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Da: Soprannome MSNVitaAbbondante  (Messaggio originale)Inviato: 21/11/2002 22.50
Il titolo di questo forum è una domanda.
Una domanda rivolta a voi cattolici che gentilmente mi ospitate, e che, appunto, ho ritenuto di inserire qui in DIFENDERE LA VERA FEDE.
Una vostra gradita risposta, però, richiede alcune considerazioni che spero abbiate la cortesia di seguire.
Ma non sarà noioso, ve l'assicuro.
Essendo un predicatore dell'Evangelo, ho spesso la possibilità di ministrare in molte chiese, e non solo evangeliche. Ho potuto così constatare che uno degli argomenti che unisce noi evangelici è la necessità della Salvezza e il fatto che, in Cristo, siamo pienamente soddisfatti e certi di ottenerla.
Questo, sia in America che in Europa, dalla Cina al Sudafrica, è qualcosa che unisce gli evangelici nel mondo intero, come nessuna denominazione può fare.
Coloro che ricevono Cristo nella propria vita, vengono chiamati nati di nuovo.
Questo perchè, accettando Gesù come personale Signore e Salvatore, hanno lasciato che Lui rigenerasse in loro quello spirito umano che a motivo del peccato originale era stato indelebilmente macchiato.
Il profeta Ezechiele, profeticamente, era proprio di questo "spirito umano" o "cuore" (nella Bibbia, spesso, sono sinonimi) che parlava, forse senza neanche rendersene pienamente conto: "Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di loro un nuovo spirito..." [Ez. 11:19].
Chi "rinasce in Cristo" riceve un cuore nuovo, ossia uno spirito nuovo, non più intaccato dalla Caduta nell'Eden.
I nati di nuovo, sono gli stessi che hanno ricevuto da Dio una natura di giustizia.
Cos'è questa "natura di giustizia"?
E' una sorta di fabbrica del peccato.
Il Signore mi ha ispirato questo esempio un giorno mentre insegnavo in una scuola biblica, e da allora mi piace mostrarlo in questo modo.
Credo che sia semplice.
La "natura di giustizia", dicevo, è una specie di fabbrica del peccato.
E' la fonte dalla quale sgorgano le nostre malvagità e la nostra separazione da Dio.
E' la radice dei nostri peccati.
Nella prima parte dei Romani, la Bibbia la chiama anche "il peccato" (al singolare)... cioè la natura di peccato... per distinguerla dai peccati (plurale)... cioè le azioni peccaminose... (e questa "chiave" di lettura va tenuta presente anche nelle epistole di Giovanni...)
Infatti, il problema dell'uomo non è quello che fà, ma quello che è!
Diciamo che quello che fa è la conseguenza di quello che è.
Cercare di risolvere il problema dell'uomo fornendogli soltanto dei rituali, sarebbe come cercare di sanare un uovo marcio dipingendogli il guscio di rosa...
L'uomo cerca di intervenire sul guscio... ma Dio è intervenuto nell'uovo!
Nessun rito, nè cattolico nè evangelico, possono mai eliminare dall'uomo questa "natura di peccato".
Occorre una vera e propria rigenerazione!
Bisogna nascere di nuovo.
E non si nasce di nuovo attraverso un rituale, ma mediante un vero e proprio incontro personale con il Signore Gesù.
Nessun rituale, di nessuna religione, può mai sostituire un incontro con Dio!
Del resto, è la stessa cosa che Gesù disse al buon Nicodemo...
L'uomo nasce peccatore a motivo della Caduta di Adamo.
Ma i nati di nuovo, per la Grazia di Dio, non hanno più questa fabbrica del peccato.
Non hanno più in loro il peccato originale.
Chi può dunque mai dire di essere salvato, dunque?
Coloro che sono nati di nuovo in Cristo.
Per dirla alla maniera paolina, sono stati gratuitamente giustificati.
"Giustificati" è la traduzione del termine greco dikaioo, che però non ha lo stesso significato che il greco classico e moderno gli attribuiscono.
