00 09/11/2009 15:54
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Consiglia  Messaggio 1 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN♣®rom♪♪1  (Messaggio originale)Inviato: 06/08/2002 0.40
 
Cari GESTORI, ho la fortuna e quindi la possibilità di inserire in bacheca  I dieci comandamenti di Adolf Exeler e                                    Otto Hermann Pesch. Inizio in questa bacheca... se lo ritenete utile per la lettura e consultazione poteteistituire un'apposita bacheca onde avere tutto il materiale a dispozione. Inizio quindi con Adold Exeler. Caterina, parte di questi te li ricorderai, li avevo inseriti in una comunità laica...   

Vivere nella libertà di Dio   (I dieci comandamenti)

Adolf Exeler

I comandamenti non sono superati dal NT, in specie dal comandamento principe dell’amore e dalle direttive del discorso della montagna.

I dieci comandamenti costituiscono un testo la cui rilevanza viene sottolineata dal fatto che il testo è egualmente prezioso per i cristiani che per gli ebrei e può giovare all’intesa tra gli uni e gli altri.

Es 20,1-17 e Dt 5,1-22, il testo definitivo risale al 700 a.C. ed è posto in un contesto che lo fa apparire in maniera chiara come una specie di programma destinato ad aiutare il popolo di Dio a non perdere di nuovo la libertà donatagli dal Signore e a non ricadere in nuove forme di asservimento umano.

Il decalogo comincia con il «Vangelo»  cioè col lieto annuncio dell’intervento di Dio in favore del suo popolo. Tutto il resto è solo una conseguenza logica di questo atto divino.

L’azione umana richiesta è preceduta dall’azione salvifica divina, che mette in moto e ispira continuamente tutto il processo.

Il Dio liberatore chiama i liberati a collaborare alla salvaguardia della loro libertà; non basta accogliere la libertà come un dono. Il decalogo è espressione della sollecitazione amorosa di Dio, il quale non vuole che Israele perda la libertà donatagli.

Dio è libero perciò vuole che l’uomo sia libero. Nella libertà deve trovare lo sviluppo e la pienezza della vita per sé e per gli altri.

Prima parte

 

I DIECI COMANDAMENTI

COME UN COMPLESSO UNITARIO

I.                   Etos e fede

Il decalogo comincia con una frase di importanza decisiva per la comprensione di tutto il testo: «Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù» (Es 20, 1; Dt 5,6); le singole direttive che seguono sono una conseguenza dell’azione liberatrice di Dio.

Dopo che Dio ha liberato il suo popolo questo deve comportarsi in maniera rispondente a tale azione divina e non perdere o rovinare di nuovo con la propria incoerenza la libertà donatagli.

Dio ha scelto degli schiavi e di essi ha fatto un miracolo: il popolo eletto, un regno di sacerdoti in ordine alla liberazione di tutta l’umanità.

Es 19,5 ss «Mia è tutta la terra, voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa».

L’ebreo credente viene così esortato: «Non lederai il diritto dello straniero o dell’orfano… ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto, e che di là ti ha liberato il Signore tuo Dio» (Dt 24,17 ss).

Da ora in poi l’ebreo liberato non può mantenere in un’indegna dipendenza da sé altri uomini.

Collaborare con l’azione di Dio

La «fede moraleggiante» si limita a tirare precipitosamente le conclusioni, passa direttamente dalle proposizioni di fede accettate con l’intelletto alla conseguenza di un comportamento corrispondente, riducendo tutto a una questione di decisione della volontà.

Invece in un comportamento ispirato dalla fede l’uomo credente percepisce anzitutto in maniera intensa e con profonda gratitudine la gravità dell’azione divina e di conseguenza si sente spinto ad agire in maniera simile a Dio (non da riflessioni razionali) ma da impulsi molto più profondi che scaturiscono dall’esperienza dell’amore di Dio per lui. L’azione diventa espressione di gratitudine; l’azione umana così ispirata assume un tono di festosità e di gioia.

Nella misura in cui l’uomo percepisce nella fede quanto Dio gli ha donato, si sente anche interiormente spinto a esprimere la propria gratitudine con un comportamento corrispondente. L’esperienza della libertà loro donata spinge le persone ad agire in maniera simile a Dio.

Una fede moraleggiante è inefficace; quando si mostra efficace risulta pericolosa perché costringe l’uomo a schierarsi contro se stesso con l’intelletto e la volontà. L’uomo si invischia in esigenze esagerate che diventano per lui un tormento.

Invece occorre cooperare consapevolmente con l’azione di Dio; infatti i comandamenti aiutano il credente a «camminare con Dio» (Mi 6,8); il decalogo è la via di Dio (Sal 25,4-9).

Sal 32 (collaborazione divina-umana) «Ti farò saggio, ti indicherò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio…».

