00 06/11/2009 22:22
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 1 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNlizzie9821E  (Messaggio originale)Inviato: 17/03/2004 20.19
Ho sentito parlare di questo "riposo".
Il primo impatto è stato di pensare: "fanatismo".
Ma che cos'è?? e soprattutto a cosa servirebbe??
Lizzie
 


Prima  Precedente  2-16 di 17  Successiva  Ultima  Elimina risposte 
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 2 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 17/03/2004 20.53
Avviene con l'imposizione delle mani sul capo da parte di certi carismatici, dopo l'invocazione dello Spirito Santo
Il soggetto, pur rimanendo vigile, sente il corpo che non lo regge e cade a terra, tanto che, durante queste celebrazioni, occorre che una persona stia alle spalle per accompagnarlo nella caduta. Il soggetto può restare nella posizione distesa per un tempo molto variabile
In realtà non si conosce bene il motivo di questo fenomeno. Si suppone che sia provocato dalla forza dello Spirito Santo nei confronti di chi ha bisogno di  trovarsi in questo stato di riposo.
Non credo che la Chiesa si sia mai pronunciata al riguardo. Personalmente ho assistito a parecchi di questi casi. Le testimonianze dicono di avvertire come una forza alla quale non è possibile opporre resistenza.
Fraternamente
iyvan

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 3 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/03/2004 21.38
Cara Lizzie......credo che il "riposo nello Spirito" sia una esperienza....più che carisma come ho avuto modo di leggere altrove....anzi....questa volta VOGLIO ESSERE PROVOCATORIA.....E CHIEDO PERDONO IN ANTICIPO A GINO, RAPTOR, TEOFILO ED ALTRI AMICI CHE SONO NEL RINNOVAMENTO.........per provocazione inserirò un testo che si esprime un tantino CONTRARIO a questo fenomeno.....onestamente parlando NON condivido alcuni aspetti che se volete poi potremmo approfondire....tuttavia credo che tornerà ugualmente utile al di là di cosa scrive ARRIGO MUSCIO....e di come la pensa...il quale si sofferma SOLO a specificare che questo fenomeno NON è comunque UN  CARISMA...e questo lo condivido...., ma poi segue un testo che condivide questo fenomeno così da avere due fonti diverse....anche questo secondo testo (che condivido) fa comprendere che si tratta di una ESPERIENZA che vuole indurci a "fare qualcosa in più", ma si comprende che non è un "carsima".......
Fraternamente Caterina
IL RIPOSO NELLO SPIRITO   : NON E’ UN CARISMA!
Da qualche tempo si sta affermando, secondo certe voci, un “nuovo carisma”: il riposo nello Spirito. Durante alcune celebrazioni presiedute da appartenenti al Rinnovamento nello Spirito, varie persone cadono in un “sonno” che molti considerano “riposo nello Spirito Santo” o “Riposo nello Spirito Carismatico”; condizione definita dagli interessati come uno stato di pace-riposo mistico o meglio “stato di pace psicologica e quiete interiore - dolce velarsi dei sensi”. E da più parti si considera tale stato come un carisma. Ma, a mio parere, e l’ho anche affermato  nel mio libro “I segni di Dio”, non lo è! Cercherò di spiegarne la ragione.

Innanzitutto non è elencato nei carismi che lo Spirito Santo, per bocca di S. Paolo, annovera tra i doni straordinari “E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza, ad un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; ad un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; ad un altro il dono della profezia; ad un altro il dono di distinguere gli spiriti; ad un altro la varietà delle lingue; ad un altro infine l’interpretazione delle lingue...” 1 Cor 12,7 seg.<o:p></o:p>

Pensare che lo Spirito Santo si sia dimenticato di includere anche il “carisma del riposo nello Spirito” è un’eresia in quanto Dio non può dimenticare alcunché. Ritenere che S. Paolo abbia riportato “un’elencazione tipologica” dei carismi a mò d’esempio è un assurdo in quanto lo Spirito Santo ha distribuito nel corso dei secoli tali carismi a numerosi santi o discepoli che li hanno esercitati “per il bene comune”. L’elenco in questione viene poi richiamato dai numerosi documenti del magistero che ho riportato alla fine dell’articolo per comodità del lettore. E tutti i documenti evidenziano l’utilizzo dei carismi per il bene comune al fine dell’evangelizzazione e dell’edificazione della Chiesa. Chi dorme serve solo a se stesso! Non possiamo infatti dimenticare le parole di Gesù: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Mt 26,41) - “Vegliate dunque, perchè non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”. (Mt 24,42). Gesù non ha quindi invitato a “riposarsi nello Spirito”.