Nel NT, significa "avere il privilegio di poter stare alla presenza di Dio senza sensi di condanna". Alleluja!
Non è meraviglioso?
Coloro che sono quindi nati di nuovo, ossia che hanno accettato personalmente Gesù e che sono stati gratuitamente giustificati, hanno anche il privilegio di poter stare alla presenza del Padre Celeste senza condanna alcuna.
Certo, in terra il cammino è lungo e le cadute sono quotidiane. Ma il Signore ha istituito un potente mezzo per purificarci di volta in volta dai peccati commessi in questa vita: il perdono.
Ma attenzione: il perdono è attivo laddove c'è un pentimento e un abbandono del peccato stesso... ma questo è un altro argomento.
I nati di nuovo, dicevamo, possono stare alla presenza di Dio.
Possono chiamare Dio "loro Padre"!
Significa che, se una persona è "giustificata", allora non è più sotto il peccato originale.
E non essendo più sotto le grinfie del peccato originale, è dunque salvata.
E lo è ora.
Quando la Bibbia ci parla di "giustificazione in Cristo", ne parla al presente. Cioè, dal momento in cui si riceve Gesù.
Siamo tutti ben consci di non meritare nulla, tantomeno la Salvezza, ma crediamo anche che, grazie al Sacrificio di espiazione che Cristo ha compiuto, questa Salvezza sia ora raggiungibile per noi.
Questa non è presunzione.
Questa è Teologia.
E' Redenzione...
Chi può dunque dire di essere salvato?
Coloro che sono rinati in Cristo, possono dirlo.
E' ovvio che la Salvezza non completa il nostro cammino terreno, che deve invece essere disciplinato nell'amore e nella carità.
Ma attenzione, senza accettare Cristo nella nostra vita, senza prima conoscere Lui, tutto l'amore che Dio ha sempre avuto (e dimostrato) per noi, non potrebbe salvarci dalla perdizione.
La parte di Dio è stata quella di versare il Suo amore in noi, ma la parte dell'uomo è quella di riceverlo mediante Gesù Cristo, il Galileo!
Perchè, allora, questa mia meditazione?
Perchè, come dicevo all'inizio, viaggiando e ministrando anche in comunità non evangeliche, ho notato come i cattolici carismatici/rinnovamento (per citare delle realtà spirituali forse rappresentate in questo sito che gentilmente ospita i miei scritti) non siano poi affatto certi della Salvezza.
Se questa mia deduzione è errata, perdonatemi, ma in fondo credo di dire qualcosa ben noto a tutti voi, e specialmente agli "addetti ai lavori".
Mi spiego.
Coloro che non sono certi della propria Salvezza, pur dicendo di aver incontrato il Salvatore e di averLo ricevuto nella propria vita, non sono praticamente mai sicuri di poter approdare al Cielo, un giorno.
Vivono, cioè, in una sorta di perenne incertezza riguardo la loro finale ed eterna destinazione.
In altre parole, non vivono nella fede, ma in una sorta di fatalismo... "...non so... se Dio vorrà..."
Dialogando amichevolmente con costoro, una delle frasi più frequenti è "Certo pastore, abbiamo il Signore... ma non possiamo mai dire con certezza se andremo in Cielo..."
Non possiamo dire con certezza?
E perchè..?
Se la Bibbia offre a noi la certezza del Cielo, laddove Cristo viene ricevuto, perchè mai un cattolico che dice di avere Gesù è poi dubbioso al riguardo?
Nella Bibbia leggiamo di molte cose misteriose, ma mai riguardo il nostro destino eterno.
E come mai, allora, molti non se la sentono di ammettere che, a motivo di Cristo in loro, andranno in Cielo un giorno?
Per umiltà, forse?
Dicendo forse "Pastore, noi credenti non sentiamo di meritarci il Paradiso... se Iddio vorrà, ci condurrà là..."?
Ma sarebbe poi vera umiltà dire queste cose?
