00 17/11/2009 11:25
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Da: Soprannome MSN°Cristiano  (Messaggio originale)Inviato: 26/02/2004 23.51

Poichè Caterina mi nel topic Il canone biblico fu fatto dai protestanti?

Dice di trovare le contraddizioni dei libri deuterocanonici, incomincio con i libri di Maccabbei.
Nei libri dei Maccabei, la morte di Giuda Maccabeo è descritta in 1 Mac. 9:18. Egli sarebbe morto sul campo di battaglia nel primo mese dell'anno 152. Ma 36 anni dopo essere morto scrive una lettera agli Ebrei in Egitto (2 Mac. 1:10). Questa è una prima prova della falsità di questo libro.
Inoltre, la morte del re Antioco Epifane è raccontata in tre modi diversi. La prima volta muore di tristezza (1 Mac. 6:13-16). La seconda volta muore in Persia nel tempio di Nanea fatto a pezzi dai sacerdoti (2 Mac. 1:11-16). La terza volta muore ritornando dalle regioni della Persia colpito da una piaga incurabile (Mac. 2:9:5-29). È evidente che si tratta di spudorate menzogne, eppure questo libro viene accettato dalla chiesa cattolica romana perché mediante esso questa chiesa giustifica la dottrina dell'esistenza del purgatorio.



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Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 27/02/2004 9.14
Da "falsi pretesti evangelici per eliminare i deuterocanonici"
Quindi da questo esempio deduciamo che, se due libri si contraddicono a vicenda, uno dei due è sicuramente non ispirato.

Adesso confrontiamo questi testi:

2 Cronache  1 Re
In 2 Cr 17,6 si legge che il re Giosafat eliminò ogni forma di idolatria comprese le alture e i pali sacri di Giuda.
In 1 Re 22,43-44 si dice che Giosafat non eliminò le alture.
Qui non c’è possibilità di mediazione: o Giosafat eliminò le alture o non le eliminò.
Quindi uno dei due libri dice chiaramente il falso e dovrebbe (secondo la teoria appena esposta) essere eliminato dal canone. Eppure i protestanti li considerano entrambi ispirati.
Perché?

Altro metro di giudizio: se uno stesso libro contiene al suo interno delle palesi contraddizioni non può essere ispirato.
Leggiamo l’ esempio del nostro simpatico autore:

Altra contraddizione che fa dei libri dei Maccabei dei libri inaffidabili è la descrizione
della morte di Antioco Epifane che è riportata in tre maniere completamente diverse l'una dall'altra. Difatti in un passo è scritto: "Al sentire tali notizie, il re restò abbattuto e, preso da profonda agitazione, si gettò sul letto, e s'ammalò per la gran tristezza, perché le cose non erano andate secondo i suoi desideri. Egli rimase così per molti giorni, e siccome la sua tristezza andava crescendo, si sentì vicino a morire" (Ed. 1971, 1 Maccabei
6:8,9) (e più avanti si dice che morì);
in un altro passo si dice che lo stesso re morì lapidato in Persia nel tempio della dea Nanea infatti troviamo scritto che i sacerdoti di Nanea "massacrarono il condottiero e i suoi compagni a sassate, tagliarono loro le membra e la testa" (ibid., 2 Maccabei 1:16);
ed infine in un altro passo troviamo scritto che morì roso dai vermi ad Ecbatana perché Dio lo colpì con una piaga (ibid., cfr. 2 Maccabei 9:1-28).

In questo libro ci sono evidenti contraddizioni e quindi non può essere considerato  ispirato, almeno secondo l’ ottica evangelica e protestante.

Vediamo il Libro della Genesi:

