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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 14/10/2003 12.24
Madre d'Unità

Dombes è nome applicato a un gruppo di teologi protestanti e cattolici che festeggia quest'anno i suoi 60 anni di vita.Questi ecumenisti hanno dimostrato d'essere dinamici fautori del progresso teologico intercristiano. Per la prima volta nella storia hanno affrontato la pietra d'inciampo: il posto della Vergine Maria. Hanno concluso: la Madonna non è mai stata causa di divisione tra le Chiese; piuttosto lei ne è una vittima

La mariologia unisce o divide icristiani? La risposta a questo interrogativo richiede una premessa. Il traguardo della piena unità dei cristiani non deve portare a una piatta uniformità, ma piuttosto all'integrazione d'ogni legittima diversità in un'organica comunione, della quale il Papa è chiamato ad essere il servitore e garante. Questo è il pensiero di Giovanni Paolo II sull'ecumenismo ed è proprio lui che ha attribuito a Maria SS. il nuovo titolo "Madre dell'Unità" dei cristiani.Donde sgorga questo nuovo nome della Vergine per una realtà antica quanto è il cristianesimo?

Dalla realtà dell'Incarnazione. Maria partorisce Colui che mediante la Nuova Alleanza riunirà tutti i popoli; Maria è Colei che porta a tutti i popoli il Verbo Incarnato, lo presenta ai Pastori nella Notte Santa, lo presenta ai re venuti dall'Oriente. Maria quale Madre del Verbo non può dunque dividere i cristiani, semmai unirli nella Fede comune in ciò che Essa stessa concepì e partorì per opera dello Spirito Santo. Maria dunque partendo Colui che ci presenta il Padre come "una cosa sola", ha cooperato affinchè Dio facendosi uomo, potesse unire tutti gli uomini a Lui. Non si potrà avere l'Unità dei cristiani se in questa unità non ci vediamo il mistero dell'Incarnazione di Dio che si fa uomo, diventa uomo perchè l'uomo potesse diventare "figlio" in termini di riscatto e di uguaglianza. Questa presenza mariana nell'ecumenismo pontificio emerge anche dalla Orientale Lumen: "Tra questi (i santi) un posto tutto particolare occupa la Vergine Maria, dalla quale è germogliato il virgulto di Jesse". La sua figura è non solo la Madre che ci attende, ma la Purissimache - realizzazione di tante prefigurazioni veterotestamentarie - è icona della Chiesa, simbolo e anticipo dell'umanità trasfigurata dalla grazia, modello e sicura speranza per quanti muovono i loro passi verso la Gerusalemme del cielo" (n. 6). Il Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo, emanato nel 1993 dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani non ricorda mai la memoria della Beata Vergine Maria; ma la data in cui il Papa l'ha firmato è la festa dell'Annunciazione.

Certo la radice più profonda del titolo "Madre dell'Unità" che Giovanni PaoloII ha attribuito alla Vergine (e per il cui titolo i partecipanti delle altre confessioni sono d'accrodo), sta nell'episodio che Giovanni racconta nel capo 19, 25 - 27 del suo Vangelo, nella duplice consegna: del discepolo prediletto a Maria, e della Madre all'apostolo più giovane. Il passo citato va letto in profondità, cioè deve superare l'aspetto del racconto d'un fatto di famiglia in cui un affetto molto caro (che siè costretti a lasciare) viene affidato a una persona di fiducia.Bisogna leggere l'episodio di Maria e Giovanni ai piedi della croce con maggiore profondità, cioè teologicamente, in conformità con la natura mistica dell'evangelista. Giovanni, quando scrive della Vergine-Madre,adopera parole diverse. Se riporta il termine con cui Gesù si rivolge alla mamma, usa la parola gynai, "donna", appellativo nobilissimo.Così avviene a Cana (2, 4) contro ogni costume sociale ebraico,e sotto la croce (19, 26). Invece, nella narrazione di ciò che accade sotto la croce di Gesù, Maria per due volte viene detta in modo assoluto ê mêtêr, "la madre". Cioè viene sottolineata la maternità della Madonna nei riguardi del popolo di Dio, e messo in rilievo il compimento della sua vocazione ad essere la Madre per eccellenza, figura della Chiesa-Madre, che sarà Madre di tutti i fedeli. Giovanni accoglie "la Madre" ecclesialmente nella comunione spirituale della preghiera, nella condivisione della Parola di Dio, nella compartecipazione eucaristica. Questa pienezza di comunione tra Madre e Discepolo segue alla spartizione delle vesti di Gesù,alla sorte tratta sulla tunica, senza cucitura, del Cristo. E si rivela nell'ampiezza della profezia di Simeone quando accanto alle parole "A te una spada trapasserà l'anima", vi aggiunge "Affinchè vengano svelati i pensieri di molti cuori". I Vangeli ci hanno abituati a vedere Maria come Colei che "medita in modo perfetto" tutti gli avvenimenti di questo Figlio, ora nella dimensione ecclesiale Maria può svelare i mille pensieri meditati donandoli per una maggior conversione verso il suo Figlio.