A meno che uno non conosca la Scrittura, se dice una cosa simile è come se dicesse: "Sì, in Cristo ho la Salvezza... la Bibbia lo dice... ma io non sento di non meritarla e quindi non potrò mai esserne realmente sicuro..."
Sarebbe vera umiltà dire questo?
Non sarebbe piuttosto orgoglio... mascherato da umiltà?
Orgoglioso è anche colui che annulla la Parola di Dio riguardo se stesso, in meglio o in peggio.
Orgoglioso è colui che, pur riconoscendo la validità del Sacrificio di Cristo, nega che esso sia poi altrettanto efficace nel suo caso specifico...
Non è certamente il caso di nessuno in questa sede, ma è comunque una reatà questa insicurezza nel mondo cattolico, non trovate?
Perchè dunque costoro non sono certi della loro Salvezza?
Per orgoglio, forse?
Non dico che sia così, ma lasciate che esponga il mio pensiero.
O forse perchè, in realtà, costoro sono solamente vicini al Regno dei Cieli... in tal caso il loro dubbio sarebbe doveroso... è ovvio che i non-salvati non potranno mai approdare al Cielo.
In questo caso, ciò che occorrerebbe è lo stesso incontro che io e gli altri abbiamo dovuto fare: una conversione.
Perchè, allora, un cattolico che si dichiara "salvato", che dice di avere incontrato Dio, non ha poi quella certezza sulla Salvezza che gli evangelici di tutto il mondo e di tutte le lingue hanno?
Perchè, se è davvero nato di nuovo, reagisce poi come se non lo fosse?
Perchè, riguardo se stesso, non ha certezze sul proprio destino eterno?
Iddio ci benedica tutti.
pastore Luca


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 21/11/2002 23.48
Caro Luca,
abbiamo avuto modo di accennare in altri forum questo argomento che ci hai proposto.
Per i cattolici è un grave errore tanto la disperazione della propria salvezza, tanto la presunzione di salvarsi senza coerenza fino alla fine della propria vita, che noi chiamiamo "perseveranza finale". Noi siamo certamente indirizzati a credere nel costante aiuto di Dio e della sua Grazia per il raggiungimento di questa perseveranza ma siamo altrettanto indirizzati a non confidare mai nelle nostre capacità per raggiungere questo traguardo.
S.Pietro era presuntuosamente certo che non avrebbe mai e poi mai rinnegato il Signore ma sappiamo bene come andarono le cose.
Quando dopo la resurrezione Gesù per tre volte gli chiese se lo amasse, Pietro si rammaricò che glie lo continuasse a chiedere e quindi pur essendo certo di amarlo, si rimise alla conoscenza del Signore sul suo conto e non su se stesso.
Una certezza matematica della propria salvezza induce secondo me ad una sorta di presunzione spirituale, mentre la  fiducia in Dio che ci accompagna fino alla fine, ma senza cullarci sulla presunta vittoria su tutte le forze che potrebbero scatenarsi contro ciascuno di noi, ci aiuterebbe ad essere sufficientemente umili.
S.Paolo cita alcuni credenti che avevano fatto "naufragio" quanto alla fede, aderendo a dottrine non insegnate dagli apostoli. Sappiamo noi se non faremo mai naufragio?
Molti credenti cedettero davanti alle torture degli imperatori: sappiamo noi se in caso di una persecuzione violenta sapremo mantenere la perseveranza fino alla fine?
Preghiamo incessantemente "per poter essere ritenuti degni di comparire davanti al Figlio dell'uomo" quando verrà a giudicarci e a rendere a ciascuno secondo le sue opere.
Con affetto

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Da: Soprannome MSNVitaAbbondanteInviato: 22/11/2002 2.43
Caro Teofilo, ciò che hai scritto è vero e la Bibbia stessa, del resto, è molto esplicita riguardo alcuni che hanno fatto naufragio nella fede.