Nella Sacra Scrittura non vi è alcun accenno a tale carisma che non dev’essere confuso con la pace interiore e la serenità che si provano mentre si prega o quando si è fatti oggetto di preghiere di guarigione e/o di liberazione. In tali casi, infatti, è chiaro l’intervento divino. Non dev’essere inoltre confuso con gli interventi eccezionali compiuti da Dio in certi casi: es. Gen. 2,21 - 1 Sam. 26,12 e neppure con le visioni mistiche di cui sono intrise la Sacra Scrittura e la cronaca delle apparizioni mariane. La Bibbia riporta invece un episodio assai emblematico: la liberazione del fanciullo posseduto “...E il fanciullo diventò come morto, sicchè molti dicevano: “E’ morto!”. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi” (Marco 9,25 seg.). In numerosi esorcismi, diversi posseduti cadevano a terra e parevano “morti”. Soltanto che, apostrofati nel nome del Signore e spruzzati con acqua benedetta, si “riprendevano” dal “riposo nello spirito di satana”.

Purtroppo certe “cadute nel riposo dello Spirito” avvengono durante alcune celebrazioni del Rinnovamento od in altre similari in cui non si utilizzano più né l’acqua benedetta, né l’olio benedetto; nè le preghiere di guarigione di P. Tardif o di Padre Betancourt, né i salmi di guarigione-protezione-liberazione (es. Sal. 91-18-57-56-27 ecc.), né le preghiere di liberazione che accompagnano e valorizzano l’imposizione delle mani. Di conseguenza tali celebrazioni hanno del Rinnovamento solo il nome! Non le opere! Infatti, tolti i canti, non resta più nulla!<o:p></o:p>

Per concludere, qualcuno si chiederà come mai, comunque, avviene il fenomeno del “riposo nello Spirito”? A mio parere per quattro ragioni principali:<o:p></o:p>

1) posseduti che cadono a terra davanti alla potenza di Dio;<o:p></o:p>

2) persone facilmente suggestionabili;<o:p></o:p>

3) personalità isteriche o protagoniste;<o:p></o:p>

4) individui, strumenti delle tenebre, che hanno tutto l’interesse, fingendo un “riposo nello Spirito”, a creare confusione e sminuire l’impatto psicologico, negativo per il demonio, che deriva a molti dall’osservare i posseduti che cadono davanti all’Onnipotenza del Signore[1]. Come possano i demoni incarnati accostarsi ai Sacramenti l’ho trattato nel mio libro “Luce e tenebre”, a cui rimando il lettore.....

<o:p></o:p>
<o:p></o:p>

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:<o:p></o:p>

2003 La grazia è innanzitutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica. Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla salvezza degli altri e alla crescita del Corpo di Cristo, la Chiesa. Sono le grazie sacramentali, doni propri ai diversi sacramenti. Sono inoltre le grazie speciali chiamate anche « carismi » con il termine greco usato da san Paolo, che significa favore, dono gratuito, beneficio [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 12]. Qualunque sia la loro natura a volte straordinaria, come il dono dei miracoli o delle lingue, i carismi sono ordinati alla grazia santificante e hanno come fine il bene comune della Chiesa. Sono al servizio della carità che edifica la Chiesa [Cf 1Cor 12)

799 Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un'utilità ecclesiale, ordinati come sono all'edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo ...