continua.......



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 12.59
Il contrasto fra le due scene (divisione: cioè distacco dal Figlio morente che in quel momento sta lasciando un Testamento, e comunione: nell'affidamento di Colei che ha portato nel mondo l'Unità dell'uomo con Dio), manifesta l'unità dei fedeli nella Chiesa, membra del Corpo di Cristo. Come Madre di tutta la famiglia cristiana della Chiesa, Maria SS. ha il compito di conservare l'unità di tutti i suoi figli, da espletare con la preghiera e la testimonianza,come del resto ha fatto conservando l'unità della fede nella famiglia cristiana delle origini.
Gesù adopera una serie di scene prima di morire: sulla croce Egli lascia il Suo Testamento sigillandolo nel Sangue, aveva già prefigurato questa scena quando l'apostolo dirà " Quando sarò innalzato attirerò tutti a me", nessun cristiano può dunque sentirsi estraniato da questo "Tutti": Giovanni spiega la simbologia di questa Unità attraverso la Tunica "Si sono spartite fra loro le mie vesti e per il mio vestito hanno tirato la sorte" (Gv.19.24), la veste è la Chiesa lacerata e divisa. Segue la scena descritta prima di Maria e di Giovanni, poi Gesù ha sete. Il Vangelo di Luca ci narra del "buon ladrone", ulteriore testimonianza di un Testamento che è garanzia di salvezza, e lo stesso Evangelista ci riporta le parole del Cristo morente che rimette il suo Spirito in quello del Padre, consegnando sè stesso dopo aver detto, come dice Giovanni "Tutto è compiuto", ora il Testamento del Cristo è compiuto, la scena della Madre e di Giovanni sotto la Croce rientrano in questo Testamento, ne fanno parte integrante. Marco ci riporta la prima testimonianza di fede avvenuta con Cristo morto sulla Croce: "Quest'uomo era davvero il Figlio di Dio!", ha così inizio l'avventura della Chiesa che dovrà attendere la Pentecoste per essere ufficializzata ed ancora qui troviamo Maria in mezzo agli Apostoli. Tutti attendevano "costantemente alla preghiera"(At.1,13)
Se è pur vero che Maria è citata poco nei Vangeli, è anche vero che quel poco è inserito nel mistero della Chiesa nascente: Maria e la Chiesa diventano una cosa sola perchè tutti i cristiani diventino una cosa sola, come il Cristo partorito da Maria, con il Padre e lo Spirito Santo sono una cosa sola.
Giustamente il Papa illustra il ruolo di Maria nella fede come parte delle condizioni dell'unità visibile dei cristiani(Ut Unum Sint n.79). Gioiosamente ha siglato l'accordo con le autorità ecclesiali degli assiri orientali. Il Patriarca Mar Dinkha IV e GiovanniPaolo II, dopo accurati studi, sono convenuti nella Dichiarazione comune che non c'è differenza dogmatica tra i due appellativi di Maria detta dagli assiri Christoudochos, cioè Colei che ha accolto il Cristo che è Dio, e dai cattolici Theotocos , cioè genitricedi Dio. Lo Spirito Santo che è anima della Chiesa di Cristo e del movimento ecumenico, colui per il quale Maria ha concepito il Capo delCorpo Mistico, che ha suscitato anche l'appellativo di Madre dell'Unità,lui farà sì che la mariologia non divida più i cristiani,ma li congiunga nella fratellanza con Cristo, che ci viene da Maria in funzione di quel Fiat mediante il quale Maria stessa ci coinvolse tutti in qualità di credenti come Lei che non ebbe difficoltà ne dubbi nel credere che " Dio si facesse carne e venisse così ad abitare in mezzo a noi".
Sia lodato Gesù Cristo