Ma perdonami... tanto per chiarire... questo mi sembrava piuttosto ovvio... forse mi sono spiegato male... voglio dire, certo che non potrò sapere se nel corso della mia vita manterrò intatta la mia fedeltà al Signore (specialmente se tenterò di farlo con le sole mie forze)... ma posso sapere se sono salvato ora!
La questione, se vuoi, potrebbe essere posta in questi termini: se un cattolico muore nello stato di Grazia, ossia da credente, sarebbe certo della propria destinazione finale?
E come ho testimoniato, gran parte dei cattolici non sono affatto
Una cosa è il non essere sicuri della propria condotta e della propria fedeltà verso il Signore (chi può mai dire che rimarrà fedele al 100%, pur con tutte le buone intenzioni?!), e un'altra è non fidarsi della Parola di Dio.
Quel che io temo, purtroppo, è che molti non si fidano affatto della Parola di Dio!
Pensano che la Salvezza abbia a che fare con le loro abilità e quindi non sono mai certi di averla... ma una persona che ha incontrato Cristo, seppur conscia delle proprie debolezze, confida in Dio e nella Sua Parola per poter approdare al Cielo il giorno in cui Iddio la chiamerà.
Un salvato sa, deve sapere, se sta andando in Cielo oppure no.
Un salvato può non conoscere il suo futuro, ma sa se, in questo momento, è destinato al Paradiso.
Paolo scrivendo ai Colossesi, diceva: "...Sapendo che dal Signore riceverete la ricompensa dell'eredità, poichè voi servite a Cristo, il Signore" [Col. 3:24].
Sappiamo noi se ci stiamo avviando verso il Cielo?
Lo sanno, i cattolici, se sono salvati o perduti..?
Personalmente, ritengo che no, non lo sanno.
Dialogando con loro, noto una base di fatalismo più che di fede...
Vedi, Teofilo, la presunzione di avere una certezza matematica è davvero qualcosa che nessuno di noi si augura di avere.
Dall'altro lato però non c'è "il confidare nelle proprie capacità per raggiungere questo traguardo", come tu hai detto.
No, dall'altra parte c'è "il confidare nella fedeltà di Dio e della Sua Parola per raggiungere questo traguardo"!
Sono sicuro che la Bibbia rappresenti la massima espressione dell'umiltà.
Ecco perchè laddove trovo un grande invito a confidare in Cristo per essere certi di appartenere al Cielo, non capisco davvero come qualcuno possa essere più... umile... e non esserne certo...
Umiltà non è non conoscere il proprio destino eterno, ma è credere che se rimaniamo fedeli, allora riceveremo la ricompensa!
Fare la propria parte fidandosi della Grazia di Dio, più che delle proprie abilità.
Ma per fidarsi della Grazia di Dio, naturalmente, prima bisogna conoscerla.
Ed è solo con la nuova nascita che si conosce la Grazia di Dio.
Quella Grazia che ti promette, ti assicura, che se rimani fedele giungerai al premio celeste.
Per concludere, allora, ciascuno di noi potrebbe fare una specie di check-list, un "controllo" della propria Salvezza.
E può farlo rispondendo a questa semplice domanda, considerando poi la risposta alla luce della Bibbia: se morissimo adesso, andremmo in Cielo?
Un si o un no, credo, sarebbero una risposta sufficiente.
pastore Luca

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/11/2002 8.42
Molto interessante......in fondo questo è uno degli aspetti fondamentali che ha sempre caratterizzato il CRISTIANO in generale, leggasi anche le crisi di coscienza....di Lutero.....il quale non accettava l'idea di quel "NON sapere"......la sicurezza della salvezza, mentre era convinto che bastasse professare il Cristo per ottenerla......
Leggendo le vite dei Santi pur mantenendo ognuno una personale indole.....concordano sotto questo aspetto....: temere di NON salvarsi......che NON è disperazione, come giustamente diceva Teofilo....e ne abbiamo parlato con il caso di Giuda...Giuda avrebbe potuto salvarsi nonostante il tradimento......ma proprio all'ultimo ha ceduto allo sconforto........tuttavia di lui non sappiamo però.....quale posto Dio gli ha riservato....perciò la salvezza personale di ogni individuo resta un "finale a sorpresa..."...ed è la stessa Bibbia a rivelarcelo......
