Cari GESTORI, ho la fortuna e quindi la possibilità di inserire in bacheca I dieci comandamenti di Adolf Exeler e Otto Hermann Pesch. Inizio in questa bacheca... se lo ritenete utile per la lettura e consultazione poteteistituire un'apposita bacheca onde avere tutto il materiale a dispozione. Inizio quindi con Adold Exeler. Caterina, parte di questi te li ricorderai, li avevo inseriti in una comunità laica... Vivere nella libertà di Dio (I dieci comandamenti) Adolf ExelerI comandamenti non sono superati dal NT, in specie dal comandamento principe dell’amore e dalle direttive del discorso della montagna.I dieci comandamenti costituiscono un testo la cui rilevanza viene sottolineata dal fatto che il testo è egualmente prezioso per i cristiani che per gli ebrei e può giovare all’intesa tra gli uni e gli altri.Es 20,1-17 e Dt 5,1-22, il testo definitivo risale al 700 a.C. ed è posto in un contesto che lo fa apparire in maniera chiara come una specie di programma destinato ad aiutare il popolo di Dio a non perdere di nuovo la libertà donatagli dal Signore e a non ricadere in nuove forme di asservimento umano. Il decalogo comincia con il «Vangelo» cioè col lieto annuncio dell’intervento di Dio in favore del suo popolo. Tutto il resto è solo una conseguenza logica di questo atto divino.L’azione umana richiesta è preceduta dall’azione salvifica divina, che mette in moto e ispira continuamente tutto il processo.Il Dio liberatore chiama i liberati a collaborare alla salvaguardia della loro libertà; non basta accogliere la libertà come un dono. Il decalogo è espressione della sollecitazione amorosa di Dio, il quale non vuole che Israele perda la libertà donatagli.Dio è libero perciò vuole che l’uomo sia libero. Nella libertà deve trovare lo sviluppo e la pienezza della vita per sé e per gli altri.Prima parte I DIECI COMANDAMENTI COME UN COMPLESSO UNITARIOI. Etos e fedeIl decalogo comincia con una frase di importanza decisiva per la comprensione di tutto il testo: «Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù» (Es 20, 1; Dt 5,6); le singole direttive che seguono sono una conseguenza dell’azione liberatrice di Dio.Dopo che Dio ha liberato il suo popolo questo deve comportarsi in maniera rispondente a tale azione divina e non perdere o rovinare di nuovo con la propria incoerenza la libertà donatagli. Dio ha scelto degli schiavi e di essi ha fatto un miracolo: il popolo eletto, un regno di sacerdoti in ordine alla liberazione di tutta l’umanità.Es 19,5 ss «Mia è tutta la terra, voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa».L’ebreo credente viene così esortato: «Non lederai il diritto dello straniero o dell’orfano… ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto, e che di là ti ha liberato il Signore tuo Dio» (Dt 24,17 ss).Da ora in poi l’ebreo liberato non può mantenere in un’indegna dipendenza da sé altri uomini.Collaborare con l’azione di DioLa «fede moraleggiante» si limita a tirare precipitosamente le conclusioni, passa direttamente dalle proposizioni di fede accettate con l’intelletto alla conseguenza di un comportamento corrispondente, riducendo tutto a una questione di decisione della volontà.Invece in un comportamento ispirato dalla fede l’uomo credente percepisce anzitutto in maniera intensa e con profonda gratitudine la gravità dell’azione divina e di conseguenza si sente spinto ad agire in maniera simile a Dio (non da riflessioni razionali) ma da impulsi molto più profondi che scaturiscono dall’esperienza dell’amore di Dio per lui. L’azione diventa espressione di gratitudine; l’azione umana così ispirata assume un tono di festosità e di gioia.Nella misura in cui l’uomo percepisce nella fede quanto Dio gli ha donato, si sente anche interiormente spinto a esprimere la propria gratitudine con un comportamento corrispondente. L’esperienza della libertà loro donata spinge le persone ad agire in maniera simile a Dio. Una fede moraleggiante è inefficace; quando si mostra efficace risulta pericolosa perché costringe l’uomo a schierarsi contro se stesso con l’intelletto e la volontà. L’uomo si invischia in esigenze esagerate che diventano per lui un tormento. Invece occorre cooperare consapevolmente con l’azione di Dio; infatti i comandamenti aiutano il credente a «camminare con Dio» (Mi 6,8); il decalogo è la via di Dio (Sal 25,4-9).Sal 32 (collaborazione divina-umana) «Ti farò saggio, ti indicherò la via da seguire; con gli occhi su di te, ti darò consiglio…».Non solo Dio ha liberato Israele ma è uscito con lui dall’Egitto verso la libertà. Il fondamento decisivo del decalogo è infatti il vangelo, il lieto annuncio dell’amore liberante di Dio per il suo popolo. «Se hai capito realmente cosa ho fatto per te guidandoti alla libertà non andrai dietro ad altri dei, non calpesterai i diritti del prossimo…».Il decalogo è una direttiva per la vita, una parola ispiratrice e orientatrice che deve aiutare a risolvere i problemi dell’esistenza.L’AT è pervaso da tanta gioia per i dieci comandamenti.Sal 19 «La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima, la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi… i giudizi del Signore sono più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele…» (Sal 19,8-11; Sal 119,12). continua |