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 13.45
Un altro aspetto che è frutto dell'Ecumenismo è dato dal riabilitare il concetto antico della VENERAZIONE verso la Madre di Gesù, che si riallaccia non soltanto a quell'aspetto ecclesiale nel quale tutti i cristiani sentono di sentirsi vicini (Figli della Chiesa di Cristo) se pur sofferenti nelle divisioni, ma anche in virtù del Magnificat che non canta delle semplici Lodi, ma esprime una realtà sconcertante "grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente; tutti mi chiameranno Beata".
Recenti lavori di esegesi hanno riportato come nella Bibbia nessun essere umano abbia cantato per sè stesso delle Lodi così profonde. Questo aspetto lo leggiamo soltanto in Gesù quando dirà di sè stesso "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!", un cuore che Maria, quale Madre ha contribuito nei suoi battiti riconosciuti da s. Elisabetta: "A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me".
Maria in chiave Ecumenica è Colei che può riavvicinare i figli "dispersi", la figura di S.Elisabetta può essere vista in chiave Ecumenica: lei era ebrea, in età avanzata, speranzosa di vedere come tutti l'avvenimento di questo Messia che tutti attendevano, nel riconoscimento del Figlio che la Vergine annunziata porta nel suo grembo, Elisabetta è la prima figura positiva di un Ecumenismo che riconosce in Maria "la Madre del Suo Signore", in questo riconoscimento scatta la realtà nuova di un cristianesimo che unisce tutti i popoli della terra come dimostrerà la scena dei re Magi davanti alla mangiatoia, che insieme "adoreranno questo Bambino". Sono i primi passi del Vangelo che ci insegnano a leggerlo in chiave Ecumenica.
E' emblematico che in un incontro di mariologia a livello Ecumenico, si sia fatto ricorso alle parole di Paolo VI che diceva:"quando noi distinguiamo la Madonna da Dio, quasi che ci possa essere una bontà distinta da quella di Dio, e non sia Lui la sorgente unica e suprema della bontà, allora diventa grave e finiamo che separiamo la Madonna da Dio e crediamo di dare onore alla Madonna quasi dimenticandoci del suo divino Figlio e confrontando quale dei due si debba onorare di più." (Paolo VI)
Oggi però l'atmosfera delle controversie si è placata e Roger Schultz, priore protestante di Taizè , ha potuto scrivere: "Noi domandiamo ai nostri fratelli cattolici ed ortodossi di purificare la pietà mariana da ogni esuberanza, affinché la Vergine Maria sia sempre tenuta in grande umiltà, come appare nella Sacra Scrittura, in una vita nascosta a fianco di Gesù".
Tuttavia nondimeno traspare dalla parte Ortodossa e Cattolica che questo "nascondimento" di Maria nei Vangeli non può essere interpretato come una ESTRANEITA' della Madre dal Figlio, altrimenti si rischia di relegare il ruolo di Maria ad un ruolo del tutto insignificante, privando la stessa Chiesa del concetto di "Madre che partorisce i figli redenti" (cfr.Ap.12)
Non è un caso isolato che si stia cominciando a leggere in ambienti Ecumenici i tanti lavori della Chiesa su questo tema, altro segno di un frutto maturato ad opera dello Spirito Santo è come vengano fatte talune citazioni come quest'altra: Paolo VI nella Marialis cultus raccomanda: "E' volontà della Chiesa cattolica che in tale culto, senza che ne sia attenuato il carattere singolare, sia evitata con ogni cura qualunque esagerazione, che possa indurre in errore gli altri fratelli cristiani circa la vera dottrina della Chiesa cattolica e sia bandita ogni manifestazione cultuale contraria alla retta prassi cattolica."
Il culto reso a Maria deve apparire secondo le parole di Paolo VI  quale "introduzione e conseguenza del culto unico che dobbiamo a Gesù Cristo nostro Signore ... imitare la Madonna nelle sue virtù, tanto sublimi e tanto umane, in quella soprattutto della fede, dell'accettazione della parola di Dio, che inizia nelle nostre anime la vita di Cristo."
Devoti a Maria perciò lo possiamo essere, sì e senza esitazione alcuna, ma sulla traccia segnata dalla Chiesa e dal Vangelo. Mantenendo salda quella fede genuina scaturita dalle parole di s.Elisabetta che dimostra dalle sue parole, segni di devozione verso "Colei che è la Madre del suo Signore".
Maria  quale "sorgente di grazia immediata" non và mai intesa operante da sola, la scena con la cugina Elisabetta ci dimostra come nella prima operò direttamente lo Spirito Santo il quale non fa altro che far riconoscere ciò che in Maria è stato "concepito per opera dello stesso Spirito Santo", Maria diventa questa "sorgente" visibile e palpabile di "una grazia immediata" che permette ad Elisabetta di contemplare la realizzazione della profezia messianica: "Ecco, concepirà e partorirà un figlio, l'Emmanuel che significa Dio - con - noi " Tale "sorgente di Grazia immediata" è Maria, per la quale
" grandi cose ha fatto in lei l'Onnipotente per cui tutte le generazioni la chiameranno Beata", tale beatitudine però deve condurci all'UNITA', perchè tutti i cristiani dicono come Elisabetta "Madre del mio Signore" e Maria ha solo questo interesse, che tutti riconoscano in Lei "il frutto benedetto del suo seno, Gesù".
La preghiera di San Idelfonso di Toledo (667 d.c. ) è illuminante in questo senso:
"Ti prego, ti prego, Vergine Santa: che da questo Spirito che ti ha fatto generare Gesù riceva io stesso Gesù. Che la mia anima riceva Gesù da questo Spirito che ha reso possibile alla tua carne il concepimento di questo stesso Gesù (...) Che io ami Gesù in questo Spirito nel quale tu stessa l'adori come tuo Signore, e lo contempli come tuo Figlio."
Sia lodato Gesù Cristo