"Non chi dice Signore, Signore entrerà nel Regno dei Cieli".....già questa frase ci fa mettere in guardia.....e se lo allacciamo a Gesù che dice ancora: "Ogni bestemmia contro il Figlio dell'uomo sarà perdonata.....ma non quella contro lo Spirito Santo......."....diventa ancora più misterioso il modo in cui ci salveremo.....
L'ideale sarebbe...applicare le Beatitudini.....tuttavia nessuno potrà mai dire di se stesso: " Signore, le ho applicate tutte, ho fatto quanto dovevo.....so di essermi meritato la salvezza...."....soltanto una persona in tutta la Bibbia....avrà il PERMESSO DA DIO......di dichiararsi a posto...Maria.....la Madre del Verbo Divino.......nemmeno Paolo e nessun altro Apostolo ha osato dire quanto disse Maria: "Tutte le generazioni mi chiameranno beata...."
Se morissimo adesso....andremo in Cielo??
Io spero di si Luca.......ma non posso avere la sicurezza al 101%.............Il ladrone, sapendo di essere pentito...non dice: "Signore, ti ringrazio, io Ticredo ed oggi so che sarò con Te...".....ma è Gesù che gli dirà "Oggi sarai con me in Paradiso....".....questa finezza è importante......quasi che il buon ladrone aspettasse proprio da Gesù il premio...e la certezza di averlo...ma NON osa dirlo....Gli dice: "Ricordati di me....quando sarai nel tuo Regno"....
Io francamente....NON mi sento migliore di quel ladrone.....e il fatto che di questo buon ladrone non si sa dai Vangeli che cosa abbia commesso dettagliatamente....fa presagire la posizione che ognuno di noi può in lui trovare.....in sostanza...essendo la fede un dono di Dio e mai un merito nostro......siamo un pò tutti dei "LADRONI"...........ladri della speranza cristiana quando non sappiamo infonderla agli altri per mancanza di volontà; ladri del cibo se non aiutiamo concretamente il prossimo; ladri della libertà di Dio se impediamo al Prossimo di crederci e di viverla......insomma...il senso del ladrone...ci tocca TUTTI.....e ci ricorda che la speranza c'è, ma la certezza è solo prerogativa di Dio.....
P.Pio prima di morire ha chiesto perdono per il "chiasso che a causa sua si era propagato nella Chiesa"....si sentiva colpevole degli scandali che si erano creati.....chiedeva di pregare perchè si salvasse la sua anima......ma potremo sostituire il nome di P.Pio con il nostro, o con il nome di qualsiai altra persona.....
Quindi tu vuoi un si o un no.......alla domanda che se morendo adesso io (perchè non posso parlare per gli altri) andassi in cielo ti direi....LO SPERO..........perchè un "no" secco sarebbe la perdita della speranza.....un "si" secco sarebbe la presunzione di porsi al posto di Dio in qualità di Giudice...è Lui che deve dire "SI O NO"......non io.....
S.L.G.C.

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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 22/11/2002 18.01
Carissimo pastore Luca, apprezzo davvero i tuoi sforzi di portare i nostri fratelli cattolici alla conoscenza piena del Signore, però forse non tieni conto di una cosa: i nostri fratelli cattolici per quanto siano ottime persone e conoscano bene la Bibbia e abbiano anche una vita di fede con frutti validi, probabilmente non hanno avuto un'esperienza personale con Gesù come è capitato a chi è davvero NATO DI NUOVO ATTRAVERSO LA FEDE; io grazie a Dio ho ricevuto questo dono il giorno 10/7/2000 e da allora la mia vita è stata cambiata, la parte più profonda del mio essere è stata rinnovata c'è un identità di fondo che è stata rigenerata dallo Spirito Santo. Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?».
Gli chiesero: che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?