ci sono due racconti della creazione che si contraddicono l’ uno con l’ altro.
Il primo comincia con Gn 1,1 e finisce con Gn 2,4. Il secondo inizia con Gn 2,4 e finisce con Gn 2,24.
Nel racconto del diluvio universale, Dio si contraddice dapprima ordinando a Noè di far salire sull’ arca due animali della stessa specie, maschio e femmina. (Gn 6,19). Ma subito dopo ordina di farne salire sette coppie di animali mondi e solo una coppia di animali immondi. (Gn 7,2-3)
Le contraddizioni sono evidentissime e quindi il libro non dovrebbe essere considerato come ispirato.
Ma il libro della Genesi fa parte del canone accettato dagli evangelici e dai protestanti.
Perché?
Da: <NOBR>Soprannome MSNIreneo81</NOBR>Inviato: 13/04/2003 3.26
Deuterocanonici? Un'analisi storica
A tutto il gruppo,   La Pace di Cristo!
Come vedete non sono morto, vado solo ogni tanto in letargo per spuntare quanto meno ve lo aspettate.
L'argomento mi ha interessato perchè vengo fresco fresco da un esame scritto di Introduzione alla Sacra Scrittura, e nella lezione precedente all'esame il prof (Emilio Salvatore, licenziato in Teologia Biblica) ha trattato proprio la questione dei deuterocanonici.
Allora, visto che i messaggi sono solo 9, vorrei dare uno sguardo di insieme, se me lo permettete.
Chi mi conosce già sa quanto ci tengo alla "prospettiva storica ed ermeneutica" nello studio di questi problemi, e naturalmente, anche qui sarà quella la prospettiva utilizzata.
1) Le quattro motivazioni pentecostali elencate da Raptor si dissolvono alla luce del sole come neve... olte a quanto scritto vorrei sottolineare le seguenti cose.
Sul primo principio. Ma è la verità/dottrina cristiana che definisce la Sacra Scrittura o la Sacra Scrittura che definisce cosa sia verità/dottrina cristiana?
Tutte le bibbie protestanti ed evangeliche infatti rifiutano solo i cosidetti deuterocanonici del Primo Testamento, ma che dire della diffusa trattazione sulla necessità delle opere della lettera di Giacomo, che dire della presenza di citazioni dei testi di Enoc e dell'Ascensione di Mosè (testi apocrifi/pseudoepigrafi ebraici) citati nella lettera di Giuda? Visto che esse contengono false dottrine e citano come fossero sacra scrittura testi apocrifi dovrebbero essere tolti dal canone, non sarebbe questo un procedimento corretto? Eppure non succede; l'esclusione riguarda solo gli apocrifi del Primo Testamento.
Sul secondo principio. Anche questo è un errore. ho appena detto come la lettera di Giuda, oltre a citare testi deuterocanonici cita testi che anche i cattolici indicano come apocrifi e che i teologi protestanti generalmente chiamano pseudoepigrafi.
Quando l'autore della lettera agli Ebrei parla dei vari testimoni, fa anche riferimento alla madre e ai suoi sette figli uccisi, racconto presentato nel primo o secondo libro dei Maccabei (ora non ricordo), libri deuterocanonici.
Riguardo il terzo principio. Il mondo ebraico ha definito un canone stabile e preciso solo nel III secolo dopo Cristo. E ricordo tutti che la bibbia dei Settanta è una traduzione ebraica fatta da studiosi della Legge di Alessandria, cioè da persone di spicco della più importante comunità ebraica della diaspora, ed essa contiene tutti i testi deuterocanonici.
Se diamo uno sguardo ai concili dei primi secoli vediamo che l'elenco dei libri sacri cambia da zona a zona (a volte sono esclusi anche testi che noi oggi riteremmo fondamentali come la lettera agli Ebrei e l'Apocalisse). Le varie Chiese si consultarono a vicenda per secoli per giungere ad un canone comune; dunque, se guardiamo a tutta la chiesa dei primi secoli, non può proprio storicamente reggere l'affermazione che "i primi discepoli di cristo non li riconobbero mai come canonici".
Sul quarto principio. ... Forse il silenzio sarebbe la cosa più opportuna ... e dunque lo Spirito dove era mentre l'Autore riferiva fatti dal libro dei maccabei? E mentre Giuda citava passi dall' Ascensione di Mosè? Si era appisolato un attimo? E durante i vari concili? E durante le celebrazioni liturgiche? E mentre i Settanta compivano la loro traduzione? E mentre gli ebrei di Qumran studiavano Tobia e il Siracide? ...
Francamente è un po' presuntuoso ritenere che lo Spirito abbia parlato correttamente solo alle Chiese pentecostali mentre ha lasciato nell'Ignoranza il popolo della Prima alleanza e ha lasciato vagare nel buio la chiesa per quasi duemila anni (o, volendo parlare dell'epoca della Riforma come di un risveglio, dopo 1500 anni).