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/10/2003 14.45
La preghiera di San Idelfonso di Toledo (667 d.c. ) "Ti prego, ti prego, Vergine Santa: che da questo Spirito che ti ha fatto generare Gesù riceva io stesso Gesù. Che la mia anima riceva Gesù da questo Spirito che ha reso possibile alla tua carne il concepimento di questo stesso Gesù (...) Che io ami Gesù in questo Spirito nel quale tu stessa l'adori come tuo Signore, e lo contempli come tuo Figlio."
Che io ami Gesù in questo Spirito nel quale tu stessa l'adori come tuo Signore, e lo contempli come tuo Figlio.
Da questo contesto si apre la prospettiva Ecumenica, quella che giudata dallo Spirito Santo, fa meditare su questa Donna che nel Cristo adora il suo Dio, e come Madre lo contempla quale Figlio.
La perfezione di Maria rientra in una sfera particolare della Grazia: è Madre del Verbo, ma anche "figlia del suo Figlio". Tuttavia questa Grazia si arresterebbe ad una insignificante sterilità, se attraverso  Maria stessa non apportasse frutti di conversione a ciò che Lei adora quale "suo Dio", in questo contesto Maria è perciò la garanzia di una pienezza della Grazia che dal momento del concepimento non appartiene a lei sola, ma è distribuita generosamente e gratuitamente a tutti gli uomini.
 "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama", queste parole degli Angeli che cantano una lode a Dio ci riconducono alle parole di Gesù quando dice "Vi do la mia Pace". Maria ha concepito per opera dello Spirito Santo e poi partorito questa Pace attraverso la quale siamo richiamati all'Unità fra tutti i credenti e in questo modo Lei diventa non l'artefice, ma la distributrice di questa Pace. In questo sta il significato di Maria quale "sorgente di Grazia".
La vita e le sue domande: "Tutte le generazioni mi chiameranno Beata". Se pur questa profezia non viene accolta come si dovrebbe, una cosa è certa: "Tutte le generazioni la chiamano e in qualche modo di lei si è sempre parlato"