800 I carismi devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità di tutto il Corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei carismi [Cf 1Cor 13 )

951 La comunione dei carismi. Nella comunione della Chiesa, lo Spirito Santo «dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali» per l'edificazione della Chiesa [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 12]. Ora «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune» ( 1Cor 12,7 )

Dal Concilio Vaticano II:<o:p></o:p>

12 Inoltre lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma « distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui » (1 Cor 12,11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: « A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio » (1 Cor 12,7). E questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione. Non bisogna però chiedere imprudentemente i doni straordinari, né sperare da essi con presunzione i frutti del lavoro apostolico. Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Ts 5,12 e 19-21).LG12

“Anzi ognuno deve fattivamente prepararsi all'apostolato, cosa che urge maggiormente nell'età adulta. Infatti con il progredire dell'età, l'animo si apre meglio in modo che ciascuno può scoprire più accuratamente i talenti con cui Dio ha arricchito la sua anima, ed esercitare con maggiore efficacia quei carismi che gli sono stati concessi dallo Spirito Santo, a bene dei suoi fratelli”.AA  30

28. I cristiani, avendo carismi differenti (cfr Rm 12,6), devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero (cfr. 1 Cor 3,10). Tutti dunque, coloro che seminano e coloro che mietono (cfr. Gv 4,37), coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (cfr. 1 Cor 3,8), affinché « tendendo tutti in maniera libera e ordinata allo stesso scopo»  indirizzino in piena unanimità le loro forze all'edificazione della Chiesa. Per tale ragione il lavoro dei messaggeri del Vangelo e l'aiuto degli altri cristiani vanno regolati e collegati in modo che « tutto avvenga in perfetto ordine » (cfr. 1 Cor 14,40) in tutti i settori dell'attività e della cooperazione missionaria.”AG28

“Anzi, in forza del precetto della carità, che è il più grande comando del Signore, ogni cristiano è sollecitato a procurare la gloria di Dio con l'avvento del suo regno e la vita eterna a tutti gli uomini: perché conoscano l'unico vero Dio e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo (cfr. Gv 17,3). A tutti i cristiani quindi è imposto il nobile impegno di lavorare affinché il divino messaggio della salvezza sia conosciuto e accettato da tutti gli uomini, su tutta la terra. Per l'esercizio di tale apostolato lo Spirito Santo che già santifica il popolo di Dio per mezzo del ministero e dei sacramenti, elargisce ai fedeli anche dei doni particolari (1 Cor 12,7) «distribuendoli a ciascuno come vuole» (1 Cor 12,11), affinché mettendo « ciascuno a servizio degli altri il suo dono al fine per cui l'ha ricevuto, contribuiscano anch'essi come buoni dispensatori delle diverse grazie ricevute da Dio» (1 Pt 4,10) alla edificazione di tutto il corpo nella carità (cfr. Ef 4,16). Dall'aver ricevuto questi carismi, anche i più semplici, sorge per ogni credente il diritto e il dovere di esercitarli per il bene degli uomini e a edificazione della Chiesa, sia nella Chiesa stessa che nel mondo con la libertà dello Spirito, il quale « spira dove vuole » (Gv 3,8) e al tempo stesso nella comunione con i fratelli in Cristo, soprattutto con i propri pastori essi hanno il compito di giudicare sulla loro genuinità e uso ordinato, non certo per estinguere lo Spirito ma per esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Tes 5,12,19,21)”.AA 3

I sacri pastori, infatti, sanno benissimo quanto i laici contribuiscano al bene di tutta la Chiesa. Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune”.LG3

*******************************************

Questo invece un testo che condivide questo fenomeno......  

IL RIPOSO NELLO SPIRITO

http://www.rparadisi.it/catechesi/C34.htm

Cap. I

Il fenomeno e il suo contesto

In genere l’ambiente nel quale si produce il fenomeno è quello del gruppo riunito in preghiera. La preghiera può essere sia quella spontanea, sia quella liturgica. Nel contesto di preghiera c’è sempre una proclamazione della Parola di Dio. In seguito alla Parola viene proposto di ricevere da parte di Dio una grazia speciale. Attraverso l’imposizione delle mani si manifesta l’amore e l’attenzione di Gesù. Questa "trasmissione" di grazia si effettua dal Corpo di Cristo (rappresentato dal gruppo) che viene in aiuto di uno dei membri sofferenti e gli comunica all’istante quello di cui ha bisogno.