Non solo Dio ha liberato Israele ma è uscito con lui dall’Egitto verso la libertà.

Il fondamento decisivo del decalogo è infatti il vangelo, il lieto annuncio dell’amore liberante di Dio per il suo popolo. «Se hai capito realmente cosa ho fatto per te guidandoti alla libertà non andrai dietro ad altri dei, non calpesterai i diritti del prossimo…».

Il decalogo è una direttiva per la vita, una parola ispiratrice e orientatrice che deve aiutare a risolvere i problemi dell’esistenza.

L’AT è pervaso da tanta gioia per i dieci comandamenti.

Sal 19 «La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima, la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi… i giudizi del Signore sono più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele…» (Sal 19,8-11; Sal 119,12).

 

continua 

 
 
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Consiglia  Messaggio 2 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 10/08/2002 23.05
 
Cara Rom,mi era sfuggito questo forum che è rimasto indietro. Penso valga la pena leggere la continuazione dell'argomento. Non si finisce mai di imparare la profondità della LEGGE alla luce della Grazia. mi colpisce questa espressione di Exeler...in un comportamento ispirato dalla fede l’uomo credente percepisce anzitutto in maniera intensa e con profonda gratitudine la gravità dell’azione divina e di conseguenza si sente spinto ad agire in maniera simile a Dio (non da riflessioni razionali) ma da impulsi molto più profondi che scaturiscono dall’esperienza dell’amore di Dio per lui. L’azione diventa espressione di gratitudine; l’azione umana così ispirata assume un tono di festosità e di gioia. Sia lode al Signore
 
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Consiglia  Messaggio 3 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN♣®rom♪♪1Inviato: 11/08/2002 0.02
 
Ciao Teofilo e Buona Domenica... ormai si può dire visto che manca pochissimo. In effetti avevo inserito questo topic pensando di continuare... chiedendo anche per non 'intasare' la bacheca generale di istituire una bacheca 10 comandamenti ma Caterina, sempre attenta a tutto, non ha dato seguito: pensavo non lo ritenesse utile. Visto che ora non ci sono molti interventi se vuoi, se lo ritieni utile, posso continuare almeno per quanto riguarda il primo e se poiincontra interesse posso continuare con il secondo. Trovo molto interessanti e utili questi scritti che ho nel pc: mi erano serviti per una tesina di teologia ricevendo anche i complimenti....ovv.te complimenti che devo fare a Adolf Exeler e                                    Otto Hermann Peschche avevo trascritto tanto tempo fa.    Ciao a domani!    
 
 
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Consiglia  Messaggio 4 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN♣®rom♪♪1Inviato: 11/08/2002 14.09
 
 

I.                   Attualizzazione sempre nuova (Legge e comandamento)

Per gli ebrei la legge è sempre valida «Non soltanto con voi io sancisco questa alleanza e pronuncio questa imprecazione, ma con chi oggi sta qui con noi davanti al Signore nostro Dio e con chi non è oggi qui con noi» (Dt 29,14).

Israele non ha mai considerato le direttive di Dio come una legge rigida, ma come qualcosa in continua mobilità.

Il decalogo nella Bibbia è sempre adattato alle nuove situazioni in cui il popolo eletto nella sua storia viene a trovarsi.

Per Israele non è mai esistita una volontà giuridica rigida di Dio, perché ogni generazione era sempre nuovamente chiamata a interpretare la volontà divina per lei valida in ordine alla propria situazione, con tutto il rischio che tale operazione comportava.

Occorre distinguere tra legge e comandamento.

Il comandamento come parola rivolta direttamente da Dio ha il suo posto nel culto, non è oggetto di cambiamento, perché derivano da Dio, sono direttive di Dio.

La legge è legata a istituzioni umane, sottoposta a cambiamenti della storia; a un carattere casistico, regola ogni caso.

L’intenzione fondamentale del decalogo che consiste nel dare forma alla libertà donata da Dio va continuamente concretizzata in vista delle nuove situazioni.

La correlazione

Innanzitutto si cerca di determinare nella maniera più precisa possibile la relazione originaria tra la formulazione di un comandamento e la situazione concreta del tempo passato in cui tale formulazione si riferiva.

Solo dopo si cerca di porre in relazione la formulazione del passato con l’odierna situazione in modo tale da far balzare pienamente in luce l’intenzione originaria. Si tratta dunque di stabilire una relazione reciproca (correlazione) tra l’evento da cui è nato il testo originario e quello odierno.

Ogni epoca si trova nella necessità di ristabilire questo nesso. Così il messaggio della fede si cala nella situazione concreta.

La correlazione può servire a far sì che le singole formulazioni del decalogo influiscano sulla vita degli uomini odierni e la plasmino effettivamente.