L'interesse di molte persone per Maria muove spesso da fenomeni di religiosità popolare (apparizioni, santuari mariani ad esse legati, ecc), che ne hanno spesso appannato l'originalità.
Tuttavia la sua figura è presente con grande rilievo  nei documenti ufficiali della Chiesa e nella sua liturgia, ma anche fra i Protestanti e specialmente in questo ultimo secolo nel quale Maria è stata rivalutata per il ruolo che Dio le ha dato. Perché è così importante? Qual è il suo ruolo nella vita della Chiesa e nella storia della salvezza?
Riferimenti contenutistici di cultura generale

La storia dell'arte, della letteratura, del cinema, della musica è ricchissima di opere che trattano di Maria. Secondo l'opportunità si seleziona qualche documento e se ne approfondisce il significato.
La figura di Maria è presente anche in altre religioni o confessioni religiose, con interpretazioni diverse rispetto a quella data nella fede cattolica. Secondo l'opportunità di un proprio Credo si considera Maria:
- presso i Musulmani; quale Vergine da rispettare;
- presso gli Ebrei; una Ebrea molto devota di Dio, attenta alle Scritture;
- presso gli Ortodossi, la Teothokos, venerabilissima Madre che si riallaccia alla dottrina Cattolica se pur si distacca da alcuni aspetti;
Protestanti, gli Anglicani e Luterani, la venerano in modo diverso: sia come Madre di Gesù, sia come Madre di Dio, ma si dissociano dal culto Cattolico ed Ortodosso; tutti gli altri movimenti che si definiscono Evangelici (Pentecostali e non) sono gli unici che non la riconoscono come Madre di Dio, tuttavia le distinzioni fra di loro sono molte e taluni gruppi non hanno difficoltà a riconoscerla Madre del Verbo Incarnato; in molti vi è vivo il rapporto nel dialogo ecumenico in genere.
Sul versante antropologico la figura di Maria provoca a riflettere sul ruolo della donna nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa.
Mentre dal punto di vista storico e spirituale Maria provoca la ricerca di una piena conoscenza sul mistero dell'Incarnazione.

Riferimenti contenutistici confessionali

Maria è una figura di cui si parla poco nella Bibbia. Si raccolgano i passi che la riguardano, soprattutto in Lc. (Vangelo dell'infanzia) e in Gv che ne parla all'inizio e alla fine della vita pubblica di Gesù: (nozze di Cana 2,1-5; sotto la croce 19,25ss).
La sua figura tuttavia ha un grande valore nella storia della salvezza (cfr. ad es. Magnificat Lc 1, 46-55). Donna di fede e creatura nella quale Dio ha portato a compimento la sua redenzione, Maria è modello per l'intera Chiesa, che fin dagli inizi l'ha fatta oggetto di particolare devozione, legata al mistero del figlio Gesù, in una chiave di unità fra tutti coloro che si definivano cristiani rigenerati dal Cristo.

Nel delinearne i tratti teologici si ricordino i momenti più significativi della riflessione ecclesiale su Maria:
- da i Padri della Chiesa fra il I e II secolo Maria è già conosciuta quale "Madre del Dio fatto uomo", "Avvocata" (S.Ireneo);
- Concilio di Efeso (431): Maria madre di Dio, in rapprto alla dottrina della Trinità.
Il contesto di elaborazione della Chiesa si snoda e si sviluppa su Maria fin dal primo secolo, ma sempre e solo in rapporto all'identità del suo Figlio, fino ai giorni nostri.
Il vero ostacolo emergerà a metà del 1700 su alcune affermazioni calviniste le quali verranno mitigate  nel 1800, per poi riesplodere in toni più gravi a causa di frangie fondamentalistiche Pentecostali che negaheranno senza alcun riscontro esegetico la maternità divina di Maria e di conseguenza finiranno per insegnare una dottrina estranea al Vangelo dicendo che Maria è solo Madre dell'umanità del Cristo, separando inequivocabilmente le due nature che sono invece, come Efeso ci riporta, "unite in una unica Persona, partorita da Maria".

Le risposte: sintesi concettuale fondamentale per valorizzare la spinta ecumenica:

Maria è la credente perfetta, vera madre del Verbo che in lei si è incarnato, è colei nella quale la redenzione è già pienamente compiuta, come pegno di vita eterna per tutti i credenti.
Per questo la Chiesa vede in lei un modello da imitare, l'icona del suo mistero, un'avvocata che intercede presso Dio, una Madre attenta ai bisogni della Chiesa.