È in questo contesto dell’imposizione delle mani che avviene il riposo nello Spirito Santo. La preghiera comune, quella del Corpo di Cristo riveste un’intensità particolare: ad uno lo Spirito dona una parola di saggezza, ad un altro la Fede ecc. E’ in questa dimensione che si produce in molti il fenomeno del "Riposo nello Spirito Santo".

La persona pare che stia per svenire, vacilla e cade dolcemente a terra per qualche minuto. In questo lasso di tempo la persona si trova in una grande quiete. Quando si alzerà, il suo viso, comincerà a cambiare, come se avesse una luce nuova. Questa è un’esperienza di grazia proveniente da Dio. 

Diceva S.Francesco di Sales che esistono due tipi di raccoglimento: il primo si ha quando coloro che vogliono pregare si mettono alla presenza di Dio; il secondo quando noi siamo invasi da Dio stesso. Questo amore lo realizza Dio in noi con la sua immensa grazia. Spesso l’accesso alla vita mistica non è sempre cosciente. Avvengono piccoli fenomeni prolungati nel tempo e sono più frequenti di quanto crediamo, senza averne coscienza.

Oggi lo Spirito Santo soffia con un’impetuosità a volte sbalorditiva, "attardandosi" forse meno sulle imperfezioni dell’uomo, proprio perché bramoso di rivelare il Cristo e il suo mistero d’amore e di resurezzione. È così che un buon numero di persone, non necessariamente cristiane in partenza, ricevono gratuitamente da Dio delle grazie spirituali abbondanti grazie di ordine carismatico, ma anche di ordine mistico, cioè d’intimità con Dio. Il Signore vuol dire: "Mettetevi al servizio della Chiesa" per condividere con tutti i fratelli le grazie che vi ha dato, dal momento che "c’è più gioia nel dare che nel ricevere".

L’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo è, senza dubbio, di origine mistica, perché essa è dovuta ad una visita particolare dello Spirito per cui l’uomo sperimenta la presenza divina benefica e sconvolgente. Questa visita dello Spirito avviene esclusivamente per iniziativa di Dio e viene ricevuta passivamente dalla persona che è ben disposta il "riposo nello Spirito" può essere assimilato ad un’esperienza di effusione, ma di un altro tipo....

Cap. III

La diagnosi differenziale

Il "riposo nello Spirito" presenta molte analogie con esperienze che non hanno nulla di mistico, ma traggono piuttosto origina da una pratica medianica o da una certa psicopatologia.

Esaminiamo quello che non è il riposo nello Spirito:

Non si tratta di una qualche manifestazione di persone o di fenomeno di psicologia di massa.

L’ipotesi di psicologia di massa è da escludere, perché il riposo nello Spirito avviene nell’ambito di un ministero di preghiera che è esercitato in modo sano, equilibrato in un clima di pace, di preghiera e al di fuori di ogni esaltazione emozionale. Inoltre colui che impone le mani non esercita nessuna attività sul soggetto, eleva solo a Dio una preghiera di intercessione.

Non si tratta di un fenomeno isterico.

Molte volte abbiamo visto persone che ignoravano tutto sul fenomeno, scivolare, imprevedibilmente, nel riposo nello Spirito durante la preghiera. Dunque non è frutto di isterismo. Anche le guarigioni di Lourdes erano state credute frutto di isterismo, ma oggi su questo ci si ravvede.

Non si tratta di un effetto magnetico, medianico o più genericamente parapsicologico.

La tesi di un fluido magnetico è inesatta e non credibile. Se si accetta l’ipotesi parapsichica si cancella la distinzione che c’è tra parole di profezia e predisposizione, tra telepatia e conoscenza immediata. E se si cancellano queste distinzioni diventa un gioco dimostrare che Gesù è stato il più grande medium di tutti i tempi.

Non si tratta di fenomeno ipnotico.