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 27/02/2004 10.40
Altro errore fondamentale protestante per negare i Deuterocanonici secondo loro  è perchè nel Maccabei "SOLTANTO" ci sarebbe per noi l'uso della nata dottrina del Purgatorio.....MA QUESTO E' FALSO......la dottrina della Chiesa sul Purgatorio NON si rifà solo al Maccabei come abbiamo dimostrato in questo forum:
Interessanti sono anche gli argomenti trattati qui:
Infine qui tentammo di chiarire la questione Maccabei:
dove al messaggio 4 scrivevo:
....

il 2Mc. contiene fatti storici in Giudea dal 175 al 160 a.C. NON E' DEFINITA LA CONTINUAZIONE DI 1 Mc. è stata così numerata perchè riporta la rievocazione di alcuni fatti narrati nel 1 Mc.

Ma........perdonami la puntualizzazione....il riferimento che tu riporti è 2 Mc. 15, 38......e non 32-33.......

allora....l'autore del teso vuole soltanto riportare la storia di due feste: quella della Dedicazione e quella di Nicanore.....che sono il ricordo glorioso della riscossa giudaica.......francamente ritenere NON ispirato questo Libro soltanto perchè l'autore fa un atto di UMILTA' riconoscendo i suoi limiti...mi pare veramente poca cosa........la Bibbia NON l'ha scritta Dio.....così come Gesù non ha scritto una sola parola del N.T........Dio è l'Autore nel senso di ISPIRAZIONE (questo per far capire meglio a chi legge).....ma alla fin fine Dio ha rispettato anche nel contesto della composizione della Bibbia, la libertà dell'uomo e del SUO ESPRIMERSI....del resto queso Libro inizia con due lettere (1,1- 2,18) nelle quali s'invitavano gli Ebrei d'Egitto a celebrare INSIEME ai fratelli della Giudea la festa della Purificazione del Tempio (tema presente nei Vangeli)....poi si prosegue con un resocono sulla persecuzione violenta contro gli Ebrei che provoca MARTIRI......da una parte e sarcedoti corrotti dall'altra che cercano di trarre profitto con compromessi.....

ESPRIME.....la credenza  esplicita.....NELLA RISURREZIONE....e dice: se i giusti soffrono fino al martirio per la loro fede, sono sicuri di risuscitare dal regno dei morti e ottenere una ricompensa nell'altra vita...ed è questo il tema della Rivelazione del N.T. e delle Lettere Apostoliche nella predicazione.....

..........
Ora se vogliamo fare i pignoli......anche nel N.T. troviamo delle contraddizioni...chiarissima appare per la fine di Giuda..il traditore.....del quale in Matteo si legge una morte, in Atti invece si riporta una fine diversa....chi "mente" dei due?.......
Ma se vogliamo anche ciò che si fa dire a Gesù...."se il tuo occhio ti è di scandalo, CAVATELO.....è meglio entrare nel Regno dei cieli CON UN OCCHIO SOLO, ANZICHE' con entrambi gli occhi vivere la dannazione terna"......
Dove sta scritto che qui dobbiamo leggere SIMBOLICAMENTE ??
Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione
(Eb 11,35)
Qui l'autore della lettera agli Ebrei fa indiscutibilmente riferimento alla madre e ai suoi sette figli che nel libro dei Maccabei furono martirizzati, e prima di morire dicevano che Dio li avrebbe premiati alla resurrezione!
Lo scrittore del secondo libro dei Maccabei termina con queste parole: "Se la disposizione della materia è stata buona e come si conviene alla storia, é quello che ho desiderato. Se poi é mediocre e di scarso valore, é quanto ho potuto fare" (2 Maccabei 15:38). il problema dunque sarebbe questo....bene.....
È vero che uno scrittore ispirato da Dio non avrebbe usato parole simili sul contenuto e sulla attendibilità di un libro ispirato: avrebbe però potuto scriverle riguardo all'esposizione e alla forma. Non dice forse la Bibbia che lo stesso Mosé era lento nel parlare ed impacciato di bocca e di lingua (Esodo 4:10)? Dobbiamo forse concludere che lo Spirito Santo lo abbandonava quando parlava?.......Del resto anche nel Nuovo Testamento non furono talora citate fonti non ispirate (Libro di Enoch ed Assunzione di Mosé) in perfetta buona fede (Lettera di Giuda)??
E altro c'è che all'apparenza appare contraddirsi.....
Ma chiedo ad Alfonso....può trovarmi CONTRADDIZIONI nel Libro della Sapienza?
Per ora fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 27/02/2004 12.55
Riprendo un lavoro fatto da Raptor e da me in alcune parti in alcuni mesi addietro:
Ma anche nei libri canonici troviamo delle apparenti contraddizioni e/o piccoli errori, che sicuramente scritti per mano dell’agiografo, che a differenza di quanto credono molti protestanti non apprendeva parola per parola da Dio, la Parola gli veniva ispirata, non dettata, quindi è normale che anche l’agiografo dava una sua impronta al libro che scriveva, è comprensibile quindi qualche piccolo errore riscontrabile in diversi Libri Sacri, Vangeli compresi. Eccone alcuni esempi:
I ciechi guariti a Gerico non erano uno solo (Mc 10,46), ma due (Mt 20,30), come anche gli angeli apparsi al sepolcro di Gesù (Mt 28,2.5; Lc 24,4);
la promessa che Gesù risorto si sarebbe manifestato ai discepoli in Galilea non esclude, ma solo astrae dalle altre apparizione in Gerusalemme (cf Mt 26,32; 28,7-9 e paralleli).
Mt 4,18 “Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. 19E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono”
Giov 1,40-41 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» 42 e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».
Il messaggio salvifico dei due Vangeli è ugualmente efficace, non viene compromesso da un’imprecisione letteraria di poco conto.
Mc 1,16 “Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”
Lc 5,10 Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Ma i fratelli protestanti hanno mai fatto caso che ognuno dei quattro evangelisti raccontano l’accaduto in maniera differente? Prima di commentare superficialmente le contraddizioni dei libri Deuterocanonici, non sarebbe meglio riflettere bene anche sugli altri libri, e valutarne il nocciolo del significato, piuttosto che estrapolare solo alcuni piccoli errori per dimostrare tesi fantasiose?
Qualcuno accusa che nel libro di Tobia, il malato guarisce per l’applicazione di fiele, fegato di pesce ecc., ma costoro hanno mai letto altri passi nella loro stessa Bibbia come ad esempio quello di Isaia 38,21
Proprio oggi, leggendo Famiglia Cristiana, nella quale seguo con interesse le rubriche di padre Raniero Cantalamessa e di Gianfranco Ravasi, il Signore mi ha fatto riflettere sul brano citato proprio da Ravasi, cioè Isaia cap. 38, dove Ezechia guarisce dietro applicazioni di fichi infatti leggiamo al versetto 21: "Isaia disse: "Si prenda un impiastro di fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà».
Come vedete cari fratelli anche nei libri canonici troviamo segni e/o, usati per guarire.