Gesú rispose e disse loro: Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato.(Gv 6:28-29)
Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che AVETE la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio (1Gv 5:13)
Chiunque rimanga fedele a Cristo, o perlomeno tenti di esserlo, ha il cielo assicurato, perderà la sua salvezza solo se abbandonerà la fede, ma anche in quel caso se si pentirà il padre lo riaccoglierà a braccia aperte, pensiamo infatti al figliol prodigo: prima era già figlio del Padre, simboleggia chi è già nato di nuovo ma per un motivo io per l'altro abbandona la Via.
Con questo non dico che da quel giorno non sbaglio più o sono diventato perfetto, ma che non conosco nulla in nessun altra fede che dà come la fede in Cristo come ne parlano gli evangelici, una nuova identità spirituale e una nuova visione della realtà.
Per molti questo si percepisce con una profonda consapevolezza di questa nuova identità, ad altri lo Spirito dà dei carismi momentanei o permanenti (lingue, discernimento, ecc..)
Ciò che trovo davvero deludente e triste è il vedere coloro che si professano cristiani predicare contro la dottrina della nuova nascita che viene insegnata nella chiesa evangelica...mi sembra che un cieco dica a chi vede che è pazzo perchè parla di colori e di luce, anzi la cosa più tragica per noi ma divertente per satana è quando il cieco dice a chi ci vede bene che "lo sta giudicando" perchè pensa di vederci meglio di lui...non è orgoglio, è un fatto.
Chi conosce Gesù viene trasformato da lui e non può più essere inscatolato da una gerarchia umana che produce documenti che nessuno legge...ma viene guidato dallo Spirito nella vita quotidiana. quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui dimora in voi e non avete bisogno che alcuno v'insegni; ma, come la sua unzione v'insegna ogni cosa ed è verace e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato.(1Gv 2:27) 
Il contatto con Dio per chi ha accettato Gesù come Signore non è una cosa che è stata riservata agli Apostoli o a pochi santi nel passato, ma è per TUTTI
così come il ministerio sacerdotale(battezzare, predicare, amministrare la Santa Cena, ecc..) in alcune chiese (anche protestanti purtroppo) è relegato al ministro di culto è un diritto ma soprattutto un dovere per ogni cristiano che crede in Dio sul serio.
Mi ferisce davvero il cuore vedere persone anche istruite nella Bibbia e di una certa vita di fede, guardare ingenuamente il prete o il predicatore evangelico di turno come se avesse qualcosa più di loro....non sanno che Dio li ama personalmente e non hanno bisogno di altro mediatore se non Gesù! (1Tim 2:5) e solo Dio va cercato con tutto il cuore (Sal 84:21), maledetto l'uomo che confida nell'uomo! (Ger 17:5)

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Da: Soprannome MSNbasta_chiedere_di_RaptorInviato: 22/11/2002 18.44
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Da: Soprannome MSNbasta_chiedere_di_RaptorInviato: 22/11/2002 18.55
Caro Luca, la tua lettera meriterebbe un'analisi quasi riga per riga ma preferisco concentrarmi sulla domanda che apre il forum.
La risposta che chiedi non può semplicemente risolversi in un sì o un no come dici a Teofilo. Ma, visto che, negli altri, ti piace la sintesi cercherò di risponderti in modo in modo conciso ma chiaro.
Io, come cattolico, posso risponderti che credo ( nel senso di "sono sicuro") di essere stato salvato. Gesù, infatti è morto ed è risorto per salvarmi dal peccato.
Inoltre sono salvato ( intendo, in questo momento) perchè anche ora la potenza di Dio opera per liberarmi dalle catene del peccato.
Per finire ti posso dire che io sarò salvato in quanto confido che Dio mi darà anche nel futuro la grazia ( dono immeritato) della perseveranza nell'accettare il dono (immeritato) della salvezza.

Spero che questo soddisfi la tua richiesta

[Modificato da Amministratore DVF 02/10/2009 09:42]