Non può essere un fenomeno ipnotico, perché nel riposo nello Spirito non si perde la volontà, anzi la volontà è rafforzata da una grazia interiore ricevuta. Invece l’ipnotizzato perde la volontà ed è sottomesso alla volontà dell’ipnotizzatore.

Non si tratta di uno svenimento o di una perdita di coscienza.

Al contrario, la coscienza è accresciuta, c’è un aumento della lucidità e dell’obiettività dello sguardo interiore su Dio e su se stessi.

Cap. IVL’esperienza del riposo nello Spirito.

A livello fisico si prova una sensazione di debolezza fisica in tutte le membra, un senso di assenza di peso in coloro che cadono. In quelli che non cadono si avverte un tremito nelle gambe che tendono a cedere e una vertigine dolce e non fastidiosa. In entrambi i casi c’è uno stato di pace e di dolcezza. Quando ci si prepara ad alzarsi si avverte un senso di pesantezza. Nonostante ciò ci si risolleva senza sforzi, anche se spesso c’è il desiderio di prolungare questo stato di quiete.

A livello spirituale si avverte un benessere causato dall’aumentare della coscienza della presenza di Dio. Ci può essere anche la sensazione di calore nel petto e di fuoco nel cuore. Spesso non si vuole essere disturbati per continuare a gustare la presenza di Dio. Durante il riposo nello Spirito frequentemente si registrano delle ricezioni di "luci" particolari che riguardano Dio, la Trinità, il Cristo, la misericordia, il senso della vita, l’urgenza della conversione, i propri limiti, i fallimenti, le ferite e i peccati del soggetto. Queste luci non giungono sempre all’istante, ma vengono ricevute e si sviluppano nella coscienza del soggetto nelle ore e nei giorni seguenti. Allo stesso modo, spesso, si producono delle guarigioni interiori e a volte fisiche, come se la disposizione della persona durante il riposo fosse più docile all’azione dello Spirito e quindi favorisse lo sbocciare di grazie di guarigioni.

Tutti questi dati si ritrovano anche presso coloro che ricevono questo genere di effusione senza cadere, a livello minimo ma ugualmente concreto. La frequenza della caduta sembra che dipenda dall’intensità delle preghiere di coloro che ci attorniano. Infine diciamo che chi ha deciso di non cadere, pur desiderando qualche grazia, ma opponendosi alla spinta dello Spirito, non cadrà. I frutti di questo fenomeno sono immediati ma soprattutto a lungo termine. Se il riposo nello Spirito rimane sterile significa che l’esperienza è stata illusoria, o se autentica, non ben compresa o facilmente dimenticata, mentre, al contrario, è una chiamata a lasciarsi amare da Dio… ed amare meglio i nostri fratelli!

Cap. V

I rischi

I rischi sono:

Ricercare periodicamente il fenomeno allo scopo di ricevere nuove grazie.

Restare delusi per non essere caduti, come se il valore dell’esperienza fosse solo la caduta.

L’imposizione delle mani non deve essere praticata allo scopo della caduta. La caduta non è legata alla qualità della grazia ricevuta.

Non bisogna usare l’imposizione delle mani come una tecnica per produrre il fenomeno.

Non bisogna far risaltare l’aspetto spettacolare del fenomeno.

È necessario vegliare perché l’assemblea resti calma e tranquilla. Bisogna evitare qualsiasi esaltazione.

Il riposo nello Spirito deve categoricamente radicarsi in una dimensione ecclesiale molto solida.

Cap. VI

Conclusioni

L’esperienza del "riposo nello Spirito" radicato in un contesto ecclesiale è, senza dubbio, uno dei tanti modi che lo Spirito inventa per manifestare all’uomo quanto sia amato da Dio.

Si parla di riposo e non di sonno, perché durante il riposo ci si trova in una situazione di rilassamento in cui si ascolta, si assorbe ciò che lo Spirito Santo ti dice e ti dà; mentre durante il sonno non si è vigili, viene fuori solo il nostro subconscio e non ascoltiamo nulla.

Tratto dal testo di "Philippe Madre Fr. Efraim"