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 27/02/2004 13.02
A tal proposito è utile leggere un intervento del fratello Raptor nel sito MSN http://groups.msn.com/DIFENDERELAVERAFEDE/bacheca.msnw Difendere la Vera Fede:
“Il  Libro di Tobia è sicuramente il più maltrattato. Le accuse sono essenzialmente due:
- l’angelo ha mentito sul suo nome e un inviato da Dio non può mentire perché significherebbe che Dio stesse mente.
- L’angelo ha insegnato a Tobi una magia
Un inviato di Dio non può mentire.

Nell' AT ci sono molti esempi di persone che mentono o tradiscono per far sì che il proposito di Dio venga attuato. Citiamo Raab,Giuditta e le levatrici egiziane che mentono al faraone per salvare i figli degli ebrei prigionieri.
Anche se la Bibbia stessa ci dice che queste persone sono benedette da Dio per gli evangelici questo non conta. Non conta ciò che Dio ha fatto, conta ciò che loro pensano. E' l'applicazione del metodo cui ho accennato in precedenza. Si parte dal presupposto che una cosa è sbagliata e se ne cercano le prove.
Leggiamo allora quanto succede in questo episodio:  Michea disse: “Per questo, ascolta la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l’esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra.  Il Signore ha domandato: Chi ingannerà Acab perché muova contro Ramot di Gàlaad e vi perisca? Chi ha risposto in un modo e chi in un altro.  Si è fatto avanti uno spirito che - postosi davanti al Signore - ha detto: Lo ingannerò io. Il Signore gli ha domandato: Come?  Ha risposto: Andrò e diventerò spirito di menzogna sulla bocca di tutti i suoi profeti. Quegli ha detto: Lo ingannerai senz’altro; ci riuscirai; và e fà così.  Ecco, dunque, il Signore ha messo uno spirito di menzogna sulla bocca di tutti questi tuoi profeti; ma il Signore a tuo riguardo preannunzia una sciagura”. 1 Re 22,20-22
 
L’episodio mostra Dio seduto sul Suo trono e gli angeli (l’esercito del cielo) che stanno ai suoi lati. Uno di essi ( è sicuramente un angelo perché in precedenza non si è detto che vi fossero altri oltre a loro) si offre volontario per ingannare Acab e Dio lo invia ad ingannare i Suoi profeti (i profeti sono coloro che parlano a nome di Dio) che a seguito di questo intervento dicono menzogne.
 
