P2 fosse solo una "cosiddetta" loggia massonica. Essa aveva tutte le caratteristiche necessarie delle altre 496 logge del Grande Oriente d’Italia, e inoltre aveva anche un legame del tutto particolare con il Gran Maestro, che per più di cento anni è stato contemporaneamente Maestro Venerabile di questa loggia e che ha fissato l’attuale compito di questa loggia. Nel 1981 la riunione della Gran Loggia, in occasione della quale il parlamento massonico del Grande Oriente d’Italia — composto dai 496 Maestri Venerabili — si riunì formalmente (21), trattò il caso della loggia P2 mentre le indagini della polizia erano già in corso e l’archivio della loggia era già stato sequestrato. Allora, "malgrado i sospetti e le accuse connessi [...] [a] clamorose vicende italiane degli ultimi anni, la P2 è uscita indenne dal giudizio del vertice della massoneria" (22).
Il Grande Oriente d’Italia è riconosciuto dal mondo massonico, e ha sia i gradi azzurri giovanniti, sia il sistema dei gradi alti. Non resta alcun dubbio: se quella riunione della Gran Loggia, il massimo organo del Grande Oriente italiano, ha riconosciuto la loggia P2 come loggia regolare, è incomprensibile che padre Sebott non riconosca la qualità massonica di questa loggia.
A questo punto, per chiarezza, è necessaria ancora un’osservazione a proposito del Gran Maestro Gamberini, il quale si presentò come interlocutore della Chiesa da parte della massoneria. Per la sua responsabilità e la sua collaborazione nella loggia P2, dopo lo scandalo attorno a questa loggia ci si deve proprio chiedere se Gamberini possa presentarsi a buon diritto come difensore della filantropia e della beneficenza e se la sua testimonianza che la massoneria non è una società segreta sia attendibile. Un "alleato" di padre Sebott nel campo pubblicistico, don Esposito, proprio sul punto ha ugualmente dimostrato di possedere una conoscenza solo superficiale della massoneria e in particolare della loggia P2, perché altrimenti non sarebbe assolutamente avvenuto il fatto seguente: "Savona, 17-8-1969 (KathPress). Per la prima volta nella storia della vita spirituale in Italia si sono incontrati per un colloquio ufficiale un rappresentante del massonismo italiano e un rappresentante della Chiesa cattolica in Italia: il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, capo supremo della massoneria italiana, il professor Giordano Gamberini (Ravenna) e il sacerdote cattolico Rosario Esposito (Napoli) hanno discusso pubblicamente in un teatro della città della Riviera, Savona, sul tema: La massoneria oggi. Alla manifestazione, che è stata caratterizzata da un clima di reciproco rispetto, hanno partecipato circa mille persone, fra le quali circa 400 massoni provenienti da tutte le parti d’Italia. Rosario Esposito, autore di un ampio studio sulla massoneria in Italia — che prossimamente apparirà in quarta edizione —, nel suo intervento nella discussione si è preoccupato innanzitutto di mostrare i punti di contatto fra il massonismo e il cattolicesimo. Egli ha manifestato il desiderio di un abbraccio fraterno che permetterebbe di percorrere insieme un gran tratto di strada.
"Il professor Gamberini, nella sua risposta, ha corretto l’opinione del sacerdote secondo cui la massoneria non sarebbe mai stata la nemica della Chiesa: "Mi spiace dover ricordare che i massoni [...] hanno combattuto la Chiesa incolpandola di intolleranza nei campi della filosofia, dell’etica e dell’educazione"" (23).
Don Esposito dovrebbe pensare che i contrasti rimangono, perché fa addirittura parte della natura della Chiesa assumere posizioni che alla massoneria appaiono intolleranti. Si pensi soltanto al divieto dell’aborto. I massoni hanno combattuto subito questo divieto e hanno cercato di porre l’aborto sullo stesso piano dei diritti dell’uomo (24).
continua.......