Tutti i comandamenti si indirizzano alla coscienza perché si occupano di fatti che non possono essere in larga misura giuridicamente determinati. Essi mirano a far assumere un atteggiamento interiore che corrisponda al modo di agire di Dio.

Il decalogo cerca di cambiare gli uomini in modo che col loro comportamento collaborino alla grande storia della liberazione che Dio vuole realizzare col loro consenso.

IV.              Il fine del decalogo: la libertà

«Mai come oggi gli uomini hanno avuto un senso così vivo della libertà e intanto sorgono nuove forme di schiavitù sociale e psichica» (GS 4).

La Chiesa per molti è simbolo di chiusura e oppressione, minaccia di libertà e tuttavia la libertà è un concetto chiave della Bibbia.

Sal «Tu ci hai messi alla prova… ci hai fatto cadere… ci hai fatto passare per il fuoco e l’acqua… ma poi ci hai guidati alla libertà» (Sal 66,10-12).

Sal 118: «Mia forza e mio canto è il Signore, Egli mi ha liberato».

Gesù dice: «Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a rimettere in libertà gli oppressi» (Lc 4,18; Is 61,1-2).

Rm 8,21: «La creazione nutre la speranza di essere liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio».

V.                 Trasformazioni nella concezione della libertà

Oggi nella Chiesa cattolica va imponendosi una concezione della libertà che guarda in particolare alla comunione solidale degli uomini davanti a Dio; libertà è solidarietà tra gli uomini al cospetto di Dio.

Partecipazione alla libertà di Dio

Il Dio che si è rivelato al popolo di Israele è un Dio che vuole condividere la sua vita con gli uomini. Dio è libero e vuole che l’uomo sia libero, perché è sua immagine. Dio non vuole che la libertà dell’uomo sia coartata da altri uomini, dal male e dal peccato.

La libertà in Dio non è libertà di scelta tra il bene e il male, ma libertà in ordine ad un amore infinito: «Dio è colui che è libero nel suo amore e colui che ama nella sua libertà».

E la libertà donata da Dio agli uomini è libertà di amare. La libertà di cooperare a ciò che Dio ha iniziato con la sua azione liberatrice.

Libertà in virtù del perdono

Il peccato è un allontanamento dallo spirito liberatore di Dio e quindi una mancanza di libertà. Il regno del peccato è un regno di crescente mancanza di libertà: «una libertà che esalta l’innocenza di un egoismo naturale, non rende liberi, ma aumenta piuttosto la solitudine e la mancanza di relazioni degli uomini tra di loro». Faccio ciò che voglio e mi piace.

La libertà donata da Dio è certo sempre in pericolo; il Dio della Bibbia si rivela come un Dio costantemente intento a restaurare e ad ampliare tale libertà.

Nel Sal 81 si parla dell’amore sollecito di Dio per il suo popolo. Da questa sollecitudine scaturiscono la delusione di Dio nei confronti di Israele che non lo ha voluto e il lamento perché il popolo si autocondanna alla perdizione e alla infelicità.

L’uomo punisce se stesso voltando le spalle a Dio:

«Ascolta popolo mio, ti voglio ammonire:

Israele se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un altro Dio…

Sono io il Signore tuo Dio

che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto:

apri la bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce…

L’ho abbandonato alla durezza del suo cuore

che seguisse il proprio consiglio…

Se il mio popolo mi ascoltasse…

subito piegherei i suoi nemici…»  (Sal 81,9-17)

La libertà così come la vede la Bibbia è una realtà che vive in virtù del perdono.

 
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Consiglia  Messaggio 5 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 11/08/2002 17.58
 
Cara Rom,ho trovato interessante il concetto di attualizzazione della legge operato costantemente dal popolo eletto nel corso della storia. Finora ero convinto invece di una rigidità assoluta da parte degli ebrei nel mettere in pratica le norme dettate a Mosè.E' proprio vero che non si finisce mai di imparare. Questo particolare è molto importante a mio avviso anche per comprendere l'attualizzazione e sviluppo di alcuni comportamenti che prendono l'avvio dal Vangelo ma che inizialmente erano applicati in modo diverso dal tempo successivo. Penso per esempio alla condizione femminile.Nel vangelo vi è l'idea della pari dignità ma nell'atto pratico la donna si mantiene in uno stato che è integrato con la società in cui si trova. Con l'evolvere del tempo e con il diversificarsi delle culture, anche la donna assume un ruolo differente, sempre più degno di nota e di importanza nel tessuto sociale.Questo è solo un esempio ovviamente, ma potremmo estendere questo concetto ad altri aspetti. Per ora mi fermo lasciando a te il compito di proseguire negli inserimenti che sono certamente molto utili. Gesù sia lodato