Un angelo è inviato ad ingannare coloro che devono parlare a nome di Dio. Come risultato i profeti (profeta è colui che parla  a nome di Dio) profetizzano falsità. Cosa facciamo? Perché non consideriamo apocrifo anche il Primo Libro dei Re?
 
Vediamo anche quello che fa il profeta Natan con Davide:
ll Signore mandò il profeta Natan a Davide e Natan andò da lui e gli disse: “Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l’altro povero.  Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero;  ma il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina che egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; era per lui come una figlia.  Un ospite di passaggio arrivò dall’uomo ricco e questi, risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso, per preparare una vivanda al viaggiatore che era capitato da lui portò via la pecora di quell’uomo povero e ne preparò una vivanda per l’ospite venuto da lui”.  Allora l’ira di Davide si scatenò contro quell’uomo e disse a Natan: “Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte.  Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà”.  Allora Natan disse a Davide: “Tu sei quell’uomo! (2 Sam 12,1-7)
 
L’episodio è molto conosciuto: Davide si era invaghito di Betsabea che però era sposata con Hurìa che era il comandante dei mercenari Ittiti. Davide avrebbe potuto avere Betsabea semplicemente perché lui era il re ma temeva l’ovvia reazione di Hurìa che avrebbe potuto scherarsi con i nemici di Israele. Allora progettò un piano per far sì che Hurìa rimanesse ucciso in battaglia. Un omicidio, insomma. Il piano di Davide funzionò e così lui potè avere Betsabea senza complicazioni spiacevoli. Ma Dio gli manò il profeta Natan che gli racconta una storia inventata (una menzogna) per costringere Davide a prendere coscienza del suo peccato. Anche qui Dio manda un suo messaggero, in questo caso un profeta, per fargli raccontare una menzogna. Cosa facciamo? Perché non consideriamo apocrifo anche il Secondo Libro di Samuele.
 
Veniamo ai Vangeli e troviamo questo esempio:
[Gesù] Disse ancora: “Un uomo aveva due figli.  ( Lc 15,11 e seg.)
Ci fermiamo qui perché la parabola del figliol prodigo ( o del padre misericordioso, se volete) è troppo conosciuta per essere riportata per intero.
 
Un momento.. ho detto “parabola”? Da nessuna parte c’è scritto che Gesù abbia detto ai suoi ascoltatori che si trattava di una parabola. Se prendiamo il testo alla lettera dobbiamo per forza di cose pensare che Gesù abbia ingannato la gente riportando come reale un avvenimento inventato. Cosa facciamo? Consideriamo apocrifo anche il Vangelo di S. Luca?
Certo, si potrebbe obiettare che comunque gli ascoltatori di Gesù erano in grado di riconoscere una parabola da un racconto reale.
Del resto anche noi siamo in grado di discernere se un racconto è simbolico o effettivamente avvenuto.
 
Se io dicessi “Il Grillo Parlante mi ha detto…” la sola presenza di questo personaggio della letteratura per ragazzi è un segnale che quello che sto per dire non è un racconto reale.
 
E allora è bene che si sappia che anche il Libro di Tobia è una parabola, solo che è più lunga.
Per capire meglio, leggiamo attentamente alcuni versetti del Libro di Tobia
Gli successe allora il figlio Assarhaddon. Egli nominò Achikar, figlio di mio fratello Anael, incaricato della contabilità del regno ed ebbe la direzione generale degli affari. Allora Achikar prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib re degli Assiri, Achikar era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhaddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.  (Tb 1,21-22)
Notato nulla? Ovviamente no, ma questo è dovuto al fatto che noi abbiamo una scarsa cultura semitica. In effetti si dice che Tobia era zio di Achikar. Bene, il personaggio di Achikar era ben conosciuto in ambinte semitico. Ho detto “personaggio” perché la sua figura era paragonabile a quella di Aladino, di don Chisciotte o… del Grillo Parlante, quindi un personaggio simbolico, di fantasia.
Quindi un ebreo che leggeva questo Libro sapeva che si trovava di fronte ad un parabola (che era un metodo di insegnamento ben conosciuto dai rabbini) solo che era più lunga. Quindi così come era una parabola quella del Figliol Prodigo, così era una parabola la storia di Tobia.
 
In quest'ottica (una parabola è un racconto che contiene degli insegnamenti) leggiamo i versetti che spingono alcuni ad affermare che l'angelo ha mentito sulla sua identità.:
 
In quel medesimo momento la preghiera di tutti e due fu accolta davanti alla gloria di Dio e fu mandato Raffaele a guarire i due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio; a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e a liberarla dal cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia di sposarla, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava dal cortile in casa e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera. (Tb 3,16,17)
 
Rispose: “Sono Azaria, figlio di Anania il grande, uno dei tuoi fratelli”.(Tb 5,13)
 
Partendo dalla certezza che si tratti di una parabola, vediamo che i nomi citati dall'angelo significano “Yavè aiuta”, “Yahvè è misericordioso”, “Yavè ascolta” e quindi comprendiamo l’insegnamento che tutto il racconto ci vuole dare.
L’angelo insegna una magia
 
Ora vediamo invece alla seconda accusa, quella secondo la quale l’angelo Raffaele avrebbe insegnato una magia usando il cuore e il fegato di un pesce.
Anche Gesù ha adottato un comportamento simile.
 
Passando vide un uomo cieco dalla nascita  e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco? ”.  Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.  Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.  Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”.  Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco  e gli disse: “Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. (Gv 9,1-7)
 
Giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.  Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: “Vedi qualcosa? ”. Quegli, alzando gli occhi, disse: “Vedo gli uomini, poiché vedo come degli alberi che camminano”.  Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. (Mc  7,31-35)
 
In questi due episodi Gesù ha utilizzato terra, acqua, fango e saliva per curare due ciechi quando avrebbe potuto guarirli semplicemente volendolo. Si è comportato nè più nè meno come l’angelo Raffaele. E non ha motivo di essere neppure l’eventuale obiezione che nel primo caso si trattava di un angelo e nel secondo di Gesù Cristo perché questa sarebbe addirittura un’aggravante.
Cosa facciamo, allora? Consideriamo apocrifi anche il Vangelo di San Marco e il Vangelo di San Giovanni?
 
Un altro Libro considerato apocrifo è quello di Giuditta. Il motivo? Al cap 4 si legge il nome di Nabucodonosor quando probabilmente avrebbero dovuto esserci i nomi di Seleuco Nicatore oppure di Antioco.
Leggiamo però  questi versetti:
Un giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe  I farisei gli dissero: “Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso? ”.  Ma egli rispose loro: “Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni? ”. (Mc 2,23-26)
 
Mi dispiace ma qui c'è un errore, non era Abiatar ma Achimelec (1Sam 21,1-2)
Un grave errore, sicuramente più grave della confusione fra Nabuccodonosor e altri re, che sicuramente costituisce un ulteriore motivo per considerare apocrifo il Vangelo di San Marco!
 
Vediamo invece un’accusa rivolta al Secondo Libro dei Maccabei. L’accusa parte dai versetti finali:
 
Se la disposizione dei fatti è riuscita scritta bene e ben composta, era quello che volevo; se invece è riuscita di poco valore e mediocre, questo solo ho potuto fare. Come il bere solo vino e anche il bere solo acqua è dannoso e viceversa come il vino mescolato con acqua è amabile e procura un delizioso piacere, così l’arte di ben disporre l’argomento delizia gli orecchi di coloro a cui capita di leggere la composizione. E qui sia la fine.
Queste frasi non significano, ovviamente, che i fatti sono stati scritti in maniera mediocre. Significa semplicemente che l’autore ha fatto del suo meglio per descrivere ciò che è successo. Inoltre l’ eventuale mediocrità non va a toccare il contenuto ma soltanto “la disposizione dei fatti”. Almeno questo è quanto afferma l’autore.
 
C’è molta differenza con l’inizio del Vangelo di San Luca?:
Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch’io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
 
In pratica no, in quanto anche l’evangelista dice di essersi impegnato in ricerche il più possibili accurate. Non si parla di Spirito Santo né di interventi divini. Si parla solo di uno sforzo umano. E’ riuscito sempre alla perfezione? Leggiamo questo passo:
Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”.
Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione.
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. (Lc 3,15-21)
Solitamente quando si legge questa pericope sfugge un’ incongruenza: Gesù viene battezzato nel Giordano da Giovanni dopo che quest’ultimo è stato arrestato.
Alla faccia dell’accuratezza delle ricerche!”
Rifletti fratello Alfonso
Pace
Salvatore